3. Canti di matrimonio
3.2. Canti di matrimonio della famiglia dello sposo
I canti solitamente eseguiti dalla famiglia dello sposo, al suo arrivo presso la casa paterna con la sposa, hanno di norma un carattere lieto e festoso. Il sentimento di gioia è dato dal ritorno del figlio con il nuovo status di uomo: il matrimonio, in quanto atto che segna la fondazione di una nuova famiglia della quale egli sarà a capo, trasforma il ragazzo in uomo. La felicità si esplicita anche nell’accoglienza alla sposa, della quale viene generalmente lodata la bellezza: non si ritrova quindi, per lo meno nei canti che testimoniano questo momento, la diffidenza e finanche la malignità che la famiglia della sposa le aveva preannunciato. L’arrivo dello sposo è una circostanza gaia, eventuali dissapori e problemi con il nuovo membro della famiglia emergeranno in un secondo momento.
Il canto che è stato scelto tra i vari eseguiti dalla famiglia dello sposo presenta la particolarità della parte corale eseguita in yodel (kuhugura).
Il coro in yodel è ricorrente anche in diversi brani documentati in Bunyoro da Wachsmann522 e Tracey.523 Come si è rilevato nel Captiolo II, lo yodel sembra essere un tratto vocale peculiare del canto responsoriale iru e, sia nelle registrazioni storiche che nella documentazione da me realizzata sul campo, è testimoniato soltanto in Bunyoro. Da quanto riportato dagli informatori, tale stile vocale era utlizzato soprattutto dalle donne, ciò trova parziale conferma nel fatto che nella documentazione di Wachsmann e Tracey siano soprattutto voci femminili a realizzarlo.
Tranne nel caso dei brani solistici accompagnati dall’arpa arcuata, nelle registrazioni storiche lo yodel è utilizzato nella parte corale in brani che si prestano alla danza (runyege,
iguulya, ecc.). In passato, infatti, parte dei canti eseguiti dalla parte dello sposo, connotati
dai sentimenti di gioia ed entusiasmo nell’accogliere il figlio divenuto uomo, sfociava nella danza per festeggiare l’evento. Per questo motivo, vi è una parziale sovrapposizione tra canti per runyege e una sezione specifica di canti per matrimonio.
Gli esecutori del canto qui presentato sono, come nel brano precedente, Korotirida Matama (solista), Aberi Bitamazire (coro) [DVD, traccia n. 10].524
522
Registrazioni effettuate nel 1954 a Mbogwe: si tratta di brani responsoriali per danza (Ensolima ikaija
n'Abajungu, Mukunge mulise, Ayarungire abakazi kakarunga, Mukunge Stefano, Kahara niwe ow'omuyaga);
senza considerare le registrazione effettuate da Wachsmann presso la comunità gungu, stanziata sulle rive del Lago Alberto.
523 Registrazioni effettuate nel 1950 a Hoima: brani responsonali per danza (Obundiba ntazaire) o di canti a
voce sola, con l’accompagnamento dell’arpa arcuata kidongo (Amarwa tinganywa, Omukungu nakanyagwe,
Ekyoma kyabora, Rwakyesiga ensolima, Kigara kyamsiriba). Sempre nel 1950 nel distretto di Hoima, altri brani
responsoriali per danza (Ayahangiri abakazi, Mukunge Stefano, Kahara niwe ow’omuyaga, Muli baripiya,
Kaburora akaiba muhogo).
176
Figura 22. Trascrizione del canto Kamutwaire eseguito da Korotirida Matama (solista) e da Aberi Bitamazire (coro). Registrazione effettuata a Muuro (Bunyoro settentrionale), il 29/06/2010 [DVD, traccia n. 10].
177
Nella trascrizione sono riportati i primi quattro versi solistici e le relative parti corali. Il canto è in forma responsoriale. L’attacco del brano è incerto, probabilmente per la difficoltà della solista di gestire l’abbondanza di sillabe del primo verso, che risulta leggermente sfasato metricamente. Al riapparire di questo verso durante il canto (parte non trascritta) si ha di nuovo un attacco in levare (ossia il verso solistico inizia in anticipo per gestire l’eccedenza di sillabe), ma la scansione metrica risulta regolare. La solista, Korotirida Matama, esegue anche la prima parte corale, Aberi Bitamazire si unisce a lei soltanto nella coda dal primo verso corale.
