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CAPITOLO III BRASILE E BIOCARBURANTI: IMPLICAZIONI ECONOMICHE E

2. LA POLITICA ENERGETICA DEL BRASILE

2.4 PROBLEMATICHE LEGATE ALLA PRODUZIONE DI BIOCOMBUSTIBILI.

2.4.1 I GUARANÍ RIVOGLIONO LE LORO TERRE

I Guaraní sono una popolazione indigena tra le più antiche ed erano una delle più popolose del Brasile tanto che all’arrivo dei colonizzatori si contavano circa un milione di abitanti, anche se ormai ne sono sopravvissuti solo poche migliaia.

La popolazione si divide in tre sottogruppi principali che vivono prevalentemente nello stato del Mato Grosso do Sul: Kaiowá, il gruppo più numeroso composto da circa 30.000 persone, Ñandeva e M’byá. Su di loro si riscontrano i risvolti negativi della coltivazione dei biocarburanti prodotti dalle coltivazioni di canna da zucchero, sia su livello sociale che territoriale, perché se prima le loro terre si estendevano su

263

Deforestazione Amazzonia danneggia biodiversità batteri. (27 dicembre 2012) Ansa.it Energia&Ambiente. In:

www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/collection/natura/2012/12/27/Deforestazione- Amazzonia-danneggia-biodiversità-batteri_8001071.html

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Si veda sul tema: GOLDSTEIN, A., TREBESCHI, G. (2012) L’economia del Brasile. Bologna: Il Mulino. Pagg.120-121.

122 circa 350.000 km2 all’interno di foreste e pianure, ora sono costretti su piccole lingue di terre addossate ai confini delle piantagioni.265

Insomma anche qui in Brasile si assiste ad un vero e proprio land grabbing da parte di investitori nazionali e di multinazionali occidentali come Shell che ha siglato un accordo di 12 miliardi di dollari con la compagnia pubblica brasiliana Cosan per la produzione di biocarburanti anche in zone non sfruttabili che il governo aveva stabilito fossero di proprietà della popolazione indigena, la quale, per mezzo di una lettera inviata al colosso energetico, ha chiesto pubblicamente di lasciare le loro terre denunciando la grave situazione ambientale causata dalle colture che hanno causato riscontri critici verificatesi sulle condizioni dell’ecosistema, degli animali e di conseguenza sulla popolazione locale, la cui situazione negli ultimi anni è peggiorata per colpa di malattie che colpiscono soprattutto i bambini. Oltre alla situazione sanitaria, la condizione sociale di queste popolazioni è in grave pericolo, peggiorata da un alto tasso di povertà e malnutrizione, che incidono negativamente portando a violenze e suicidi tra i Guaraní, tanto che nel solo 2010 si sono registrate 56 persone indigene decedute per morte violenta nel tentativo di lottare per i loro diritti. È proprio questo il lato oscuro della rivoluzione green del Brasile e il governo non sta facendo abbastanza per garantire una risoluzione alla problematica e garantire la sopravvivenza di questa gente, ciò probabilmente anche a causa degli interessi economici, dato che diversi politici sono strettamente legati allo sfruttamento terriero e sono loro stessi proprietari di piantagioni brasiliane.266

La scarsa tutela da parte del governo è documentata dal decreto n°303 pubblicato nel luglio del 2012 che è da considerarsi una vera e propria violazione sia della Costituzione brasiliana, in cui la Convenzione n°169 dell’OIT (Organização

Internacional de Trabalho) per i diritti delle popolazioni indigene è diventata legge nel

265 I Guarani del Brasile. In: www.survival.it/popoli/guarani

266 Si veda sul tema: BERTAGLIO, A. (26 settembre 2011) Biocarburanti, in Brasile i Guarani

chiedono a Shell di lasciare le loro terre. Il Cambiamento. In:

123 2004, sia di quella internazionale perché viola la Dichiarazione ONU sui diritti delle popolazioni indigene267.

