647 1643 gennaio 29, Cagliari (Parlamento)
Il sindaco di Bosa don Pietro Delitala, nel rimarcare lo stato di grave povertà in cui si trova la città a causa della sterilità delle annate e della guerra, tanto che molti suoi concittadini hanno perso per debiti tutti i loro averi, supplica al viceré, considerata la costante fedeltà con cui è stato servito il sovrano, la decretazione dei seguenti Capitoli:
1. Che alla città vengano conservati tutti i privilegi, grazie, garanzie e esenzioni ad essa concessi dai re d'Aragona: il viceré risponde che dovranno essere osservati i capitoli di Corte già decretati, con l'eliminazione di eventuali abusi.
2. Il re Alfonso il Magnanimo concesse alla città il privilegio di poter liberamente esportare dal suo porto qualsiasi tipo di merce, come grano, legumi ed altro, al pari del porto di Cagliari. Nel Parlamento Vivas la città, assieme a quella di Iglesias ed Orosei, veniva privata di tale privilegio, il che non solo ha prodotto un pesante rallentamento dei traffici commerciali; ma ha costretto i produttori ed i caricatori ad affrontare notevoli spese e gravi disagi. Si chiede quindi che tale privilegio venga nuovamente ad essa riconosciuto. Il viceré accoglie quanto supplicato, purché anche il sovrano si esprima in tal senso.
3. Si conceda alla città, per il suo stato di necessità, di poter immagazzinare ogni anno mille rasieri di frumento, acquistati al prezzo d'afforo fissato nella città di Cagliari, e, terminato l'insierro, di poter liberamente vendere il grano vecchio senza il pagamento dei diritti di sacca, al pari delle città di Cagliari ed Alghero, a compratori forestieri o naturali del Regno. Il viceré risponde che presenterà la richiesta al sovrano, pregandolo di concedere quanto supplicato.
4. Il fiume Temo, che scorre all'interno dell'abitato, insabbia l'imboccatura del porto, per cui i vascelli non possono liberamente attraccare. Si chiede, pertanto, che millecinquecento lire del donativo appena approvato vengano destinate alle opere portuali. Tale inconveniente, infatti, ha allontanato soprattutto la presenza delle coralline, il cui numero, in pochi anni, è sceso
da ottanta a circa quaranta unità, in quanto non possono essere messe al riparo nel porto. Dovendo stare a ridosso delle cale devono, infatti, affrontare il pericolo del mare e l'assalto dei corsari. Il viceré assicura il suo interessamento.
5. Poiché in caso di morte di notai; senza che lascino eredi che esercitino tale professione, gli atti ed i contratti notarili spesso vengono dispersi ed anche perduti, viene chiesto al viceré che alla città venga esteso il capitolo di Corte, di cui gode la città di Cagliari, per cui tali pubbliche scritture possano essere poste sotto il diretto controllo dei consiglieri o affidate ad altri notai. Agli eredi dovrà essere comunque assegnata la metà dei proventi derivanti dal rilascio delle copie degli atti. Il viceré accoglie la richiesta.
6. Che d'ora in avanti, come avviene per Cagliari, le scritture e gli atti pubblici registrati nella città, abbiano, sul piano del diritto, la preminenza su quelli rogati nelle ville circostanti, che sono quelle delle incontrade della Planargia di Bosa, del Montiferru e di Cabuabbas. E questo per evitare gli inconvenienti creati da notai e scrivani impreparati. Il viceré risponde che venga rispettato l'accostumato.
7. Che i consiglieri possano nominare un custode delle carceri della città, assicurandogli un salario, che dovrà essere pagato dagli stessi carcerati, e l'abitazione per sé e la sua famiglia nel castello della stessa. In tal modo i soldati potranno essere impiegati in altro servizio. Il viceré nell'accogliere la richiesta rimarca che la nomina del carceriere dovrà essere approvata dal potere regio.
