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Il budget delle fonti e degli impieghi

CAPITOLO 3: I DOCUMENTI FONDAMENTALI DEL BUDGET

3.9 Il budget finanziario

3.9.1 Il budget delle fonti e degli impieghi

Il budget delle fonti e degli impieghi rappresenta il rendiconto finanziario preventivo che mette in relazione le fonti e gli impieghi di risorse finanziarie connessi ai programma del periodo amministrativo successivo; inoltre esso evidenzia l’attitudine della gestione di generare o assorbire risorse. Questo documento in particolare analizza:

 Il complesso degli investimenti, o impieghi di capitale, che l’azienda intende

realizzare nell’esercizio successivo;

 Le fonti di finanziamento necessarie alla copertura degli investimenti

programmati per lo stesso arco temporale. Gli investimenti potrebbero essere relativi:

 Agli incrementi di capitale fisso esistente all’inizio dell’anno di budget;

 Agli incrementi delle voci di cui al capitale circolante netto, rilevate all’inizio

del medesimo esercizio;

 Al rimborso dei debiti pre-esistenti, sia di breve che di lungo termine,

evidenziati dallo stato patrimoniale dell’azienda dell’anno passato;

 Ai rimborsi di capitale proprio.

In relazione alle fonti di finanziamento a cui attingere per la copertura del fabbisogno connesso agli impieghi di capitale programmati, esse possono riferirsi a:

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 Autofinanziamento;

 Finanziamenti mediante capitale proprio, ottenuti attraverso un aumento del

capitale di rischio;

 Finanziamenti mediante capitale di credito, con un incremento dei debiti a breve

e/o a lungo termine;

 Disinvestimenti di capitale fisso e/o di capitale circolante esistenti all’inizio del

periodo amministrativo considerato.

Una volta considerate le possibili fonti necessarie alla copertura del fabbisogno finanziario ed i possibili impieghi che verranno dati a tali risorse acquisite dall’economia dell’azienda, è importante considerare le fasi di formazione di tale budget:

 Una fase iniziale di tale processo di formulazione ha lo scopo di determinare

il fabbisogno netto che l’azienda deve ancora coprire, dopo aver considerato l’autofinanziamento e le altre fonti finanziarie certe e disponibili;

 Una seconda fase, che sulla base di tale informazione, si pone come

obbiettivo quello di ricercare e di individuare le possibili modalità di copertura del fabbisogno definito in precedenza;

 Una fase finale, nella quale si procede alla redazione del budget delle fonti e

degli impieghi.

Uno degli indicatori maggiormente utilizzati per misurare la capacità dell’azienda di coordinare tra loro i flussi finanziari, è il flusso di Capitale Circolante Netto (CCN), rappresentato secondo l’approccio finanziario dalla differenza tra le attività e le

passività correnti72. Questo tipo di analisi permette di ottenere una visione dinamica

mediante l’analisi delle variazioni intervenute nei valori patrimoniali-finanziari, conducendo a unità le operazioni di gestione per far emergere la continuità del ciclo economico-finanziario. L’esame del CCN presenta anche dei limiti, i quali si riferiscono al fatto che esso risente di processi valutativi in parte discrezionali e soggettivi, che limitano la dimensione oggettiva dei flussi informativi, come i crediti e le scorte. Inoltre

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Vedi G. Ferrero, F. Dezzani, P. Pisoni, L. Puddu, Le analisi di bilancio, Giuffrè, Milano, 2003, pp. 347-348.

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nella valutazione di solvibilità a brevissimo termine, la valenza informativa del CCN è minore rispetto ai flussi di cassa, in quanto è composto da grandezze finanziarie non utilizzabili come mezzi di pagamento immediati. Per quanto riguarda i fenomeni che possono causare variazioni del CCN occorre distinguere tra cause endogene e cause esogene: nel primo caso, si considerano le variazioni delle componenti della quantità fondo, mentre nel secondo caso i fenomeni esterni e costituiti nello specifico dall’area della gestione reddituale, dall’area degli investimenti e da quella dei finanziamenti. E’ importante considerare il legame tra il CCN e la gestione reddituale caratteristica calcolando direttamente il CCN, sottraendo dai ricavi di vendita i costi monetari della gestione caratteristica, oppure indirettamente, aggiungendo al reddito operativo i costi non monetari, cioè non caratterizzati da esborsi finanziari. Per passare alla considerazione dei flussi finanziari a quella dei flussi monetari vanno aggiunte al flusso di CCN, gli incrementi di passività correnti e i decrementi di attività correnti, in quanto configurano investimenti che vengono monetizzati nell’esercizio. Devono essere sottratti al flusso di CCN gli incrementi di attività correnti poiché rappresentano aumenti di investimenti e i decrementi di passività correnti, in quanto figurano una diminuzione delle dilazioni ottenute e quindi maggiori uscite monetarie. La gestione operativa costituisce la fonte principale da cui dovrebbero provenire le disponibilità di mezzi monetari da impiegare per far fronte ai diversi impegni di pagamento derivanti

dalle altre attività della gestione aziendale73. In questa ottica, il MOL rappresenta il

flusso il flusso di cassa operativo corrente potenziale da cui, dopo le correzioni relative alle variazioni intervenute nella consistenza del CCN, è possibile ottenere il flusso di cassa operativo reale. Altri impieghi di risorse sono rappresentati dalle imposte e dagli oneri finanziari; per questi ultimi, si pone l’esigenza di effettuare un calcolo di prima ipotesi basato sulle condizioni passate e su quelle in previsione in assenza di cambiamenti sostanziali nelle condizioni quantitative e qualitative, lasciando alla fine del processo il calcolo definitivo. Sul calcolo del fabbisogno finanziario incidono inoltre, operazioni di gestione relative agli investimenti che devono essere attuate nel periodo di riferimento, il rimborso di prestiti a medio-lungo termine e il pagamento dei dividendi, cioè l’eventuale rimborso di capitale sociale. La copertura del fabbisogno

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finanziario dovrebbe realizzarsi mediante l’identificazione delle possibili fonti e del loro mix, sulla base di considerazioni di convenienza economica: da questa verifica può risultare una fattibilità o meno del budget d’esercizio. Nella prima ipotesi, può verificarsi o meno un surplus di risorse; in questo caso, l’obbiettivo sarà quello di ricercare un loro impiego conveniente, altrimenti, in caso di carenza delle fonti rispetto agli impieghi, l’obbiettivo sarà la ricerca del loro equilibrio attraverso una serie di alternative, tra cui, la possibilità di ridurre gli impieghi in modo tale da adeguarli alle risorse reperibili, la valutazione della possibilità di reperire altre fonti di finanziamento

oppure quello di rivedere i programmi di gestione74. La ricerca di questo equilibrio è un

processo iterativo in cui le possibili soluzioni che via via si prospettano, vengono verificate alla luce della nuova situazione creata, fino a che non venga raggiunta quella ritenuta più funzionale alle linee di condotta che sono state programmate.