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CAPITOLO 3: METODI ANALITIC

4.1 LAVORO DI CAMPAGNA

4.1.2 BRECCE CON CLASTI DI PORFIDO

Le Brecce con clasti di Porfido si possono suddividere in due ulteriori sottogruppi: a)

Breccia masses (matrix-supported) (fig. 4.19) e b) Breccia dykes (fig. 4.107). Quelle

appartenenti al primo gruppo sono più diffuse e si ritrovano lungo il tratto di costa tra Capo d’Enfola e Punta Sansone, Viticcio, spiaggia “La Sorgente” e Marciana Marina, mentre l’altro tipo lungo il tratto di costa tra Acquaviva e spiaggia “La Sorgente”.

4.1.2a BRECCIA MASSES

Le Breccia masses (matrix-supported) sono costituite da clasti sub-angolari o arrotondati di Porfido e di materiale torbiditico della Formazione di Colle Reciso, immersi in una matrice pelitica scura (fig. 4.19). I contatti con il Porfido possono essere di due tipi: netti con uncinature (fig. 4.20) o intercalati nei livelli di Porfido (fig. 4.21). Le dimensioni e forma dei clasti e la loro abbondanza varia a seconda della zona. In località Punta Sansone, la breccia contiene numerosi clasti di Porfido di medie – piccole dimensioni (il lato lungo del clasto non supera i 20 cm e quello corto i 10 cm). La forma prevalente dei frammenti è angolare ma alcuni sono arrotondati e sono disposti all’interno del corpo in

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maniera caotica e senza classazione. Inoltre non sono presenti clasti di diversa litologia ed è in contatto con il Porfido isotropo. Il contatto si presenta netto e con uncinature con convessità rivolta verso il Porfido (fig. 4.20). Da questa breccia sono stati prelevati i campioni MLP 102 e 103. Presso Viticcio è stata rinvenuta un’altra breccia mass con struttura isotropa costituita da clasti di torbidite e Porfido immersi in una matrice pelitica scura (fig. 4.22). Questo corpo, grande qualche metro, si trova all’interno del Porfido isotropo, ma, al suo contatto presenta delle lineazioni mineralogiche parallele ad esso. Da questa breccia è stato prelevato il MLP 114. A Marciana Marina si trova una ulteriore breccia mass di grandi dimensioni (alcune decine di metri) in contatto con il Porfido (fig. 4.23). ). Questa è costituita da una matrice pelitica scura e da clasti anche molto grandi (qualche metro) di Porfido allungati e intensamente fratturati (fig. 4.24) e di materiale carbonatico della torbidite (fig. 4.25). Il lato lungo dei clasti è sempre sub-parallelo ai contatti della breccia e quindi sono isorientati. Le fratture più grandi dei clasti sono riempite dalla matrice scura. Da questa breccia sono stati prelevati i campioni MLP 115 e MLP 116, che rappresenta un pezzo di clasto di Porfido layered contenuto nella breccia. La breccia si trova all’interno del Porfido isotropo e anche in questo caso il contatto è netto e ben marcato ma senza uncinature. Tuttavia è presente una fascia cataclastica spessa qualche decina di cm all’interno del Porfido. E’ presente anche una tipologia di breccia mass con morfologia diversa rispetto a quelle finora descritte. Nel tratto di costa tra spiaggia “La Sorgente” e Acquaviva si trovano due breccia masses di dimensioni molto inferiori rispetto a quelle presenti a Marciana Marina, Viticcio e Punta Sansone. Anche queste brecce si trovano all’interno del Porfido ma hanno un aspetto più tabulare (a dicco) e i contatti con il Porfido possono essere sia netti (fig. 4.26) che sfumati e intercalati nei livelli di anisotropia del Porfido (fig. 4.27). Una breccia contiene scarsi clasti di Porfido e materiale pelitico e la matrice è fortemente anisotropa e parallela al layering del Porfido (fig. 4.27). In alcuni punti la breccia si insinua nei livelli di anisotropia del Porfido disgregandoli. La breccia di dimensioni minori (fig. 4.26) possiede clasti di piccole dimensioni e arrotondati di Porfido e pelite e una matrice chiara. Qui sono stati prelevati i campioni MLP 108, 109 (Porfido layered) e 110 (breccia mass).

