• Non ci sono risultati.

Cambiamenti all’interno dell’Art Park e ultimi intervent

Nel 2001 un’istituzione italiana notizia la stampa dell’intenzione di acquistare una parte consistente della collezione Marzona. Il museo in questione si trova a Bolzano, e sta pianificando una nuova sede degna del suo nome: Museion. Il collezionista intendeva infatti trovare una collocazione istituzionale per la sua collezione, non troppo lontana da Verzegnis, tuttavia l’acquisto da parte di Museion non fu concluso e la collezione venne infatti acquistata dai Musei di Stato di Berlino. Il quesito che ne deriva è se ci sia stata una ricaduta di questa vicenda sul progetto italiano dell’Art Park.

Una perdita effettivamente può essere verificata attraverso l’analisi delle modifiche sopravvenute attorno al 2001: si tratta di opere che sono state rimosse

del 1995 che riproduceva alcune opere fotografate direttamente a Verzegnis - con la mappa e la lista di opere inserita nella pubblicazione della tavola rotonda organizzata nel 1999. Infine si incrocino queste informazioni con quelle ufficiali più aggiornate (2006) all’interno della monografia di Anna Marzona. Balza subito agli occhi che alcune opere non si ritrovano più oggi nel parco. L’autrice dedica un esile paragrafo a questa tematica, dal titolo “Opere non più presenti nel prato”: si tratta, tuttavia, di un mero elenco di opere.

Marzona le ha rimosse dal parco attorno al 2001, ed è quasi impossibile non collegare questa data con l’acquisto da parte della città di Berlino, fatti questi non messi in correlazione da Anna Marzona. Il collezionista, interrogato sulla questione, ha motivato la scelta sostenendo di aver lasciato soltanto i progetti realizzati appositamente per il luogo:

Prima avevo altre opere come un lavoro di Mario Merz che non era stato realizzato appositamente per il contesto ed una scultura di Richard Serra e qualche altra opera.(...) L’opera di Serra non si trova più nella sua originaria collocazione perché non è stata progettata per Verzegnis. A Verzegnis ci sono soltanto progetti site-specific, anche le opere all’interno della casa. Per questo adesso Merz e Serra si trovano all’Hamburgher Bahnhof.125

L’opera di Serra (San Francisco 1939) in questione, è Corner Prop (1983- 86)126 ed era stata agganciata al terreno antistante Casa Marzona, nell’angolo di fronte a HRZL 1 di LeWitt; ancora oggi sono visibili le tracce che la rimozione dell’opera ha lasciato. Corner Prop è una scultura in acciaio composta da due parallelepipedi appoggiati l’uno sopra l’altro: quello superiore risulta essere inclinato per incontrare il muro e creare un nuovo angolo all’apparenza precario. Sembra infatti che la parte superiore stia per crollare ad ogni minuto se non ci fosse il muro a frenare e ad opporsi a questa caduta. Sebbene Serra inizi a produrre sculture di questo tipo già alla fine degli anni Sessanta - come Splashing e Prop (1968), oppure House of Cards (1969)127 - egli continua ancora oggi ad investigare problemi che legano la forma allo spazio e alle forze che agiscono

125 Intervista a Egidio Marzona, Berlino 18 novembre 2009.

126 Lista B - opere rimosse dall’Art Park attorno al 2001, 3. 1983-86: Richard Serra.

127 Per un’esaustiva panoramica sull’opera dell’artista si rimanda al catalogo della retrospettiva

organizzata al Moma di New York curata da Kynaston McShine, dal titolo Richard Serra. Sculpture: Forty Years, svoltasi dal 3 giugno al 24 settembre 2007.

sulla materia, opere in cui la solidità del materiale che le compone (piombo, acciaio) si combina con forme geometriche primarie, scomposte e ricomposte fragilmente: in cui le struttura sembrano cioè sull’orlo di un collasso. Anche quando si percorrono i corridoi di Serra, come quello collocato a Berlino a pochi metri dalla Kunstbibliothek, davanti all’ingresso della Philharmonie, si ha sempre una sensazione di precarietà come se queste strutture siano costantemente sul punto di accartocciarsi addosso all’individuo che le penetra. Il corridoio in questione si intitola Berlin Junction (1987) ed era stato realizzato per ricordare le vittime ebree che hanno preso la vita sotto il regime nazista, quindi un monumento alla memoria dell’Olocausto. Realizzata all’incirca negli stessi anni, Corner Prop è stata di recente esposta all’interno della mostra Bruce Nauman. Dream Passage, presso l’Hamburgher Bahnhof dal 28 maggio al 10 ottobre.128

