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Delle azioni dell’uomo in quanto che sono giovevoli o nocive alla sanità

Importanza del moto

Chi studia i mezzi con cui la natura provvede alla vita dell’uomo s’ac-corge subito come l’aria, il nutrimento ed il moto sono i principali ministri ai quali essa commette il gran compito di tener sano l’organismo corporeo. Invero oltre agli organi respiratori e nutritori di cui si parlò, l’uomo ha gli organi della locomozione di cui qui dobbiamo occuparci.

La natura che ha dotato l’uomo di uno stupendo organismo da cui dipen-dono funzioni vitali meravigliose, gli concesse pure lo spazio indispensabile per esercitare gli organi della locomozione. Come l’uccello è fatto per muo-versi a suo piacere nell’aria, il pesce per guizzare liberamente nell’acqua, così l’uomo può percorrere a suo agio e dominare la terra. Senza ciò l’organismo

umano sarebbe ridotto allo stato di una macchina, che per quanto stupenda-mente congegnata, lasciandola a lungo inoperosa s’irruginisce, e al momento di servirsene, mal corrisponde al bisogno, laddove tenuta in continuo e mode-rato esercizio, funziona mirabilmente. [p. 102]

Il moto giova mirabilmente ad accrescere nel fanciullo forza e vigore:

e ciò perché egli ha ancora le membra deboli e il corpo non sufficientemente sviluppato.

Oltre a ciò il moto fa vigorose la respirazione e la circolazione del sangue, ne aumenta il calore alla superficie del corpo; i pori della pelle si allargano e per conseguenza più abbondante si fa la traspirazione e più abbondanti ne escono le materie escretizie, più vigoroso si fa il lavoro degli organi interni special-mente della digestione e più si esercitano e si sviluppano i muscoli ed i nervi, che perciò irrobustiscono la fibra dell’uomo. Col moto si aiuta a tramutare l’albumina degli elementi azotati in fibrina, e questa in muscoli che si esten-dono per le diverse parti del corpo, e, sotto la misteriosa direzione della vo-lontà agiscono producendo ogni operazione necessaria e conveniente alla vita.

Coll’esercizio le membra dell’uomo possono acquistare tal grado di agilità e di addestramento da far sbalordire. L’abile suonatore di pianoforte sa dare tale flessione alle proprie dita da padroneggiare l’istrumento onde trarre un diluvio di suoni diversi per ogni minuto: per l’esercizio quella mano che prima strin-geva rigidamente la penna fra le dita e con stento formava una lettera, acquista tale agilità da scorrere leggera sulla carta e tracciare moltissimi e svariati segni in pochi istanti, fino a tener dietro alla celerità del discorrere.

È certo che il moto nei fanciulli non va spinto al di là del ragionevole. Il modo migliore per misurare la quantità di moto [p. 103] che il loro corpo può sopportare è di attendere che si manifesti il sentimento di sazietà per l’esercizio ed il bisogno di riposo.

Traspirazione cutanea

La pelle fa due uffici: 1° serve di difesa ai nervi tattili e perciò va alquan-to indurita nel suo tessualquan-to per sottrarli dalla soverchia sensibilità degli agenti esterni. 2° è organo per mezzo del quale si effettua lo scambio dei prodotti interni del corpo con l’assorbimento dei principi che esso introduce dal di fuo-ri: merita perciò ed esige ogni cura perché sia mantenuta in uno stato da poter effettuare regolarmente queste due funzioni.

La cute effettua i fenomeni fisiologici di traspirazione, di trasudamento e di assorbimento per mezzo di un infinito numero di forellini o pori sparsi alla sua superficie. Da questi pori traspira continuamente una quantità di umori interni, i quali, quando vi rimanessero accumulati ed incrostati colla polvere

esteriore, turberebbero il processo delle funzioni vitali, e porrebbero a serio repentaglio la salute del corpo. Essendo questo scambio di materie altrettanto importante a mantenere la salute del corpo e l’armonia delle funzioni organi-che, di quanto lo sia quel che si effettua per mezzo degli organi interni, avviene che, se per qualche causa la traspirazione cutanea fosse interrotta in qualche parte del corpo, succederebbe uno sconcerto in tutto l’organismo umano.