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[89]

Fig. 4.20: Particolare del contatto tra la breccia mass e il Porfido in cui si notano i bordi uncinati della breccia, Punta Sansone.

[90]

Fig. 4.22: Clasti di Porfido nella matrice pelitica scura della breccia mass di Viticcio.

Fig. 4.23: Breccia masses (matrix-supported) con grossi clasti allungati e fratturati di Porfido, Marciana Marina.

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Fig. 4.24: Clasto di Porfido intensamente fratturato. Notare la matrice che salda le fratture più grandi. Marciana marina.

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Fig. 4.26: Breccia mass di spessore centimetrico, con clasti di Porfido e pelite all’interno del Porfido, spiaggia “La Sorgente”.

Fig. 4.27: Breccia mass con struttura di flusso e pochi clasti, Acquaviva. Notare il marcato layering del Porfido in prossimità della breccia.

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4.1.2b BRECCIA DYKES

I Breccia dykes sono stati rinvenuti solo in località Acquaviva all’interno delle torbiditi eoceniche. Queste brecce sono costituite da una matrice pelitica scura e da clasti arrotondati di Porfido e di pelite e componente carbonatica della torbidite. Questi corpi hanno dimensioni di dicchi con spessore variabile tra 20 – 30 cm e 10 cm e sono clast- supported. Il dicco più basso ha dimensioni maggiori, è isotropo e ha uno spessore di circa 20 – 30 cm (fig. 4.28). Ha un andamento sub-rettilineo e prosegue per diverse decine di metri all’interno della torbidite tagliandone anche la stratificazione (fig. 4.29). Questo dicco contiene clasti di Porfido e torbidite grandi qualche cm e talvolta anche più grandi del dicco stesso (fig. 4.28). Il breccia dyke più alto ha dimensioni inferiori ( circa 5 – 6 cm), ha contatti netti e contiene clasti più piccoli (fig. 4.30).

Fig. 4.28: Breccia dykes più grande con clasti di Porfido e carbonatici arrotondati. Notare che il clasto carbonatico al centro della foto ha dimensioni maggiori del dicco stesso, Acquaviva.

Inoltre, a differenza del dicco più grande, è anisotropo, più continuo e la matrice della breccia ha un colore verdastro. I clasti sono sempre costituiti da Porfido e pelite. In un punto il dicco presenta un doppio accavallamento per poi proseguire di nuovo il suo percorso, indisturbato (fig. 4.31). Questa particolare struttura può fungere da indicatore

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cinematico del dicco. Dal dicco più grande sono stati prelevati 2 campioni (MLP 111a e MLP 111b), mentre dal dicco più piccolo uno (MLP 112).

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Fig. 4.30: Breccia dyke più piccolo con contatti netti e sottili all’interno della pelite scura, Acquaviva.

