Studi sull'industria musicale
4. BOLOGNA CITTÀ DELLA MUSICA
4.6 I locali “storici” in cui ascoltare musica a Bologna
Quella di ascoltare musica nei locali è, come vedremo più approfonditamente nel prossimo capitolo, una tradizione particolarmente consolidata in città, a partire dalle storiche balere, per arrivare, passando attraverso le celeberimme osterie, fino ai locali in cui è ancora possibile ascoltare musica di qualità, dall'elettronica al jazz alla musica etnica. Riportiamo qui una breve e certamente riduttiva selezione di locali con rassegne musicali, in grado però di darci un'idea della variegata offerta della città, non solo nell'ambito dei grandi eventi e delle manifestazioni pubbliche che abbiamo visto ad ora.
Tra questi locali è doveroso presentare in primo luogo il Link, promotore, come abbiamo visto, della stessa idea di candidare Bologna al Network of Creative Cities. È uno dei principali centri di produzione e organizzazione musicale di Bologna, attivo sia a livello locale che internazionale, in particolare, come sappiamo, nel campo della musica elettronica. Tra i progetti interculturali realizzati spiccano il NEO (Network European Underground), un progetto di censimento e confronto tra luoghi di produzione culturali europei non convenzionali, e la citata Orchestra du Mundo, un progetto artistico di collaborazione tra Bologna e le favelas brasiliane di San Paolo. “L’Orchestra internazionale, che rappresenta un progetto etico e interculturale avviato nell’estate del 2003, si compone di musicisti di origine turca, brasiliana, macedone,
spagnola, africana, tzigana, italiana, inglese e suona pezzi della tradizione sudamericana, musica kletzmer, brani pop, musica moderna italiana, ritmi magici della santeria, canti degli emigranti italiani, ma sempre reinterpretati in chiave elettronico-acustica, con l’entusiasmo e la gioia di chi ha trovato nella musica non solo un motivo di realizzazione professionale, ma di volta in volta un rifugio, un obiettivo, una possibilità di emergere, una speranza. Dall’unione di tante diversità l’unità di un progetto comune: trasformare la musica in aule multimediali, postazioni internet, insegnanti qualificati per i bambini delle favelas di San Paolo”82. Tra i progetti per il futuro dell'Orchestra do Mundo c'è quello di
esportare il modello d’intervento di San Paolo in altre realtà, sia in Brasile sia in altri paesi in via di sviluppo.
Un altro locale storico, questa volta del jazz, è il Chet Baker, che ha ospitato jazzisti di livello internazionale, da Kenny Barron a James Moody, fino a Tommy Flanagan, oltre ai migliori musicisti italiani. La caratteristica del Chet Baker è di abbinare una cucina tradizionale molto curata ad un ascolto qualitativamente elevato della musica dal vivo, ottenuto attraverso la perfetta insonorizzazione, la capienza da vero club ed un ottimo impianto di amplificazione. È anche per questo che il Chet Baker vanta tra i suoi frequentatori anche musicisti come Lucio Dalla, Vinicio Capossela ed altri che ne apprezzano la particolare atmosfera.
Altro tempio bolognese del jazz noto a livello internazionale è la storica Cantina Bentivoglio, nata oltre mezzo secolo fa come magazzino vini e fiaschetteria. Nel 1989 aprì al pubblico un locale ricavato dalle cantine del cinquecentesco Palazzo Bentivoglio e fino ad allora usato come magazzino e cantina dell’osteria, dedicandolo interamente ai concerti. Oggi il locale ospita una ricchissima stagione dedicata ai concerti jazz.
Anche il Bar Wolf, locale di arte e musica aperto nel 1960, ospita da sempre
prestigiosi musicisti ed ha avviato di recente eventi interessanti, quali il Wolfare Musica ed il Concorso Wolf. Il Wolfare Musica è un ciclo di concerti, durante i quali protagonisti della scena musicale nazionale e internazionale incontrano gli artisti più rappresentativi del territorio con particolare riguardo all’interazione tra world music e jazz mediterraneo. Il Concorso Wolf si rivolge invece ad artisti locali che eseguono musica originale vocale o strumentale, con l’obiettivo di valorizzare i musicisti più creativi.