Altre due opere, che inizialmente erano presenti a Verzegnis peraltro una accanto all’altra nel giardino privato di Marzona, risultano acquistate dai Musei di Stato di Berlino: questa volta si tratta di due artisti italiani associati al movimento dell’arte povera, assai poco presenti nelle collezioni pubbliche tedesche e quindi di indubbio interesse per colmare questo tipo di lacuna. Gli artisti in questione sono Mario Merz (Milano 1925- Milano 2003) e Giuseppe Penone (Cuneo 1947). Per quanto riguarda Penone l’opera era Soffio di foglie (1979)129: composta da un palo di legno piantato verticalmente nel terreno, parallelo ad un albero con il quale si confonde e interrotto nel mezzo da una foglia in bronzo. Merz era invece presente a Verzegnis con uno dei suoi igloo, l’Igloo Ticino (1990)130 in granito e metallo (diametro 230 cm). L’opera di Ulrich Rückriem (Düsseldorf 1938) Ohne Titel (1988-89), in granito (13 x 115 x 111 cm)131, e l’opera di David Rabinowitch (Toronto 1943) Senza Titolo (1974), in acciaio (6 x 83 x 131 cm)132, entrambe collocate inizialmente nel cortile di Casa Marzona, compaiono anche esse all’interno della lista di opere in deposito a Berlino.

Marzona continua comunque la sua attività a Verzegnis, nonostante di fatto una parte consistente della collezione si trovi a Berlino, implementando anche nel corso degli ultimi anni, il numero di opere nel parco. Nel 2007 viene infatti realizzata, sulla base di un progetto del 1967 di Stephen Kaltenbach (Battle Creek 1940), l’opera-evento dal titolo Fire on Ice133. Si tratta di quella che Marzona definisce “l’opera che non c’è”, un’opera smaterializzata poiché restano soltanto il disegno (che si trova all’ingresso della casa del collezionista), la griglia di cemento (all’ingresso dell’Art Park) che era servita come base per la costruzione del cubo di ghiaccio, ed infine la documentazione filmica e fotografica dell’evento. Il motivo dell’assenza è imposto dalla natura stessa dell’opera: essa era infatti composta da un grande cubo di ghiaccio di circa tre metri di lato, sul quale era stata proiettata l’immagine video di un fuoco acceso. Mentre il fuoco ardeva anche il cubo lentamente si scioglieva. L’organizzazione tecnica dell’evento era stata curata dagli architetti Carlini&Valle con l’impresa di costruzione locale di Rainaldo Paschini e Aldo Fior. Fire on Ice era stato presentato presso la sala consiliare di Verzegnis, con i saluti del sindaco Luciano Sulli, del presidente della Regione Riccardo Illy e dell’assessore regionale Roberto Antonaz. L’occasione era servita - come si legge nel comunicato stampa - anche per introdurre il progetto relativo ad un centro di studi, un “Museo degli - ismi”, un archivio il cui contenuto era stato definito da Antonaz “di valore inestimabile”.134 “Il progetto del trasloco - si legge ancora all’interno del comunicato - è in fieri e dovrà essere definito nelle modalità concrete. La Regione FVG [Friuli Venezia-Giulia], per ora, ha dato la disponibilità per valutare il trasferimento”.135Del resto Marzona aveva già palesato questa possibilità durante l’intervista rilasciata a Gianni Sirch nel giugno del 1998, occasione durante la quale aveva dichiarato:

Sono molto interessato a realizzare il mio progetto per una Fondazione qui in Friuli, me ne sto occupando da anni (...). Considerando che la gran parte della collezione sta in Germania, il

133 Lista C - opere realizzate a Verzegnis dal 2002 al 2009, 1.2007: Stephen Kaltenbach.

134 Fonte: Comunicato stampa “Le avanguardie del ‘900 approdano in Carnia. Verzegnis ospita

Fire on Ice di Stephen Kaltenbach sabato 17 novembre, realizzato dallo Studio Pironio, consulenti comunicazione Ufficio Stampa Comunità Montana della Carnia.

nostro progetto più ambizioso, prevede la creazione di una Fondazione con due sedi, una tedesca e una italiana, da collegare e combinare tra loro in maniera tale da potenziare le possibilità espositive e l’accessibilità ai diversi materiali della collezione. Purtroppo in Italia è difficilissimo realizzare in tempi brevi questo genere di progetti.136

