• Non ci sono risultati.

Una buona prassi educativa e giuridica »

3 Scuole della Seconda Occasione e pratiche di cura »

3.1 Le scuole di Seconda Occasione »

3.1.1 Una buona prassi educativa e giuridica »

Le Scuole della Seconda Occasione possono essere inserite nell’ambito di quelle che vengono definite come “buone pratiche”.

Esse sono sorte come risposta a bisogni educativi specifici e differenziati emersi in diversi contesti territoriali ed hanno riavvicinato all’istruzione ben 6.500 ragazzi e ragazze che avevano abbandonato la scuola prima della fine dell’obbligo.

Gli elementi che caratterizzano quella che può essere definita come una buona pratica,329 non riguardano però esclusivamente la verificabilità oggettiva dei risultati in termini quantitativi e numerici, infatti “una buona pratica può essere descritta non tanto attraverso i risultati raggiunti quanto attraverso l’esplicitazione e la descrizione del suo processo di produzione.” Un’azione può essere infatti definita una buona pratica quando “a) nasce per rispondere ad un bisogno specifico del contesto in cui la si applica; b) segue ad un processo di definizione, esplicitazione e condivisione degli obiettivi; c) è fattibile in termini di rapporto risorse/vincoli; d) è percepita come utile dagli attori in gioco; e) prevede di poter essere ripensata in itinere sulla base delle informazioni emergenti dalla sua realizzazione; f) prevede appositi momenti di valutazione con strumenti appropriati, sia durante che alla fine del percorso; g) cura la motivazione, crea relazioni e stimola la partecipazione degli attori in gioco; h) attiva processi di riflessione e di elaborazione sull’azione, sul contesto, sulle relazioni, sui ruoli, sui saperi; i) cura la produzione e la raccolta di documentazione dei percorsi e degli esiti; l) è monitorata dal punto di vista del rapporto risultati attesi/risultati prodotti.”330

Un’azione, per essere considerata come una buona prassi, deve inoltre produrre una crescita qualitativa e quantitativa nella partecipazione degli utenti, nonché un buon livello di soddisfazione in destinatari e operatori accrescendone il senso di autoefficacia, produrre apprendimento e costruzione di competenze e deve infine poter essere trasferita in altri contesti.

Le Scuole della Seconda Occasione si configurano anche come buone prassi giuridiche in quanto contribuiscono all’attuazione di diritti sanciti sia nel diritto nazionale che in quello

329

V. Ghione, op. cit., pp. 34-35.

330

V. Ghione, A. M. Ajello, Lo studio delle buone pratiche: indicazioni emergenti per contrastare la dispersione

scolastica, in V. Ghione, A. M. Ajello, Riflessioni sul tema della dispersione scolastica, Comune di Roma, 2008,

internazionale e agiscono nel solco delle indicazioni contenute nei più importanti documenti elaborati dalla Comunità Europea in materia di politiche educative e sociali.

Esse vanno incontro innanzitutto a quanto si afferma nel dettato della Costituzione Italiana che, all’articolo 3, stabilisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini italiani e sottolinea la necessità che essa venga promossa e garantita attraverso azioni che rimuovano le fonti di disuguaglianza derivate da condizioni personali e sociali: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

L’azione educativa della Scuola di Seconda Occasione, andando incontro ai bisogni educativi differenziati di molti giovani studenti, è volta proprio alla rimozione degli ostacoli di ordine sociale e culturale che impediscono il loro successo formativo. Reinserendoli nel circuito scolastico e proponendogli percorsi rispondenti alle loro esigenze educative essa agisce, dunque, nello spirito del dettato costituzionale, favorendone l’ attuazione pratica e la piena realizzazione.

Le Scuole di Seconda Occasione contribuiscono a promuovere, attraverso la trasmissione degli alfabeti culturali di base, la possibilità di esercitare una cittadinanza attiva e dunque “l’effettiva partecipazione” alla vita politica, economica e sociale del paese.

Queste esperienze innovative costituiscono poi una forma di protezione della gioventù, garantita nell’articolo 31331della Costituzione, da forme di emarginazione sociale, economica e culturale derivate dal basso livello di istruzione, e rendono effettiva e non solo nominale l’affermazione che “la scuola è aperta a tutti” contenuta nell’articolo 34332.