4. 7 Prospettive
In questo capitolo abbiamo cercate di delineare, in modo quasi impressionistico, con qualche pennellata qua e là, il variegato panorama musicale di Bologna, attraverso alcune delle risorse che costituiscono il suo tante volte citato milieu locale.
Quello di milieu è un concetto duplice “che costituisce contemporaneamente il fondamento locale e territoriale di una specifica identità collettiva, ma anche l'insieme delle risorse e delle potenzialità endogene dello sviluppo” (Governa 1997, p. 35), definito “sempre in rapporto a un luogo e in rapporto ai soggetti locali che in tale luogo agiscono” (ibidem, p. 16). Questa definizione data da Francesca Governa ci consente di sottolineare dunque il dualismo tra la tradizione, che rafforza l'identità, e l'innovazione, che consente di sfruttare al meglio il patrimonio locale, guardandolo dall'interno, secondo la definizione etimologica di milieu come “ciò che sta nel mezzo” che ne da Rabinow (1989).
Il carattere ambivalente del concetto può essere utilmente confrontato con la classificazione che Alain Bourdin (1994) dà dei differenti modi di concepire il territorio che informano i sistemi di azioni delle politiche territoriali. Egli distingue dunque il “territorio delle competenze”, cioè quello su cui si esercita un potere di
tipo amministrativo, dal “territorio patrimonio”, ereditato dalla tradizione locale, e dal “territorio progetto”, che prevede a tendenza all'innovazione e al cambiamento.
In questa chiave abbiamo cercato di interpretare la realtà musicale di Bologna, in bilico tra un glorioso passato ed un radioso futuro, di cui l'ammissione al Network rappresenta una pietra miliare, un punto di arrivo e insieme di partenza, una sorta di pausa di riflessione per prendere coscienza della situazione e delle forze a disposizione. Anche e soprattutto in questo sta la creatività della città, che ha saputo mettere in valore il suo patrimonio musicale e proiettarlo verso nuove vie, all'interno di iniziative che guardano sia all'interno della città (eventi, festival, musei, stagioni) sia all'esterno, all'insegna di quel multiculturalismo che sempre più traccia il cammino delle nostre storiche ed identitarie culture verso un'inevitabile ed avvincente trasformazione.
Il cammino di Bologna verso la messa in valore del suo milieu musicale così delineato è ancora agli inizi, come dimostrano i dati qui raccolti, che sono quasi esclusivamente relativi ad iniziative patrocinate ed in gran parte finanziate dall'amministrazione comunale. Manca ancora una vera partecipazione della sfera imprenditoriale privata dell'industria musicale bolognese, che ci auguriamo possa al più presto capire il grande vantaggio che deriva dall'unione di pubblico e privato in un'industria complessa e multiforme come quella della cultura.
Qualche notevole passo in questo senso è già stato fatto, come dimostra la composizione dello Steering Committee di Bologna Città Creativa della Musica, che qui riportiamo a titolo esemplificativo. Del comitato fanno infatti parte: l'Accademia Filarmonica, la Bernstein School of Musical, Bologna Festival,Bologna in Musica, Bosound, Chet Baker Jazz Club, il Centro S. Domenico, C-Jam, il Collegium Musicum Almae Matris, Comune di Bologna Staff del Sindaco, Comune di Bologna Area Saperi ed Economia , Comune di Bologna Area Sport e Giovani,
Conoscere la Musica, Concorso 2 Agosto, Coro Stelutis, Covo Club & Homesleep Music, DF:Distorsonie Festival, Euterpe Mousiké, Estragon, Fondazione Mariele Ventre, Fondazione Musica Insieme, Fonoprint s.r.l., Link Associated, Musica Antica, Musicaper, Music Together, Oltre, Persephone, Pierrot Lunaire, Preludio, Pressing Line, Società Corale Euridice, Unhip Records.
