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La biotipologia al servizio della religione: scienza e fede durante il dopoguerra

all’insegnamento nel dopoguerra.

3.4 La biotipologia al servizio della religione: scienza e fede durante il dopoguerra

Durante l’inverno tra il 1942 e il 1943, dopo la sconfitta subita in Nord Africa per mano degli inglesi, le forze italo-tedesche furono costrette a ritirarsi anche dall’Unione Sovietica a causa di una controffensiva russa che costò migliaia di vittime. Il 25 luglio del 1943, Mussolini venne esautorato dal Gran Consiglio e arrestato. Con la caduta del governo, la teoria biotipologica e ortogenetica di Pende ormai orfana aveva bisogno di un nuovo referente e protettore che ne giustificasse la ragion d’essere. Data la piega che gli eventi bellici stavano prendendo, era necessario prendere le distanze dal fascismo per avvicinarsi ad ambienti che come la Chiesa cattolica potessero offrire riparo e protezione. Improvvisamente nei suoi scritti iniziò ad emergere così un inedito fervore religioso. Già nel 1943 Pende diede alle stampe un opuscolo di 15 pagine, frutto di una conferenza, dal titolo L’uomo alla luce del Vangelo167. A differenza degli scritti

precedenti, non vi compariva alcuna dedica al Duce o riferimento alla razza “romano-italica”. Quel testo, incentrato su temi riguardanti i rapporti tra medicina e religione, venne pubblicato dalla Pro Civitate Christiana di Assisi dopo che il vescovo benedettino Giuseppe Placido, aveva concesso l’imprimatur. La teoria biotipologica così

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come anche i suoi rimedi ortogenetici continuavano ad essere gli elementi cardine delle argomentazioni, subendo però una torsione per cui allo stato totalitario composto da cellule individui venivano a sostituirsi le singole famiglie intese come parti della grande famiglia dell’umanità. Ad essere prese di mira erano soprattutto le posizioni cartesiane dei medici moderni, i quali sempre più indirizzati verso saperi specialistici rischiavano di trascurare un aspetto fondamentale per chiunque si fosse occupato di medicina, quello dell’unità anima- corpo in un composto inscindibile”. Da ciò l’avversione nei confronti di chi, trattandole come due realtà diverse e separate, distingueva anche tra malattie di origine esclusivamente mentale e malattie al contrario essenzialmente fisiche. In qualsiasi processo terapeutico diveniva necessario che il medico fosse affiancato da un sacerdote. Le fondamenta su cui Pende tentò di erigere la sua rinnovata biotipologia “mistica” non potevano che derivare da uno dei più grandi padri della chiesa, Tommaso d’Aquino, il “Dottore Angelico” al quale qualsiasi studioso che si fosse occupato di medicina avrebbe dovuto rivolgersi. Nel principio dell’Aquinate secondo cui “tota anima in toto corpore”, Pende trovò una giustificazione teologica al principio correlazionistico che in precedenza aveva guidato la biotipologia, “scienza sintetica, unitaria, correlazionistica dell’individualità

umana”168

. La piramide dalle quattro facce restava perciò il simbolo più idoneo a rappresentare quel composto di spirito e materia che

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secondo la sua dottrina era l’uomo. Ed era ancora quattro il numero preferito del Pende religioso in quanto quattro erano a suo avviso le potenze della Nazione ossia quella politico-militare, economica, intellettuale e demografica o della razza. Ma c’è di più: a questo punto, partendo dalla constatazione che corpo e anima sono indissolubilmente legate caratterizzando l’essere umano, Pende ritenne possibile, da scienziato, affermare l’esistenza dell’anima infusa da Dio nella cellula fecondata dai genitori. Così diveniva possibile ipotizzare anche la resurrezione del corpo dopo la morte e dunque spiegare fenomeni quali apparizioni di defunti con il loro corpo come era successo per la resurrezione di Gesù Cristo:

Ecco che col pensiero del Dottore Angelico s’accorda bene l’ipotesi che noi azzardiamo, che le molecole corporee dopo la morte mantengano anche se disperse e lontane, quasi un’armonia di vibrazioni con l’anima, una unità vitale per così dire potenziale: cosicché è facile all’anima ad esse legata da tale simpatia o preferenza, come dice l’Angelico Dottore, raccoglierle, per ordine dell’Eterno, in un nuovo composto corporeo simile al precedente, al momento della resurrezione, e dall’unità vitale potenziale riformare una nuova unità vitale attuale, quella del corpo risorto ricongiunto definitivamente allo spirito. Ciò renderebbe ragione anche della possibilità di apparizioni dei defunti col loro corpo, col permesso di Dio: così come Cristo risorto apparve col suo corpo umano tangibile, tre giorni dopo la sua morte, ai suoi discepoli.169