8. Per evitare danni ai seminati, e quindi per incrementare l'agricoltura, in data 15 aprile del 1642, nella città si è tenuto un consiglio generale che ha stabilito la ripartizione delle terre destinate, a scadenza biennale, agli allevatori di bestiame ed agli agricoltori. Il territorio viene quindi suddiviso in due parti.. la prima comprende le terre di Marrargio, di Buturdoydu e le vidazzoni Noa e di Pira; la seconda le vidazzoni di Monte Crispo, di Molosa, di Su tipiri, di Benas, di Quimidri, di Piano, di Montiferru e di Campu de Mare. Si chiede, quindi, al viceré di approvare tale ripartizione, e questi accoglie quanto supplicato.
9. La città gode dell'amministrazione di numerosi diritti e tributi che le assicurano un reddito pari a circa quattromila reali l'anno, e che le consentono di far fronte ai debiti ed ai censi a suo carico. Da qualche anno questi vengono appaltati per soli duemila reali. Chiede pertanto che
l'esazione di tali diritti non possa essere appaltata, in quanto la città viene ad essere privata di una entrata consistente, indispensabile per soddisfare i creditori. Il viceré accoglie l'istanza.
10. Per negligenza dei proprietari il bestiame, come cavalli e buoi, arreca gravi danni ai seminati ed alle vigne, causando notevoli perdite. Pertanto i responsabili, una volta che gli si è accusato il danno, siano obbligati a rifonderlo subito e non al momento del raccolto, in quanto il valore del danno tende ad aumentare. Il viceré accoglie quanto supplicato.
11.Le mura della città sono rovinate in più punti per cui è indispensabile procedere alla loro riparazione. I corsari della Berberia e le galere di Biserta frequentano infatti questi litorali, causando gravi danni. Il viceré assicura il suo intervento perché la città venga protetta da eventuali invasioni.
12.11 castello della città, che in caso di invasione di nemici e di corsari può ospitare tutta la popolazione, per la sua vetustà risulta rovinato in più parti.
Poiché è l'unica difesa della stessa si chiede che vengano eseguite le riparazioni del caso e che venga armato con dodici pezzi di artiglieria, compresi gli otto già presenti Il viceré assicura il suo intervento.
13.La torre, o fortezza del porto, si trova isolata ed è difficile poterla raggiungere in caso di invasione di nemici, tanto più che può essere privata dell'acqua raccolta nella cisterna, che ha uno sportello esterno. È necessario quindi che l'accesso a questa venga costruito all'interno della stessa torre. Il viceré accoglie quanto richiesto.
14. La torre del porto è molto isolata rispetto alla città. Perché possa assolvere a compiti di difesa della stessa è indispensabile che venga dotata di armi e munizioni, cioè di ventiquattro moschetti, altrettanti archibugi e granate. Il viceré accoglie quanto supplicato.
15.Da alcuni anni nell'assegnazione degli impieghi della città si verificano irregolarità. È necessario pertanto che prima di procedere all'insaccolazione vengano presi in esame i capitoli di Corte decretati. Spetterà al governatore accertare abusi e quindi destituire coloro che sono stati eletti senza i requisiti previsti dalle leggi del Regno. Chi non rispetta la normativa dovrà essere multato con una penale di duecento ducati, applicabili alla riparazione del castello e della torre della città. Il viceré richiama il rigoroso rispetto dei capitoli di Corte.
(Capitols de Bosa c. 576 original
ja estan dats)1°2
Illustrissimo y excellentissimo sefior lugarteniente y capitan generai, presidente en el real generai Parlamento.
Don Pedro Delitala, sindico de la illustre y magnifica ciudad de B[osa] en el real y generai Parlamento que vuestra excellencia celebra en nombre de su [magestad]
dize a vuestra excellencia que las guerras y esterelidades de tantos afios co[n]tinuos han reducido a tanta pobresa y necessidad la dicha giuda[d] de Bosa que no solo no se alla poderosa para acudir a servir a [su] magestad y deffenderse en las ocasiones que se offregieren de en[emigos] ni menos para sustentar las cosas del culto divino y f[orma] de siudad que a no ser la Matta fidelidad de sus vassallos y moradores que han acudido mientras han podid [o] con sus proprias hasiendas y ha muchos annos hubier[an] serrado las puertas de dicha giudad particolarmente [porque] ademas de no valerse los derechos se han apoderado d.e[llos] los acrehedores en tanta manera que en esta o[cassion] de las Cortes y generai Parlamento siendo que usara de su acostumbrada clementia, immitando a sus serenissimos pr[ogeni]tores, es fuerga acudir al reparo porque no llegue un[a] plaga tan importante a su real servissio y a la conser[vasion] de dicho remo a perderse en tiempos que todas las giud[ades] estan tan amenassadas de dichos enemigos y assi porque estos da[gnos] no sugedan antes se reparen y porque puedan sus fieles vassall[os] continuar en la fidelídad que siempre han obstentado [en] todas las ocasiones que se han offregiclo, supplica a vuestra excellencia [humil]mente se sirva proveher y decretar las cosas siguentes.