Un riepilogo dei temi trattati in questo capitolo è rinvenibile nella pagina del sito dell'UNESCO relativa a Bologna Città Creativa della Musica, che così si presenta agli occhi del mondo:
Fast Facts
– Remarkable role of associations: over 500 cultural associations registered at the City Council, 122 of which promote music events
– The University of Bologna was the first Italian University to establish a department for “Art, Music and Show (DAMS)”, a structure which boasts over 7000 students
The City in Context
– Extraordinary musical tradition thanks to the role of long-established institutions such as the Academia Filarmonica (founded in 1666), the Teatro Communale (inaugurated in 1763) and the Giovan Battista Martini Conservatory (1804)
– Home for artists: the city has welcomed musicians such as Mozart, Rossini, Donizetti, Verdi, Wagner and Respighi. Verdi and Wagner have received honorary citizenship from the City. Bologna is still the residence of many important artists from the Italian musical scene
– Music is at the core of Bologna’s social life. Musical performances take place throughout the city thanks to a rich variety of public places for musical performances (theatres, concert halls, open air terraces, parks, etc).
Music Events and Cultural Offering
artists performing traditional music from all parts of the world, including xylophone players from the island of Karpatos (Greece) and musicians from Burkina Faso
– The Scanderella Festival: festival that presents concerts of bands in the Bologna rock scene in a very original manner, (http://www.scandellararock.net/)
– Bologna Music Festival: classical music festival in May – June, (http://www.bolognamusicfestival.it/)
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– The International Composition Competition “2augusto”: established in 1994, it takes place every year on 2 August, (http://www.concorso2agosto.it/)
– Bibliographical City Museum for Music: prestigious collection of printed music from the 16th to the 20th Centuries, originally made up of 17 000 volumes saved from Napoleon’s confiscations
– International Museum and Library of Music: opened in 2004, aims to promote the varied musical heritage of the city (paintings, volumes, instruments)
– Flashmusica: website designed by the City Council, dedicated to emerging music and youth, aims to help young people who are active in music make the transition from amateur to professional status, (http://www.flashmusica.it)
Economic Impact
– The music industry is an important sector of Bologna’s economy and it should not only be measured in terms of cultural tourism linked to special events, but especially in terms of local income generated by the variety of associations and private enterprises
– The city hosts many recording studios, independent labels and management offices that represent internationally famous artists such as Paolo Conte and Andrea Bocelli
– The federal government supports cultural activities linked to show business through the “FUS” (Exclusive Fund for the Show Business) with resources stemming from the lottery
Music Conferences and Networks
– The project “La via Emilia della musica” (The Emilia Road of Music) is a collaboration with the cities of Ferrara, Reggio Emilia and Modena dedicated to opera and orchestral music, aims to enable the cities involved to identify best practices and share solutions to common problems
– The International Carlo Alberto Award: founded by the City Council for producers, patrons and cultural promoters who have distinguished themselves in the field of music
Certamente alcuni aspetti del milieu musicale contemporaneo sono stati del tutto trascurati dai curatori del sito, primo fra tutti quello legato alla musica d'autore, che qui ha veramente una sua scuola (per quanto non riconosciuta dalla musicologia ufficiale) legata soprattutto al nome di Lucio Dalla, e alla musica dialettale, di cui ci occuperemo nel prossimo capitolo.
Mancano anche, a mio avviso, riferimenti ad un unico progetto complessivo e coerente di marketing territoriale legato alla musica, ma sono certa che ciò sia dovuto al fatto che l'adesione al Network è ancora troppo recente e probabilmente anche alla casualità con cui, come abbiamo visto, l'idea è nata, senza una lunga fase progettuale preparatoria. Ma sono convinta, conoscendo la creatività della città, che presto anche i Bolognesi sapranno seguire le orme di chi ha saputo realizzare, in questo campo, progetti di marketing ben riusciti, come ad esempio il distretto della lirica in provincia di Parma o molti altri luoghi che, per eventi biografici o storici, sono presenti nella memoria collettiva come strettamente associati al mondo musicale83.
