A 1.1982-90: Bruce Nauman
C: Opere realizzate a Verzegnis dal 2002 al
3.3. Le mostre in Italia: Tolmezzo (1997) e Roma (2000)
Nel 1997, Marzona decide di organizzare nella sede di Palazzo Frisacco a Tolmezzo, paese a pochi chilometri da Verzegnis, una mostra dal titolo Nonno, padre, figlio: Marcel Duchamp, Carl Andre, Lorenzo Missoni160, coinvolgendo attivamente quest’ultimo artista161. La presenza di opere di Marcel Duchamp162 e Carl Andre163 testimonia, ancora una volta, l’interesse e l’attenzione che Marzona palesa nei confronti degli “-ismi” del Novecento, rispettivamente per il dadaismo e per il minimalismo. Missoni aveva compiusto trentadue anni al tempo della collaborazione con Marzona. Il caso di Missoni rappresenta in effetti un’eccezione dato che Marzona solitamente colleziona artisti della sua generazione, non più giovani. In merito alle circostanze che lo hanno avvicinato al collezionista, Missoni ricorda:
Ho conosciuto Egidio alla Galleria TAG agli inizi degli anni 90. La TAG era uno spazio per l’arte contemporanea attivo in quel periodo a Udine dove orbitavano diversi artisti della scena milanese come: Bernhard Rudiger, Liliana Moro, Vincenzo Cabiati, Mario Airò e Maurizio Cattelan. Egidio Marzona, durante le sue permanenze in Friuli, passava spesso in galleria ed in seguito ha iniziato anche a visitare il mio studio. Quando la prima sede della TAG è stata chiusa Leonardo Gementi (il gallerista) ed io, abbiamo allestito nel mio studio alcune opere degli artisti che all’epoca lavoravano con la galleria. In quell’occasione Egidio ha iniziato a collezionare i miei lavori.164
In effetti, i rapporti documentabili tra il collezionista e l’artista risalgono proprio al 1995, anno in cui Missoni aveva realizzato l’opera Vai Piano per la
160 Il collegamento autobiografico tra la provenienza della famiglia del collezionista con la Carnia,
reso alquanto evidente dal titolo di questa mostra, è stato rilevato nel testo di Thomas Kellein, che mutua proprio il titolo della mostra, inserendo la specifica “l’italianità di Egidio Marzona”.
161 Lorenzo Missoni, oltre a curare l’allestimento, aveva presentato queste opere: Rouxel x Dubois,
Per respirare un pò d’aria fresca (entrambe realizzate nel 1992), Foto Fish (1993), Living Box (1994), Estel Blanc e Da Qualsiasi Parte Tipenda Il Naso (entrambe del 1995), Punto di Vista,
casa di Marzona a Villa di Verzegnis, come riportato nel capitolo precedente. Per tornare alla mostra Nonno, padre, figlio, Marzona aveva proposto il titolo e la figura del nonno - Marcel Duchamp - affidando poi a Missoni la scelta del padre: l’artista poteva ovviamente attingere dalle opere della collezione e la scelta ricadde su Carl Andre, come testimoniato dal fax inviato dall’artista a Marzona165. Missoni ne curò personalmente anche l’allestimento:
La mostra cominciava con un mio lavoro messo nell’atrio al piano terreno di Palazzo Frisacco, si trattava di una bicicletta a due piani. Questa opera (rouxell & dubois) non dava l’idea di essere installata ma piuttosto di essere semplicemente parcheggiata, appoggiata ad un muro. Al primo piano, nelle quattro sale dello spazio espositivo, sono stati allestiti i lavori di Duchamp, Andre ed i miei cercando di metterli in relazione tra di loro.166
Missoni optò per una soluzione minimale, alleggerendo gli ambienti del loro carico storico e rendendoli più adatti ad ospitare opere d’arte contemporanea.
Per quanto concerne il progetto relativo al catalogo, ideato da Marzona stesso: si trattava di una scatola di plastica trasparente che conteneva un mazzo di carte167. Le carte recano sul dorso il classico motivo geometrico/floreale mentre, sul lato opposto, trovano spazio testi in inglese e italiano - un’intervista a Missoni condotta dal figlio di Marzona, Daniel - e le riproduzioni delle opere in mostra con un’essenziale biografia del loro autore. Missoni stesso ha poi fornito un disegno riproducente il percorso espositivo inserendo i numeri delle opere come da catalogo168. Si trattava di una mostra dal numero di opere limitato, in tutto erano ventidue, ma pensata in modo tale da far dialogare le opere, mostrando al contempo la loro appartenenza a contesti non solo temporali, ma anche concettuali, diversi tra loro. Missoni riflette sulle forme e il loro svolgersi nello spazio, come del resto fa Andre con i suoi celebri pavimenti; inoltre gioca con i titoli dimostrando un approccio ludico verso gli oggetti, reinterpretandoli, ricomponendoli per condurli al di là della loro più tradizionale funzione, proprio come aveva fatto Duchamp con i suoi ready-made. Insomma quello che si
165 Fax la cui data non risulta leggibile, inviato da Lorenzo Missoni a Egidio Marzona (Archivio
personale Lorenzo Missoni, Udine).
