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“Il soprascritto straniero […] chiede di permanere nel Regno oltre il termine stabilito dall’art. 24 del R.D.L. 17.11.1938, perché pur avendo iniziato le pratiche per essere ammesso in paesi esteri […] non ha potuto ottenere finora l’autorizzazione consolare competente. Da parte di quest’Ufficio nulla osta alla concessione di una proroga di soggiorno per il periodo di 3 mesi. […] Sul conto del predetto straniero continua la vigilanza da parte dell’Autorità di P.S.”.355

È questa una parte della nota che, il 15 aprile del 1939, la Regia Prefettura di Milano invia al Ministero dell’Interno per le dovute determinazioni al riguardo. Il caso è quello dell’ebreo tedesco Bruno Altenberg, che risiede in Italia dal 1933, e che nell’aprile del 1939 non ha ancora potuto lasciare il Regno così come avrebbe già dovuto fare in base alle disposizioni vigenti.

Bruno Altenberg, figlio di Ludwig e di Emma Karger, nasce a Berlino il 4 settembre del 1889, e nella Capitale tedesca trascorre l’infanzia, insieme alla propria famiglia, e compie i primi studi.356 Si trasferisce quindi a Monaco, per frequentare la Facoltà di Legge, e completa poi

gli studi universitari a Würzburg. Durante la Prima guerra mondiale combatte per l’esercito tedesco come volontario, insieme al fratello Oskar, e al termine della guerra fa ritorno a Berlino, dove risiede nel quartiere di Schöneberg, al numero 12 della Münchenerstrasse, e dove inizia a svolgere la sua professione di notaio.357

Nulla cambia fino al 1933, quando l’ascesa al potere di Hitler lo induce a lasciare la Germania, per le sue origini ebraiche, e a stabilirsi appunto in Italia, a Milano. Arrivato nella città lombarda con regolare passaporto tedesco, l’Altenberg, che dopo il 1935 non farà più ritorno in Germania, cerca di riprendere e portare avanti la sua professione di notaio, ma con scarsi risultati dovuti soprattutto al fatto di essere straniero. Per avere delle entrate, quindi, si dedica soprattutto alle traduzioni di opere giuridiche. La sua passione per l’alpinismo, invece, lo porta a diventare socio del Club Alpino Italiano (CAI) nel 1937.358

355 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 19, fasc. Altenberg Bruno.

356 La famiglia Altenberg è composta dal padre di Bruno, Ludwig, nato il 31 ottobre del 1859 a Krefeld, in

Renania, dalla madre Emma Karger, e dal fratello Oskar, nato a Berlino il 20 dicembre del 1893. Ludwig Altenberg si fa battezzare nella chiesa di St. Ludwig, a Berlino, il 27 gennaio del 1939. ASCosenza, FP, Rprot., Altenberg Bruno; ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 19, fasc. Altenberg Bruno; BUNDESARCHIV,

Gedenkbuch, Opfer der Verfolgung der Juden unter der nationalsozialistischen Geweltherrschaft in Deutschland 1933-1945 (d’ora in poi, Gedenkbuch), Altenberg Oskar.

357 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 19, fasc. Altenberg Bruno; AROLSENARCHIVES,3.2.1.2 CM/1 Akten aus

Italien, Altenberg Bruno.

Ma la sua condizione di ebreo straniero pesa ancor di più quando, nel 1938, le disposizioni razziali del regime fascista gli impongono di lasciare l’Italia entro la data del 12 marzo 1939. Da qui la sua richiesta sopracitata di una proroga del soggiorno nel Regno, per poter organizzare l’emigrazione. Proroga che gli viene effettivamente concessa, ma in questo come in molti altri casi, vista anche la situazione internazionale generale e le già note difficoltà poste all’emigrazione, non produce altro effetto se non quello di rinviare la questione, con l’esito finale dell’internamento in un campo di concentramento dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Il 25 novembre del 1940, infatti, Bruno Altenberg viene arrestato nella sua abitazione milanese di via Benvenuto Cellini, ed il successivo 16 dicembre viene internato nel campo di Ferramonti di Tarsia.359

Invano lo stesso Altenberg tenta di dimostrare come il padre sia di religione cattolica e come lui stesso sia stato battezzato a Milano, il 28 settembre del 1938, e cresimato il 2 ottobre successivo. Ma le date troppo ravvicinate non convincono le Autorità italiane, che successivamente cedono invece sulla possibilità di un suo trasferimento in internamento libero, convinte dal precario stato di salute del notaio tedesco, certificato dal Dirigente Sanitario del campo, Mario Rossi.360

