Ancora una volta coerente con il suo modo di collezionare, che come abbiamo già osservato adotta un concetto fondamentale dell’arte nata dopo il 1968, ossia la mancanza di gerarchie e quindi la stessa importanza tra progetto, oggetto realizzato, esposizione e documento, Egidio Marzona esce allo scoperto in questo progetto pubblico.74
Con queste parole Anna Marzona, la quale nonostante l’omonimia non ha rapporti di parentela con il collezionista, sintetizza e introduce il capitolo sull’esperienza del parco di sculture a Villa di Verzegnis. Si tratta di un lavoro di raccordo del non vasto materiale già pubblicato sull’argomento, da considerarsi però più indirizzato a finalità di promozione turistica da parte della Comunità Montana della Carnia. Di fatto il libro non è mai entrato nel circuito commerciale75 e non è presente nemmeno nelle biblioteche al di fuori del Friuli. Giuliano Gori, collezionista e promotore del più grande parco di sculture di arte contemporanea in Italia in provincia di Pistoia, ne possiede una copia nella sua biblioteca: è da presumere quindi che la pubblicazione sia stata inviata ad personam76. La
74 Anna Marzona, ART PARK Verzegnis, Tipografia Andrea Moro, Tolmezzo 2006, p. 41. 75 La pubblicazione è priva di codice ISBN, anche se essa si presenta bilingue: italiano e inglese. 76 Miranda MacPhail, assistente di Gori nella gestione della Fattoria di Celle me ne ha mostrato
una copia, nel corso della conversazione con Giuliano Gori e della successiva visita al Parco di arte ambientale il 28 settembre del 2010.Riporto un’estratto da uno scritto di Gori, particolarmente significativo in relazione anche al caso Marzona: “Anche il modo di collezionare si trasforma e, qui a Celle, il collezionista, cessata la sua tradizionale funzione, assume il ruolo più appropriato di "imprenditore senza profitto". (...) vivere insieme agli artisti, giorno dopo giorno per intere settimane, mesi e con alcuni addirittura anni (...). Nella collezione di Celle si pratica un collezionismo che è totalmente fuori dalle regole di mercato, in cui l' "impresario" condivide con
monografia sull’Art Park dell’autrice è frutto della rielaborazione della tesi di laurea dal titolo Collezioni d’arte contemporanea all’aperto. Il caso Marzona a Verzegnis, discussa presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli studi di Udine77. La medesima Università aveva, tra l’altro, già manifestato un interesse nei confronti del collezionismo d’arte contemporanea, organizzando tra marzo e giugno del 1998 un ciclo di tre incontri con importanti collezionisti di arte contemporanea: Giuseppe Panza di Biumo, Attilio Codognato ed Egidio Marzona78.
L’Art Park rappresenta indiscutibilmente, come ricordato dall’autrice, il primo sforzo di Marzona teso all’avvicinamento del pubblico al suo progetto collezionistico. Questa progressiva apertura verso un fruitore - italiano o internazionale che sia - porterà, come documentato nel capitolo seguente, anche all’organizzazione di una serie di mostre: in Germania, Austria e Italia.
Per quanto riguarda gli autori la cui riflessione ruota attorno all’Art Park, occorre menzionare anche Pietro Valle ed Elena Carlini, i quali si sono occupati di organizzare una tavola rotonda sui Musei all’aperto proprio a Verzegnis nel 1999.79 Carlini e Valle si sono inoltre occupati per anni, proprio in virtù delle loro l'artista rischi e sacrifici di ogni tipo, con l'unico autentico scopo di produrre l'arte per l'arte. I lavori realizzati sono e restano inamovibili e niente può privarli del loro ambiente.” In Arte ambientale. La collezione Gori nella Fattoria di Celle, Umberto Allemandi & C., Torino 1993, p.11. Sui punti di contatto tral’Art Park e la Fattoria di Celle, molto diversi tra loro sia per estensione che per scelta degli artisti ma accomunati dal medesimo approccio con gli artisti, rimando al testo Eleonora Charans, Outdoor Collecting Attitudes: some notes on Egidio Marzona’s Art Park in Verzegnis, in “Studies in the History of Gardens and Designed Landscapes”, Routledge Taylor & Francis: London-Philadelphia, Volume 31 number 3, Settembre 2011, pp. 204-215. Una riflessione attorno all’Art Park dal titolo Una visione aperta: l’Art Park di Egidio Marzona a Verzegnis ho avuto modo di presentarla in occasione della giornata di studio dal titolo Arte diffusa: interventi, azioni, oggetti nello spazio pubblico, svoltasi il 17 ottobre 2011 presso la cripta dell’aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, i cui atti sono in preparazione.