1. (Que a la ciudad de Bosa conserve todas las mercedes, gracias, prorrogativas, preheminencias de exempciones y capítulos de corte et alias, tanto los que estan en viridi observancia como los que han dejado de observancia.)1°3
1. Primeramente suplica a vuestra excellencia en nombre de [dicha] [illustre y magnifica ciudad de Bosa en nombre de su magestad se sirva decretar] 104 / que a c. 576v.
dicha Qiudad se le conserve todas las mercedes, gracias y exemptiones, porrogativas, prehemínentias, costumbres que los serenissimos reyes de Aragon le han congedido y confirmado juntamente con capitulos de corte et alias tanto los que estan en viridi observancía como tanbien los que han dexado de observar o por descuidoso negligentia, o vero per qualquier otra cosa, porque de haver dexado la observancia
1°2 Lo scrivano annota nella c. 576, in alto a margine: "Capitols de Bosa original ja estati dats".
103 Annotazione a margine, che costituisce un breve riassunto del capitolo al quale si riferisce.
104 L'intera frase è ricavata dal testo barcellonese perché ormai invisibile in quello cagliaritano.
de muchos privilegios han resultado notables datios a dicha giudad y ha sido una de las causas de dicha pobresa.
que se li guarden y observen los dits capitols decretats, llevat tot abus.
Don Montserratus Vacca secretarius
2. (Que se execute el real privilegio del rey don Alfonso, que tenga dicha ciudad el puerto, embarcando y desembarcando qualesquier mercaderias, trigos, legumbres y demas coses en la forma que lo tiene la giudad de Caller y de esto impedido informe governando don Juan Vives y con junta de los reales ministros de justkia y hazienda fue resuelto que era muy conveniente que dicha giudad tuviessa la execucion de dicho real privilegio y que a la de Iglesias que se le fue suspendido al mesmo tiempo a Bosa y a Orosei.)1°5
2. Otro supplica a vuestra excellencia que por espesial privilegio a dicha
concedido por el serenissimo rey don Alforko, pueden tener puerto enbarcando y desenbarcando qualesquier mercadurias, trigos, legumbres y demas cosas en la forma que lo tiene la illustre ciudad de Caller y demas que lo tienen del remo que a causa de no tener la exempcion de dicho puerto han resultado notables daflos y perdidas no solo en perjudissio de su magestad, pero tambien de dicha giudad y sus fieles c. 577 [naturales y habitadores pues] [con] esto se ha suspen[dido] / el comercio y negossio por los trabajos y desinos y gastos que tienen los vaxeles de cargar en una parte y descarregar en otra para remesurar y suppuesto que en dicha ciudad de Bosa hai ministros del real patrimonio como en los demas que son personas abiles y sufficientes zelosos del servissio de su magestad, supplica a vuestra excellencia mande que se le permitta a dicha giudad la exempcion de dicho puerto, pues consta a vuestra excellencia que su magestad mando por una real carta del excellentissimo don Juan Vivas, virrey era d.esto remo, que le informasse con intervension de los ministros de justissia y hasienda y, haviendo juntado su excellencia ambos consejos, resolvieron que era muy combeniente que dicha giudad tuviesse la exempcion de dicho puerto y al presente le tiene vuestra excellencia dicha carta de informe, no obstante esso suplica a vuestra excellencia mande se le observe y guarde dicho su privilegio, permitiendole la exempcion dicha dexandole embarcar todo lo dicho sin pendentia de remedir en la ciudad de Algu[er], pues en ningun tiempo como este conviene aten[der] al benefissio del patrimonio de su magestad y de sus ciuda[des], pues no haze perjuissio el tenelle a ninguna de las ciuda[des] del remo y a la del Alguer no le haze benefissio el remedir solo [a] los ministros que asisten a esto, supplica mui humilmente dicho sindíco a vuestra excellencia pues en las Cortes que selebro el excellentissimo marques de Baiona se consedío a la ciudad de Iglesias que se le fue susp[en]dido al mismo tiempo de la de Bosa y tanbie[n] a Orosei y no es
