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“Il Sig. Fritz Nathan è stato alle mie dipendenze sino ad oggi in qualità di consigliere tecnico. Negli ultimi quattro anni si è dedicato specialmente al ramo apparecchi di precisione. Egli ha costruito per me un analizzatore elettrico per i gas dei fumi per la determinazione di CO2 e CO - H2. La sua attività non si limitava soltanto alla costruzione ma si è anche occupato nel laboratorio e nella officina del lavoro pratico per assicurare un lavoro veramente perfetto che in confronto agli analizzatori elettrici dei gas esistenti indicava nuove vie”.370 È il 15

novembre del 1937 quando Martin Boehme, titolare dell’omonima ditta con sede a Berlino, una delle più conosciute aziende tedesche per la costruzione di apparecchi di misura per l’economia termica, congeda con queste righe il proprio collaboratore Fritz Nathan, in procinto di trasferirsi in Italia.

I due si sono conosciuti nel corso della Grande Guerra, quando Martin Boehme era il superiore di Fritz al fronte. Entrambi combattevano per quel Paese, la Germania, che adesso pone il Nathan nelle condizioni di dover emigrare, per la sempre più precaria situazione in cui si trovano ormai gli ebrei tedeschi in quella sua “patria per la quale egli ha sacrificato volontariamente il suo sangue e la sua salute e dove la sua famiglia ha condotto una vita rispettosa ed onorevole in un periodo di più di due secoli”,371 come racconta lo stesso Fritz.

Il tecnico tedesco ha comunque già un accordo preso nei mesi precedenti con una ditta di Milano, la A.C.T.A. dell’ing. Cuffaro. Si tratta anche in questo caso di una ditta costruttrice di apparecchi di controllo termico ed affini, che non riuscendo a trovare tecnici italiani specializzati si è appunto rivolta all’estero.372 In effetti, come già sottolineato nel primo

capitolo, sono i migranti in possesso di particolari specializzazioni, di cui c’è carenza in Italia, quelli che hanno decisamente maggiori possibilità di trovare lavoro.

Nel dicembre del 1937, quindi, Fritz Nathan, cinquantenne ebreo tedesco nato a Berlino, si trasferisce in Italia, a Milano, insieme alla propria compagna, Irma Damidt.373 Inizia a

lavorare per la ditta A.C.T.A. il 2 gennaio del ’38, e grazie al proprio lavoro ottiene nello

370 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz. 371 Ibidem.

372 Ibidem.

373 Fritz Nathan, fu Louis e fu Betty Bernhard, nasce il 27 novembre del 1887. Arriva in Italia con passaporto N.

155/R/1360/35 rilasciato a Berlino il 25 luglio del 1935 e valido fino al 25 luglio del 1940. Irma Damidt, fu Albert e fu Frieda Wiener, nasce invece a Münster, in Germania, il primo aprile del 1904. ASCosenza, FP, Rprot., Nathan Fritz, Nathan Irma nata Damidt; ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz; AROLSENARCHIVES,1.1.14.6Italienische Kartei über Internierte, Nathan Fritz, Nathan Damidt Irma.

stesso anno, dalle Autorità italiane, due proroghe del permesso di soggiorno nella Penisola, di tre mesi ciascuna, che gli consentono di rimanere tranquillamente in Italia.

Con la promulgazione delle leggi razziali, però, come riporta lo stesso Fritz, “la predetta Società preferì risolvere il contratto, negando al sottoscritto non soltanto le indennità di licenziamento dovute per Legge, ma anche le provvigioni dovute, secondo contratto, sulle vendite degli apparecchi […] e, per di più, tre mensilità di stipendio che, alla fine del rapporto, risultavano ancora dovute”.374

Fritz dunque non solo perde il proprio posto di lavoro, ma il danno materiale subito priva i coniugi Nathan anche della possibilità di tentare l’emigrazione dall’Italia, “per la mancanza di mezzi in cui versavano”.375 Mancanza che li costringe a iniziare a vendere gli oggetti

personali per poter andare avanti, vivendo fra l’altro in una condizione di clandestinità di fatto, perché una richiesta di proroga del permesso di soggiorno poteva ormai essere fatta solo dimostrando di avere delle pratiche in corso per l’emigrazione.

Fritz Nathan prova anche a commercializzare i propri brevetti, ma non essendo riuscito ad abbandonare la Penisola, il 18 dicembre del 1940 viene arrestato a Milano e condotto nel carcere locale. Quasi un mese dopo, il 13 gennaio del 1941, viene trasferito e internato nel campo di Ferramonti di Tarsia.376

Appena giunto in Calabria, lo stesso Nathan viene però condotto all’Ospedale Principe di

Napoli di Cosenza, per problemi di salute, venendo dimesso solo il successivo 9 di febbraio,

giorno in cui fa quindi ritorno al campo. Nel frattempo, già il 6 gennaio la Prefettura di Milano si era rivolta al Ministero dell’Interno proponendo l’internamento anche della sua compagna Irma, “la quale non esplica alcuna attività e ignorasi da quale fonte tragga i mezzi di sussistenza”.377 Proposta che viene accolta, disponendo l’internamento della Damidt nello

stesso campo del compagno.

