CAPITOLO 2 Il comparto vitivinicolo in Basilicata
2.3. La vitivinicoltura di qualità
2.3.2. Caratteri strutturali e dinamiche della produzione
Nel 2010 la superficie viticola iscritta all’Albo dei Vigneti DOC è pari a 1.283,66 ettari, dislocati nelle seguenti aree:
93,0% nell’area del Vulture; 4,5% nel territorio materano; 1,5% nell’Alta Val d’Agri; 1,0% nel territorio di Roccanova.
Tale superficie, potenzialmente produttrice di vini a denominazione di origine controllata, corrisponde al 32% del totale della superficie vitata regionale; solo 692,19 ettari di vite sono, però, effettivamente interessati da denuncia di produzione, praticamente poco più della metà di quelli iscritti nei rispettivi albi vigneti DOC.
Nel corso degli ultimi anni è cresciuto il numero delle aziende vitivinicole presenti sul mercato con una propria etichetta. Il Repertorio Vini 201020 ha censito 88 aziende per un numero complessivo di 378 etichette per vini DOC, IGT, vini da tavola, spumanti, vini liquorosi e grappe; la stessa produzione imbottigliata ha registrato un consistente incremento tra il 2003 e il 2007, attestandosi a circa 6.651.000 bottiglie nel 2010.
Una crescita produttiva sicuramente correlata agli ultimi riconoscimenti relativi alle nuove DOC (Terre dell’Alta Val d’Agri, Matera, Grottino di Roccanova), avvenuti proprio nell’intervallo di tempo che va dal 2003 al 200921.
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ALSIA, Repertorio Vini della Basilicata 2010, Potenza, Marzo 2010,
21 L’anno 2009 ha registrato un relativo lieve aumento rispetto al 2007; la produzione cala, invece, a partire dalle
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Fonte: Elaborazione INEA su dati Repertorio Vini della Basilicata anni 2003, 2007, 2010
Ovviamente, anche la distribuzione territoriale delle aziende vitivinicole per area di produzione DOC conferma nuovamente l’area del Vulture come territorio privilegiato per gli insediamenti produttivi: 60 sono attualmente le aziende che producono Aglianico del Vulture, il 68% di quelle lucane che commercializzano con proprio marchio, con un’offerta di 139 etichette e una produzione annua pari a 3.717.200 bottiglie.
Meno dinamiche si presentano, invece, le realtà produttive dell’Alta Val d’Agri e di Roccanova, ove i recenti riconoscimenti a DOC non hanno inciso significativamente sul numero delle aziende anche e soprattutto per l’estensione limitata del territorio di produzione.
Nell’area dell’Alta Val d’Agri si contano, infatti, 5 aziende che commercializzano con un proprio marchio e aderiscono al Consorzio di Tutela, per un totale di 6 etichette e 94.000 bottiglie l’anno. Va precisato, però, che di queste soltanto due possiedono la filiera completa (produzione, trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione), mentre le altre, pur essendo iscritte all’Albo Vigneti del “Terre dell’Alta Val d’Agri” DOC, non rivendicano la produzione a Denominazione di Origine Controllata, e eseguono la fase di imbottigliamento presso terzi e commercializzano con un proprio marchio.
Nella zona di Roccanova 3 sono le aziende presenti sul mercato, alle quali corrispondono 13 etichette DOC e una produzione di 140.500 bottiglie22.
Rispetto alle zone di produzione appena considerate, la provincia di Matera si colloca a un livello intermedio. La stessa presenta realtà imprenditoriali molto recenti. Solo negli ultimi anni, infatti, si è registrato un incremento delle aziende vitivinicole: aziende da sempre impegnate nella sola produzione delle uve hanno iniziato un’attività di vinificazione in seguito al riconoscimento della DOC nel 2005, a testimonianza che è tuttora in corso un processo di riconversione varietale che adeguerà i vigneti alla base ampelografica prevista dal disciplinare di produzione.
Nell’area le aziende che risultano presenti sul mercato con marchio DOC sono 6, per un totale di 13 etichette e 83.600 bottiglie l’anno.
Grafico 2.4 - Numero aziende ed etichette per area di produzione DOC
Fonte: Elaborazione INEA su dati Repertorio Vini della Basilicata 2010
22 Quattro sono però le aziende iscritte all’Albo Vigneti che effettuano denuncia di produzione. Il Grottino di
Roccanova ha trasformato la sua certificazione da Indicazione Geografica Territoriale a Denominazione di Origine Controllata nel 2009, quindi le prime bottiglie di bianchi e di rosati con il marchio DOC sono state immesse sul mercato a maggio 2010, i rossi, invece, sono stati immessi sul mercato non prima di ottobre 2010.
