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Come cambia il mondo dell’arte

4. HOWARD BECKER E IL MONDO DELL’ARTE NELLA SOCIOLOGIA

4.5 Come cambia il mondo dell’arte

Becker è convinto che i mondi dell’arte subiscano continuamente cambiamenti che possono essere sia graduali che drastici, questo se non altro perché spesso nel campo artistico non si può fare due volte la stessa identica cosa. Insomma questi mondi sono

356

H.S.Becker, I mondi dell’arte, p. 265

357 Becker usa come esempio il quilting, un’attività praticata da alcuni gruppi di donne statunitensi che

consiste nel confezionare coperte con ritagli di stoffa. Se prima erano considerati semplicemente oggetti quotidiani, oggi alcuni esemplari di questi lavori sono conservati all’interno di musei.

soggetti, al pari degli elementi che li compongono, ad un ciclo di vita più o meno lungo e nessuno di questi è in grado di resistere alle spinte del cambiamento, che abbiano provenienza interna o esterna.358

Egli insiste sull’importanza dello sviluppo organizzativo per il mutamento artistico e il caso dei ribelli, di cui si è appena parlato, ne è un esempio: coloro che non riescono a raccogliere intorno a sé un sistema organizzativo adeguato, sarà destinato all’anonimato perché, come afferma il sociologo “la storia si occupa soprattutto dei vincitori”.359

In poche parole riescono a sopravvivere solo quei cambiamenti che riescono a conquistare uno spazio all’interno delle reti di cooperazione già affermate o creandone delle nuove. All’inizio il pubblico non farà caso ai cambiamenti più o meno intenzionali che avvengono durante la produzione o riproduzione di un’opera, ma pian piano il linguaggio comincia a cambiare radicalmente attraverso una serie di accorgimenti quasi impercettibili che Becker definisce “slittamenti”360 visti come una serie di soluzioni a problemi comuni

I mondi artistici non definiscono lo slittamento (più o meno consapevole) come un cambiamento perché questo non provoca nessun problema di riorganizzazione dell’attività cooperativa e nessuno si sente minacciato dal fatto che qualcuno vuole fare apportare leggeri cambiamenti alla prassi. Il problema sorge quando i cambiamenti sono così grandi da costringere i partecipanti ad imparare cose completamente nuove che minacciano i loro interessi361. Ciò avviene perché chi non riesce ad aggiornarsi ed improvvisamente si ritrova a non riuscire più a svolgere il suo lavoro, invece se ciò dovesse succedere a ad ampi settori del mondo dell’arte si modificherebbero i modelli di attività cooperativa.

Altre innovazioni secono Becker disgregano i modelli di attività collettiva ordinari e portano ad una rivoluzione che non permette più di usare modelli di comportamento abituali in quanto viene cambiato il linguaggio convenzionale dell’arte, non saranno più le solite persone ad agire insieme e non svolgeranno più i compiti che avevano svolto

358 Questo implica la tesi secondo la quale i mondi dell’arte siano in movimento e siano permeabili alle

influenze degli altri sistemi.

359 H.S.Becker, I mondi dell’arte, p. 317 360 Ibi. p. 320

fino ad allora. 362 Le rivoluzioni “portano a un attacco ideologico e organizzativo alle attività che in quel momento sono normali nel mondo dell’arte. Dal punto di vista ideologico l’attacco prende la forma di manifesti teorici, saggi critici, nuove formulazioni in estetica e filosofia, di una revisione della storia dell’arte, del rifiuto di vecchi idoli e modelli, della celebrazione delle nuove opere come incarnazione di valori estetici universali”.363

L’entità di questi cambiamenti dipende da ciò che il mono dell’arte messo in discussione può accettare e inglobare.

Detto tutto questo, bisogna sottolineare che comunque le rivoluzioni per essere tali non devono cambiare completamente i modelli di attività collettiva, perché se agissero in questo modo si assisterebbe alla nascita di un nuovo mondo dell’arte, non ad una rivoluzione. Infatti anche se la natura di alcune forme artistiche può cambiare, ci saranno sempre bigliettai, proprietari di sale da concerto, strumenti musicali, gallerie d’arte ecc.

