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La ricerca presentata si inserisce nell’ambito degli studi interessati all’analisi dell’ambiente comunicativo e linguistico offerto ai bambini con ritardo o disturbo specifico del linguaggio in età prescolare. Si è scelto di esaminare la conversazione di questi bambini con le loro madri durante l’attività di lettura congiunta, per le potenzialità promozionali di questo contesto a favore dello sviluppo linguistico infantile (Crain-Thoreson, Dale, 1999; Crowe, Norris, Hoffman, 2000).

Questo lavoro è guidato da una prospettiva teorica interazionista che sottolinea la bidirezionalità dell’influenza tra i comportamenti materni e quelli del bambino (Holland, 1995) e, dunque, che considera l’ambiente comunicativo co-costruito dai partner (Vander Woude, 1998; Yaden, 2003).

In quest’ottica, sono stati utilizzati due gruppi di confronto incrociati per verificare l’influenza della competenza linguistica infantile sulle caratteristiche dell’input materno. Con i primi due obiettivi è stato verificato se le caratteristiche strutturali delle produzioni linguistiche e le modalità di riparazione correttive delle madri di bambini con R/DSL si differenziano in modo significativo rispetto alle madri dei bambini con sviluppo linguistico tipico. Questa prima parte del lavoro intendeva approfondire il quadro delle caratteristiche della conversazione madre-bambino con R/DSL, anche in relazione alla scarsità di lavori italiani in merito. In accordo con l’ipotesi del feedback linguistico come determinante degli aggiustamenti conversazionali materni (Cross et al., 1985), le madri dei bambini con R/DSL mostrano differenze negli aspetti indagati solo rispetto alle madri del gruppo di confronto con i bambini della stessa età. Nello specifico, le madri del gruppo target, producono piú enunciati al minuto, riparano di piú le risposte infantili (in particolare gli aspetti strutturali) e utilizzano piú riparazioni supportive che esplicitano la risposta attesa, in accordo con le analisi descrittive di van Kleeck e Vander Woude (1999). Questi dati documentano che le strategie materne utilizzate per riparare le risposte dei bambini con R/DSL nelle sequenze

“domanda -risposta -valutazione” sono simili a quelle utilizzate dalle madri dei bambini piú piccoli, suggerendo che si tratti di un aggiustamento delle madri in relazione al livello linguistico posseduto dai bambini. A conferma dell’influenza delle competenze comunicativo-linguistiche dei bambini sulle caratteristiche delle riparazioni materne, emerge che i bambini con R/DSL (come i

bambini appaiati per LMEp) producono un numero elevato di risposte inadeguate, differenziandosi in modo significativo rispetto ai bambini del gruppo cronologico.

Tuttavia, poichè in letteratura si dibatte circa l’efficacia degli adattamenti materni per sostenere lo sviluppo linguistico del bambino (Nelson e Welsh, 1998; Leonard, 1998; Yoder, Davies, 1990), il terzo obiettivo è finalizzato a esaminare l’efficacia delle strategie riparative materne emerse. In particolare, alla luce del dato che il coinvolgimento attivo durante la lettura congiunta favorisce l’acquisizione linguistica dei bambini (Crowe, Norris, Hoffman, 2000; Scarborough & Dobrich, 1994; Whitehurst, Falco et al., 1988), la ricerca ha indagato se le riparazioni utilizzate dalle madri siano efficaci per sostenere in tempo reale la partecipazione attiva e adeguata dei bambini con R/DSL all’interno delle sequenze esaminate “domanda-risposta-valutazione”. L’analisi delle contingenze interattive significative tra le riparazioni materne e le risposte infantili rivela in modo chiaro che le riparazioni dirette sono le uniche che sollecitano in modo significativo la produzione di risposte appropriate da parte dei bambini con R/DSL. Dunque, l’utilizzo di riparazioni che contengono la risposta attesa non è per queste 10 diadi una “sovracompensazione” genitoriale che ostacola la partecipazione infantile (Leonard, 1998), ma è una strategia funzionale a sostenere il coinvolgimento del bambino. In accordo con i dati di van Kleeck e Vander Woude (1999) l’esplicitazione della risposta attesa fornisce ai bambini con R/DSL l’opportunità di produrre una risposta corretta su imitazione spontanea e dunque di partecipare con un ruolo attivo alla lettura congiunta. Questi dati confermano le ipotesi (Girolametto, 1995; Girolametto et al., 1996; Vander Woude e Barton, 2003) che, in riferimento anche ad altri aspetti delle caratteristiche comunicative materne, le madri utilizzano con i loro bambini con R/DSL delle strategie conversazionali

“adattive” funzionali a stimolarne la partecipazione durante la conversazione.

Il numero esiguo di diadi coinvolte suggerisce di considerare questi risultati in termini esplorativi, che necessitano di essere confermati da altri studi. Tuttavia, sono dati empirici esplorativi importanti, perchè in letteratura sono ancora pochi gli studi che hanno indagato l’efficacia degli aggiustamenti conversazionali materni nel promuovere lo sviluppo comunicativo e linguistico dei bambini con ritardo o disturbo specifico del linguaggio (Yoder, Davies, 1990). Da un punto di

scarsa efficacia di quelle indirette) possono essere un punto di partenza per ulteriori indagini finalizzate ad arricchire i percorsi formativi rivolti ai genitori dei bambini con R/DSL. A riguardo di recente si stanno sviluppando interventi per sostenere l’utilizzo di strategie conversazionali efficaci durante l’attività di gioco e di lettura congiunta con bambini con ritardo o disturbo di linguaggio (Bonifacio, Stefani, 2004; Crowe, Norris, Hoffman, 2004).L’osservazione delle sequenze conversazionali spontanee durante la lettura congiunta, ha rivelato la funzionalità in tempo reale delle riparazioni materne di tipo diretto nel sollecitare la partecipazione del bambino in seguito ad una risposta assente o inadeguata. Poichè questi bambini producono molte risposte inadeguate e assenti (Hutcheson, Conti,Ramsden, 1992; Sulzby, Kaderavek, 1996) i risultati di questo lavoro possono diventare indicazioni importanti per i genitori e gli educatori. Del resto, la natura giocosa dell’attività di lettura congiunta rende questo contesto motivante e ottimale per un intervento riabilitativo parallelo all’attività logopedica mirata; in proposito un recente studio mostra che i bambini con DSL parlano di piú con i logopedisti e producono frasi piú lunghe durante la conversazione spontanea piuttosto che durante le sessioni di riabilitazione mirata (Barbro, Hansson, Nettelbladt, 2007). Sempre piú spesso si sottolinea l’importanza di fornire ai bambini con disturbo linguistico contesti di apprendimento naturali, nel rispetto della lingua come veicolo comunicativo di contenuti, emozioni e affetti.

Infine, in linea con una direzione di ricerca recente (Hammett L., van Kleeck A., Huberty, C. J., 2003; Tsybina, Girolametto, Weitzman, Greenberg, 2006), i risultati di questo lavoro suggeriscono che le strategie che sono efficaci per i bambini con sviluppo linguistico tipico, possono rivelarsi non sufficienti o non adatte a sostenere i bambini con un percorso di apprendimento linguistico specifico. Come indicazione per lavori futuri, emerge l’importanza di considerare il ruolo attivo del bambino nel percorso di apprendimento e di come le competenze di cui è in possesso modificano la sua possibilità di accedere agli aiuti forniti dall’adulto. Questa prospettiva si rivela fondamentale per gli studi finalizzati a indagare le modalità interattive migliori per sostenere lo sviluppo comunicativo e linguistico dei bambini con percorsi specifici di sviluppo linguistico.