Nella parte corale si nota l’utilizzo di vocali differenti (i ed e) che facilitano il passaggio tra i due diversi registri vocali coinvolti nell’esecuzione di questo particolare stile: la e per il registro di petto e la i per quello di testa.525 In questa parte in yodel, vi sono diversi passaggi in glissato, numerosi soprattutto nella sezione intonata di petto. Il simbolo di glissato utilizzato per la prima nota lunga intonata di testa (b. 4, 12, 20, ecc.) vuole indicare che il suono cresce progressivamente da Fa# a Sol, che è la nota che si afferma stabilmente nel corso del canto.
L’argomento del canto è la lode dello sposo e l’esaltazione del fatto che egli sia tornato a casa con una moglie. Di seguito si riporta il testo verbale:
S- Kamutwaire kamutwaire l’ha presa, l’ha presa/portata
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akoojo k’eidinda il ragazzo tonante (in buona salute)
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana kamutwaire Il figlio l’ha portata
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akaana k’eisomero il bimbo della scuola (istruito)
C- Eeeyi ee yeea [yodel]
S- Kamutwaire kamutwaire l’ha presa, l’ha presa/portata
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Ogende n’oseera vai e cerca
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana kamutwaire Il figlio l’ha portata
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akoojo k’eisomero Il ragazzo della scuola
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akaana k’eisomero il bimbo della scuola
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akoojo k’eidinda il ragazzo tonante
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Webaale murungi grazie, buono
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Webaale okwija benvenuta!
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Nti webaale omurungi grazie, buona/bella
525 L
178
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Olesere omwana hai preso una bimba
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana w’engonzi una bimba dell’amore
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Acumbege n’alya prepara e mangia
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana wange ogwo quel mio figlio
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana bw’agenda quando il bimbo va
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Omwana kamboine il bimbo ha visto
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Kamutwaire kamutwaire l’ha presa, l’ha presa/portata
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akoojo k’eidinda Il ragazzo tonante
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Akaana k’eisomero Il bimbo della scuola
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Nsimire omurungi ho apprezzato la bella
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Olesere omwana ha portato una bimba
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Acumbege nindya prepara e mangio
C- Eeeyi ee yea [yodel]
S- Owebaale murungi grazie buona
Secondo quanto riportato dagli esecutori, questo canto è solitamente usato dalla famiglia dello sposo al suo ritorno nella casa paterna, lodando lil giovane (talvolta anche esagerando sulle sue virtù), oppure al momento in cui la sposa lascia la propria casa, per ringraziare la sua famiglia della sposa che è stata data loro e sottolineare che anche lo sposo è un ‘buon partito’. In tempi più recenti, questo canto è stato riutilizzato per il suo generico contenuto gioioso come canto di ringraziamento insegnato anche ai bambini.
La gioia della famiglia dello sposo è dovuta soprattutto al fatto che il figlio, tornando a casa con una moglie, è divenuto un uomo. Come avviene un cambiamento di status per la sposa, così è per lo sposo. Il matrimonio permette ad un giovane di raggiungere la condizione di uomo adulto in quanto avere una moglie significa avere una famiglia e una casa propria, ossia una ka, il concetto nyoro che racchiude l’idea dell’identità del nucleo familiare e dell’abitazione in cui si risiede.
La condizione di scapolo è tradizionalmente considerata deprecabile: a questo proposito vale la pena citare due proverbi riportati da Margaret B. Davis: Okwikara busa oswera
okujuma ‘piuttosto che restare scapolo sposa una donna irrispettosa’. Una donna che non
mostra deferenza verso un uomo è considerata indesiderabile, poiché quasi manca di una delle caratteristiche essenziali dell’essere donna, la subalternità al marito; eppure una donna di tal sorta è preferibile alla condizione di scapolo (muhuuru). Secondo John Beattie, infatti:
179
«Banyoro are quite explicit about the ideal wife’s virtues, among the most valued of which are subsiveness. In theory at any rate, good character is preferred to physical beauty.» L’altro proverbio riportato da Davis, mette invece in luce la solitudine della vita dell’uomo solo e al contempo evidenzia la necessità dall’avere accanto una donna che svolge le proprie mansioni: Ey’muhuuru tegira mucwe: ‘la carne dello scapolo non ha la salsa’: non ha una donna che gliela cucini e quindi la sua vita (non solo dal punto di vista umano, ma più ancora da quello sociale) è incompleta.526
Come avviene per la sposa, l’essere uomo trova una piena realizzazione, dopo il matrimonio, nella generazione di una prole: tuttavia, a differenza della donna, per un marito non vi è un sostanziale cambiamento del rapporto con la propria famiglia in seguito alla procreazione. Si tratta piuttosto di un riconoscimento sociale, della sanzione dello status di uomo in quanto nyineka, ossia padrone della casa e della famiglia, il che significa avere alle proprie dipendenze una moglie e dei figli.
526 D
180