83 Basti pensare al caso forse più eclatante, quello di Salisburgo, che ha dato i natali a Wolfgang Amadeus Mozart e si è strasformta in una specie di parco tematica mozartiano, grazie a musei, festival, merchandising marketing territoriale mirati. A partire dall'auditorium ribattezzato Mozarteum, “in questa specie di Mozart-town, ridecorata ad arte nell’arredo urbano e ricondotta il più possibile alle coordinate architettoniche tardo-settecentesche, con musica riprodotta e stereodiffusa pressoché ubiquamente, l’immateriale tessitura sonora delle note mozartiane diventa il fulcro dell’identità territoriale utilizzata nel marketing turistico” (Papotti 2007, p. 16).
Ma torniamo a Parma, questa volta alla città, dove è stata creata un’apposita fondazione, Parma capitale della musica, che negli ultimi anni ha contribuito a costruire un nuovo auditorium, progettato da Renzo Piano, ed una Casa della Musica (progetto, quest'ultimo, presente anche a Bologna), per seguire il cammino della sua promozione verso l'universale riconoscimento della sua vocazione musicale.
“Una delle prime iniziative che hanno contribuito ad indirizzare il timone della promozione turistica di Parma verso la rotta musicale è stata, secondo una progressione caratteristica delle strategie di marketing, un’iniziativa temporanea, anche se di natura ciclica” (Papotti 2007, p. 17): Il “Festival Verdi”, dedicato al compositore bussetano. Concepito già negli anni Novanta del secolo scorso, ha avuto la sua consacrazione nel 2001, anno del centenario della morte di Verdi. Questa manifestazione, come il famoso festival wagneriano di Bayereuth o quello pucciniano di Torre del Lago84, rappresenta un notevole volano pubblicitario per la
città di Parma, con positive ricadute sia sull'immagine della città sia sulla sua desiderabilità turistica da parte dei melomani di tutto il mondo.
Le politiche di comunicazione e marketing della città-brand musicale hanno portato, come abbiamo anticipato, anche ad alcuni interventi di rigenerazione urbana, tra cui il nuovo auditorium Niccolò Paganini, ottenuto recuperando il vecchio edificio industriale dismesso dello zuccherificio Eridania.
Sempre da un edificio dismesso (prima sede della Facoltà di Medicina, poi edificio della Zecca, poi Tribunale ed infine edificio scolastico) nel 2002 è stata ricavata la “Casa della Musica”, con l’intento di riunire le collezioni archivistiche musicali della città, di dare una sede alle principali istituzioni attive in campo
Un esempio per certi versi analogo è quello di Verona, il cui marketing territoriale fa largo uso della musica proposta nella stagione estiva dell'Arena (Bellinetti 2002).
84 Un discorso a parte meritano i vari festival bolognesi, di cui abbiamo parlato, perché, nella loro settorialità, non coinvolgono l'intera città, ma solo alcuni gruppi sociali, e soprattutto, come vedremo, non sono supportati da grossi investimenti in termini di comunicazione e marketing turistico-territoriale.
musicale e di promuovere iniziative di divulgazione e di ricerca. Oggi ospita una biblioteca-mediateca, l’Archivio Storico del Teatro Regio, il museo multimediale “L’opera in scena: viaggio nel teatro musicale a Parma”, il Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali (CIRPeM), la Sezione di Musicologia del Dipartimento di Filologia Classica e Medievale ed il Gruppo di Ingegneria Acustica del Dipartimento di Ingegneria Industriale, entrambi facenti parte dell’Università degli studi di Parma, e la sede della Fondazione “Parma Capitale della Musica”, oltre ad una sala da concerti con 170 posti, un auditorium da 70 e un chiostro per i concerti all'aperto. Nel 2003 la struttura ha avuto circa 24.000 presenze, cresciute a 30.000 nel 200485. L'aver concentrato istituzioni di ricerca, di raccolta e di divulgazione in un’unica sede fisica permette una miglior collaborazione “orizzontale” ed una più complessa architettura “verticale” dell’offerta culturale (Papotti, 2007). Un centro operativo di riferimento e di appoggio ad un’immagine di marca concorre inoltre a soddisfare quella “esigenza di un approccio sistematico” che è caratteristica indispensabile per una “filiera culturale” di successo (Lombardo, 1998, pp. 14-15).