Questi cambiamenti rivoluzionari avranno successo solo quando i loro promotori riusciranno a mobilitare alcuni o tutti i membri del mondo dell’arte per collaborare ad un’attività che darà origine ad una nuova forma d’arte e ciò vorrà dire che avranno modificato i rapporti di cooperazione di quel mondo artistico364; da quel momento chi ne farà parte potrà usare si concezioni nuove che quelle che usava prima. Becker afferma che il mutamento artistico avviene attraverso cambiamenti nei mondo dell’arte

Durante la loro storia i mondi dell’arte nascono, crescono e arrivano alla maturità fino a raggiungere una stabilità sufficiente per poter passare incolumi attraverso le fasi di cambiamento appena descritte.

Un mondo dell’arte nasce quando persone che non hanno mai collaborato tra di loro si riuniscono sulla base di convenzioni completamente nuove o usate in modo nuovo, mentre un modo dell’arte muore se nessuno produce più opere in base alle sue convenzione. Non si deve confondere però la creazione di mondi nuovi con l’innovazione; per comprendere a pieno la nuova creazione bisogna infatti concentrarsi

362 Becker propone l’esempio dei funzionari di museo i quali potrebbero sentirsi minacciati dalla land art.

questo tipo di arte non essendo musealizzabile potrebbe mettere a in pericolo il ruolo dei funzionari dei musei che nel caso quest’art diventasse una prassi universale, non avrebbero più nulla da esporre all’interno delle loro strutture.

363 H.S.Becker, I mondi dell’arte, p. 322 364 Ibi. p. 325

sul processo secondo cui altre persone vengono mobilitate per partecipare ad “un’attività di collaborazione su basi regolari”365. I nuovi mondi dell’arte nascono

attorno a qualcosa che fino ad allora non era stata utilizzata in campo artistico, magari qualcosa inventato per la scienza o per l’industria. Un esempio potrebbe essere rappresentato dalle nuove tecniche di lavorazione del metallo che possono essere utilizzate per creare nuove sculture, oppure dalla strumentazione fotografica, nata per scopi diversi da quelli artistici. Alcuni mondi invece sorgono con la nascita di un nuovo pubblico, Becker propone la musica Rock come esempio, essa all’inizio degli anni sessanta assomigliava alla musica precedente ma impiegava nuove forme di diffusione per raggiungere i giovani. Innovazioni di questo tipo spesso nascono simultaneamente in luoghi diversi e la loro diffusione può essere più o meno rapida a seconda dei mezzi di distribuzione utilizzati, la tecnologia in questo senso fornisce un grosso aiuto. Infatti nuove configurazioni commerciali e distributive permettono al mondo dell’arte appena nato di allargare il proprio bacino d’azione366

e ciò comprende sia la vendita di opere che lo sviluppo di assetti contrattuali stabili per quanto riguarda le arti dello spettacolo. Lo stesso vale per la comunicazione. Gli artisti che agiscono isolati rispetto all’influenza delle opere di altri paesi si sono molto ridotti grazie all’abbattimento delle barriere culturali e allo sviluppo dell’abitudine di viaggiare, gli sperimentatori raggiungendo altri individui che stanno compiendo esperimenti analoghi che hanno prodotto risultati diversi danno vita a processi di scambio che porteranno alla diffusione delle nuove conoscenze.

Con l’aumento della comunicazione quindi possono esser studiate molte opere e i professionisti di ogni luogo possono collaborare tra loro anche non essendosi mai incontrati e le organizzazioni artistiche possono assumere personale proveniente da ogni parte del mondo, lo stesso vale per il pubblico che ormai è abituato alla fruizione di prodotti artistici provenienti da ogni dove.

Becker vuole dire che ormai il mondo dell’arte è diventato semi-autonomo e quello che non è possibile realizzare in un luogo lo si potrà fare tranquillamente in un altro perché ovunque si andrà si troverà comunque qualcuno in grado di mandare avanti l’attività desiderata.