105 Annotazione a margine, che costituisce un breve riassunto del capitolo al quale si riferisce.
justo que todos los del re[ino] / le tengan y ella no pues acude al servissio de su c. 577v.
magestad con mucha finesa en todas ocasiones como las demas giudades del reino.
que per ser cosa molt justa se fassa com se suplica, mentres que sa magestat no ordenare altra cosa en contrari.
Vacca secretarius
3. (Que a dicha ciudad se conceda licencia y facultad de poder encerrar saltim una porcion de trigos de mil raseros y que aquellos se compren al precio del afforo y como sera afforado en la cíudad de Caller y que las villas de su [d]istricto tenian obigacion de traerlo a dicha giudad al mismo precio y que no puedan pretender mas y que, enserrada la porcion nueva, queda extraher la porcion vieja.)'°6
3. Otro supplica a vuestra excellencia que por ser dicha plassa de la giudad de Bosa segun se ha dicho tan inportante mande concedelle llicensia y facultade de poder enserrar una porgion de trigos saltim de mil raseres cada ano y que aquellos se compren al pregio del affor y en la forma que sera afforado en la Qiudad de Caller, con obligacion que todas las villas de su districto cada qual conforme su posibilidad tengan obligacion de traherle a dicha giudad al mismo pregio y que no puedan pretender mas y que estos mil razeres se tengan todo el ano enserrados para qualquier necessidad que huviere y de enemigos o de ambre y que el ano que no se vendiere y esmersasse en dicha plaga enserrando primero la nueba porsion pueda dicha giudad enbarcar la porsion vieja sin saca sino liberament en la forma que esta concedido a la de Caller y Alguer y es justo que la pobre giudad de Bosa gose d.esta preheminentia para poderse subllevar segun tanto dicha pobresa y tener a lo menos esta prevension [para] [re]sistir a la fuersa del enemigo y que no [quiriendolo]
embarcar [por quenta de] dicha giudad se pueda vend[re] [dicha porsion víeja] / con c. 578
la saca en benefficio de dicha giudad al pregio que pudiere consertar o con naturales o foresteros del reino y esto supplica.
que se representara a sa magestat la justifficassio ab que lo suplica per a que li fassa tota merced.
Vacca secretarius
4. (Que para reparar lo inconveniente que tiene dicha ciudad del rio, que es en el puerto de aquella, que de la porcion que le cabra en el nuevo servicio se gaste una partida hasta mil y quinientas libras para la fabrica de la boca de dicho rio o que sea del dinero de la aduana real de la dicha ciudad, distribuiendo una persona de satisfacion y sufficencia y gastando dicho dinero por mandatos.)1°7