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Il resto della produzione enologica lucana si suddivide tra l’unica IGT – denominata “IGT Basilicata” – e i cosiddetti vini da tavola e spumanti con marchi aziendali.
Nel primo caso parliamo di 63 aziende, molte delle quali produttrici anche di DOC, che commercializzano 167 etichette e producono 2.279.800 bottiglie annue. Nel secondo caso – vini da tavola e spumanti – le aziende attive sono 17, produttrici a loro volta di DOC e IGT, 40 sono le etichette commercializzate e 335.800 le bottiglie prodotte all’anno.
Uniformando l’insieme di dati, minuziosamente rilevati e classificati, si ottiene una conoscenza un po’ più globale sull’attuale sviluppo raggiunto dal comparto vitivinicolo regionale.
La produzione di vini di qualità si attesta a un buon livello considerando che il 61% delle bottiglie di vino con etichetta prodotte in Basilicata riguardano la produzione DOC e il 34% la produzione IGT, mentre solo il 5% è dedicata a marchi aziendali con vini da tavola e spumanti.
Per quanto concerne, poi, le etichette presenti sul mercato notiamo come esse si dividano quasi equamente tra i vini DOC (45%) e i vini IGT (44%), mentre il restante 11% rappresenta marchi aziendali riferiti a vini da tavola e spumanti.
Fonte: Elaborazione INEA su dati Repertorio Vini della Basilicata 2010
Infine, i dati relativi alle dimensioni produttive aziendali evidenziano volumi di produzione alquanto segmentati per la maggior parte delle aziende vitivinicole lucane. Il 63% circa delle aziende imbottigliatrici produce, infatti, meno di 50.000
bottiglie annue, il 18% ha volumi produttivi compresi tra 50.000 e 100.000 bottiglie, il 10% tra 100.000 e 200.000, e solo il 9% supera le 200.000 bottiglie annue.
Grafico 2.7 - Aziende imbottigliatrici (%) per volumi di produzione
Fonte: Elaborazione INEA su dati Repertorio Vini della Basilicata 2010
L’insieme di questi dati ci ha permesso di “scattare una fotografia” del comparto vitivinicolo della regione Basilicata. In genere, però, guardare esclusivamente agli ultimi dati disponibili non permette di comprendere le dinamiche di lungo periodo.
Ed è per tale motivo che le informazioni finora fornite si arricchiscono di una componente/serie storica che permette di tracciare un trend decennale, arco temporale ritenuto sufficiente a fare luce sull’andamento complessivo del fenomeno.
Innanzitutto, prendendo come riferimento quanto registrato dall’Albo dei vigneti DOC regionale, emerge chiaramente come il periodo che va dal 2000 al
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2010 abbia vissuto due fasi opposte: la prima – dal 2000 al 2005 – ha visto una costante crescita del settore e delle produzioni; la seconda – dal 2006 al 2010 – ha registrato una fase di ridimensionamento generale, caratterizzato, però, dalle differenti esperienze delle quattro DOC lucane.
Tabella 2.1 - Dati Albo Vini DOC – Variazioni percentuali dal 2000 al 2010
Albo Vini DOC Regione Basilicata Variazione Variazione 2000 - 2005 2006 - 2010
Iscrizioni 46,0% 20,2%
Superfici Iscritte (ha) 90,5% 17,7%
Denunce di Produzione 50,0% -30,3%
Superfici Interessate dalle Denunce 100,0% 0,2%
Produzioni Qualificate DOC Uva (q) 100,0% -12,7%
Produzioni Qualificate DOC Vino (hl) 100,0% -17,2%
Fonte: Elaborazione INEA su dati Albo Vigneti DOC (CCIAA Potenza e Matera)
Dal 2000 al 2005 aumenta il numero delle DOC lucane con il riconoscimento nel 2003 del “Terre dell’Alta Val D’Agri” e nel 2005 del “Matera”, affiancando così l’“Aglianico del Vulture” già a Denominazione di Origine Controllata dal 1971. Ciò ha portato ad un incremento delle strutture produttive che sembra riflettersi sul forte aumento delle aziende (+46%) e delle superfici (+90,5%) iscritte all’Albo dei vigneti DOC.