Si può affermare, inoltre, che le Scuole di Seconda Occasione operino anche nel senso dell’attuazione del primo333 dei Principi Fondamentali della nostra Costituzione. La lotta alla dispersione scolastica contribuisce a realizzare, infatti, nel concreto, il principio secondo il

331

Art. 31 “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.”

332

Art. 34 “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devonoessere attribuite per concorso.”

333

quale la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, poiché esiste una correlazione estremamente significativa tra livello di istruzione e possibilità occupazionali.

A livello del diritto internazionale, i diritti umani universali sono stati allargati alla specifica situazione della infanzia e della adolescenza recependo334 principi che già facevano parte della cultura giuridica europea.

Nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia “A world fit for Children”335 del 1989 si incoraggia ogni azione ed ogni tipo di scuola che possa andare incontro alle necessità di apprendimento di tutti, in particolare delle fasce più deboli dei soggetti in formazione e di coloro che hanno abbandonato la scuola. L’istruzione si configura come un diritto umano, come fattore fondamentale per la lotta contro la povertà e il lavoro minorile e come elemento basilare per la promozione della democrazia, della pace e dello sviluppo.

Oltre che contribuire alla attuazione concreta di diritti che riguardano tutti i cittadini ed in particolare i giovani, l’esperienza delle Scuole di Seconda Occasione agisce nel solco tracciato dalle politiche della Comunità Europea in materia di educazione e lotta alla disoccupazione e alla esclusione sociale.

I due documenti europei all’interno dei quali si inserisce la legittimazione internazionale della Scuola di Seconda Occasione e sui quali si fonda la rilevanza delle sue finalità sono i Libri Bianchi Crescita, competitività, occupazione 336 e Insegnare e apprendere-verso la

società conoscitiva.337

Il primo ha come argomento principale il tema della disoccupazione nella Comunità Europea e rappresenta un contributo essenziale nella lotta a questa grave emergenza economica e sociale. Una delle cause strutturali della disoccupazione è, secondo il Libro Bianco di Delors, l’inadeguato livello dell’istruzione e della formazione professionale.

Per affrontare i rapidi mutamenti della tecnologia e la sfida della globalizzazione dell’economia occorre infatti una formazione che valorizzi il capitale umano e che renda possibile “imparare ad imparare per tutto il corso della vita”.

Formazione ed istruzione sono considerate le armi principali per combattere il fenomeno strutturale della disoccupazione, in particolare quella giovanile a lungo termine che è quella più diffusa nel nostro sistema.

334

Vedi M. Rossi Doria, Introduzione… p. 26.

335

“A world fit for children”, Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, di New York, 1989.

336

J. Delors, Crescita, competitività, occupazione.Il libro bianco di Delors., Il Saggiatore, Milano, 1994.

337

E. Cresson, Libro bianco su istruzione e formazione: insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva, Commissione europea, Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali della Comunità Europee, Lussemburgo, 1996.

Ma è nel Libro Bianco di Edith Cresson su istruzione e formazione Insegnare e

apprendere-verso la società conoscitiva che si fa specifico riferimento alle Scuole di Seconda

Occasione..

Anche il Libro Bianco della Cresson parte dalla constatazione della importante sfida cui sono sottoposte l’economia e la società europee.

“Mondializzazione degli scambi, società dell’informazione, progresso scientifico e tecnico…Ogni giorno possiamo renderci conto dei cambiamenti prodotti da questi fenomeni. In seno all’impresa essi conducono a nuove forme di lavoro. A scuola esigono nuove forme di sapere. Nella vita di tutti i giorni modificano le abitudini. Queste mutazioni non sono una semplice parentesi, ma preannunciano la società di domani. Per l’Europa, per ciascuno di noi ciò che conta è assumere il controllo di tali trasformazioni per evitare di subirle. Non avendo saputo prevederle i nostri paesi conoscono un livello drammatico di disoccupazione ed esclusione sociale.”338

Le mutazioni, dunque, vanno previste ed affrontate attraverso una politica sociale e culturale che sappia guardare al futuro e non rimanga indietro lasciando che i mutamenti, senza governo e senza indirizzo, abbiano ricadute negative e la velocità dello sviluppo e delle mutazioni si trasformi da opportunità in incertezza ed emarginazione.

