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Doveroso quantomeno un approfondimento sul tema, in quanto punto di partenza delle quattro business woman prese in esame e che, di fatto, rappresenta uno dei mezzi più efficaci attraverso cui generare dialogo interattivo e scambio comunicativo di valore (perché fondamentalmente svincolato da fini economici, almeno inizialmente).

Il blog è una sorta di pagina bianca, uno spazio virtuale in cui poter esprimere la propria personalità, i propri gusti o le proprie competenze in piena libertà. È tecnicamente una piattaforma internet che non richiede conoscenze informatiche particolari ma che, al contrario, permette a qualsiasi utente di pubblicare in maniera facile e veloce idee, opinioni, video, foto, racconti ad una platea potenzialmente vastissima.

Il nuovo millennio è stato il punto di partenza per grandissimi cambiamenti nel web; soprattutto gli anni tra il 1999 e il 2001 hanno visto la creazione e la inevitabile esplosione della bolla speculativa delle aziende dot-com. In quegli anni coloro che si improvvisano come nuovi imprenditori di internet sono numerosi. Altrettanti sono, invece, coloro che conoscono bene il mezzo e che lavorano per accrescerne al massimo le potenzialità. Tra questi, Evan Williams e Meg Hourihan, nel 1999 creano un software che permette a chiunque di avere una propria pagina web, metterla in rete e pubblicare al suo interno contenuti, senza la conoscenza del linguaggio di programmazione. Tutto ciò gratuitamente, attraverso il sito www.blogger.com. Che il primo vero e proprio blog sia associato a quello di Dave Winer nel 1997 – e che parlava di tecnologia - poco importa. Dal 1999, grazie ad Evan e Meg, tutti gli utenti possono potenzialmente essere creatori di contenuti del proprio blog. Essere blogger dunque. La dimensione partecipativa propria del web prende forma e rilevanza anche da questa piccola tappa.

Dunque il blog e le sue potenzialità rappresentano una sorta di “rivoluzione democratica dell’informazione”, in quanto nasce in un contesto in cui la comunicazione e l’informazione fanno parte di un mondo chiuso, gestito da pochi ma grandi gruppi di potere. Il fatto che qualsiasi utente potesse esprimere e condividere la propria opinione decretava quella democraticità, sopra citata, di tale mezzo di comunicazione. La capacità di arrivare e coinvolgere un numero significativo di persone dipendeva - e dipende tutt’ora - dall’abilità dell’utente di coinvolgere, attivare il passaparola e generare il dialogo con e tra i suoi lettori. Granieri sostiene il grande contributo del blog alla Rete, trasformatasi “da rete di contenuti in infrastruttura di discussione” (Granieri, 2005). Per l’autore, il blog ha dato l’incipit a questa trasformazione, che altro non è se non la manifestazione di una delle numerose potenzialità della rete che si è palesata.

Il termine fu coniato da Peter Merholz e deriva dalla contrazione di due termini: “web” e “log”. Il “web” è, appunto, quello spazio in cui i contenuti vengono generati, collegati tra loro e fruiti dagli utenti; “log”, invece, è un termine proprio del linguaggio nautico e si riferisce ad un diario che mostra ciò che viene registrato in maniera cronologica. E in effetti il blog nasce come una sorta di diario personale, digitale, i cui contenuti e informazioni sono oggetto di condivisione. A distanza di quindici anni dalla sua nascita ha però conosciuto un’evoluzione, assumendo di conseguenza valenze diverse. Non ci si riferisce, qui, alla sua struttura e funzione di base, piuttosto ad un cambiamento delle dinamiche del web determinate dalla nascita e maturazione dei social network. Spesso i contenuti dei blog si separano dagli stessi per confluire e “girare” per altri canali, per l’appunto, i social. Per il loro alto potenziale sociale intorno al 2006 si era addirittura pensato al tramonto dei “diari digitali”, i quali, al contrario, hanno saputo invece trovare nuova forza negli stessi social. Ad oggi ciò che genera il dialogo rimane il blog, anche se un ruolo altrettanto importante viene assunto dalla stessa figura del blogger e alle sue capacità di gestire il dialogo stesso nei vari canali in cui rimbalza e si ripropone. Il circolo è virtuoso se gestito con intelligenza e naturalezza. Il blog mantiene il suo ruolo di “pagina personale” del blogger, il quale ne è il rappresentante e come tale deve sapersi proporre e riproporre, in termini di contenuti, anche nelle altre reti sociali.