365 H.S.Becker, I mondi dell’arte, p. 328 366 Ibi. p.342

Quando un’innovazione sviluppa attorno a se una rete di persone che collaborano a livello nazionale o internazionale, per creare un mondo dell’arte resta solo da convincere il resto del mondo che quello che fanno è arte e merita i diritti e privilegi associati a quello status. Sono i modi di presentazione che denotano qualcosa come arte. Le opere che aspirano a diventare tali di solito devono mostrare di avere un apparato estetico sviluppato e canali attraverso i quali può avere luogo una discussione critica. Inoltre devono dissociarsi dalle attività artigianali e commerciali connesse e ricostruire le vicende storiche che mettono in relazione l’opera prodotta in quel mondo con altre opere già riconosciute come tali, insistendo su quegli elementi del passato che sono stati consacrati come arte ed eliminano i predecessori meno desiderabili.367

Il mondo dell’arte quindi origina una storia che mostra come esso abbia prodotto fin dalla sua nascita opere di valore artistico e in che modo una linea continua di sviluppo abbia inevitabilmente condotto a quegli inizi allo stadio presente in cui lo status di arte è ormai saldamente raggiunto. Gli storici infatti scelgono dalla grande quantità di opere prodotte dalla storia le opere che legittimano la situazione artistica contemporanea. L’opera d’arte quindi dura nel tempo solo se riesce a mantenere una base conservativa che la sostiene e la protegge, sia le teorie estetica che il senso comune considerano infatti la durata come criterio basilare per la grandezza artistica o come viene definita dal sociologo, la reputazione.368

Reputazione che si basa a sua volta sull’attività collettiva dei mondo dell’arte, infatti affinché le reputazioni artistiche possano nascere e continuare ad esistere necessitano che critici ed estetologi stabiliscano teorie e criteri in base ai quali si possano identificare l’arte, l’arte di qualità e la grande arte. Tutte le forme di cooperazione che producono arte producono anche le reputazioni di opere, artisti, scuole, generi e

367 Un esempio può essere la storia della fotografia negli stati uniti. Questo tipo di forma artistica, prima

di essere consacrata come arte dovette recidere i suoi legami con il mondo della fotografia commerciale e i veri fotografi d’arte dovettero inoltre convincere gli esperti di esser meglio dei vari amatori. Alfred Stieglitz ebbe in questo caso un ruolo decisivo nel liberare la fotografia dal punto di vista organizzativo dalla commistione con i club fotografici. Rif. H.S.Becker, I mondi dell’arte, pp. 356-362

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Becker all’interno del suo libro dedica un intero capitolo alla reputazione. In questa sede mi limito a riportare quella che lui intende come teoria della reputazione:

“[…] 1) individui dotati di un talento particolare 2) creano opera di eccezionale bellezza e profondità che 3) esprimono emozioni e valori culturali molto profondi. 4) Qualità speciali dell’opera attestano il talento particolare del suo creatore e, a sua volta, il talento per il quale l’artista è già noto garantisce la qualità speciale dell’opera. 5) Dato che l’opera rivela le qualità e il valore speciale dell’autore, tutte le opere realizzate da un individuo, ma non altre, devono essere incluse nel corpus su cui si basa la sua reputazione”. H.S.Becker, I mondi dell’arte, cit. pp. 370-371

discipline artistiche che sintetizzano quanto l’opera sia valida e perché meriti di essere definita tale.369 Un’attività che agisce in modo rilevante sulla reputazione è la distribuzione; difatti le opere che non vengono distribuite resteranno sconosciute al pubblico e non potranno acquisire importanza storica. Si tratta di un processo circolare perché chi non ha buona reputazione è difficile che venga distribuito. Questo dovrebbe condizionare la nostra concezione dell’arte perché nel giudicare un’opera bisognerà tenere conto del modo in cui i sistemi di distribuzione, influenzano l’opinione riguardo a ciò che può essere definito arte.370

4.6 Distribuzione e fruizione: il rapporto con le organizzazioni