Insomma, dopo il crollo del regime fascista, nonostante questo spirito

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religioso infuso in libri e articoli pubblicati su riviste scientifiche, Pende vuole mostrare abbastanza coerenza teorica. Ortogenesi e

biotipologia infatti diventa il titolo di un libro composto da cinque suoi

articoli pubblicati nel 1942 su “La civiltà cattolica” e raccolti l’anno successivo da padre Mario Barbera. Scomparse le dediche e lodi al Duce, anche un fattore, quello razziale, considerato in precedenza indispensabile per ricostruire il profilo integrale di ogni individuo veniva adesso trattato in modo molto marginale. In realtà il concetto di razza “romano-italica” continuava ad avere una sua validità, ben accetto alla Compagnia di Gesù, sotto la cui protezione Pende trovò riparo dalle accuse di razzismo che gli venivano mosse. Le sue argomentazioni concernenti la razza erano infatti apprezzate dai gesuiti quali reazioni al razzismo germanico di stampo biologista e materialista. La sua devozione religiosa da questo momento non farà altro che rafforzarsi. Apparve nel 1947, quando era ancora incerta la sorte del suo ricorso, La scienza moderna della persona umana170, un testo dove la sua biotipologia era contornata da una disordinata mescolanza di nozioni di fisiologia e notizie di fisica atomica, miste a considerazioni sullo spiritismo e la telepatia e insieme sulla psicologia, il tutto inframmezzato da frequenti rimandi al Vangelo, di cui si affrettò a donare una copia al Papa con questa dedica:

Alla sacra Persona di Sua Santità Pio XII, offro con umiltà, questo libro di scienza e di fede sulla persona umana che, Sua Santità, ha ispirato con la Sua altissima continua parola,

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ammonitrice di popoli e di governanti, per la difesa dei diritti e delle persone, donata da Dio e calpestata dai senza Dio.171

Le illustrazioni dei vari biotipi umani, che nei testi precedenti erano fotografie di corpi integralmente nudi, erano qui invece state pudicamente coperte all’inguine con piccoli triangoli bianchi, vere e proprie geometriche mutande.

Al di fuori del filone biotipologico-religioso Pende aveva pubblicato, nel 1945, un saggio di argomento clinico, La mia sindrome di

ipertimismo costituzionale dei fanciulli e degli adolescenti.172 Si

trattava in realtà di una riproposizione della sua scoperta, a cui aveva dedicato altri due interventi nel ‘37173

e nel ’38,174 con cui cercava forse di inseguire una nuova candidatura al Nobel. Va detto per inciso che la sindrome da lui individuata è oggi considerata anche dai più benevoli fra quanti hanno scritto di lui un’opinione poco fondata. La terapia da lui consigliata anche nei saggi del ’37 e del ’38 si è lasciata dietro una scia letale. Secondo un recente studio di Liborio Dibattista le generose applicazioni di raggi x raccomandate da Pende hanno prodotto in quanti ne sono stati oggetto l’insorgenza di cancro alla tiroide in un numero 45 volte superiore al normale e di adenoma della tiroide in un numero di 15 volte superiore al normale nell’arco di trent’anni.175 171 Negro, 2007, p. 92. 172 Pende, 1945, pp. 359-371. 173 Pende, 1937, pp. 267-269. 174 Pende, 1938, pp. 131-135. 175 Dibattista, 2014, p. 285.

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Tornando all’impegno religioso, nel 1948 uscì un altro testo più organicamente indirizzato in questo senso: Un medico di fronte al

vangelo176. Qui Pende, dopo aver definito atei e non cristiani “bestie”,

incapaci di “elevarsi al di sopra della sfera della propria animalità egoistica”,177

si dedica al confronto tra Vecchio e Nuovo testamento in chiave scientifica. Dopo avere nel 1943 affermato scientificamente l’esistenza dell’anima, adesso Pende ha modo di affrontare questioni bibliche attraverso la scienza. In tale contesto scienza e fede dovevano collaborare tra loro nella spiegazione di problemi come la predestinazione umana e in questo senso il biologo, conoscitore delle leggi della genetica, veniva a rappresentare il “soccorritore” del teologo. Il costituzionalismo, con le sue nozioni di predisposizioni e tendenze classificatorie, continuava così ad essere valido per spiegare la propensione al male da parte di certe “categorie d’uomini”, “per via di generazione, e come effetto della prima colpa”178