Mantenendo notevoli caratteristiche comuni, i blog hanno delle notevoli differenze per ciò che riguarda i temi e i contenuti trattati nei loro post; tuttavia risulta possibile classificarli e suddividerli. Una prima categorizzazione, molto generalista, li divide in tre macrocategorie:

- blog diario: vero e proprio blog personale in cui il blogger scrive in prima persona le proprie esperienze, aspirazioni, riflessioni;

- blog tematico: è un blog focalizzato principalmente su un solo argomento, secondo una struttura molto simile ad una rivista (In questa Tesi ne verranno approfonditi alcuni come quelli dedicati al fashion, al mondo della cosmetica e al

food).

- blog letterario: un blog che tratta temi inerenti la letteratura e che si caratterizza generalmente per l’uso di un lessico letterario, appunto.

Per una classificazione più approfondita tuttavia, bisogna far riferimento ad un interessantissimo articolo di Paola Podestà per iTech Studio (Il Sole 24 Ore), in cui la giornalista cercava di mettere ordine nella moltitudine di tipologie a cui i blog appartenevano. Benché tale classificazione risulti datata, rimane comunque valida se spogliata di alcune tipologie ormai scomparse e arricchita di alcune relativamente più moderne: Blog Personale, Corporate Blog (blog di proprietà di un’azienda che attraverso di esso fa conoscere novità sui prodotti e servizi dell’impresa), Blog di Attualità, Blog Tematico (blog che si concentra su un argomento in particolare, generalmente è quello che può vantare il maggior numero di lettori), Blog Politico (utilizzato dai politici, una sorta di altra arena in cui poter dibattere), Knlowledge Blog (blog in cui un’azienda o un esperto offre le sue competenze a colleghi/dipendenti), Urban Blog (blog in cui c’è scambio di opinioni su avvenimenti o problemi relativi ad un territorio specifico), Blog Vetrina, Blog Directory (blog che indicizza in categorie i vari blog, fornendone anche i rispettivi link), Podcasting (blog audio pubblicati tramite Podcasting), Microblog (blog con un limite esiguo di caratteri testuali utilizzabili come Twitter).

A livello più tecnico, per concludere, si presta come strumento per un’ottima comunicazione - oltre a raggruppare diverse funzionalità della rete stessa - in quanto è gratuito, di facile utilizzo, crea pagine accessibili tramite link permanenti che prendono il nome di permalink, pubblica in ordine cronologico inverso e presuppone la possibilità di commento a ciascun post. Inoltre utilizza la tecnologia di feed RSS (caratteristica non esclusiva dei blog), che è un mezzo utilizzato per visualizzare i nuovi contenuti pubblicati da un sito senza per forza entrare nel sito stesso. Per ciò che riguarda i permalink, essi non sono altro che tipologie di URL che si riferiscono ad una specifica informazione; è un elemento importante per il blog, di facilitazione nella fruizione dello stesso, dato che permette di risalire ad un singolo contenuto senza dover scorrere l’intero blog per scovarlo.

Ma al di là delle sue caratteristiche strutturali, “Un buon blog, quello aggiornato

costantemente, è dotato di spirito vitale. Quando il navigatore della rete si imbatte in un blog, percepisce subito lo spirito dell’autore, il quale, attraverso i propri scritti

quotidiani, mette a nudo il proprio essere di fronte al mondo intero potenziale.” (Dovigi,

2003). Dovigi estremizza un po’ quella che è la parte umana e più efficace di tale strumento: il carisma e la capacità di “dire qualcosa” dell’autore del blog e la capacità partecipativa che viene generata di conseguenza e che si concretizza nella possibilità di commento, confronto, dialogo interattivo dei lettori. Chi decide di aprire un blog – più spesso se tematico – sa di dover essere molto curioso per poter essere ascoltato e per poter a sua volta ascoltare i propri eventuali lettori. Dovrà scavare a fondo temi e questioni per documentarsi ed essere incline a percepire novità e tendenze del settore di interesse. Più che una esortazione, tali caratteristiche rappresentano il presupposto ad un buon blog e ad un buon blogger. Il blog e il suo blogger rappresentano degli elementi unici che esprimono una propria individualità e il loro successo è decretato dalla credibilità che viene conquistata attraverso i contenuti e la loro presentazione e dal dialogo che riescono a generare, perché esso stesso parte integrante e fondamentale del blog.