Egli è perciò che a mantenere il corpo in uno stato di salute e di attività fisiologica è di somma importanza usare ogni cura affinché i pori della pelle si mantengano sempre aperti. [p. 104]

Una delle cause che fan chiudere temporariamente quei forellini sono le pomate, i cosmetici, gli unguenti, le polveri cipriche ecc., poi l’accumularsi di prodotti di vario genere, specialmente polvere o qualunque lordura caduta sul corpo umano, delle materie escrementizie della traspirazione sull’epidermide;

in una parola è la sporcizia.

Giova pertanto alla salute la pulizia, il lavarsi bene, il pettinarsi e il cam-biare a tempo le biancherie che toccano la pelle, perché la pulizia del corpo si ottiene bensì anche colla lavatura del corpo per mezzo dei bagni, ma più ancora col costante sfregamento, prodotto dal moto ordinario, delle biancherie sulla pelle, e moltissimo poi col moto più violento prodotto dalle grandi passeggiate e dai giuochi nelle ricreazioni, specialmente quando il corpo è in grande traspi-razione e in sudore.

La traspirazione cutanea è anche impedita, e allora molto violentemente e perciò con danno immenso per la sanità, quando molto trafelati si beve acqua fredda, oppure si sta fermi all’aria un po’ viva e specialmente all’aria fissa di qualche finestra o di qualche fessura o in una corrente d’aria: in tal caso potrebbe produrre una violenta polmonite. Quando si è sudati, bisogna porre ogni attenzione perché la traspirazione non venga violentemente impedita, anzi bisogna aiutarla finché a poco a poco cessi da sé.

Igiene dei nervi

Il nostro corpo è rivestito da più di 500 muscoli, ministri obbedienti della nostra volontà e fedeli strumenti [p. 105] dei nostri bisogni. Per essi noi portiamo alle labbra l’alimento e respingiamo lontano da noi ciò che può nuocerci; coi mu-scoli noi eseguiamo ogni lavoro manuale, dirigiamo i sensi, facciamo il sangue.

I muscoli per essere addestrati e forti han bisogno di molto esercizio. I me-dici constatano che noi nella vita civile ci muoviamo troppo poco, che avrem-mo bisogno di un esercizio più attivo e più frequente e don Bosco c’invitava coll’esempio e colle parole a fare anche lunghi viaggi a piedi per rinforzare la nostra fibra.

La prima e più diretta conseguenza dell’esercizio muscolare è di rendere più gagliardi e più grossi i muscoli che si esercitano: il facchino ha le braccia più robuste e più nerborute; chi viaggia a piedi ha i polpacci delle gambe più grossi e resistenti. Dove v’ha bisogno di molta forza noi troviamo molte e gros-se masgros-se muscolari. Un celebre igienista compreso dalla tanta utilità del moto sulla salute e sulla longevità, compendia tutta l’igiene in questo sol precetto:

Muovetevi molto e all’aria libera.

Le passeggiate all’aperta campagna, la marcia, la corsa, il giuoco della palla e del correre l’un dietro l’altro propri della puerizia, costituiscono un insieme svariatissimo di movimenti che potentemente contribuiscono a rinvi-gorire il sistema nervoso, a sviluppare le membra, a conferire ai muscoli agilità e destrezza. Oltre a ciò, la vivacità, il brio, la giovialità da cui sono animati queste passeggiate e questi giuochi, salutarmente influiscono sulla circolazione del sangue, sulla digestione, su tutte [p. 106] le funzioni della vita vegetativa e preservano l’organismo da quell’accidioso torpore, che sfibra e lo accascia, ed impediscono quell’alterazione e quel ristagno di umori, da cui germogliano gran copia di morbi.

E giova anche ad equilibrare il lavoro mentale che il fanciullo comincia a fare co’ suoi studi, ed a mettere la necessaria armonia tra l’attività della mente ed il riposo del corpo. Poiché è da notare attentamente, che arrivato il giovane ad un certo sviluppo della mente cominciano a trovar gusto negli studi a cui anche si è spinti alle volte con troppo vigore dai maestri o dai genitori o dal pensiero di un più abbondante prossimo guadagno. Or questa smodata appli-cazione pone assai volte a repentaglio la salute: il cervello si spossa sotto lo sforzo di uno studio che non conosce modo né misura ed il sistema nervoso ne può essere siffattamente soverchiato da risentirsene per tutta la vita. È allora che il giovanetto abbisogna più di svago, di gaiezza, di passeggiate: solo così restano equilibrate le forze fisiche e mentali.

L’avere pertanto cortile ampio ben esposto ed arieggiato in cui si possa correre e giuocare è un tesoro per un collegio.