77 Sono state discusse altre due tesi di laurea sull’argomento nei due atenei veneziani: Lupieri
Michela, Art Park: dove le opere d’arte si fondono col paesaggio, tesi di laurea triennale in Arti visive e dello spettacolo, Università IUAV di Venezia, Facoltà di Design e Arti, relatore prof.ssa Agnes Kohlmeyer, anno accademico 2006/2007, e di Vicil Melania, L’Art Park di Egidio Marzona a Verzegnis: un connubio tra arte e natura, contemporaneità e tradizione, tesi di laurea
esperienze nel campo dell’architettura, anche degli aspetti legati alla manutenzione del parco, alla coordinazione nella realizzazione di interventi di larga scala, e alla gestione dei rapporti con le amministrazioni locali, come si vedrà, non sempre placidi. Inoltre hanno disegnato e realizzato il tavolo e due panche per il parco.
Al di fuori della non vasta letteratura di riferimento, le fonti che stanno alla base della ricostruzione del progetto dell’Art Park sono costituite da fotografie, da video-documentari e dai modellini o disegni degli interventi realizzati nel parco.
Le fotografie ufficiali sono principalmente ad opera di Marcus Schneider, autore anche del documentario relativo all’opera-evento Fire on Ice di Stephen Kaltenbach realizzata nel 2007. Schneider si reca ogni anno a Verzegnis per registrarne i cambiamenti e le implementazioni, ma anche gli eventi temporanei come appunto quello di Kaltenbach. Tra le immagini pubblicate vi si trovano anche quelle realizzate da Elena Carlini80 e, per quanto concerne quelle scattate durante il periodo invernale, di Anna Marzona.81
Un documentario fondamentale è Egidio Marzona Collezionista, girato nel 1996 da Giampaolo Penco, regista triestino che ha fondato la Videoest produzioni, che nel catalogo contiene diversi documentari su artisti.82 Il video Egidio Marzona Collezionista, raccoglie la testimonianza diretta del tedesco, ma anche di artisti presenti a Verzegnis come Richard Long, oppure che hanno presentato un progetto - non ancora realizzato - come nel caso di Michelangelo Pistoletto. La Videoest produzioni è responsabile anche di un reportage sull’allestimento e sull’inaugurazione della mostra della collezione Marzona organizzata a Villa Manin risalente al 2001 e, nel 2010, di un documentario prodotto appositamente per Rai Educational dal titolo Guardare il silenzio.83 Quest’ultimo documentario ha come tema gli interventi di arte contemporanea in zone montane e presenta - 13 febbraio del 1999; altro testo co-firmato da Carlini e Valle è contenuto all’interno del catalogo (E così via) (And so on). 99 artisti della collezione Marzona, Galleria Comunale d’Arte moderna e contemporanea di Roma, 19 giugno -17 settembre 2000.
80 In Visione Continua, op. cit. 81 In ART PARK Verzegnis, op. cit.
82 Luciano Fabro, Daniel Buren, Getulio Alviani, Chen Zhen, Stefano Arienti, Kimsooja, Zoran
Music, Gillo Dorfles, Leonora Fini, come anche su un altro collezionista: Giuseppe Panza di Biumo. Fonte: http://www.videoest.it.
83 Il documentario è andato in onda per la prima volta giovedì 23 dicembre 2010 alle h. 24.40 su
ancora una volta - l’Art Park, attraverso un’intervista recente a Marzona, ma anche utilizzando immagini di repertorio, soffermandosi in particolare sull’ultima opera collocata: il percorso realizzato da Peter Kogler nel 2009. Per quanto riguarda le opere di Sol LeWitt, HRZL 1, 1990 e di Lawrence Weiner, To the Point,1997, Marzona possiede anche le maquettes di riferimento, oggi conservate a Berlino. Fondamentali sono state, ovviamente, le due visite al sito di interesse: nel giugno del 2009 e nell’agosto del 2010. In queste occasioni è andato costituendosi un personale repertorio fotografico delle opere presenti, dal quale è possibile evincere anche il loro stato di conservazione più aggiornato. Tutte queste informazioni, pubblicate o inedite che siano, confluiscono all’interno delle schede delle opere collocate alla fine del capitolo e ordinate in maniera cronologica. Le schede seguono le tre tappe principali dell’esistenza dell’Art Park: opere collocate dalla fondazione fino al 2001; opere rimosse dal collezionista attorno al 2001 perché non specificamente realizzate per Verzegnis; ed infine opere realizzate dal 2002 al 2009 a seguito della cessione di una parte della collezione ai Musei di Stato. Ciascuna scheda contiene le specifiche riguardanti: data e autore, titolo, dimensioni, materiali, provenienza, note (descrizione, stato di conservazione, eventuali riferimenti al catalogo ragionato dell’artista), eventuale versione o attuale collocazione - qualora diversa da Verzegnis -, e quindi l’indicazione delle pubblicazioni, immagini dell’opera ed eventualmente del modello.