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4.2 PETROGRAFIA

Dal punto di vista petrografico i campioni sono stati analizzati con varie tecniche analitiche: scansioni digitali, microscopia ottica, microscopia elettronica a scansione (SEM) e diffrazione ai raggi X. Le scansioni digitali sono state acquisite con uno scanner dopo aver lucidato con la mola una faccia del campione tagliato. E’ stata utilizzato un microscopio ottico con ingrandimento variabile tra 2.5x e 40x. Le analisi chimiche SEM- EDS sono state eseguite sia in modalità “area” (l’estensione della superficie della roccia analizzata è indicata in ogni didascalia sotto ciascuna figura) che “spot” (il diametro del raggio di elettroni dello spot è di circa 5 μm). Le polveri per i diffrattogrammi sono state prelevate con un microtrapano con punta diamantata del diametro 1,5 mm. Per quanto riguarda i campioni di Porfido con il layering, la polvere è stata campionata dai livelli scuri che marcano l’anisotropia del campione (evitando i fenocristalli) per cercare di identificare i minerali che li costituiscono. Nei campioni di brecce le polveri sono state eseguite su frammenti di matrice isolata dai clasti. Le sezioni sottili corrispondono alle aree evidenziate dai riquadri neri nelle seguenti immagini delle scansioni dei campioni. Le analisi al SEM sono state eseguite su quattro campioni rappresentativi del Porfido layered (MLP 1, 5, 7 e 116) e su due di Brecce (MLP 112 e 115). In questo tipo di analisi è stato importante studiare le strutture presenti a varia scala, per questo, di seguito sono mostrate immagini di porzioni di rocce a scala via via minore.

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4.2.1 PORFIDO LAYERED

MLP 1

Come si può già notare a scala macroscopica (fig. 4.32), la roccia è fittamente laminata e presenta inclusioni di materiale pelitico di forma e dimensione variabili. Il layering, quando incontra i clasti di pelite, viene deformato formando ombre di pressione intorno ad essi. Inoltre la roccia è molto alterata e possiede numerose fratture spesso riempite da ossidi e idrossidi di Ferro.

Fig. 4.32: Scansione del campione MLP 1 (spiaggia “Le Ghiaie”) con evidenziata l’area della sezione sottile.

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Fig. 4.33: Scansione integrale della sezione sottile MLP 1. (lato lungo 4 cm).

Fig. 4.34: Diffrattogramma polvere della zona layered del campione MLP 1 (i valori riportati sopra i picchi sono espressi in Å).

0 200 400 600 800 1000 1200 0 10 20 30 40 50 60 70

In

te

n

si

(

co

n

te

g

g

i

x

5

0

)

2 θ (°)

3.456 qtz 4 .2 6 5 q tz 3 .7 8 2 m u s

[99]

Dal punto di vista microscopico, il campione MLP 1 ha tessitura porfirica (Indice di Porfiricità circa 10 %) ed è molto alterato. La pasta di fondo è costituita da quarzo e plagioclasio. Le analisi chimiche al SEM e XRD sembrano indicare la presenza di vetro nei livelli anisotropi della matrice del Porfido. I fenocristalli sono disequigranulari; sono presenti grossi cristalli subedrali ed equidimensionali di quarzo, cristalli parzialmente o totalmente sericitizzati di plagioclasio e di K-feldspato e cristalli subedrali e tabulari di muscovite di dimensioni variabili. Il quarzo è l’unica fase non alterata e presenta spesso bordi con anse di riassorbimento. Inoltre sono presenti anche alcuni clasti angolari, di dimensioni variabili di pelite.Un altro importante elemento da rilevare è la diminuzione di grana del quarzo che potrebbe indicare una comminuzione del Porfido per sollecitazione meccanica quando questo era già in uno stato di solidus o sub-solidus.Il diffrattogramma, oltre la presenza di vetro, permette di riconoscere quarzo, K-feldspato, plagioclasio, muscovite e clorite. Quest’ultima è ipotizzata solo sulla base di un largo picco a 14.6 Å (fig. 4.34). Per analizzare meglio il layering della roccia sono state eseguite analisi al microscopio a scansione elettronica (SEM).Queste sono state sviluppate lungo segmenti di lunghezza variabile tra 1,2 cm e 340 μm che attraversano i livelli del layering della pasta di fondo.I risultati hanno evidenziato in questo campione, come anche nei campioni 5,7 e 116, la presenza di tipi diversi di matrice:

M1→ matrice ricca in SiO2 (75 – 90 wt%); di colore biancastro (scura nelle immagini al

SEM) e struttura granulare.

