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Metodologia applicata all’analisi delle esposizion

A 1.1982-90: Bruce Nauman

C: Opere realizzate a Verzegnis dal 2002 al

3.1. Metodologia applicata all’analisi delle esposizion

Come è stato sottolineato nel capitolo precedente, il progetto dell’Art Park di Verzegnis rappresenta il primo tentativo da parte di Marzona in direzione di un’apertura della propria collezione al pubblico, sia esso locale o giunto appositamente, specialista o appassionato di arte contemporanea. Parallelamente agli interventi monumentali collocati nello spazio pubblico del prato al centro di Verzegnis, e proprio a partire dagli anni Novanta del Novecento, il collezionista inizia ad impegnarsi anche sul versante delle esposizioni presso istituzioni pubbliche: a Bielefeld nel 1990, a Vienna nel 1995, a Tolmezzo 1997 e nel 2000, a Roma nel 2000, nuovamente a Bielefeld nel 2001 per tornare infine a Villa Manin, in Friuli, nel 2001. Questo capitolo è dedicato appunto all’analisi di queste occasioni ufficiali, fondamentali tanto dalla prospettiva del riconoscimento della collezione da parte del pubblico, quanto della strategia del collezionista. Esse rispecchiano, infatti, la volontà e gli sforzi intrapresi da Marzona per operare in parallelo sia in Italia, sia in Germania e Austria per lasciare una traccia in entrambe queste nazioni ma anche la base per una collocazione istituzionale della collezione.

Il bilinguismo culturale del collezionista risulta essere da una parte un tributo alle origini italiane - come è stato affrontato nel secondo capitolo, attraverso

questa tendenza, le esposizioni sono state suddivise all’interno del capitolo in maniera topografica tra area tedesca e area italiana.

Le mostre rivestono un’importanza non trascurabile anche a causa del coinvolgimento diretto di Marzona: questo dato le rende irripetibili da una prospettiva storica. All’interno dei cataloghi, che rappresentano le fonti primarie per questo tipo di narrazione, insieme alle fotografie degli allestimenti e alle planimetrie, il nome del collezionista viene infatti inserito tra i curatori. Ad un primo sguardo questo trattamento potrebbe essere letto come una prassi onorifica, riservata in questo tipo di occasioni al collezionista che concede la visione e l’utilizzo delle opere da lui possedute. L’inclusione del nome del collezionista tra gli ideatori dell’evento in realtà, considerata la notevole esperienza di Marzona nel campo dell’editoria e del lavoro a stretto contatto con gli artisti, spinge ad ipotizzare che il suo ruolo sia stato effettivamente alquanto attivo nel corso delle fasi decisionali ed organizzative.

Troveranno spazio in questo capitolo in particolare le mostre della collezione organizzate prima del 2002 - ovvero prima della musealizzazione di una parte della stessa presso i Musei di Stato di Berlino - in quanto esse identificano le scelte del collezionista verso un riconoscimento istituzionale della sua raccolta. Marzona, attorno al 2000, intensifica l’attività espositiva sul doppio fronte tedesco e italiano, questo tipo di impegno suggerisce un’intenzione volta a cercare una cornice istituzionale per la propria collezione, manovra quantomai comune ai collezionisti privati.140

La modalità della schedatura cronologica delle mostre141è stata scelta in quanto permette di uniformare i dati e pure di presentare tutti i dettagli riguardanti ciascuna di esse - ad esempio un elenco esaustivo di tutte le opere esposte di volta in volta -, quindi si rivela un utile strumento volto all’evidenziazione dei tratti salienti, dei dati ricorrenti come anche di significative differenze in materia di

140 Si rimanda nello specifico alle dichiarazioni di Giuseppe Panza di Biumo, nelle quali il

collezionista passa in rassegna le varie istituzioni italiane ed internazionali e i vari tentativi di donazione, commodato, vendita. Si veda Ricordi di un collezionista, Jaca Book, Milano 2006, pp.284-322

141 Ciascuna scheda è nominata utilizzando la città nella quale è stata organizzata e l’anno. Ad es.

Bielefeld 1990 è relativa alla mostra organizzata a Bielefeld nel 1990. Nelle note a seguire, in caso venga fatto riferimento ad una scheda essa verrà nominata nello stesso modo in cui si trova nell’allegato corrispondente.

presentazione della collezione. La schedatura è avvenuta per tutte le mostre tra il 1990 ed il 2010, anno in cui è iniziata la stesura di questo testo; anche se in questo capitolo si analizzeranno, come è stato sottolineato, quelle organizzate fino al 2001 compreso142. Chiaramente le schede saranno passibili di futuri aggiornamenti ed implementazioni, insieme ai dati ed al futuro destino delle opere in prestito a lungo termine e quelle ancora in possesso di Marzona; inoltre egli risulta ancora attivo sul fronte dell’organizzazione di mostre anche indipendenti da Berlino e dai suoi musei.

In ciascuna scheda sono distinguibili sostanzialmente due parti. La prima è di tipo informativo: contiene dati relativi al titolo, ai curatori, all’intervallo cronologico all’interno del quale era aperta al pubblico, al luogo che l’ha ospitata, alla tipologia di mostra - collettiva, tematica o retrospettiva - , infine alla segnalazione dell’esistenza o meno di un catalogo o di altra forma di documentazione anche audiovisiva. In merito alle pubblicazioni di accompagnamento all’evento, è stata indicata la casa editrice, le lingue in cui sono stati tradotti i testi, e l’elenco puntuale degli stessi, corredato dall’indicazione dell’autore, del titolo e del numero di pagine. La seconda parte è invece dedicata interamente alle opere che erano esposte, raggruppate per autore - indicandone titolo e anno di realizzazione.143 Si ritiene che le esposizioni, in particolare quelle che beneficiano della presenza del collezionista e quelle, come nei casi che verranno discussi in questo capitolo, organizzate a cavallo del passaggio dalla dimensione privata della collezione verso la dimensione pubblica di controllo da parte di un museo, siano oltremodo importanti ai fini dell’analisi analisi del caso studio scelto.