. Se dunque la tendenza al male dei non cristiani veniva spiegata dalla trasmissione di determinate caratteristiche di generazione in generazione, restava da spiegare l’origine del male nei progenitori di queste discendenze, dunque il peccato originale. Affrontando arditamente i testi biblici Pende non aveva remore nell’applicare il suo strumentario biotipologico ortogenetico ad Adamo, Eva, il Serpente, Caino e i suoi fratelli, come ad altrettanti

176 Pende, 1948. 177 Ibid., p. 7. 178 Ibid., p. 126.

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pazienti del suo istituto, senza tener in alcun conto il valore simbolico e paradigmatico dei personaggi delle Sacre Scritture. Con sfacciata cialtronaggine degna del Frate Cipolla di Boccaccio, il metodo biotipologico diventava così un valido strumento per teologi, capace di individuare anche i “genidi” di Satana nell’ovulo di Eva. Come poi questa sua disinvolta teoria d’una umanità divisa “ab ovo” (è il caso di dirlo) fra buoni e cattivi potesse coesistere con il libero arbitrio non era cosa che lo preoccupava più di tanto.

A partire dalla considerazione che il primo dei figli di Adamo ed Eva, Caino, era un “delinquente” mentre i successivi Abele e Set si dimostrarono “giusti”, lo scienziato teologo individuava due linee di discendenza, quella dei “figli di Dio” da distinguere da quella dei “figli del diavolo”, i quali erano a suo avviso “incapaci di ascoltare la parola di Cristo e credere a lui”. Restava però da capire a questo punto in che modo Caino, essendo figlio di Adamo fosse potuto derivare da Satana. La colpevolezza di Eva consistente nel lasciarsi sedurre dal diavolo e dunque l’individuazione della donna come causa del male dell’umanità era stata accettata per secoli dalla teologia cristiana, ma Pende dall’alto della sua preparazione medica poteva adesso spiegarne dettagliatamente le modalità:

Noi qui vogliamo affacciare l’ipotesi che Satana, contaminando spiritualmente la madre di tutti gli uomini, ha potuto determinare un mutamento profondo in peggio nei genidi degli ovuli di Eva. Così in Eva, forse più che in Adamo, si sarebbe determinata una mutazione di genidi, cioè la

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formazione di geni difettosi, capaci di dare ereditariamente anomalie gravi fisiche o morali. Se noi ammettiamo dunque che in Eva, forse più che Adamo, per influsso di Satana sono stati gravemente alterati i genidi delle cellule germinative, e mutati in senso peggiorativo, noi possiamo comprendere allora come il primo figlio Caino (nato dall’unione di un gene molto difettoso di Eva con i geni di Adamo, il cui plasma germinativo forse rimasto sufficientemente buono) possa essere nato addirittura un delinquente per dominanza dei geni difettosi.179

E’ del 1951 L’umanismo biologico e le quattro armonie

biopedagogiche,180 testo di una conferenza tenuta da Pende a Milano per inaugurare l’VIII Corso Magistrale Biopedagogico indetto dall’Istituto Superiore di Magistero Biopedagogico, in cui riproponeva l’opportunità di “un organo medico-psicologico-costituzionalista che visiti periodicamente, almeno ogni sei mesi, gli alunni e compili il libretto biotipologico-sanitario”.181

Fra i motivi che avrebbero reso utile instaurare questa prassi Pende indicava la possibilità di formulare una “diagnosi della personalità dello scolaro” e “prevenire e curare le cause di anomalie morali precoci: ciò dimostrano le mie recenti ricerche radiologiche sul cervello di centinaia di fanciulli anormali nella condotta o criminali da me studiati”182

Anche questo testo, apparentemente più tecnico, ha un epilogo religioso, con citazioni di San Francesco e Santa Teresa di Lisieux.

