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Bologna città digitale: un esempio di best practice di democrazia telematica

Studi sull'industria musicale

3. BOLOGNA CITTÀ CREATIVA

3.2 Bologna città digitale: un esempio di best practice di democrazia telematica

Una delle principali motivazioni, se non la principale, dell'elezione di Bologna alla presidenza del Knowledge Society Forum, una delle reti telematiche più importante d'Europa, è da ricercare nella sua capacità d'innovazione dal punto di vista digitale. Iperbole33 infatti è stata cronologicamente la seconda rete civica al

mondo dopo Amsterdam, come sottolinea orgogliosamente Benedetto Zacchiroli, responsabile delle Relazioni Internazionali del Comune, ed è ancora oggi una delle prime cummunity della pubblica amministrazione per numero di utenti.

Ma la città si presenta all'avanguardia anche per la creazione di un corridoio di wi-fi on the move che copre l'area di Piazza Maggiore, via Rizzoli e via Zamboni fino a Piazza Verdi, consentendo a cittadini e turisti di connettersi gratuitamente, fino ad un massimo di tre ore al giorno, alla rete civica, per consultarne informazioni ed accedere a diversi servizi.

Grazie a questa consuetudine con l'informatizzazione e con l'utilizzo di protocolli informatici innovativi, Bologna si colloca da tempo in cima al rating delle Città Digitali, stilata dalla Rete Urbana delle Rappresentanze, dal Ministero per le Riforme e l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione e dal Centro Studi Investimenti Sociali (Rur – Censis 2006). La classifica è stilata a partire dai punteggi ottenuti da vari siti web istituzionali (regionali, provinciali, comunali) sulla base di sei indici settoriali: contenuti istituzionali e trasparenza amministrativa; qualità e interattività dei servizi; usabilità e accessibilità; cooperazione, relazionalità e communities; marketing territoriale; professionalizzazione dei dispositivi tecnologici. Da qualche anno , sul punteggio finale incide anche il cosiddetto “indice di stabilità”, che premiai siti che negli anni hanno mantenuto posizioni

33 Questo è il nome della rete civica della città di Bologna, consultabile all'indirizzo http://www.comune.bologna.it.

elevate all’interno della classifica34. L’introduzione di questo item vuole rappresentare, in particolare, “un riconoscimento per le amministrazioni che abbiano saputo sviluppare nel tempo una coerente politica di innovazione. La revisione annuale della ricerca ed i continui mutamenti del contesto, infatti, fanno sì che, per raggiungere le posizioni più alte del rating di “Città Digitali”, i siti siano oggetto di una costante revisione e miglioramento da parte delle amministrazioni” (Rur – Censis 2006, p. 74)

Si è deciso di inserire qui un intero paragrafo sull'argomento per l'importanza delle implicazioni geografiche che esso assume, creando una visione del tutto nuova delle città stesse e delle reti di città, con una prospettiva che si allontana dalle visioni sistemiche tradizionali della geografia, per certi aspetti superandole.

Una città “connessa” apre le porte all’offerta multicanale di servizi: “le città che finora non si sono trasformate in piazze telematiche, per via dei pochi punti di accesso pubblici o chioschi telematici messi a disposizione, hanno oggi l’opportunità di cambiare e inventare soluzioni innovative” (Rur – Censis p. 2). La “qualità digitale” di una città si coniuga perfettamente con progetti di creazione di reti metropolitane entro una visione nuova della città e dei servizi35.

I servizi on line, che sono il cuore della telematica territoriale, consentono alla città postmoderna di trasformarsi compiutamente in città digitale allorquando essa impara a connettere in rete i suoi stakeholder e i diversi attori territoriali che insistono entro i suoi confini. “Da questo punto di vista tornare alla città digitale

34 Il primo rating delle città digitali risale al 1999 e “si basava esclusivamente su un insieme di comuni capoluogo, quelli che allora, da pionieri, avevano già un sito web su cui sperimentare iniziative di democrazia telematica” (Rur - Censis, p. 47).

35 “Il modello più vicino a questo ragionamento è, negli Stati Uniti, quello della città di

Philadelphia che propone un modello di rete con più obiettivi: riduzione del digital divide, ma anche servizi di e-government e supporto ad iniziative commerciali private” (Rur - Censis, p.4). Non mancano anche esempi italiani in questo senso, tra cui il Comune di Lecce, che ha creato una “rete civica” promossa dall’amministrazione su iniziativa della Fondazione Bordoni e aperta a investitori e progetti privati, e la comunità montana della Valle Cannobina, in provincia di Verbania, che ha deciso di risolvere il problema di molti cittadini nel raggiungere le strutture sanitarie interconnettendo via wi-fi gli ambulatori e la Asl di riferimento.

significa considerare che la pubblica amministrazione non è il solo ente preposto all’erogazione di servizi telematici. I siti istituzionali di regioni ed enti locali sono stati pionieri e spesso, con sperimentazioni e iniziative, il motore di attivazione per altri soggetti, come ad esempio le public utilities che hanno agito autonomamente rendendo interattivi e funzionali i propri siti, o realizzato progetti in collaborazione con le amministrazioni” (Rur – Censis 2006, p. 16)36.

Ma l'inclusione di attori diversi non è sufficiente per creare la città digitale: occorre infatti che essa sappia offrire non solo ai cittadini ma anche a tutti gli altri utenti della città, una considerevole varietà di servizi, compresi quelli legati ad esempio all’offerta culturale e alla ricettività turistica. In questi due ambiti di consumo della città, in particolare, esistono molti siti extra istituzionali in grado di offrire svariati servizi ed informazioni specializzate e settoriali, come si può facilmente vedere dalla gran copia di pagine di risultati forniti dai principali motori di ricerca. Ma i portali territoriali possono sfruttare il grande vantaggio della credibilità e dell'affidabilità delle informazioni contenute, legato alla loro appartenenza alla sfera istituzionale, facendone così degli straordinari strumenti di marketing turistico e territoriale, vere e proprie leve economiche per lo sviluppo della città37.