Specialmente nel tempo della cresciuta alcune posizioni forzate per lungo tempo possono torcere la colonna vertebrale e con essa deformare tutto il cor-po: si addestrino pertanto i fanciulli a camminare diritti e a non stare in posizio-ni incomode e non naturali. Quelli che lavorano in qualche arte faticosa come i contadini, i minatori, i falegnami, i ferrai abbisognano poco d’altro moto; ma quelli che studiano, gl’impiegati e generalmente [p. 107] quelli che conducono vita sedentaria, trovano la vita nel moto.

I giuochi sedentari come quello della dama, delle carte, degli scacchi non sono giuochi da studenti. Valgono molto bene per gli operai e commercianti ed esercenti i quali stanchi dalla troppa fatica corporea abbisognano di riposo del corpo e d’altronde non sono stanchi di mente. Coloro che già stanno troppo

fermi per ufficio o che sforzano già troppo la mente con gli studi ne avrebbero danno.

Di grande utilità è il passeggio. Il camminare è uno degli esercizi più ge-nerali di tutta la muscolatura, e quindi dei più salubri, tanto più che veniamo a dare al polmone un’aria sempre nuova, cambiando di posto. L’esercizio della mente non è impedito dal passeggiare, anzi per molti serve a risvegliare ed ordinare meglio le idee. Cicerone lasciò scritto: Quidquid conficio aut cogito, in ambulationis fere tempore confero. Chi digerisce male o troppo lavora col cervello dovrebbe passeggiare di più.

La corsa conviene molto alla gioventù. Essa accelera assai la circolazione del sangue ed il respiro. Non conviene più tanto agli adulti ed a quei giovani che patiscono palpitazione di cuore o affanno di respiro. Questi devono, quan-do comincia la palpitazione, riposare, finché il tumulto di questi organi abbia cessato.

Il salto è esercizio faticoso e violento, scuote anche violentemente i visceri ed il cervello, ed esige la contrazione molto energica della più parte dei muscoli del corpo e specialmente [p. 108] degli estensori. È adunque da riservarsi alla gioventù cui può essere di gran vantaggio e non all’età matura. Gran precauzio-ne precauzio-nel salto è quella di poggiare fortemente precauzio-nel cadere la punta del piede e non il calcagno, e far flettere le membra inferiori.

Tra gli esercizi più igienici vi è il passeggio per le colline e per le monta-gne, arrampicandosi su pei burroni, perché in questo non vi è muscolo che non sia esercitato mentre l’esercizio non è troppo violento. Rinforzano anche tutto l’organismo, l’attingere acqua, zappar l’orto e specialmente lo spaccar legna.

Ginnastica

L’igiene propriamente detta serve a mantener sano il corpo: la ginnastica serve inoltre ad accrescere al corpo vigoria e robustezza.

Quando il nostro corpo languisce intormentito nell’immobilità e nell’iner-zia o le membra non sapessero muoversi agili e snelle per fare gl’interni voleri dello spirito, anche la salute ne patirebbe detrimento, come avviene nella vita oltremodo sedentaria, in cui la sospensione del moto muscolare rallenta la cir-colazione del sangue cagionando così mal essere e malattie.

Meno il giovane è maturo e più abbisogna di esercizio fisico. Essa è dun-que cosa contraria alla natura esigere che i giovani rimangono lungo tempo immobilmente assisi o nella medesima posizione.

Tutti i fanciulli, di cui non si comprima la vivacità con la violenza, si dànno senz’aiuto di alcuna lezione a vari esercizi di corpo, e più sono giovani e meno amano di rimaner [p. 109] tranquilli. Camminano, corrono, saltano,

s’arrampicano, sollevano pesi, li trascinano, lottano tra loro ecc. Questo indica il bisogno che per natura hanno di gran moto15 e di esercizi muscolari.

Quindi il fanciullo che nella prima età più degli altri sente il bisogno di rendere più robuste le sue membra ancora deboli e prive di svolgimento, sente anche più forte il bisogno di moto. Orbene: l’insieme di cotesti movimenti corporali, a fare i quali si è naturalmente spronati, e per fare i quali liberamente uno si determina, potrebbe chiamarsi ginnastica naturale.