“Sempre più la posizione di ciascuno di noi nella società verrà determinata dalle conoscenze che avrà acquisito. La società del futuro sarà quindi una società che saprà investire sull’intelligenza, una società in cui si insegna e si apprende, in cui ciascun individuo potrà costruire la propria qualifica. In altri termini una società conoscitiva”.339

La nuova epoca che i cittadini europei stanno vivendo è estremamente più mutevole ed imprevedibile delle precedenti e può rivelarsi per l’Europa un rischio, ma anche una grande opportunità storica con nuove potenzialità di sviluppo e di progresso, se se ne sapranno affrontare le sfide educative.

Infatti “L’istruzione e la formazione trasmettono i capisaldi necessari alla formazione di qualsivoglia identità collettiva, consentendo nel contempo nuovi progressi scientifici e tecnologici. L’autonomia conferita agli individui, se condivisa da tutti, consolida il senso della coesione e radica il sentimento di appartenenza. La diversità culturale dell’Europa, la

338

Ivi, p.10.

339

sua antichità, la mobilità tra culture diverse sono grandissime opportunità di adattamento al nuovo mondo che si profila all’orizzonte.”340

I tre fattori di fondamentale cambiamento che pongono alla società contemporanea sfide a cui le politiche educative e sociali devono rispondere sono, secondo il Libro Bianco, l’avvento della società dell’informazione, l’estensione a livello mondiale degli scambi, la civiltà scientifica e tecnica spesso vissuta come irrazionale minaccia.

Le risposte che vengono individuate rispetto alle domande poste da questi mutamenti sono la rivalutazione della cultura generale e lo sviluppo dell’attitudine all’occupazione.

“La prima risposta consiste nella rivalutazione della cultura generale. In una società in cui l’individuo dovrà essere in grado di comprendere situazioni complesse che evolvono in modo imprevedibile, in cui si dovrà affrontare un cumulo di informazioni di ogni genere, esiste un rischio di separazione tra coloro che possono interpretare, coloro che possono solo utilizzare e coloro che non possono fare né l’una né l’altra cosa. In altri termini tra coloro che sanno e coloro che non sanno. Lo sviluppo della cultura generale, cioè la capacità di cogliere il significato delle cose, di capire e di creare, è la funzione di base della scuola, nonché il primo fattore di adattamento all’economia e all’occupazione.”341

Il Libro Bianco mette dunque in evidenza il rischio di un nuovo tipo di emarginazione, di discriminazione e di disuguaglianza: quella tra coloro che sanno e coloro che non sanno. Questa disuguaglianza è certo sempre esistita ma, come quella economica, rischia di approfondirsi.

Come la differenza fra ricchi e poveri si fa sempre più consistente, visto che i ricchi divengono sempre più ricchi e i poveri più poveri, pur aumentando il livello complessivo di ricchezza, così si può ipotizzare che coloro che sanno, sapranno sempre di più, vista la nuova disponibilità di informazioni e di protesi cognitive, laddove coloro che non sanno, che non possono né interpretare né utilizzare l’informazione, andranno incontro ad un tipo di esclusione ed emarginazione più accentuato che in passato.

Il Libro Bianco sottolinea il pericolo di nuove marginalizzazioni e di più profonde esclusioni per chi non avrà accesso a quei saperi ormai necessari per partecipare a tutti gli effetti alla società della conoscenza

340

Ivi, p.78.

341

Affinché si realizzi quella che Edgar Morin definisce una Democrazia Cognitiva342 e si eviti il pericolo di una Dittatura Cognitiva, occorre che gli strumenti della conoscenza, sempre più necessari nella società contemporanea per una cittadinanza attiva, siano il più largamente diffusi possibile.

E’ nel Libro Bianco, quindi nel testo che sta alla base della politica culturale europea, che compare per la prima volta il termine “Scuole della Seconda Occasione”.