179 Ibid., pp. 132-133. 180 Pende, 1951. 181 Ibid., p.15. 182 Ibid., p.21.

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A otto anni di distanza dalla pubblicazione di Un medico di fronte al

vangelo, nel 1956 Pende tornò ad occuparsi della ricostruzione

filogenetica del racconto biblico, all’interno di un'altra delle sue opere scientifico-religiose dal titolo Destino e libertà. 183 Dopo avere espresso il personale disappunto per l’indirizzo specialistico, che in quegli anni si andava sempre più affermando nella medicina a discapito di visioni correlazionistiche ed unitarie come quelle della sua biotipologia, Pende tornava ad occuparsi di religione. Sicuro della contaminazione satanica delle ovaie di Eva, passava adesso a dare un’ interpretazione di Genesi VI - 4 dove si accenna alla presenza di giganti sulla terra:

C'erano sulla terra i giganti a quei tempi -e anche dopo-, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.184

A suo avviso i giganti altro non erano che il risultato dell’accoppiamento di “donne discendenti di Caino” con “uomini giusti discendenti di Set”. Era quindi ancora la donna, come nel caso di Eva, la portatrice del gene nocivo per l’umanità. Ma c’è di più, all’interno dello stesso libro, Pende si spinse oltre interpretando la parabola del seminatore in chiave costituzionalistica e i diversi tipi di terra dove Gesù Cristo, secondo i Vangeli, semina finirono per rappresentare, diverse biotipologie umane. In fondo tale episodio non

183 Pende, 1956. 184

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poteva che risultare rivelatore agli occhi del mistico scienziato: Gesù Cristo seminando in quattro terreni diversi e osservando il variare della quantità di frutti raccolti, forse voleva insegnarci qualcosa a proposito di quella scienza che del numero quattro aveva fatto l’arché.

Spiegata l’origine del bene e del male, Pende, pur ammettendo la sua scarsa preparazione giuridica185, in una conferenza pubblicata poi col titolo Medicina e sacerdozio alleate per la bonifica morale della

società186 passava ad occuparsi di problematiche legislative legate all’imputabilità o meno dei criminali. Individuava nel cervello interno o diencefalo “il ponte naturale tra corpo ed anima” che assieme alle ghiandole endocrine determinerebbe “carattere, senso morale e sfera dell’intelligenza o noopsichica, cioè capacità di intendere e di volere” e affermava che “uno squilibrio diencefalico primario” pur provocando “deviazioni del carattere e del senso morale può non toccare fondamentalmente la sfera dell’intelligenza”187

. Pende proponeva una riforma del codice penale:

non basta per l’imputabilità la dimostrata esistenza, nell’imputato, della capacità di intendere e di volere: ma occorre anche dimostrare con ricerche mediche profonde, che egli sia capace pure di agire moralmente e in senso

giuridico. Dunque occorre che l’articolo sulla imputabilità

dica: capacità di intendere e di volere e di agire in senso

morale e non costretto dalla costituzione cerebrale, a

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In un libro del 1961 dal titolo Costruire l’uomo, nel tentativo di correggere l’articolo 85 del codice penale, sull’imputabilità, si definiva “incompetente”.

186 Pende, 1962. 187

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determinazioni ed azioni colpevoli.188

Ovviamente la sua proposta giuridica cadde nel vuoto, la sua influenza politica non aveva più modo di farsi sentire. Restavano però i sacerdoti, non solo quelli presenti alla conferenza, che avrebbero potuto provare interesse per quanto riguardava la capacità di agire in senso morale condizionata dalla costituzione cerebrale, e a tal proposito la sua teoria diventava utile a formulare giudizi sui peccati :

anche il giudizio del sacerdote sulle colpe ed i peccati dell’uomo deve avere lo stesso principio […] medico e sacerdote […] devono indagare […] soprattutto se c’è o non c’è un guasto nella organizzazione cerebrale degli istinti e delle emozioni e passioni.189

Anche “uno sviluppo sessuale imperfetto” non deve riscontrarsi in uomini, che come i sacerdoti, debbono essere completi “dal lato biologico-psicologico”. Per questo, così come in passato Pende aveva proposto la fondazione di Istituti biotipologici-ortogenetici, adesso si faceva promotore del progetto di istituire “centri diagnostici medico-psicologici presacerdotali” diretti da biotipologi e sacerdoti. Un altro aspetto degno di nota che caratterizzò la sua produzione nel dopoguerra su problemi medico-sociali fu l’esaltazione della libertà umana. Se nel 1933 in Bonifica umana razionale e politica Pende affermava che la libertà dei singoli cittadini, futuri lavoratori, doveva essere condizionata dalle esigenze della società, superando i principi