L’uomo ha poi cercato di dare perfezionamento a questi esercizi e movi-menti di ginnastica naturale, specialmente con graduarli e coll’indicare regole perché producano maggior bene ai singoli membri del corpo, e per far evita-re gli inconvenienti che potevita-rebbero avvenievita-re; e questa è quella che chiamasi ginnastica metodica, o artificiale o ginnastica propriamente detta: essa si può definire: L’arte di accrescere robustezza al corpo per mezzo di graduati e con-venienti esercizi corporali.

Così intesa la ginnastica è veramente utile e porta al giovane vari van-taggi perché invero dona al corpo disinvoltura, sveltezza, grazia e dignità di portamento e specialmente cresce gagliardia e robustezza, sebbene è vero che questi medesimi effetti nei giovani si possano ottenere medesimamente con la ginnastica naturale. Anzi alla mobilità e leggerezza propria della puerizia meglio si confanno i movimenti spontanei e liberi composti insieme e diretti dalla virtù intuitiva della loro mente, che non [p. 110] i compassati e stretti da norme prestabilite. Dove è propriamente e grandemente utile la ginnastica pei bambini è nelle scuole.

Ginnastica nelle scuole

Per quanto riguarda la ginnastica nelle scuole; affinché essa riesca proprio conveniente ed utile, si possono tenere le seguenti avvertenze metodiche ed igieniche.

Avvertenze metodiche. Tutto 16 quanto l’insegnamento della ginnastica si divide in tre stadi: il primo corrisponde all’infanzia, cioè agli allievi degli asili infantili e delle scuole elementari inferiori; il secondo corrisponde alla pue-rizia, cioè agli allievi delle scuole elementari superiori; il terzo corrisponde all’adolescenza o giovinezza, cioè ai giovani che hanno già compito il corso elementare. Si hanno a notare due cose, l’una riguardo allo scopo, l’altra ri-guardo al tempo.

15 moto om B

16 ante Tutto add 1O)B

Nel primo stadio riguardo allo scopo si ha da aver di mira di ottener colla ginnastica un po’ di ordine e di allegria e un po’ di respirazione nella scolare-sca. Per riguardo al tempo si faccia l’insegnamento della ginnastica dopo un po’ di applicazione, dopo gli esercizi di scrittura, ogni qual volta si crede utile concedere un po’ di riposo.

Nel secondo stadio si deve mirare ad ottenere nell’esecuzione degli eserci-zi la precisione e la franchezza. Per riguardo al tempo, la leeserci-zione di ginnastica deve servire come di sollievo dopo una lunga applicazione intellettuale. La lezione deve essere giornaliera, non deve oltrepassare la mezz’ora e deve or-dinariamente andar divisa nelle tre parti seguenti: esercizi preparatori [p. 111], esercizi elementari di tutte le parti del corpo e ciò nella scuola stessa; esercizi di marcia, corsa, di passi ritmici nel cortile o giardino attiguo alla scuola ove ciò sia possibile. Gli esercizi ginnastici fra i banchi nelle scuole tra i fanciulli delle classi elementari non obbligano i giovani a troppo prolungata attenzione, e li dispone a star più attenti alle spiegazioni che seguiranno questi esercizi.

Nel terzo stadio oltre la ripetizione degli esercizi suindicati, si moltipli-cano gli esercizi coi manubri, col bastone e con vari altri attrezzi ginnici spe-cialmente le parallele e la sbarra fissa. Per ben riuscire il maestro ricordi queste altre avvertenze: a) non si mostri incerto nella scelta o nel comando dell’e-sercizio, al che gioverà prepararsi volta per volta la lezione; b) nello spiegare l’esercizio all’alunno sia chiaro ma breve, e ponendosi di fronte agli allievi eseguisca egli stesso l’esercizio; c) nel comandare distingua bene i comandi di avvertimento, spiegazione ed esecuzione; d) eseguendosi un comando badi soprattutto alla naturalezza e che rimangano immobili le parti del corpo non chiamate in azione dall’esercizio.