Per tornare all’evento di Kaltenbach, come nota Elena Carlini:

(...) due elementi antitetici che interagiscono per un tempo limitato e in un luogo specifico ponendo al genere umano dei quesiti universali sulla vita stessa resa incerta proprio dall’azione dell’uomo - come ebbe a dire Kaltenbach durante la realizzazione dell’opera: ‘il 1967 era l’epoca dell’armamento atomico e della guerra fredda, ora nel 2007 è l’ambiente a essere irrimediabilmente danneggiato per mano dell’uomo.137

All’interno della casa di Marzona, nel vano di ingresso sulla destra, si trova il coloratissimo disegno di Stephen Kaltenbach incorniciato in legno naturale con passe-partout che lo separa dal vetro. Il disegno rappresenta un cubo collocato su un prato verde, le cui facce sono colorate in arancio e blu, ed ha come sfondo un cielo rosso, arancio e azzurro; sul disegno si legge una scritta per mano dell’artista “Fire on Ice. Film loop projected on large block of ice at sunset.”

Ultima opera a entrare nell’Art Park è Untitlet di Peter Kogler (Innsbruck 1959), realizzata nel settembre del 2009138. Si tratta di un sinuoso percorso nell’erba, il cui corrimano in acciaio, se visto dall’alto, ripropone la curvilinea forma di un cervello umano. Le persone che percorrono il labirinto di Kogler, fronteggiandosi o inseguendosi, non perdono mai il contatto visivo tra di loro, ma anche con la natura, con gli alberi all’interno dei quali l’opera è immersa.

Molto ancora resta da fare per promuovere la conoscenza dell’Art Park, anche se, almeno una forma di presa di coscienza da parte dell’amministrazione pubblica è avvenuta, quando la zona interessata dagli interventi è stata dichiarata “Area del Museo all’aperto” dal Piano Regolatore Comunale di Verzegnis, approvato il 27 gennaio 2004, da un progetto risalente al 1997 dell’ingegnere Flavio Piva.

Sul fronte della Fondazione intitolata a Marzona, a sua volta collegata all’idea del “Museo degli Ismi” che dovrebbe sorgere a Verzegnis, argomento affrontato in diverse occasioni dal collezionista in persona e presentato anche alla regione Friuli nel 2007, non si registrano novità o misure attuative. Un cospicuo archivio risulta ancora in possesso di Marzona, attualmente collocato all’interno di scaffali metallici nel sotterraneo della sua casa a Berlino e non ancora aperto al pubblico. È da presumere che esso troverà una definitiva collocazione che rispecchierà le future esigenze del collezionista, in relazione anche alle attività dei suoi figli e della sua compagna, Sophie Haaser, attualmente impiegata presso l’ufficio Collection and Registrar del Mumok (Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig) di Vienna. 139

139 Egidio Marzona e Sophie Haaser si conobbero in occasione della realizzazione di una mostra

con opere della collezione. Lei lavorava al tempo nell’ufficio Relazioni Pubbliche del museo, come indicato nel colophon del catalogo della mostra a cura di Lóránd Hegyi, Egidio Marzona e Rainer Fuchs, Die Sammlung Marzona. Arte Povera, Minimal Art, Concept Art, Land Art, 14 giugno - 17 settembre 1995.

Immagini relative al secondo capitolo

Fig. 1. Veduta dell’area al centro di Villa di Verzegnis che ospita l’Art Park. Foto:

Figg. 8-9. Lorenzo Missoni, Vai Piano, 1995. Foto: Eleonora Charans

Planimetria generale dell’Art Park di Villa di Verzegnis (estratto di base dalla mappa

catastale, inserimento miniature opere: Carlini – Anna Marzona 1999-2006; aggiornamento opere 13 e 14: Charans 2011). Con il colore verde è indicato il prato centrale, in rosso la casa del collezionista, in azzurro la corte di ingresso.

Elenco opere:

01. Barry Robert, Untitled, 1999;

02. Graham Dan, Bisected Two-Way Mirror Triangle, 1998; 03. Grosvenor Robert, Untitled, 1979-2001;

04. Sol LeWitt, HRZL 1, 1990; 05. Lohaus Bernd, BEI, 1989; 06. Lohaus Bernd, Untitled, 2001;

07. Long Richard, Tagliamento River Stone Ring, 1996; 08. Nauman Bruce, Truncated Pyramid Room, 1982-1990; 09. Nonas Richard, Untitled, 1993;

Allegato 2

Schede opere realizzate a Verzegnis