Come fa ben notare il geografo emiliano Davide Papotti, in un recentissimo articolo apparso su Ambiente, Società e Territorio, “la nuova dotazione infrastrutturale della 'Capitale della Musica' rappresenta un contenitore ideale di partenza, che va poi 'riempito' con iniziative e programmi. In questa direzione giocano ovviamente un ruolo prioritario le celebrazioni degli anniversari. Quest’anno, ad esempio, ricorre il cinquantenario della morte del grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, che nacque in una casa popolare dell’ 'oltretorrente' (il quartiere storico situato in sponda sinistra del torrente Parma, che divide in due la città) divenuta oggi museo” (Papotti, 2007, p. 19) e che ha riaperto i battenti con un nuovo itinerario espositivo proprio il giorno esatto della scomparsa di
Toscanini. Le celebrazioni, iniziate nel 2006, proseguiranno per tutto il 2007 con un fitto calendario di mostre ed eventi, che attireranno in città migliaia di turisti.
Un nuovo pregetto museale, ancora in via di realizazione, accompagna il potenziamento dell'immagine musicale di Parma: l'apertura del “Museo del suono riprodotto”, unico del suo genere in Italia, sull'archiviazione e riproduzione del suono dall’Ottocento ad oggi.
L'arricchirsi dell’offerta turistica della città contribuirà a diversificare i percorsi turistici, ma costituirà anche e soprattutto un'occasione per gli insider di ripensare a sè stessi e al proprio spazio vissuto secondo le nuove categorie suggerrite dalla nuova immagine che la città ha deciso di lanciare di sè.
Tutto questo progetto di costruzione del brand-musicale si è già esteso, dai settori più legati alla musica e alla cultura, anche ad altri comparti dell'economia locale, come quello enogastronomico, in cui i prodotti tipici della sona vendoni messi in vendita con immagini e richiami legati alle figure di compositori e strumentisiti86, instaurando così un virtuoso processo di riconoscibilità del marchio e di efficacia comunicativa dei messaggi promozionali (Papotti 2007, p. 20) .
Questo è solo un esempio, anche geograficamente molto vicino, di best practice di marketing territoriale di un'area che, per certi aspetti, sembra possedere un milieu musicale decisamente meno ricco di quello di Bologna e molto più settoriale, legato soprattutto al suo Teatro Regio, e alla proverbiale severità critica del suo loggione, e a poche personalità che vi sono nate o l'hanno eletta a luogo di lavoro e di vita.
Spesso l'iperspecializzazione del milieu si rivela utile nelle scelte di marketing territoriale, perchè rende più immediata la riconoscibilità di quale sia il “prodotto” da associare al territorio per creare un marketing-mix vincente, convincente e
86 Un altro esempio in questo senso è certamente Salisburgo, dove i celebri cioccolatini Mozartkugeln fanno bella mostra di sé in tutte le vetrine, non solo delle pasticcerie. E immagini di spartiti, strumenti musicali, Mozart in miniatura ed altri imparruccati musicisti decorano come un unico leitmotiv urbano il visual merchandising della città.
immediato.
Se è stato facile per Salisburgo legare la propria fortuna turistica al nome di Mozart, non altrettanto facile sarà per la stessa Bologna inidividuare delle linee comunicative in grado di riassumere davvero la complessità del suo milieu.
Abbiamo visto che un buon primo passo potrebbe essere costituito proprio dal logo di Bologna città creativa, accompagnato, per dovere di cronaca, da un'altra simpatica e calzante immagine commemorativa dell'evento, che raffigura, come vediamo, un piccione, simbolo urbano per eccellenza, che ascolta la musica in cuffia.