Avvertenze igieniche. Nel far la ginnastica si tenga: 1° Gli abiti sieno leg-geri e lascino il corpo perfettamente libero in ogni suo movimento, special-mente non sia il collo stretto da cravatta o da altro. 2° Non si faccia far moto violento prima che siano scorse almeno due ore dal pasto principale; 3° Si badi che nelle scuole la ginnastica non susciti polverio, [p. 112] ed anche fuori sia fatta in locale adatto; 4° Nei salti si badi a non mai battere i tacchi, bensì a pog-giare prima a terra con la punta dei piedi; 5° Non sdraiarsi sul suolo umido e freddo né durante, né subito dopo le esercitazioni ginnastiche; 6° bisogna stan-carsi un poco nel fare ginnastica, se si vuole che sia proficua, ma è necessario evitare gli eccessi perché come l’esercizio moderato sviluppa, cresce, rinforza, così l’esercizio immoderato (riguardo all’età, alla complessione e robustezza del fanciullo) farebbe concorrere il sangue in troppa quantità, quindi nasce-rebbe l’irritazione che facilmente potnasce-rebbe cambiarsi in malattia; 7° Finita la lezione, essendo il corpo in sudore, coprirsi bene indossando subitamente gli abiti prima deposti; 8° nel caso di qualche stiracchiatura o slogamento, si eviti

lo stolto pregiudizio di stiracchiare più fortemente il membro indolenzito per rimetterlo a posto, perché questo, tante volte, non fa che continuare a rende-re più perfetto lo slogamento incominciato in simili casi si domandi subito il medico e frattanto si bagni ripetutamente ed anche continuamente la parte lesa con acqua quanto si può fredda, e se vi è la possibilità con pezzuole inzuppate in acqua d’arnica.

Della nettezza

Non può abbastanza raccomandarsi la nettezza per ottenere la sanità nei fanciulli. Bisogna avvezzarli a quella sia per riguardo la loro persona, sia per tutte le cose che li circondano.

Oltre il male morale a cui singolarmente predisporre il sudiciume, e per un sentimento inavvertito di malessere che [p. 113] cagiona, e per l’immaginazio-ne che corrompe, e per il disordil’immaginazio-ne abituale che ingel’immaginazio-nera, sarebbe impossibile enumerare i mali fisici che essa cagiona. Egli è dalla nettezza che comincia l’incivilimento dei popoli, ed è perciò senza dubbio che alcuni legislatori ne fecero un dovere religioso e che le abluzioni furono poste tra i sacri riti. Dap-pertutto dove regna il sudiciume la sanità se ne risente, e talvolta le conseguen-ze ne son talmente funeste, che bastano per tarpare l’ingegno, ed annebbiare la serenità dello spirito.

La nettezza del corpo infonde un sentimento di benessere che agevola grandemente l’opera intiera dell’educazione. Il gusto della nettezza coltivata per tempo nell’animo del fanciullo può per analogia inspirargli il disprezzo di tutto ciò che è moralmente impuro. E non è punto difficile far prendere ai fan-ciulli l’abitudine della nettezza sì che diventi natura. Praticamente si veda che non solo al mattino si lavino bene le mani ed il viso, ma ben anco il collo e le orecchie; si facciano tenere regolarmente i capelli corti, non lascino mai al mat-tino di pettinarli per togliere dal capo la forfora e la polvere. Si faccia fare con frequenza la lavanda dei piedi, anche più volte per settimana. Non si permetta che gli abiti a contatto della pelle si tengano più di una settimana senza mutarli.

Siano costantemente ben scopate le scuole, gli studi, i dormitori, né solo nei luoghi di passeggio e in vista, ma bensì anche sotto i banchi, sotto i letti. Si badi che né nelle scuole, o studi o dormitori, né nei corridoi [p. 114] o cortili vi sieno degli odori, che nei cortili non vi siano immondezzai. Si ricordino le cose dette sopra sulla nettezza dei luoghi comuni e sul non accumulare negli angoli le spazzature. Cosa per cosa non sembrerà d’importanza tanto grande, ma l’insieme è una delle cose che più influiscono sulla salute e che trascurate, maggiormente potrebbero danneggiarla.

Del riposo e del sonno

Le forze dell’uomo non possono stare continuamente in esercizio perché troppo s’infiacchirebbero e diverrebbero inutili ai bisogni della vita: esse hanno bisogno di riposo. Or questo riposo è di due sorta cioè quello della notte col sonno e quello delle nostre occupazioni. Riparatore delle forze vitali è il sonno, da cui le funzioni vegetative dell’organismo attingono nuova lena per la ripresa

Le forze dell’uomo non possono stare continuamente in esercizio perché troppo s’infiacchirebbero e diverrebbero inutili ai bisogni della vita: esse hanno bisogno di riposo. Or questo riposo è di due sorta cioè quello della notte col sonno e quello delle nostre occupazioni. Riparatore delle forze vitali è il sonno, da cui le funzioni vegetative dell’organismo attingono nuova lena per la ripresa