Il decreto in sé, contrariamente alle convenzioni e dichiarazioni appena citate, sancisce che le terre indigene possono essere occupate per ragioni militari o commerciali senza l’obbligo di consultare o rispettare le decisioni della popolazione Guaraní. Anche se il governo non sta prendendo provvedimenti seri per risolvere il problema, la delibera di questo decreto ha permesso l’unione di movimenti sociali che stanno sensibilizzando l’opinione pubblica e quella internazionale sullo scempio che si sta commettendo in Brasile attraverso manifestazioni o petizioni che hanno raggiunto una visibilità a livello mondiale grazie ai telegiornali e ai siti internet, portando alla sospensione del decreto nell’agosto del 2012.268

Ma ciò non è servito a fermare completamente il processo di furto di cui son vittima i

Guaraní e nell’ottobre 2012 è stata divulgata una nuova lettera scritta proprio da loro

dove denunciano nuovamente la loro condizione, affermando che la giustizia federale brasiliana non li aiuta, ma anzi fomenta la violenza verso di loro e non si interessa a garantire loro i diritti che sono stati violati. Questo testo è lo sfogo disperato di 170 indigeni tra uomini, donne e bambini che sono costretti a vivere in condizioni di degrado a ridosso del fiume.269

A livello governativo la Commissione dei Diritti Umani e delle Minoranze ha voluto un incontro con il Presidente Dilma Rousseff affinché l’Esecutivo si esprimesse sulla situazione, la quale ha costituito una riunione d’emergenza con il ministro della giustizia e quello dell’Unione dell’avvocatura generale (AGU) per cercare una soluzione il più presto possibile.

267 Secondo la quale, all’art. 10 si dichiara: “I popoli indigeni non possono essere spostati con forza

dalle loro terre o territori. Nessuna forma di localizzazione potrà aver luogo senza il libero, previo e informato consenso dei popoli indigeni in questione e solo dopo un accordo su di una giusta ed equa compensazione e, dove possibile, con l’opzione del ritorno.” Dichiarazione delle Nazioni unite sui Diritti dei Popoli Indigeni. In: http://www.un.org/esa/socdev/uppfii/documents/DRIPS_it.pdf

268 MOREIRA, S. (7 settembre 2012) Brasil: Medida Ameaça Autonomia de Terras Indígenas. In:

http://pt.globalvoicesonline.org/2012/09/07/brasile-indigenas-portaria-303/

269 Governo de Dilma, chega de mortes de índios Guarani Kaiowá; è preciso garantir suas terras,

cultura e a vida! (24 ottobre 2012) In: http://cspconlutas.org.br/2012/10/governo-dilma-chega-de- mortes-de-indios-guarani-kaiowa-e-preciso-garantir-sus-terras-cultura-e-a-vida/

124 Già a maggio Dilma si era vista obbligata a respingere il nuovo Codice Forestale che disciplina lo sfruttamento del suolo; la presidente non poteva fare altro dato che le associazioni ambientaliste avevano raccolto due milioni di firme tramite petizioni on-

line e avevano mobilitato star a livello internazionale per sensibilizzare l’opinione

pubblica, e tutto ciò a poche settimane dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio+20. Ma la decisione non ha accontentato nessuno, perché se i proprietari terrieri chiedevano che il codice fosse approvato, gli ambientalisti da parte loro ne chiedevano la bocciatura completa, invece il testo così fermato temporaneamente, tornerà al Congresso e sarà aggiornato tramite le 32 modifiche richieste dal presidente del Brasile.270

La politica odierna, da Lula a Dilma, ha le sue gravi responsabilità perché ha favorito l’economia tramite il commercio agrario sia come alimenti sia come biocarburanti, a discapito delle popolazioni locali, forse è anche per questo motivo che Dilma sta così incentivando e finanziando studi tecnologici sullo studio di combustibili green di nuova generazione che non implichino lo sfruttamento scellerato di risorse alimentari e di grandi estensioni terriere.271

2.5 LA POLITICA ESTERA DEL BRASILE ED ESEMPI DI COOPERAZIONE