Sono individuati sei obiettivi fondamentali per la società della conoscenza: promuovere l’acquisizione di nuove competenze, favorire un più stretto rapporto tra scuole e imprese, lottare contro l’esclusione, raggiungere una buona conoscenza di almeno tre lingue comunitarie, porre gli investimenti di capitale finanziario e gli investimenti nella formazione su un piano di parità

Per la realizzazione della lotta all’esclusione sociale ( terzo obiettivo) vengono ipotizzate delle Scuole della Seconda Occasione volte reinserire nei circuiti formativi quel gran numero di giovani che in Europa escono precocemente dai percorsi formativi o non raggiungono gli apprendimenti minimi necessari a svolgere una cittadinanza attiva.

Il fenomeno della dispersione scolastica costituisce una minaccia per la stessa coesione sociale degli Stati Europei generando forme di marginalizzazione sempre più estese man mano che le competenze necessarie per partecipare a tutti gli effetti alla società della conoscenza divengono più numerose e complesse. Per combattere l’esclusione il Libro Bianco individua due strumenti: le scuole della seconda opportunità e il servizio volontario europeo.

“L’idea è semplice, offrire ai giovani esclusi dal sistema d’istruzione o che stanno per esserlo le migliori formazioni e il migliore inquadramento possibile per dare loro maggiore fiducia in se stessi.”343

La scuola rappresenta per ogni individuo una «prima opportunità» di integrarsi nella società, ma questo non vale purtroppo i bambini e i giovani più svantaggiati che spesso non dispongono di un contesto familiare e sociale che gli consenta di trarre sufficiente profitto dalla formazione ricevuta a scuola. I giovani esclusi dal sistema scolastico, privi di qualifiche e con poche speranze di trovare un lavoro e di inserirsi nella società sono presenti in una percentuale estremamente significativa e preoccupante nei grandi agglomerati urbani.

Sulla base delle esperienze degli Stati membri, è evidente che il recupero non deve effettuarsi in «scuole ghetto». Per tali scuole occorre predisporre situazioni educative che

342

E. Morin, Educare gli educatori. Una riforma del pensiero per la democrazia cognitiva, EDUP, Roma, 2005.

343

migliorino l’accesso alle conoscenze attraverso il ricorso ai migliori professori, eventualmente pagati meglio che altrove, a ritmi di insegnamento adeguati, a motivazioni nuove, a tirocini d’impresa, a materiali multimediali e alla costituzione di classi meno affollate. La scuola, attraverso la presenza di educatori oltre l’orario di insegnamento, dovrebbe divenire anche luogo di animazione comunitario in quei quartieri sensibili dove crollano i contesti sociali e familiari.344

La Commissione si propone poi di apportare un sostegno finanziario alle esperienze di Seconda Opportunità, finanziando progetti pilota nel quadro dei programmi Socrates e Leonardo, l’immissione in rete delle esperienze in corso e la disseminazione dei metodi pedagogici. Inoltre la Comunità Europea ha istituzionalizzato e facilitato un sistema di scambio di buone prassi ai fini di favorire tale finalità.

Ecco gli obiettivi delle Scuole di Seconda Occasione individuati nel Libro Bianco. • Reinserire i giovani privi di diploma dei quartieri sfavoriti di grandi concentrazioni

urbane nel contesto di dispositivi che offrano una seconda opportunità d’istruzione, mediante i riorientamento delle scuole situate in tali quartieri o l’organizzazione di nuovi luoghi di istruzione

• Garantire o attuare un forte inquadramento con l’ausilio di professori particolarmente qualificati e che percepiscano una retribuzione pari a quella dei migliori istituti

• Sviluppare nei giovani la motivazione, la capacità di imparare ad apprendere, le conoscenze di base e le attitudini sociali

• Organizzare classi con un numero ridotto di effettivi I metodi suggeriti sono:

• Mobilitare finanziamenti complementari europei a sostegno di finanziamenti nazionali o regionali per l’attuazione di percorsi di inserimento

344

Nel Libro Bianco si prende atto che già esistono numerose e valide esperienze volte al reinserimento scolastico dei drop-outs come le «scuole accelerate» negli Stati Uniti istituite in circa cinquecento quartieri urbani il cui punto forte è stato costituito dall’introduzione di computer e di formatori migliori che hanno reso entrambi l’apprendimento maggiormente attivo ed interattivo rispetto a quello tradizionale o l’esperienza israeliana dell’accoglienza e dell’inserimento di giovani rifugiati senza legami familiari un sistema educativo originale che ha riunito i circa 300.000 giovani in comunità di villaggio ed è riuscita ad ottenere che fra loro la percentuale dei drop-outs fosse più bassa che nella media nazionale. Così in Europa sono state create scuole per l’inserimento scolastico dei figli degli immigrati e il recupero dei drop-outs in partenariato educativo tra enti locali e associazioni.