M2→ matrice di colore verdastro (chiara nelle immagini al SEM), ricca in K2O (6 – 12 wt%)

e con maggiore variabilità in SiO2 (58 – 81 wt%).

M3→ matrice di colore scuro, con SiO2 meno abbondante di M1 e M2 e ricca in FeO (2 –

3.5 wt%) e MgO (4 – 8 wt%).

Le matrici M1 e M2 hanno una percentuale in peso di Silice molto elevata, che non ricade nel campo di nessun minerale esistente. La matrice M3, invece ha una composizione più feldspatica e contiene una discreta quantità di Mg e Fe.

[100]

Fig. 4.35: Scansione integrale della sezione sottile MLP 1 con evidenziate le porzioni fotografate al microscopio ottico (lato lungo 4 cm).

Fig. 4.36: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro H di fig. 4.35. L’area A evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.37 e il suo lato lungo misura 580 µm. Da notare i diversi tipi di pasta di fondo.

M1

M2

A

[101]

Fig. 4.37: Immagine SEM dell’area A della fig. 4.36: si notano due diversi tipi di matrice (M1 e M2), le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate a lato dell’area analizzata (v. anche App.).

Come si può notare dalla fig. 4.37, la matrice M2 contiene più del doppio di FeO di quella M1 e addirittura più del quadruplo di MgO. Questo è un dato significativo, in quanto i valori medi di FeO e MgO del Porfido di Portoferraio sono nell’ordine di 1.24 wt% e 0.79 wt% rispettivamente (Tab. 2.1). Anche K2O ha un valore pari al doppio di quello medio del

M1

M2

2 0 0 μ m SiO2 = 79.0 % Al2O3 = 11.7 % FeO = 0.7 % MgO = 1.5 % Na2O = 1.3 % K2O = 5.7 % SiO2 = 59.3 % Al2O3 = 22.7 % FeO = 2.4% MgO = 6.2 % Na2O = 0.9 % K2O = 8.5 %

[102]

Fig. 4.38: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro G di fig. 4.35. L’area B evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.39 e il suo lato lungo misura 280 µm.

Fig. 4.39: Immagine SEM dell’area B della fig. 4.52: si notano due tipi diversi di matrice, le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate sotto l’area analizzata (v. anche App.).

[103]

Porfido di Portoferraio (Tab. 2.1). E’ quindi necessario identificare la provenienza di FeO, MgO e K2O in eccesso.

Fig. 4.40: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro C di fig. 4.35. L’area C evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.41.

Fig. 4.41: Immagine a nicol // (lato lungo 0.163 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro C di fig. 4.40. L’area D evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.42 e il suo lato lungo misura 260 µm.

D

M1

M2

[104]

Fig. 4.42: Immagine SEM dell’area D della fig. 4.41: si notano due tipi diversi di matrice, le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate sotto l’area analizzata (v. anche App.).

La matrice M3 ha un colore più scuro rispetto alla M1 e M2 (fig. 4.40), contiene meno SiO2 (tra 55 e 58 wt%) contro 70 wt% della M2 e 73 wt% della M1 e ha valori più elevati di

MgO e FeO (7.5 e 3.5 wt% rispettivamente) rispetto a 5 e 2 wt% della M2 e 2 e 1 della M1 (figg. 4.53 e 4.56). Il Potassio è un elemento più variabile, infatti nella M3 di fig. 4.12 K2O =

4.3 wt% mentre nella M3 di fig. 4.15 K2O raggiunge quasi l’8 wt% (quasi il doppio).

M3

M2

100 μm SiO2 = 55.2 % Al2O3 = 26.0 % FeO = 3.5% MgO = 7.5% K2O = 7.8% SiO2 = 69.6 % Al2O3 = 15.5 % FeO = 2.0 % MgO = 5.0 % Na2O = 0.7 % K2O = 7.4 %

[105]

Fig. 4.43: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro B di fig. 4.35. L’area E evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.44 e il suo lato lungo misura 1.37 mm.