In realtà, tali sviluppi non possono essere esclusivamente legati all’introduzione dei due nuovi riconoscimenti, ma su di essi ha molto inciso anche il consolidamento della DOC già esistente – l’“Aglianico del Vulture” – che da tempo costituisce il principale traino del comparto regionale.
Gli aumenti, come indicato dalla tabella, hanno interessato anche le denunce di produzione, le superfici interessate dalle denunce e le produzioni qualificate DOC, aumentate queste ultime del 100%.
Nella seconda metà del decennio, invece, tale trend positivo è riscontrabile solo in riferimento alle iscrizioni all’Albo Vigneti DOC (+20,2%) e alle relative superfici (+17,7%), ma risulta negativo in relazione alle denunce di produzione (-
30,3%) e alle relative produzioni qualificate come DOC, sia di uva (-12,7%) che di vino (-17,2%).
Grafico 2.8 - Evoluzione iscrizioni all’Albo Vigneti DOC e relativa superficie
Fonte: Elaborazione INEA su dati Albo Vigneti DOC (CCIAA Potenza e Matera)
Grafico 2.9 - Evoluzione denunce di produzione qualificata DOC e relativa superficie
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Dal 2006 al 2010 accade paradossalmente che mentre aumentano le produzioni delle neo-riconosciute – come il “Grottino di Roccanova”, promosso a DOC nel 2009 – diminuiscono quelle delle DOC più anziane, “Terre dell’Alta Val d’Agri” (-24,2%) e “Aglianico del Vulture” (-21,2%).
Tabella 2.2 - Analisi della produzione dell’Aglianico del Vulture DOC
Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Situazione Albo Vigneti
Iscrizioni Albo Vigneti (n.) 457 467 486 539 541 545 Superfici Iscritte Albo
Vigneti (ha) 1.006 1.058 1.150 1.201 1.184 1195
Situazione Produttiva Vendemmie Annuali
Denunce di Produzione (n.) 267 233 244 223 151 145 Superficie vitata interessata
dalla denuncia (ha) 727 683 697 708 800 613
Produzioni Qualificate DOC
Uva (q) 43.215 39.298 31.829 35.969 34.823 30.960 Vino (hl) 30.250 27.509 22.280 25.178 24.376 21.672
Fonte: Organismo di Certificazione
Come si evince dalla tabella, il picco produttivo per l’Aglianico del Vulture si è raggiunto nel 2005 e il calo degli ultimi anni è legato non solo agli andamenti stagionali, ma anche a una difficoltà di mercato. Nonostante ciò, il trend di lungo periodo mostra come in questi anni la Denominazione abbia rappresentato un elemento di stimolo per la nascita di nuove aziende.
Se, infatti, consideriamo la performance produttiva negli ultimi 20 anni dell’Aglianico del Vulture si nota un buon trend di crescita. Nel 1989 le superfici iscritte nell’Albo dei vigneti della CCIAA di Potenza raggiungevano i 1.230 ettari, con una produzione dichiarata di 5.217 ettolitri; nel 2010 invece, a fronte di una superficie iscritta pari 1.195 ettari, la produzione a DOC è ulteriormente cresciuta, raggiungendo i 21.672 ettolitri.
La convenienza economica alla commercializzazione del vino, a seguito di un consistente incremento del prezzo di vendita registrato tra il 1995 e 2005, ha determinato un mutamento profondo nella struttura produttiva delle aziende vitivinicole del Vulture: dalla produzione di uve alla produzione di vini. Le vecchie
aziende hanno intrapreso l’attività di trasformazione presentandosi sul mercato con vini che si collocano in una fascia commerciale medio alta.
In maniera molto più contenuta, lo stesso fenomeno si è registrato nelle altre aree regionali. La DOC Matera nei primi tre anni ha mostrato incrementi significativi che hanno riguardato tutte le tipologie. Il Matera Primitivo si conferma quale vino caratterizzato da maggiore riconoscibilità sul mercato e quindi maggiormente rappresentativo per l’intera denominazione.
Inoltre, in tutta la provincia è in atto un’azione di riconversione varietale che, presumibilmente, consentirà nei prossimi anni di adeguare superfici crescenti alle basi ampelografiche richieste dai disciplinari di produzione della DOC.
