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Dalle testimonianze storiche rinvenute nelle zone archeologiche presenti sul promontorio, si può tranquillamente affermare che le prime forme di siderurgia a Piombino risalgano a circa 3.000 anni fa. In quel periodo infatti si costituirono le prime forme organizzate per la lavorazione del ferro, approvvigionandosi con il materiale ferroso proveniente dall’isola d’Elba. Per avere comunque i primi esempi di una siderurgia moderna, come la intendiamo ai giorni nostri, bisogna arrivare alla metà del 1800, quando si svilupparono a Piombino i primi tentativi di dar vita a un’industria sfruttandone i vantaggi peculiari quali la posizione sul mare, la vicinanza ai giacimenti di ferro dell’isola d’Elba, a quelli di calcare di Monterombolo, ai boschi utilizzabili come fonte di energia e non ultima la possibilità di poter usufruire nei periodi in cui il lavoro aumentava di manodopera a basso costo dalle prigioni locali. Nel 1865, viene istallato a Piombino il primo stabilimento metallurgico “Le Officine Perseveranza”, primo in Italia ad utilizzare il convertitore Bessemer, un particolare forno inventato da Henry Bessemer nel 1856 e utilizzato nella produzione industriale dell’acciaio partendo

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dalla ghisa fusa prodotta nell’altoforno81

. Nel 1908 il grande complesso industriale rappresentava già il primo stabilimento italiano a ciclo integrale per la fabbricazione dell’acciaio. Nel 1936, superata la crisi successiva alla prima guerra mondiale, lo stabilimento passò sotto il controllo dello Stato, prima dell’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, istituito nel 1933 al fine di evitare il fallimento delle principali banche italiane e nel 1937, venne inserito nella Finsider, una società

finanziaria creata per avviare i nuovi programmi di sviluppo della siderurgia italiana82.

Il nuovo piano di sviluppo iniziò nel 1937, ma nel 1943 l’attività di rinnovamento venne bloccata ed il controllo dello stabilimento passò in mano alle autorità militari tedesche che, nel 1944, minarono e fecero saltare tutta la zona. Rimase solo la vecchia centrale elettrica che costituì poi la base per la successiva ricostruzione. In meno di dieci anni lo stabilimento riprese vita e nel 1961, a seguito della fusione societaria tra Ilva e Cornigliano in Italsider, occupava quasi seimila persone. Le vicende successive, sia dal punto di vista impiantistico che societario furono svariate e articolate. Lo stabilimento rimase di proprietà statale fino al 12 dicembre 1992, quando la società “Acciaierie e Ferriere di Piombino” venne ceduta al Gruppo Lucchini, sotto la cui proprietà venne completamente rinnovato. Il Gruppo Lucchini ha investito nello stabilimento di Piombino ingenti capitali per il suo ammodernamento, ponendo le basi per un Piano Industriale che mirava a cogliere tutte le opportunità offerte dalla congiuntura di mercato e a proseguire nel processo di ambientalizzazione e riqualificazione del rapporto tra stabilimento e territorio. Nel 2005, a seguito di una ristrutturazione finanziaria, determinatasi dopo un periodo di importanti investimenti impiantistici, la maggioranza del Gruppo Lucchini passa, attraverso un aumento di capitale, al gruppo russo Severstal, uno dei maggiori gruppi industriali russi, che acquisisce una partecipazione del 70%. In seguito alle vicissitudini collegate alla crisi del 2009, il 21 Dicembre 2012 il Ministero italiano dello Sviluppo Economico ha ammesso l’azienda alla procedura di Amministrazione Straordinaria ai sensi del Decreto Legge n.347 del

81 G. Mori, La siderurgia italiana dall'Unità alla fine del secolo XIX in Ricerche Storiche 1978 pp.18-20. 82

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23 dicembre 2003, come convertito in legge n.39 del 18 febbraio 2004 (Legge Marzano)

e ha nominato commissario straordinario il Dott. Piero Nardi83.

Lucchini S.p.a. (oggi Lucchini S.p.a. in Amministrazione Straordinaria) è uno dei più dinamici e diversificati produttori italiani di acciaio; (2750 milioni di fatturato nel 2007, oltre 2000 dipendenti, 4 unità produttive in Italia, 131 milioni di euro in investimenti nell’anno precedente alla crisi, per miglioramenti produttivi, ambientali e per la sicurezza dei lavoratori) , secondo produttore siderurgico italiano con un output potenziale di 2,5 milioni di tonnellate e il leader europeo nel mercato dei prodotti lunghi speciali e di alta qualità. Questa posizione è stata raggiunta costruendo un sistema dove componenti umane e strutturali si integrano e grazie ad una costante attenzione posta in tutte le fasi di lavorazione che consente a Lucchini S.p.a. di fornire prodotti di indiscussa qualità e sicurezza. Leadership, qualità, diversificazione: nello stabilimento di Piombino queste parole acquistano un preciso significato. Dopo una procedura di gara molto complessa e dopo numerosi contatti con diverse aziende, il 2 dicembre 2014 è stato firmato, alla presenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il contratto preliminare di vendita alla multinazionale algerina Cevital, operativa in diversi settori e mercati in tutto il Mediterraneo. Nelle prossime settimane è attesa la firma del contratto definitivo che comporterebbe di fatto il passaggio della (ex) Lucchini S.p.a. alla nuova proprietà.

I siti produttivi dove opera attualmente l’azienda sono tre: Piombino, Lecco e Condove (a settembre 2014, nel proseguimento del piano di ristrutturazione lo stabilimento di Trieste è stato ceduto al Gruppo Arvedi). Grazie ad un assetto organizzativo fortemente orientato al mercato e ai clienti, ad una moderna impiantistica integrata e a competenze tecniche altamente qualificate, la produzione comprende una vasta gamma di acciai di qualità e speciali destinati al mercato in varie forme e dimensioni: prodotti lunghi laminati a caldo, armamento ferroviario, barre trasformate a freddo. La vasta gamma di prodotti offerti trova applicazione in vari settori, tra cui l’industria, energia, aereospaziale, offshore, petrolchimico, impiantistico, trasporti ferroviari e navali.

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In questo contesto facciamo riferimento allo stabilimento situato a Piombino.

CAPITOLO 5: I PRODOTTI E I SETTORI