Fig. 4.44: Immagine SEM dell’area E di fig. 4.43: si notano due diversi tipi di matrice, le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate sotto l’area evidenziata (v. anche App.).

[106]

Fig. 4.45: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile contenuta nel riquadro D di fig. 4.35. L’area F evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.46 e il suo lato lungo misura 340 µm. L’area G indica la parte di sezione di fig. 4.47.

Fig. 4.46: Immagine SEM dell’area F di fig. 4.45: si notano due diversi tipi di matrice, le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate sotto l’area evidenziata (v. anche App.).

[107]

Fig. 4.47: Immagine SEM dell’area G di fig. 4.45: si notano due diversi tipi di matrice, le cui analisi areali espresse in concentrazione in peso (%) sono riportate sotto l’area evidenziata (v. anche App.).

Dalle immagini delle sezioni sottili delle figure 4.36, 4.38, 4.40, 4.41, 4.43 e 4.45 si può notare l’insolito layering della pasta di fondo del Porfido e la presenza di fenocristalli di quarzo, plagioclasio e K-feldspato di dimensioni variabili e con forma da angolare ad arrotondata.

40 μm

M3

M1

H

SiO2 = 90.0 % Al2O3 = 5.5 % FeO = 0.6 % MgO = 0.6 % Na2O = 0.6 % K2O = 2.8 % SiO2 = 67.2 % Al2O3 = 17.7 % FeO = 1.0 % MgO = 1.9 % Na2O = 0.7 % K2O = 11.5 %

[108]

Fig. 4.48: Immagine SEM dell’area H di fig. 4.47 in cui vengono riportate le analisi spot della porzione più scura e più chiara della matrice e di un cristallo di illite (v. anche App.). Il diametro dello spot è di 5 µm.

Le parti interstiziali della matrice M1 sono costituite da minerali argillosi con aspetto fibroso e ricchi in Mg e Fe; i cristalli più grandi di 5 μm (cioè più del diametro minimo dello spot analitico) sono stati analizzati (modalità spot) per cercare di identificare il minerale. L’operazione di identificazione del minerale non è stata sempre semplice in quanto queste fasi sono comunemente costituite da strati misti e possiedono una elevata capacità di scambio cationico. I principali minerali argillosi rintracciati nella matrice sono illite (fig. 4.48), saponite e vermiculite. La parte più scura della matrice M1 è costituita quasi interamente da SiO2 (98 wt%) mentre le porzioni più chiare intorno ai cristalli di

illite contengono percentuali in peso maggiori di Al2O3 e K2O ed hanno composizione più

feldspatica (fig. 4.48).

M1

illite

SiO2 = 54.6 % Al2O3 = 30.0 % FeO = 3.4% MgO = 9.1% K2O = 2.9% SiO2 = 98.3 % Al2O3 = 0.8% FeO = 0.3% MgO = 0.3% Na2O = 0.3% K2O = 0.1% SiO2 = 75.6 % Al2O3 = 13.4 % FeO = 0.5% MgO = 0.3% Na2O = 0,7% K2O = 9.3% 20 μm

[109] MLP 7

Fig. 4.49: Scansione del campione MLP 7 (spiaggia La Sorgente) con evidenziata l’area della sezione sottile.

[110]