106 Annotazione a margine, che costituisce un breve riassunto del capitolo al quale si riferisce.
107 Annotazione a margine, che costituisce un breve riassunto del capitolo al quale si riferisce.
4. Otrosi suplica a vuestra excellencia mande decretar en nombre de su magestad que se haya de reparar lo inconveniente que tiene la ciudad de Bosa del rio que es en el puerto de dicha ciudad y a donde se junta1°8 el estremo del (lumen o rio con la mar, que es tan grande que no solo dagniffica a los naturales y foresteros y comercio inmo es de notable davo al patrimonio de su magestad, porque el verano continuamente se sierra de arena en tanta forma que se passa de un cabo a otro a pianta seca, con ser aquell rio de los mas caudalosos que tenga este reino que o muelle de dicha giudad, que es distancia a dicha boca una milla y media navegable para conduhirlas
c. 578v. a los vaxeles que vienen a / a cargar al puerto de Bosa desembarcar el cargo los barcos que los llevan y bolver segunda ves a enbarcarlas sugede que por 'levar las mercadurias de quesos y de otro genero del enbarcadero sacando dichos barcos a fuerga de hombres en seco con mui grande davo de los mercadeles y mercadurias y sin estos datios el major es que como el rio no tiene salida causa notables enfermedades, que es la total oppinion se tiene en el reino que dicha ciudad sea malsana y si es en parte es d.esta falta ademas que se alcanca que en lo antiguo solian venir tien y sinquenta corallinas segun consta d.esto al patrimonio de su magestad en estos tiempos no vienen treinta o quarenta y este ano haviendo venido a pie de ochenta corallinas no ha quedado en dicha giudad sino sinquenta a causa que toda la semana estan fuera en el exergissio de su pesca de corales y suelen estar alla toda la semana por las calas y quando buelven que es fuerga se entren en dicho rio, pues es forgoso entren sus barcas a fuerga de hombres en seco buen trecho, porque de otro modo no pueden bivir para tomar sus biveres sin el notable pelígro de los corsarios y de la mar y esto redunda el notable davo del real patrimonio, porque cada una d.ellas sirve a su magestad por la libertat de la dicha pesca que le importa sinco ducados de onze reales por cada coralina y que los naturales no pueden tener el exicto de sus fructos que es el pan que se les da y vino y otras cosas necessarias, por ende mande vuestra excellencia que del dinero, que aquella 9iudad pagara a su magestad de la porcion le cupiere del nuevo servissio offregído, se gaste una partida asta mi' y quinientas libras para [levi antar la fabrica que hisiere menester para reparo
c. 579 [q]ue dicha [bocai / no se sierre y quede continuamente avierta y esto supplica mui humilmente o que sea del dinero de las rendas de la Aduana real de dicha giudad nombrando para este effecto una pergona de calidad y sufficientia para destribuhir dicho dinero gastando por mandatos de los tiníentes patrimoniales con quental°9 y ragon.
que sa excellencia lo manara regonexer y vist lo just necessari manara provehir lo degut remey.
Vacca secretarius
1" Nel testo barcellonese "se agunta".
109 Nel testo barcellonese "cuenta".
5. (Que en adelante que moriendo algun notano sin dejar hijo notati() pueda dicha ciudad hazer aprehencion de todos papeles eo escripturas publicas originalmente para que su secretario pueda dar sus copias a los contrahentes en la forma y de la manera que esta concedida a la ciudad de Caller, que es dando la mitad a los herederos del notano diffuncto, a que dichos herederos puedan vender dichas prisias publicas a otro notario.)110 5. Otrosi que por quanto sucedes graves danos tanto al bien comun como al particular de dicha ciudad en no allarse por la antiguidad de los tiempos las escrituras publicas de los contractos que se celebran y esto porque, muriendo los notarios, ban de en mano en mano las pricas y originales y las demas vezes se suelen perder, ocultar, romper aquellas, supplica dicho sindico mande vuestra excellencia que en adelante, muriendo algun notario sin dexar hijo tanbien notario, pueda dicha magnifica giudad hazer aprengion de todos sus papeles eo escrituras publicas originalmente, para que mediante su secretario aquel publico notano real pueda dar sus copias a los contraentes en la forma que conbiene, disponiendolo de la misma manera que esta concedido a la illustre ciudad de Caller, que es dando la mitat de los provechos a los erederos del diffunto notario o que aquellos los puedan vender dichas prisias o originales a qualquier otro
notario / que las quisiesse comprar del modo que pudieren entre ellos concertar. c. 579v que fassa com se suplica en conformitat de lo que se ha concedit a la giutat de Caller.
Vacca secretarius
6. (Que en adelante todos los auctos y escripturas publicas, que se hizieren en dicha giudad, gozen del privilegio de anterioridad y mejoria en derecho de todos los auctos que se hizieren en su districto, eo en las villas y lugares circumvesinos.)111
6. (Que en adelante todos los auctos y escripturas publicas, que se hizieren en dicha giudad, gozen del privilegio de anterioridad y mejoria en derecho de todos los auctos que se hizieren en su districto, eo en las villas y lugares circumvesinos.)111