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Boschi a dominanza di Alnus cordata e Salvia glutinosa (gruppo C1)

ANALISI FITOSOCIOLOGICA

6.2 A NALISI DELLA COMPONENTE FORESTALE

6.2.5 Boschi a dominanza di Alnus cordata e Salvia glutinosa (gruppo C1)

Nell‟insieme dei rilievi relativi al gruppo C mesofilo legati al substrato vulcanico, il gruppo C1 riunisce una particolare fitocenosi che si colloca generalmente nelle aree di impluvio dove si accumula suolo ricco in nitrati, spesso in prossimità del torrente. Questa vegetazione si sviluppa prevalentemente tra i 200 e i 400 m s.l.m, anche se non è rara nelle fasce altimetriche contigue (0-200 m; 400-600 m s.l.m.). Occupa esposizioni preferenzialmente meridionali e si rinviene in aree ad inclinazione variabile (0° e 35°). La rocciosità è in genere bassissima, prediligendo piuttosto le situazioni di forte accumulo di suolo.

Le specie guida del consorzio risultano Alnus cordata e Salvia glutinosa, associate a numerose specie di contesti umidi come Chaerophyllum temulum e Saponaria officinalis o di specie favorite dalla presenza nel terreno di nitrati come Stachys sylvatica e Urtica dioica L. subsp. dioica (Cancellieri et al, 2006; Ubaldi, 2003).

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La copertura totale di questi consorzi varia dall‟80% al 100% ed è generalmente dovuta alla copresenza degli strati arboreo dominante e dominato abbastanza ben sviluppati. La componente arbustiva è limitata allo strato più basso, mentre l‟erbacea è sempre ben rappresentata (copertura >50%).

Salvio glutinosae-Alnetum cordatae Ubaldi 2003 (Tab. 4)

Alnus cordata, specie endemica dell‟Italia meridionale e della Corsica, presenta una distribuzione limitata al settore peninsulare tirrenico di Campania, Basilicata, Calabria (Fenaroli, 1970) e concentrata soprattutto nel settore corso del complesso montuoso di S. Petrone (Gamisans et al., 1983). Questo tipico endemismo è stato interpretato da Chiarugi (1937) come un relitto terziario della flora colchica, soprattutto per la sua somiglianza con Alnus subcordata C.A. Mey del Caucaso (Bernetti, 1995). La grande espansione di questa specie, sia come componente dell‟orizzonte inferiore della faggeta, che come elemento dominante di un tipo di vegetazione intercalato tra la faggeta e la cerreta, sarebbe un fenomeno relativamente recente da collegare a particolari condizioni climatiche, che ne avrebbero favorito la segregazione come formazione forestale pura

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(Chiarugi, l.c.). Si tratta di una specie tipicamente mesofila, dotata di una notevole plasticità e capacità di adattamento che la rendono adatta a colonizzare aree da subigrofile fino a moderatamente aride. Questo le permette di caratterizzare sia boschi di versante, sia aspetti forestali subigrofili e mesoeutrofici tipicamente di impluvio. Il gruppo C1 si riferisce a questo secondo contesto, e provieve da valloni particolarmente freschi e situati a quote inferiori ai 500-600 m s.l.m.. Per il loro inquadramento è stata utilizzata l‟associazione Salvio glutinosae-Alnetum cordatae3 definita da Ubaldi (2003). L‟autore propone l‟emendamento di alcuni rilievi attribuiti all‟Arisaro proboscidei-Alnetum cordatae (rilievi originali 1,3-9 tabella 6 Maiorca & Spampinato, 1999) e un rilievo tra quelli attribuiti da Bonin (1978) all‟Asperulo-Alnetum cordatae (rilievo originale n°207 tabella 6F Bonin, 1978). Il syntypus è riconosciuto nel ril. n. 1 in Maiorca & Spampanato (1999) e tra le specie caratteristiche sono indicate Salvia glutinosa, Lamium flexuosum, Festuca exaltata e Fraxinus ornus. Il confronto delle cenosi ad ontano napoletano dell‟Italia meridionale e della Corsica, in corso di elaborazione (Cancellieri et al., inedito), conferma l‟emendamento di alcuni boschi del settore tirrenico nel Salvio glutinosae-Alnetum cordatae, come proposto da Ubaldi (l.c.), permettendo anche di inquadrarvi le formazioni mesoeutrofiche dei M.ti Lattari. Questa associazione diviene, dunque, rappresentativa di tutte le fitocenosi guidate da Alnus cordata tipiche di ambienti particolarmente umidi di quote medio-basse (valloni o piccole forre) in cui possono essere talvolta presenti brevi corsi d‟acqua a carattere torrentizio. Per la caratterizzazione di questo gruppo, non si è invece ritenuto opportuno riconoscere l‟Arisaro proboscidei-Alnetum cordatae, associazione ad Alnus cordata pertinente ai contesti maggiormente igrofili, soprattutto per la mancanza delle specie caratteristiche dell‟Alno-Ulmion e di quelle dei Populetalia albae e soprattutto per l‟ecologia di questi boschi, descritti come vere e proprie comunità ripariali ad Alnus cordata (Pedrotti e Gafta, 1992). Nel territorio indagato, infatti, Alnus cordata si ritrova lungo piccoli corsi d‟acqua, mancando situazioni caratteristiche come quelle descritte nell‟associazione appena citata, oltre a risultare assenti elementi ripariali estremamente rappresentativi, come Sambucus nigra o Salix alba.

L‟inquadramento del Salvio glutinosae-Alnetum cordatae ai livelli sintassonomici superiori, prevede il suo inserimanto nella suballeanza Doronico orientalis-Fagenion sylvaticae (Geranio versicoloris-Fagion), che riunisce i boschi di caducifoglie mesofili dell‟Italia meridionale.

3 Sulla base dell‟ICPN l‟associazione Salvio glutinosae-Alnetum cordatae Ubaldi 2003 risulta validamente pubblicata in accordo con la definizione IV e V e con gli Art. 2-9, 10 a (1), 12, 13, 31-34. Il termine syntypus, erroneamente utilizzato da Ubaldi (2003) e non riconosciuto dal Codice, si riferisce in realtà al neotipo indicato come il rilievo 1 da Maiorca & Spampinato Tab. 6F.

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Alcuni rilievi del gruppo C1 non sono stati riportati in Tab. 4, in quanto la specie forestale dominante risulta Castanea sativa, di conseguenza questi sono stati discussi insieme ai restanti castagneti e riportati in Tab. 5. Come è possibile osservare in Tab.4, invece, all‟interno del Salvio-Alnetum sono presenti diverse specie ingressive dei Quercetalia pubescenti-petraeae che segnalano il contatto catenale con il bosco misto di caducifoglie, mentre il contingente relativo alla Galio-Urticetea segnala il rapporto seriale con l‟aggr. a Sambucus nigra. Inoltre nella Tab.4, è possibile evidenziare che il gruppo dei rilievi 8-12 risulta particolarmente impoverito nel corteggio floristico, proba-

bilmente a causa di operazioni di pulitura del sottobosco, essendo situati spesso all‟interno di proprietà private.

Nello spettro biologico normale è evidenziabile la buona percentuale delle emicriptofite che risultano ben rappresentate anche nello spettro ponderato, questo conferma la variabilità floristica del sottobosco e la sua alta copertura. Nello spettro biologico

ponderato comunque la

percentuale più alta spetta alle fanerofite, in funzione della struttura forestale di queste cenosi. Lo spettro corologico ponderato, con la prevalenza degli elementi Endemici, permette di esaltare questi boschi in quanto formazioni endemiche dell‟Italia meridionale.

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