Il campione MLP 7 ha tessitura porfirica (IP circa 15 – 20 %) con fenocristalli a grana medio – fine di K-feldspato, quarzo, biotite e plagioclasio immersi in una pasta di fondo ipocristallina (vetro < 10 %) costituita dalle stesse fasi dei fenocristalli più ossidi opachi. I fenocristalli più abbondanti sono di plagioclasio (spesso sericitizzato) e di quarzo. Quelli di quarzo sono equidimensionali e variano tra subedrali ed anedrali e spesso hanno bordi riassorbiti. Meno frequentemente sono presenti anche glomerofiri di quarzo. I fenocristalli di plagioclasio sono equidimensionali e da euedrali a subedrali e spesso sono completamente sericitizzati. Alcuni fenocristalli di plagioclasio non alterati presentano tessitura mirmechitica. I fenocristalli di K-feldspato sono prismatici e subedrali. I fenocristalli di biotite hanno dimensioni minori degli altri fenocristalli, sono disequidimensionali (da tabulari ad aciculari) ed hanno forma variabile tra subedrale ed euedrale. Costituiscono l’unica fase mafica presente nei fenocristalli e sono marcatamente pleocroici. Anche per questo campione sono state eseguite le analisi al SEM e un diffrattogramma sulla polvere prelevata dai livelli di layering cercando di evitare i fenocristalli e le porzioni isotrope del campione.

Fig. 4.51: Diffrattogramma polvere della zona layered del campione MLP 7 (i valori riportati sopra i picchi sono espressi in Å).

0 200 400 600 800 1000 1200 0 10 20 30 40 50 60 70

In

te

n

si

(

co

n

te

g

g

i

x

5

0

)

2 θ (°)

1 0 .1 4 5 i ll 3 .7 8 4 m u s 4 .2 6 8 q tz 3.352 qtz 1 4 .1 7 7 c h l

[111]

Nel diffrattogramma di fig. 4.51 non è presente la curva caratteristica del vetro ed i picchi principali consentono di identificare quarzo, K-feldspato, plagioclasio, muscovite e clorite. Inoltre il riflesso a 10 Å è asimmetrico verso il basso angolo suggerendo la possibile presenza di interstratificati di illite – smectite.

Anche in questo campione, come nel 1, 5 e 116, si possono individuare due diversi tipi di matrice:

M1→ matrice di colore scuro e g ranulare, ricca in SiO2 (78 – 80 wt%) e con basso

contenuto di FeO e MgO.

M2→ matrice di colore più chiaro (biancastro – verdastro) contenente maggiori quantità

di FeO (1 – 1.2 wt%) e MgO (2.4 – 2.6 wt%).

Entrambe le matrici hanno elevati valori di SiO2 (> 75 wt%), ma la M2 possiede quantità

insolite di FeO e MgO. Inoltre, nella sezione, è contenuto anche un cristallo di spinello, un minerale che non appartiene alla paragenesi di un Porfido, molto fratturato e con bordi di riassorbimento.

Fig. 4.52: Scansione integrale della sezione sottile MLP 7 con evidenziate le porzioni fotografate al microscopio ottico (lato lungo 4 cm).

[112]

Fig. 4.53: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro A di fig. 4.52. L’area A evidenzia il settore di sezione mostrato nella fig. 4.54. Da notare l’anisotropia della pasta di fondo nel settore centrale della figura.

Fig. 4.54: Immagine SEM dell’area A di fig. 4.53: si notano due diversi tipi di matrice (M1 e M2). L’analisi areale di M2. espressa in concentrazione in peso (%), è riportata sotto l’area evidenziata (v. anche App.).

M2

M1

SiO2 = 77.6 % Al2O3 = 12.9 % FeO = 1.1% MgO = 2.7% Na2O = 0.3 % K2O = 5.5 %

[113]

Fig. 4.55: Immagine SEM di una porzione di matrice isotropa (M1), con relativa analisi areale espressa in concentrazione in peso (%), riportata sopra l’area evidenziata (v. anche App.).

[114]

Fig. 4.56: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro B di fig. 4.52. L’area B e C evidenziano i settori di sezione mostrati nelle figg. 4.58 e 4.59.

Fig. 4.57: Immagine SEM della parte di sezione di fig. 4.56. Notare le diverse matrici M1 e M2.

M1

M2

[115]

Fig. 4.58: Immagine SEM dell’area B di fig. 4.56: si notano due tipi di matrice le cui analisi areali, espresse in concentrazione in peso (%), sono riportate sotto ciascuna area evidenziata (v. anche App.).

