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Un approccio necessariamente interdisciplinare

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2. GEOGRAFIA E MUSICA

2.2 Un approccio necessariamente interdisciplinare

La prima difficoltà incontrata nel corso di questa ricerca è rappresentata dalla interdisciplinarità della musica, che, in quanto oggetto multidimensionale e assai complesso, per essere letto e decodificato in modo significativo necessita di diverse

prospettive e competenze specifiche.

Questo vale in particolar modo per la popular music12, che è quella che ha interessato maggiormente i geografi, soprattutto in passato, per il suo carattere fortemente “locale” e per la sua straordinaria carica identitaria. Come ricorda il sociologo Simon Frith, inizialmente gli studi di popular music non erano tanto interdisciplinari quanto “non-disciplinari”, almeno fino alla creazione della IASPM (International Association for the Study of Popular Music), che si basava sull’assunto che “la popular music poteva essere compresa solo come un oggetto multidimensionale – una merce, un testo, una tecnologia, un’arte” (in D'Amato 2002, p. 12). In Gran Bretagna i primi tentativi sistematici di integrare in musica l’analisi testuale e quella del contesto furono legati agli American Studies, poiché i musicologi si accorsero che non era possibile “studiare il blues o il gospel, il jazz o il soul, i minstrel o i rapper, senza far riferimento alla politica razziale” (ibidem, p. 12).

Data l’economia di spazio di questo capitolo, ci limiteremo a considerare il punto di vista geografico, pur senza tralasciare, quando necessario, il prezioso apporto delle altre discipline quand’esse possano, con la loro diversa sensibilità e competenza, impreziosire l’analisi geografica o raffinarne i metodi di indagine.

Questo accade, per cominciare, quando proviamo a definire alcuni concetti fondamentali per la comprensione di che cosa sia veramente la musica, e in particolare due coppie di termini, dialetticamente legati tra loro: testo e contesto, produzione e consumo.

 Testo e contesto

Per testo si intende qui l’insieme di forma (parole, note, melodia, timbro, tono,

12 Termine che si è volutamente deciso di non tradurre, poiché il dibattito sulla definizione di questo genere musicale in Italia necessiterebbe di una trattazione troppo approfondita per questo contesto. Si rimanda perciò alla lettura di testi più strettamente musicologici, tra cui si segnala Sibilla 2003.

ritmo, strumenti utilizzati, ecc.) e contenuto (il messaggio che si intende veicolare, la sua genesi, le sue fonti, la sua originalità, ecc.).

Per contesto si intende invece tutto ciò che sta al di fuori del testo, ma a cui quest’ultimo è strettamente collegato: la cultura di appartenenza dell’autore e quella del fruitore, il contesto sociale in cui la musica è nata e quello in cui viene consumata, il contesto storico e quello politico, la base territoriale della forma musicale, i modi e i tempi della sua diffusione, le modalità di esecuzione (concerti, programmi radiofonici o televisivi, dischi, musicassette, CD), le modalità di consumo (privato o pubblico, attivo o passivo), le condizioni di ascolto (all’aperto o al chiuso, fermi in un luogo o in movimento, ad alto o basso volume, ecc.).

 Produzione e consumo

La produzione può essere studiata secondo più punti di vista: economico (industria musicale), tecnico (procedimenti e tecnologie di esecuzione e di riproduzione), psicologico (chi sono i musicisti? quali sono le ragioni che stanno alla base delle loro scelte musicali?), sociologico (da quale contesto sociale provengono? e in quale operano? quale ideologia sta alla base della forma musicale? qual è il ruolo occupato dai musicisti nella società?), antropologico/etnografico (a quale cultura appartengono i musicisti? a quale genere musicale? che importanza ha per loro la musica? e per il loro pubblico? quale tipo di messaggio intendono veicolare?), geografico (da dove vengono i musicisti? che rapporto ha la loro musica con il territorio da cui provengono? quanto dell’ambiente che li circonda permea la loro produzione? i luoghi cantati sono reali o immaginari? sono riconoscibili o trasfigurati? la musica ha implicazioni forti nella costruzione o nella fruizione del territorio? attira turisti o pellegrini letterari? quale immagine del territorio costruisce e diffonde?).

può essere oggetto di indagini simili: economiche (statistiche di vendita, indagini di marketing), antropologiche, etnografiche, culturali, psicologiche (dal punto di vista sia motivazionale sia percettivo-emozionale), sociologiche, persino mediche (musicoterapica) oltre che naturalmente geografiche (in quale contesto si consuma un certo tipo di musica? in quali zone si concentra maggiormente? da dove viene il fruitore? che rapporto lo lega a quel tipo di musica? si sente insider o outsider rispetto a quel paesaggio musicale?).

Questi non sono che alcuni spunti possibili di indagine entro la straordinaria varietà del panorama degli studi legati alla musica, argomento ancora poco indagato almeno dal punto di vista geografico.

Il lavoro più recente in questo campo è costituito da un interessantissimo testo dei geografi australiani John Connel e Chris Gibson sulla popular music e sui vari modi in cui essa può essere considerata “spaziale. Così introducono infatti l’argomento delle loro ricerche: “These book explores the many ways in wich popular music is spatial – linked to particolar geographical sites, bound up in our everyday perceptions of place, and a part of movements of people, products and cultures across space. It seeks to develop an innovative perspective on the relationship between music and mobility, the way in wich is linked to cultural, ethnic and geographical elements of identity, and how all this, in turn, is bound up with new, increasingly global, technological, cultural and economic shifts” (Connel e Gibson 2003, p. 113).

13 Purtroppo non è possibile sviluppare qui tutti gli spunti di riflessione forniti da questa analisi, ma riportiamo almeno l’indice degli argomenti trattati, così che essi possano essere presi in considerazione per eventuali ricerche sull’argomento: 1. Into the music - 2. Music and place: ‘fixing authenticity’ – 3. Music and movement: overcoming space – 4. The place of lyrics – 5. Sounds and scenes: a place for music? – 6. Music communities: national identity, ethnicity and place – 7. New worlds: music from the margins? – 8. A world of flows: music, mobility and transnational soundscapes – 9. Aural architecture: the spaces of music – 10. Marketing place: music and tourism – 11. Terra Digitalia? Music, copyright and territory in the information age – 12. The long and winding road….