Così, il 20 febbraio del 1941 Fritz ed Irma si trovano nuovamente insieme, a Ferramonti. E poco dopo il loro ricongiungimento, il 6 marzo, entrambi chiedono e ottengono la possibilità di sposarsi dinanzi all’Ufficiale di Stato Civile di Tarsia, essendo “già in possesso della Delegazione per celebrazione di matrimonio del Comune di Milano in data 24.2.41 XIX. La pubblicazione fu affissa dal 9.2. al 16.2. 1941 nel Comune di Milano”.378

374 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz. 375 Ibidem.

376 ASCosenza, FP, Rprot., Nathan Fritz; ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz. 377 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz.

Il 20 giugno del ’41, invece, la domanda che i due coniugi inoltrano al Ministero dell’Interno è volta ad ottenere un trasferimento in una località “con un clima più favorevole”. Lo stesso Fritz, infatti fa presente le sue sofferenze fisiche che traggono la propria origine dai due avvelenamenti da gas tossico subiti durante la Grande Guerra. “In conseguenza degli avvelenamenti il sottoscritto ha avuto a suo tempo una perforazione della parete dello stomaco e ha perduto tutti i suoi denti”,379 racconta lo stesso Fritz.

Che abbiano fatto breccia le motivazioni illustrate dal Nathan o che sia risultata invece decisiva la necessità di liberare posti all’interno del campo non è chiaro dalle fonti, ma di sicuro i coniugi Nathan il 2 ottobre lasciano Ferramonti per trasferirsi in internamento libero a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca.380

Trascorre quasi un anno, e il primo settembre del 1942 i coniugi Nathan presentano alle Autorità italiane un’istanza con la quale chiedono il trasferimento nel Comune di Falcade, in provincia di Belluno. A motivare la richiesta, oltre le sempre precarie condizioni fisiche, è presente stavolta anche un problema logistico-organizzativo. “Il sottoscritto da tempo deve sgombrare la sua camera, avendo necessaria quella il padrone della casa per l’uso proprio e si trova nell’impossibilità di trovare una altra camera in certo qual modo adatta qui in questo Comune troppo popolato”, spiega Fritz nella sua domanda al Ministero. E aggiunge: “Avendo riguardo che il suo cugino, l’ing. Ernst Goldstein di Danzica (Germania) si trova come internato civile nel Comune di Falcade Prov. Di Belluno, il sottoscritto sarebbe molto grato se […] potesse vivere insieme coi suoi parenti”.381

L’iniziale scetticismo della Prefettura di Belluno, chiamata dal Ministero ad esprimersi in merito, blocca però il trasferimento richiesto. Si sostiene, infatti, che il Goldstein sia probabilmente un conoscente e amico dei coniugi Nathan, e che il problema dell’alloggio sarebbe presente anche nel piccolo paesino bellunese. La stessa Prefettura, quindi, si pronuncia negativamente sulla questione, esprimendo parere contrario all’accoglimento dell’istanza.

Tuttavia, l’insistenza dei Nathan che la ripropongono per ben due volte, nel novembre e nel dicembre dello stesso anno, alla fine sembra produrre il risultato sperato. Dagli accertamenti compiuti, infatti, il Goldstein risulta essere “cugino in secondo grado” di Fritz Nathan. Non solo. Perché “il Goldstein occupa a Falcade insieme alla moglie, una casa composta di due

379 Ibidem.

380 ASCosenza, FP, Rprot., Nathan Fritz; ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz. 381 ACSRoma, MI, Dgps, Dagr, A4 bis, busta 257, fasc. Nathan Fritz.

stanze e una cucina, ed è venuto nella determinazione di alloggiare nel medesimo ambiente anche il cugino”.382 Dalla Prefettura di Belluno, quindi, “in considerazione che il Nathan

troverebbe ora conveniente sistemazione in Falcade presso il cugino, si esprime parere favorevole all’accoglimento dell’istanza”.383

Al di là del grado di parentela è indubbio che il Goldestein e i Nathan si conoscessero, avendo condiviso quasi lo stesso periodo di internamento a Ferramonti. Tuttavia, i loro destini non si incroceranno più, nonostante il via libera ottenuto dalla Prefettura di Belluno il 29 gennaio del ’43, e la successiva disposizione di trasferimento proveniente da Roma. Il Ministero dell’Interno, infatti, acconsente al trasferimento dei Nathan nel Comune di Falcade, ma non concedendo più il sussidio statale. Sussidio che per due volte, nei mesi di luglio, agosto e settembre del ’42 e nei mesi di gennaio e febbraio del ’43, era stato addirittura aumentato per la complessa situazione economica e di salute della famiglia tedesca. E quando, il 17 di marzo del ’43, Fritz Nathan presenta una nuova domanda in cui si chiede comunque il mantenimento del sussidio, lo stesso Ministero risponde con la revoca del trasferimento già deciso e comunicato in precedenza.384

I coniugi Nathan rimangono quindi a Castelnuovo di Garfagnana, e proprio a Castelnuovo vengono arrestati il 30 novembre di quello stesso anno, e condotti prima nel campo di Bagni di Lucca e successivamente in carcere a Milano. Il 30 gennaio del 1944 vengono fatti salire sul convoglio n. 06 che da Milano li conduce ad Auschwitz. Entrambi non sopravvivono alla Shoah.385

382 Ibidem. 383 Ibidem. 384 Ibidem.

385 BUNDESARCHIV, Gedenkbuch, Nathan Fritz; CDEC, I nomi della Shoah italiana, Nathan Fritz, Damidt Erna; YAD