Così, già il 24 febbraio del 1941 Bruno Altenberg lascia il campo di Ferramonti e viene trasferito in internamento libero prima nel Comune di Lago e in un secondo momento, nel settembre del ’41, in quello di Mormanno, entrambi in provincia di Cosenza. Il cinquantenne notaio tedesco usa il tanto tempo libero a disposizione per dedicarsi allo studio di scritti giuridici, e a letture di testi come quelli di Pedro Antonio de Alarcón o di Martin Lutero. Testi che spesso gli giungono anche dalla Germania, passando ovviamente attraverso il vaglio della censura. Viene invece respinta, nel gennaio del ’42, la sua richiesta di poter dare lezioni private di lingue straniere – oltre al tedesco e all’italiano parla fluentemente francese, inglese, olandese e spagnolo - anche per incrementare le proprie entrate, limitate al solo sussidio statale.361

Il percorso di internamento di Bruno Altenberg non conosce altre tappe. Il notaio tedesco rimane infatti in provincia di Cosenza fino all’arrivo degli Alleati, e dopo la liberazione di

359 A Milano Bruno Altenberg ha risieduto anche in Corso di Porta Vittoria 58 e in Viale Piceno 3. ASCosenza, FP,

Rprot., Altenberg Bruno; ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 19, fasc. Altenberg Bruno.

360 Come si legge in una nota della Regia Prefettura di Cosenza, del 18 gennaio del 1941, l’Altenberg “è stato

sottoposto a visita dal medico del Campo ed è stato trovato affetto da una forma di nevrastenia a tipo depressivo (insonnia, tremore alle mani, aumento di riflessi tendinei, disturbi gastrici, difettosa digestione, ronzii alle orecchie e cefalea)”. ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 19, fasc. Altenberg Bruno.

Ferramonti, il 14 settembre del ’43, fa addirittura ritorno al campo, attendendo lì la fine della guerra. All’interno del campo, infatti, gli era comunque garantita l’assistenza da parte del già citato Allied Military Government on Occupied Territories (AMGOT), e in particolar modo da parte della Displaced Persons Sub-Commission.362

Nel settembre del ’45, infine, il notaio tedesco fa il suo ritorno a Milano, e decide di rimanere a vivere nella città lombarda, ricevendo inizialmente un sussidio da parte dell’UNRRA363 e iniziando successivamente a lavorare nello studio legale dell’avvocato Guido

Bernardi e in quello dell’avvocato Giuseppe Fiorio. La sua volontà è comunque quella di non emigrare altrove e di non fare più ritorno in Germania, avendo perso l’intera famiglia a causa delle persecuzioni naziste. Il 20 novembre del 1942, infatti, il padre Ludwig è stato deportato da Berlino al ghetto di Theresienstadt, dove è deceduto il successivo 9 dicembre. Il fratello Oskar è stato invece deportato ad Auschwitz il 28 giugno del 1943.364

362 AROLSENARCHIVES, 3.2.1.2 CM/1 Akten aus Italien, Altenberg Bruno. Per un approfondimento sul tema

dell’assistenza ai profughi: CHIARA RENZO, Our Hopes Are Not Lost Yet”. The Jewish Displaced Persons in Italy:

Relief, Rehabilitation and Self-understanding (1943-1948), in Miscellanea 2017, eds. Quest Editorial Staff,

Quest. Issues in Contemporary Jewish History. Journal of Fondazione CDEC, n. 12 December 2017; DAVID W.

ELLWOOD, Italy 1943-1945. The Politics of liberation series, Leicester University Press, Leicester 1985.

363 Sigla che deriva dalle iniziali della United Nations Relief and Rehabilitation Administration (Amministrazione

delle Nazioni Unite per l’assistenza e la riabilitazione), organizzazione internazionale costituita, dal 9 novembre 1943 al 30 giugno 1947, dalle Nazioni Unite per l’assistenza economica e civile alle popolazioni danneggiate dalla guerra.

364 BUNDESARCHIV, Gedenkbuch, Altenberg Ludwig, Altenberg Oskar; YAD VASHEM THE WORLD HOLOCAUST

REMEMBRANCE CENTER (d’ora in poi, YAD VASHEM), Digital Collections, Shoah Names Database, Altenberg Ludwig,