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Capellari favorisce la preconizzazione dei vescovi messican

Però mentre arrivava la sua ora, il Prefetto di propaganda dovette fare buon viso e cattivo gioco. Perché non fu soltanto Leone XII che nel concistoro che alla fine ebbe luogo il 15 dicembre nominò venti vicari apostolici: per Santiago Del Cile nominò mons. Vicuña; per Cuyo in Argentina il P. Justo M. del Oro O. P.; per Guayana in Venezuela Mons. Talavera; fino a che il nuovo pontefice Pio VIII, eletto il 31 marzo 1829 seguì esclusivamente quest’ultima politica accondiscendente del suo predecessore, che rispondeva soprattutto ai suoi precedenti come il cardinale Francisco Javier Castiglioni. Nel suo breve pontificato non scelse un solo vescovo a vita per le nuove repubbliche, affermando inoltre che l’istituzione di vicari apostolici corrispondeva meglio allo stato di instabilità nel quale si trovavano le sue incipienti democrazie171. La misura apparve in Argentina, dove lo stesso Presidente Viamonte chiese che li eleggesse, se non era possibile fare vescovi a vita; così furono scelti i restauratori dell’episcopato rioplatense, mons. Mariano Medrano a Buenos Aires, il 7 ottobre 1829 e mons. Benito Lazcano a Córdoba de Tucumán, alla fine d’ottobre 1830172.        170  Ivi, pos. 23.  171 ASV, AES, Messico, pos. 20, fasc. 581.  172 ASV, AES, Argentina, pos. 2, fasc. 13. 

Però contro questo compromesso della Santa Sede di fronte alle esigenze legittimiste di Madrid appoggiate dalla Russia, si alzò il gesto risoluto del Messico, rappresentato a Roma dal canonico Pablo Vásquez di Puebla, il quale dopo una lunga odissea per Bruxelles, Parigi e Firenze, andò a Roma il 30 giugno 1830. Il calvario delle sue pratiche con il cardinale Albani, segretario di Stato di Pio VIII, derivava dal fatto che Vásquez dal primo momento richiedesse vescovi a vita, non in partibus: senza questo requisito preferiva ritornare alla sua patria173.

La tenacità inflessibile con la quale Vásquez mantenne questa linea di condotta non si spiega unicamente con le sue disposizioni che, come ha notato Medina, non erano tanto taglienti né forzate. A questa contribuirono le relazioni confidenziali di P. Ildefonso Peña, gesuita messicano che da molti anni trattava intimamente con il cardinale Capellari e conosceva il suo punto vista sulla spinosa questione. Perché Capellari effettivamente sostenne una volta di più il suo vecchio criterio che i rispetti dovuti alla Spagna e alla «legittimità» si salvavano solo se la nomina di vescovi a vita si faceva motu

proprio, mentre la mera designazione di vicari con carattere episcopale non

salvaguardava sufficientemente il bene delle Chiese del Messico. Lo fece specialmente nella sessione di Affari straordinari del 17 agosto 1830, nella quale, oltre a ricordare le sue gestioni con Labrador, aggiunse l’esempio di Filippo IV, che nella rivoluzione del Portogallo aveva proposto la nomina di

      

vescovi residenziali motu proprio come la strada ovvia per guardare al bene delle anime, senza pregiudicare il proprio patronato. Riuscì a convincere i suoi colleghi Pacca e Albani che dessero per lo meno al Messico due vescovi a vita, nominando gli altri vicari apostolici174.

Però questa misura conciliativa non portò all’esito sperato. Contribuì certamente a ciò l’intransigenza immutabile di Vásquez che li voleva solo e tutti a vita, però si dovette soprattutto alla ferma risoluzione del papa di dare per il momento al Messico solo vescovi in partibus che salvassero il sacerdozio e l’amministrazione dei sacramenti, lasciando per un prossimo futuro lo stabilimento pieno della gerarchia ordinaria. Questo piano gli sembrava il più accettabile, infatti mentre da una parte badava alla necessità più urgente e perentoria, dall’altra concedeva un termine di respiro, non soltanto per attrarre il re cattolico ad una condiscendenza degna di tanto eccelso titolo, ma anche per sperare un maggiore consolidamento della politica messicana, inquieta e turbolenta nei nove anni della sua vita indipendente175.

È caratteristico per entrare nella mente del papa, tanto diversa in questo punto da quella del cardinale Capellari, che volle sapere l’opinione di mons. Capaccini, uno dei principali collaboratori del cardinale Consalvi nelle negoziazioni americane del 1822 e 1823. Fece in modo che la segreteria di

      

174 Ivi, pos. 9.  175 Ivi, pos. 10 

Stato gli scrivesse il 13 novembre 1830 a Londra dove per il momento si trovava, chiedendogli il suo parere su questa tanto delicata materia176.

La risposta di Capaccini, del 14 febbraio 1831, è posteriore alla morte di Pio VIII e pertanto non influì nelle decisioni di questi, però serve ad illuminare l’opposta concezione di Capellari177.

In essa ricorda Capaccini che il cardinale Consalvi scelse nel 1823 la soluzione dei vicari apostolici con carattere episcopale come l’unica accettabile «perché questo espediente conciliava tutti i riguardi». Pio VII l’accettò e la Spagna stessa non ebbe niente da opporvi. È vero che Leone XII si allontanò da questo espediente concedendo alla Colombia vescovi a vita. Però il risultato di questo passo nel quale lui – Capaccini – non ebbe nessuna parte, fu la rottura con la Spagna e l’invio a Roma di Labrador. Di qui sono nate le difficoltà successive, infatti se Leone XII non avesse dato alla Colombia quei vescovi titolari (a vita), il Messico non avrebbe motivo di esigerli allo stesso modo. Con i vicari apostolici di carattere episcopale si rimedia alla necessità religiosa. Se il Messico non li ammette sarà una prova che non chiede vescovi per soli motivi religiosi, ma per ragione preferibilmente politica, tanto più che l’istituzione di vicari apostolici è quella che più si adatta ai regimi instabili di transizione come sono attualmente quelli di quei territori, e con essi si obbligherà il governo messicano a dipendere di più dalla Santa Sede. Opinione tanto più interessante in quanto       

176 ASV, AES, America, pos. 14, fasc. 5.  177 Ivi, pos. 6. 

Capaccini dichiara che, anche se il recupero del Messico da parte della Spagna sarebbe meglio per la religione, non crede che si realizzerà: così pensano altre tante persone illuminate e dalle idee monarchiche e legittimiste178.

Come si vede, coincidevano perfettamente le idee di Capaccini e quelli di Pio VIII, un tempo cardinale Castiglioni, entrambi collaboratori e ammiratori di Consalvi. Di fatto, la ragione principale per la quale la Colombia e il Messico rifiutarono i vescovi in partibus e li esigettero a vita era più politica che religiosa: si trattava del prestigio sovrano dei nuovi Stati. Qui era il punto. Per questo precisamente il Re, si opponeva tenacemente ai residenziali179.