188 Ibid. 189

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della Rivoluzione Francese in favore del principio “ogni uomo al suo giusto posto”, valori come libertà ed uguaglianza, derivanti dalla “Legge di Dio” vengono del tutto rivalutati. Costruire l’uomo è il titolo di un libro del 1960 teso a definire i criteri per la costruzione di quella “fabbrica umana” che è appunto l’uomo. A partire dalla prefazione di padre Raimondo Spiazzi che si definiva “amico del carissimo e illustre prof. Pende” si comprende la finalità del libro:

E dirò subito che, da questo punto di vista, il grande problema da risolvere, il punto essenziale della educazione e formazione dei giovani, è il seguente: l’educazione alla libertà; ossia la coltivazione della libertà in modo che il giovane ne usi bene da adulto.190

Nel corso della sua esposizione, Pende delinea i principi etico-morali e scientifici che i genitori avrebbero dovuto seguire nella costruzione della famiglia ispirandosi ai valori della famiglia cristiana senza cambiare molto l’idea di un controllo su nascita e sviluppo degli individui rispetto all’epoca dell’istituzione di “centri biotipologici”. Certo se prima riteneva necessaria la sola figura dell’educatore biotipologo, adesso proponeva una “equipe” più articolata:

Medico psicologo costituzionalista, genetista ed ortogenetista, col sacerdote, devono d’ora innanzi agire insieme come veri numi tutelari di quell’officina sacra di vite umane, di persone armoniche, di corpo, d’anima e di spirito, che è la famiglia cristiana, centro dell’umanesimo naturale- soprannaturale, secondo la dottrina di Cristo.191

190 Pende, 1960, p. 9-10. 191

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Centrale all’interno del libro era poi la questione legata alla formazione delle coppie di genitori candidati al matrimonio. Se negli anni venti Pende si era espresso più volte a proposito di certificati prematrimoniali, dichiarandosi contrario a ogni coercizione adesso proponeva di istituire delle visite prematrimoniali obbligatorie lasciando però libera scelta ai coniugi di sposarsi o meno e dunque procreare:

La preparazione dei candidati al matrimonio, sia dal lato della scelta migliore del coniuge dal punto di vista eugenetico, sia dal lato della maturità corporea fisiologica dei nubendi per una buona procreazione, sia dal lato della profilassi preconcezionale, è problema che si comincia ad agitare da pochi anni, ma che non ha nemmeno potuto condurre finora a quello che noi da tempo abbiamo proposto, cioè una seria e completa visita medica obbligatoria dei nubendi; con obbligo di comunicazione reciproca dei risultati, lasciando pur liberi i futuri sposi di tenerne o non tenerne conto.192

Per quanto riguardava “i figli tarati” generati “da genitori tarati”, oltre al rimedio dell’ortogenesi che negli scritti precedenti era la terapia per eccellenza, il medico cattolico richiamandosi alla parabola del cieco nato affermava adesso la possibilità di contrastare le leggi della genetica in modo soprannaturale, attraverso la fede:

Ecco che l’eredità morbosa, per chi crede in Cristo, non ha nulla d’assoluto e irrimediabile. Che cosa non può fare la fede nell’onnipotenza e nella misericordia del creatore? Ma l’uomo deve sforzarsi di meritare la grazia, di far tutto quello che scienza, fede, morale cristiana gli consigliano per non

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cadere in colpa, sia pure ignorata e tollerata, perché spesso involontaria ed incosciente, la colpa di costituire una famiglia biologicamente mal sana e moralmente infelice.193

In conclusione Pende ricorda quali sono le responsabilità e i doveri di coloro che si accingono a costruire la famiglia:

Se vogliamo che l’uomo di domani non sia un animale zootecnico obbediente alle leggi della specie, un numero d’una massa senza valori spirituali, esso deve essere costruito fin dal suo concepimento, ad opera di generatrici coscienti e responsabili, e fin dalla nascita e dall’infanzia ad opera di genitori pieni di conoscenza di psicologia infantile e non accecati da amore irrazionale o peggio da indifferenza e noncuranza delle esigenze della pianticella umana.194

A tale scopo Pende riassume i principi che “genitori, educatori, precettori morali e uomini di religione e di governo” hanno da seguire nell’impresa di costruire “l’uomo di domani” e ancora una volta torna in scena l’immancabile numero quattro per indicare “i quattro fari che solo può dare la dottrina di Cristo”:

[…] la luce del cuore dell’ amore altruistico cristiano, […] La luce della ragione cristianamente illuminata dalla divina Verità rivelata […] il sentimento estetico e l’arte, che è pane della nostra sfera affettiva e più specificamente creativa

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