Tabella 2.3 - Analisi della produzione del Matera DOC
Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Situazione Albo Vigneti
Iscrizioni Albo Vigneti
(n.) 1 4 4 10 13 15
Superfici Iscritte (ha) 9,7 18,74 18,74 51,33 53,88 58,24
Situazione Produttiva Vendemmie Annuali
Denunce di produzione
(n.) n.d. n.d. n.d. n.d. 6 12
Superficie vitata interessata dalla denuncia
(ha) n.d. n.d. n.d. n.d. 29,92 56,21
Produzioni qualificate DOC
Uva (q) n.d. n.d. 775,5 1.115,20 1.328,20 2.922,30
Vino (hl) n.d. n.d. 597,89 273 378,4 661,5
Fonte: Organismo di Certificazione
La DOC Terre dell’Alta Val d’Agri mostra numeri ancora troppo esigui che potrebbero non essere significativi, tuttavia osserviamo, a fronte di un incremento delle superfici iscritte nell’albo dei vigneti, una flessione nelle produzioni rivendicate a DOC, segnale di una possibile difficoltà nella commercializzazione di tale prodotto.
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Tabella 2.4 - Analisi della produzione del Terre dell’Alta Val d’agri DOC
Anno 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Situazione Albo Vigneti
Iscrizioni Albo Vigneti (n.) 3 3 4 4 4 5
Superfici Iscritte (ha) 13,02 13,02 14,5 14,5 14,5 19,59
Situazione Produttiva Vendemmie Annuali
Denunce di produzione (n.) 1 1 2 1 1 2
Superficie vitata interessata
dalla denuncia (ha) 12,26 7,56 8,8 9,34 9,34 13,23
Produzioni qualificate DOC
Uva (q) 580 675 1.010 830 480 511
Vino (hl) 406 472,5 707 581 336 357,7
Fonte: Organismo di Certificazione
Infine, il Grottino di Roccanova rappresenta, in ordine di tempo, l’ultima DOC regionale riconosciuta nel 2009, le cui superfici come le produzioni sono destinate a crescere. Osserviamo, infatti, una realtà imprenditoriale abbastanza vivace per un territorio interno della Basilicata: solo nel comune di Roccanova hanno sede, infatti, tre aziende vitivinicole.
Tabella 2.5 - Analisi della produzione del Grottino di Roccanova DOC
Anno 2009 2010
Situazione Albo Vigneti
Iscrizioni Albo Vigneti (n.) 4 4
Superfici Iscritte (ha) 10,83 10,83
Situazione Produttiva Vendemmie Annuali
Denunce di produzione (n.) 8 7
Superficie vitata interessata dalla
denuncia (ha) 10,83 9,75
Produzioni qualificate DOC
Uva (q) 623 674
Vino (hl) 433,6 471
Fonte: Organismo di Certificazione
Anche il mercato lucano sembra aver raggiunto probabilmente il suo punto di saturazione e, al pari di quanto accaduto per il comparto nazionale, si registra un calo dei consumi e delle vendite di vino, in particolare per quanto riguarda l’imbottigliato fermo. A ciò si aggiunge un andamento meteorologico sfavorevole delle vendemmie 2010 e 2011 che ha acuito il calo della produzione. In realtà, ciò che si sta perdendo sull’imbottigliato lo si recupera in parte sullo sfuso, molto richiesto proprio perché più competitivo in termini di costi.
L’elevato quantitativo di vino ancora commercializzato in cisterne o a mosto, oltre a non restituire un reale valore aggiunto ai prodotti enologici di pregio del territorio, spunta prezzi che a mala pena riescono a coprire i costi di produzione delle aziende. Un maggiore quantitativo di vino destinato all'imbottigliamento farebbe, invece, aumentare non solo il prezzo dell'uva, riconoscendo agli imprenditori agricoli il giusto compenso per il lavoro profuso, ma permetterebbe loro di acquisire più potere contrattuale. Inoltre, se si riuscisse a concentrare tutto l’imbottigliamento nei luoghi di produzione si innescherebbe un circuito virtuoso capace di portare reddito a tutta la filiera vitivinicola lucana23. Tutto ciò dimostra che la crisi economica degli ultimi anni e le dinamiche di mercato impongono oggi sfide sempre più particolari, in cui si avverte il bisogno da parte delle imprese di nuovi modelli che guidino lo sviluppo delle strategie e delle pratiche operative per
23 “In attesa della vendemmia puntare sulla promozione del vino lucano”, www.basilicata.coldiretti.it, 30-08-
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poter essere competitive anche negli anni a venire, allargando dove possibile le quote di mercato e migliorando la redditività24.