• Intraprendere azioni di concertazione e di partenariato con gli operatori economici al fine di aumentare le possibilità d’inserimento nel lavoro al termine degli iter di formazione

• Coinvolgere fin dall’inizio dell’iter un’impresa sponsor MPI locale o una grande impresa, se possibile con promessa di assunzione in caso di conseguimento delle certificazioni o di riconoscimento delle competenze.

• Utilizzare una pedagogia che si avvalga di ritmi adatti e di metodi pedagogici basati sulle nuove tecnologie educative.

• Immissione in rete di dispositivi della seconda opportunità e diffusione dei metodi pedagogici.

• Associare strettamente le famiglie all’azione e al funzionamento della formazione

• Utilizzare ampiamente (in associazione con le imprese) le tecnologie dell’informazione e dei multimedia.

• Sviluppare le pratiche sportive e le attività culturali

Gli indirizzi contenuti nel Libro Bianco di Cresson hanno ricevuto molte attestazioni di interesse da parte dei Paesi Membri e sono state creati dei progetti pilota in seguito valutati dalla stessa Comunità.

Nel rapporto stilato sulla sperimentazione345si sottolinea ancora una volta come “Dropping out at school has much more last consequences than it have in the previous

decade. It is something that can mark individual for life radically narrow the scope of life projects of the person in question.”346

La finalità del progetto era dunque oltre a quella di individuare azioni e metodologie innovative ed efficaci per affrontare il dropping out anche quella di riportarlo al centro del dibattito educativo nei paesi membri.

I progetti pilota hanno avuto successo nel reinserire gli studenti nel circuito formativo visto che il dropping out nell’ambito di queste esperienze è stato del 6%, percentuale ritenuta molto bassa dalla Comunità, visto che l’utenza era costituita da studenti che avevano già subito il trauma e la destabilizzazione derivanti dall’aver abbandonato la scuola.

Ogni scuola interessata ha costruito un progetto adatto allo specifico contesto nazionale e locale e le modalità di attuazione, nonchè le iniziative didattiche messe in atto sono state

345

European Commission. Directorate-General Education and Culture Second Chance Schools, the result of a

European pilot Project , Brussels, 30 Marzo 2000

346

Ivi, p.3. (Abbandonare la scuola comporta maggiori e più durevoli conseguenze di quante non ne

comportasse nei decenni scorsi. E’ qualcosa che può segnare un individuo per la vita restringendo il raggio dei progetti della persona in questione.)

differenti da scuola a scuola. Nonostante questo si rilevano nel rapporto alcune caratteristiche comuni a tutti i progetti. Innanzitutto le iniziative analizzate hanno caratteristiche innovative da un punto di vista organizzativo e didattico rispetto alla scuola tradizionale, visto che “Young people would not wish to return to a “place of failure”, nor would they be more likely

to succeed, unless the main features of education on offer differed significantly from those of the regular school system”347

Tutte le scuole hanno messo in campo, anche se con modalità e operatori differenti, azioni di counselling e mentoring. Una relazione costruttiva tra docenti ed allievi si è rivelata l’ingrediente chiave del successo dei progetti analizzati nel rapporto in cui si sottolinea l’importanza delle competenze umane degli insegnanti: “In addition to formal qualifications,

all schools stress the importance of human skills and the need for teachers to feel a deeper, personal commitment to the success of the pupils.”348

Gli insegnanti e le loro competenze sembrano dunque una risorsa centrale per il successo di queste scuole e se ne trae la conclusione che “Much of the dramatic change which

can take place in the life of a young person takes place in the individual microcosm which link him or her to a caring adult”349

La centralità dell’allievo è riconosciuta non solo dal punto di vista relazionale ma anche da un punto di vista cognitivo. Si prevede una attenta ricostruzione delle sue conoscenze

Documenti correlati