166 Intervista scritta a Lorenzo Missoni, luglio 2010. 167 Ibidem.
intendeva far emergere dal percorso della mostra era questa sequenza generativa e di passaggio del testimone generazionale, come suggerito, del resto, dal titolo.
Nello stesso luogo - Palazzo Frisacco - tre anni dopo viene organizzata un’altra esposizione: Terre altre. Frammenti della collezione Marzona, che viene inaugurata il 18 novembre, termina il 2 dicembre 2000. Tuttavia non esistono immagini relative alla mostra e non viene nemmeno predisposto un catalogo. Nella letteratura estera relativa alla collezione, queste due mostre realizzate a Tolmezzo addirittura non vengono menzionate169. Del resto nemmeno Anna Marzona dedica troppo spazio all’interno della monografia sull’Art Park a questi eventi, limitandosi ad elencarli e non entrando nel merito di come di presentavano le mostre oppure le opere presenti170. La letteratura tedesca arriva poi addirittura ad ignorarli: vengono menzionate e ricordate soltanto la mostra presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma nel 2000 e quella organizzata presso Villa Manin nel 2001. Plausibilmente anche da parte del collezionista l’attenzione rivolta alla seconda mostra di Tolmezzo, che in realtà a quanto risulta171 presentava soltanto una sezione dedicata alla collezione Marzona, era limitata se paragonata al grande evento dello stesso anno a Roma. Quest’ultimo costituiva la prima mostra organizzata con la finalità di avvicinare il grande pubblico - non soltanto friulano - alle opere della collezione.
Nel 2000 viene infatti organizzata, dal 20 giugno al 17 settembre, presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, a cura di Mario Codognato, figlio del collezionista veneziano Attilio Codognato, e la storica dell’arte Ester Coen la mostra dal titolo (E così via) (And so on) 99 Artisti dalla collezione Marzona. Il titolo è mutuato da un’opera di Lawrence Weiner del 1989, composta da un testo che recita “Hydrogen with Water, Gypsum with Water, Wine with Water (And so on)”.
Oltre che dei due curatori, il consistente catalogo contiene anche un testo di Agnes Kohlmeyer responsabile dell’itineranza della mostra in Germania172 e, per
la sezione dedicata a Verzegnis, di Elena Carlini e Pietro Valle. Il resto del libro è organizzato alfabeticamente per artista, secondo questo ordine: prima di tutto un ritratto dell’artista a piena pagina - tutte immagini provenienti dall’archivio Marzona e oggi conservate presso la Kunstbibliothek - a seguire informazioni concernenti luogo e data di nascita - eventualmente di morte-; quindi una sezione dedicata alle mostre, suddivise in personali e collettive. A queste informazioni storico-biografiche seguono infine le riproduzioni fotografiche delle opere in mostra. La suddivisione alfabetica per artista ricalca anche il criterio generale dell’ordinamento archivistico-documentale di Marzona, lo stesso che è stato finora preservato e si ritrova presso l’archivio della Kunstbibliothek di Berlino. Il catalogo della mostra romana resta ancora oggi il più ricco e si configura come una sorta di repertorio, seppur parziale e non definitivo, della collezione.
Nel cortile del Macro sono state appese le dodici bandiere di Daniel Buren, Pour, 1973 e sotto di esse il labirinto bianco di Ronald Bladen, Illusion, 1971. Lungo il percorso i movimenti sono stati mescolati cercando di stabilire dei dialoghi transnazionali. Ad esempio, in un’unica sala si trova l’opera di Richard Long, Untitled, 1976 al di sotto alla scritta a parete di Lawrence Weiner che dà il titolo alla mostra; nella stessa sala il neon di Joseph Kosuth, A four color sentence, 1966 è collocato nella stessa parete che ospita l’opera di On Kawara, March 23 1974, 1974; nella parete opposta ricompare il neon di Mario Merz, Che fare? che era stato esposto nella prima mostra di Bielefeld. L’immagine più rappresentativa della mostra, che verrà riprodotta anche nel pieghevole della prima presentazione presso l’Hamburgher Bahnhof di Berlino - dal 29 novembre 2001 al 24 febbraio 2002 -, è quella relativa alla sala all’interno della quale sono collocate le opere di Richard Serra Corner Prop, 1983/86 e Untitled, 1968, di Richard Long Autumn Turf Circle, 1998 e di Mario Merz Igloo Ticino, 1990 e Giornale “Il Resto del Carlino” del maggio 1976, 1976.