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4. HOWARD BECKER E IL MONDO DELL’ARTE NELLA SOCIOLOGIA

4.3 Convenzioni

Come si arriva all’accordo che rende possibile la collaborazione di personale specializzato? In genere le persone che collaborano per produrre un’opera d’arte non decidono tutto ex novo, fanno riferimento ad accordi presi in precedenza e divenuti prassi convenzionale del settore artistico di riferimento.328

Per il sociologo “i mondi dell’arte sono costituiti dell’insieme dei soggetti la cui attività è necessaria alla produzione di determinate opere che in quel mondo, e forse anche in

326 H H.S.Becker, I mondi dell’arte, cit. p. 42-43 327 Ibi. P. 52

altri, vengono definite “arte”. I membri del mondo dell’arte coordinano la loro attività facendo riferimento a un insieme di nozioni convenzionali incorporate nella prassi comune e negli oggetti usati di solito. Spesso le medesime persone collaborano più volte, o anche abitualmente, negli stessi modi e per produrre le opere dello stesso tipo; quindi possiamo pensare un mondo dell’arte come una rete consolidata di catene di cooperazione tra soggetti”329

.

Le convenzioni riguardano tutte le decisioni da prendere per produrre un’opera d’arte ed impongono materiali e tecniche di realizzazione, astrazioni formali utili a evocare un certo tipo di emozioni; determinano la forma in cui materiali e astrazioni vanno combinati, e ancora, la dimensione appropriata per un quadro, la lunghezza appropriata per un musical e così via. Queste regolano anche le relazioni tra artisti e il loro pubblico, specificando diritti e obblighi di entrambe le parti e soprattutto possono dare al pubblico degli elementi utili per capire il significato dell’opera.330

Le convenzioni permettono di prendere decisioni più rapide e organizzarsi in funzione di modi convenzionali di fare le cose, così gli artisti potranno dedicare più tempo alla loro attività principale.

Benché molto standardizzate, le convenzioni sono tutt’altro che rigide e immutabili. Queste non costituiscono una serie di regole inviolabili alle quali ci si deve per forza uniformare ed esiste sempre al loro interno un uno spazio per le interpretazioni e le negoziazioni.331

Le convenzioni pongono anche limiti molto forti derivati dal complicato sistema di elementi interconnessi, in questi casi infatti anche un piccolo cambiamento può richiederne molti altri.332 Si possono quindi fare le cose in modo diverso rispetto ai canoni convenzionali, purché gli artisti siano disposti a pagarne il prezzo in termini di maggiore sforzo o minore circolazione dell’opera, ma allo stesso tempo l’artista avrà il beneficio di una maggiore libertà di scelta di alternative non convenzionali, allontanandosi così dalla prassi abituale.

329 H.S.Becker, I mondi dell’arte, ibi. p. 50 330 Ibi. p. 771

331 H.S. Becker, “Art as collective action”, in American Sociological review, p. 773 332

Il riferimento a Danto è palese. Secondo il filosofo infatti un sistema di convenzioni consiste di attrezzature , materiali , formazione, strutture e sedi appropriate, sistemi di notazione ecc., e se uno di questi elementi cambia, devono cambiare tutti. A.Danto, Munakata in New York. A Memory of the ‘50’s, in The Print Collector’s Newsletter, nr.10, pp.184-189

In questo senso Becker definisce l’opera come “frutto della scelta tra i vantaggi e il successo che derivano dall’accettare le convenzioni e i problemi e l’assenza di riconoscimento che nascono dal rifiutarle”333

.

Ogni mondo dell’arte per organizzare la cooperazione tra i propri membri utilizza come base fondamentale le convenzioni che sono note a tutti i membri della società334, mentre a volte fa riferimento a convenzioni proprie del mondo dell’arte ma così basilari da essere conosciute da tutti.

Il fatto che molte convenzioni non siano conosciute solo all’interno del mondo dell’arte permette alle persone “normali”, ovvero non dotate di particolari talenti, di partecipare comunque al processo di creazione come membri del pubblico e le forme artistiche che cercano di raggiungere il maggior numero di persone in una data società, traggono molto vantaggio.335

Esistono anche convenzioni note solamente a chi ha un rapporto con il mondo dell’arte. Queste persone hanno una conoscenza più approfondita delle convenzioni avendo fatto spesso parte del loro pubblico e in quanto tale partecipano in modo più o meno permanente all’attività cooperativa propria del mondo dell’arte.336

Becker chiama questo tipo di pubblico “pubblico iniziato”; c’è da dire però che questo pubblico, seppur molto preparato, non sa proprio tutto quello che sanno gli addetti all’arte veri e propri, ma sa quel che basta a sostenere e apprezzare la loro attività.

Un altro tipo di pubblico che in parte coincide con quello degli iniziati è quello formato da studenti ed ex studenti d’arte. Le professioni che richiedono una formazione rigorosa sono soggette a perdere molti aspiranti sia durante il periodo di formazione che nel primo periodo di attività professionale337, ciò in parte è dovuto al fatto che nessun tipo di arte ha risorse sufficienti a sostenere gli aspiranti artisti in termini sia economici che

333 H.S. Becker, I mondi dell’arte, cit. p. 50 334

Spesso i mondi artistici usano materiali radicati profondamente nella cultura, Becker fornisce il caso della danza classica che si riferisce alla nostra concezione dei ruoli di uomo e donna e alle caratteristiche dell’amore romantico. Rif. .S. Becker, “I mondi dell’arte”, p. 59

335 un esempio è il teatro di strada legato al movimento pacifista contro la guerra del Vietnam. Gli attori

mettevano in scena un inseguimento tra soldati statunitensi e una donna vietnamita, una volta che si era radunata abbastanza gente attorno a loro, il gruppo intavolava una discussione sul significato politico della guerra.

336 H.S.Becker, I mondi dell’arte, p. 64-65 337 Ibi. p. 70

di attenzione. Chi ha ricevuto una formazione artistica e l’ha abbandonata per qualsiasi ragione, continua a seguirla e va a costituire una grande parte dei fruitori338

Un insieme completamente diverso di convenzioni è quello che lega la cooperazione tra chi crea le opere e il loro personale di supporto, molte di queste sono semplici forme di standardizzazione che possono essere spiegate, secondo il sociologo, attraverso gli studi sulle convenzioni di David K.Lewis339, il quale arriva alla conclusione che le convenzioni sono la soluzione al problema del coordinamento. Una volta che una certa convenzione verrà data per scontata, le nozioni che costituiscono quella convenzione possono essere incorporate in attrezzature permanenti che a loro volta aumentano le possibilità che quella convenzione venga mantenuta nel tempo.

Per il sociologo quindi parlare dell’organizzazione di un mondo dell’arte, cioè delle suddivisioni in spettatori , creatori e personale di supporto di vario tipo, equivale a parlare della distribuzione delle conoscenze e del loro uso ai fini di azione collettiva340.