[116]

Fig. 4.59: Immagine SEM dell’area C di fig. 4.56 in cui si nota la tessitura della matrice M2 e sono riportate le analisi spot, espresse in concentrazione in peso (%), in due parti differenti della matrice (v. anche App.) (1282x).

Fig. 4.60: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro C di fig. 4.52.

[117]

Fig. 4.61: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro D di fig. 4.52.

Fig. 4.62: Immagine SEM dell’area D della fig. 4.61 che rappresenta la matrice M2 tra due cristalli. Si notano aghetti di Clorite nella matrice, di cui è riportata la relativa analisi spot (v. anche App.).

illite

SiO2 = 55.1 % Al2O3 = 27.3 % FeO = 2.2% MgO = 6.2 % K2O = 9.3 %

D

M2

[118]

Fig. 4.63: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro E di fig. 4.52.

M1

[119]

Fig. 4.64: Immagine ingrandita a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro G di fig. 4.52.

Fig. 4.65: Immagine a nicol // (lato lungo 0.5 cm) della porzione di sezione sottile MLP 7 contenuta nel riquadro H di fig. 4.52. Si noti la presenza di un cristallo scheletrico di spinello.

spinello

M2

[120]

Fig. 4.66: Immagine SEM del cristallo scheletrico di Spinello della fig. 4.65 con analisi spot, espresse in concentrazione in peso (%), della matrice intorno allo spinello (v. anche App.).

SiO2 = 39.5 %

AlO3 = 22.1 %

FeO = 9.8% MgO = 27.9 % K2O = 0.7%

[121]

Fig. 4.67: Immagine SEM del cristallo di Spinello con relative analisi spot, espresse in concentrazioni in peso (%), dello spinello e della matrice intorno ad esso (v. anche App.).

Il cristallo di spinello si trova in prossimità di una frattura larga 0.5 mm circa che attraversa tutta la sezione (figg. 4.50 e 4.66), ha dimensioni millimetriche e aspetto scheletrico con ampi lobi e insenature. Inoltre è molto fratturato ed è circondato da una matrice cloritica di colore verdastro a nicol // (fig. 4.50) e fibrosa (fig. 4.67).

Al2O3 = 31.2 % FeO = 16.9 % MgO = 15.6 % Cr2O3 = 36.4 % SiO2 = 46.5 % Al2O3 = 25.6 % FeO = 6.1% MgO = 18.4 % K2O = 3.5%

[122] MLP 5

Fig. 4.68: Scansione del campione MLP 5 (spiaggia “Le ghiaie”) con evidenziata l’area della sezione sottile.

Fig. 4.69: Scansione integrale della sezione sottile MLP 5 (lato lungo 4 cm), in cui si nota il layering del Porfido.

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Il campione MLP 5 possiede un evidente anisotropia e contiene numerosi idrossidi di Ferro (zone giallo ruggine), inoltre è interessato da numerose fratture. Anche questo campione ha una tessitura porfirica (IP circa 10 %). I fenocristalli più abbondanti e grandi sono quelli di quarzo, che inoltre è l’unica fase non alterata del campione, ma sono presenti anche di feldspato alcalino, plagioclasio e muscovite. La pasta di fondo è ipocristallina e costituita dalle stesse fasi dei fenocristalli con in aggiunta ossidi opachi e una scarsa quantità di vetro (5 – 10 %). La pasta di fondo ha struttura anisotropa e presenta delle bande di spessore da millimetrico a sub – millimetrico di colore scuro e chiaro. I fenocristalli di quarzo sono equidimensionali, hanno grana fine e hanno bordi riassorbiti. Quelli di sanidino sono prismatici, subedrali e presentano geminazione Carlsbad. Inoltre sono tutti parzialmente o totalmente sericitizzati. I fenocristalli di plagioclasio sono alterati, equidimensionali e variano tra subedrali ed anedrali; la maggior

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