CAPITOLO 2 Il comparto vitivinicolo in Basilicata
2.4. Le politiche per il comparto vitivinicolo
2.4.1 Le disposizioni dell’Organizzazione Comune di Mercato
Il comparto vitivinicolo è stato, nel corso degli ultimi decenni, oggetto di provvedimenti sia comunitari che nazionali e regionali, atti a valorizzare le produzioni tramite interventi di miglioramento delle condizioni strutturali ed economiche. L’eccezionale momento di crisi che vive l’economia del paese e della regione ha messo a nudo alcune criticità nel sistema delle imprese, che manifestano problematiche nell’utilizzo dei fondi comunitari sia per limitate capacità di auto finanziamento che per difficoltà di accesso al credito. Le aziende vitivinicole lucane negli ultimi anni hanno effettuato importanti investimenti (stabilimenti enologici, vigneti, attrezzature) sulla scorta di previsioni di crescita purtroppo non realizzate. Nei primi anni duemila, infatti, l’andamento delle vendite dei vini lucani ha registrato continui valori in rialzo, poi, ai primi segnali della crisi economica, si è avuta una netta inversione di tendenza che ha messo in difficoltà il settore, evidenziando la necessità di una strategia per il suo rilancio.
La riforma dell’Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo, introdotta dal Regolamento Comunitario n. 479/2008, si colloca all’interno di un processo complessivo di revisione della Politica Agricola Comunitaria che prende inizio dalla riforma Fischler nel 2003. Gli obiettivi della nuova OCM Vino sono il rafforzamento della competitività dei produttori di vino dell'Unione europea, l’istituzione di un complesso di norme basato su regole semplici, chiare ed efficaci, che permettano di equilibrare la domanda e l'offerta, l’istituzione di un regime vitivinicolo in grado di salvaguardare le migliori tradizioni della produzione vitivinicola europea, il rafforzamento del tessuto sociale di molte zone rurali e il rispetto dell'ambiente nella fase di produzione e trasformazione.
Le nuove disposizioni mantengono intatto l’impianto normativo del controllo del potenziale produttivo: il controllo delle superfici vitate, il regime dei diritti di reimpianto e il divieto di impianto di nuovi vigneti rimangono fino al 31
24 Palese C., “Mercato del vino: come affrontare la discontinuità”, in L’Informatore Agrario, supplemento al n.
dicembre 2015, con la facoltà per ogni stato membro di estendere tale divieto fino al 31 dicembre 2018.
Allo scopo di contenere il surplus produttivo e favorire l’abbandono definitivo dei vigneti di aziende residuali, il nuovo Regolamento introduce un importante supporto finanziario agli espianti dei vigneti considerati fuori mercato.
Un altro elemento innovativo introdotto dalla nuova OCM è la realizzazione di Programmi Nazionali di Sostegno (PNS), predisposti da ogni stato membro sulla base di obiettivi specifici e delle esigenze locali.
L’articolazione del PNS prevede l’avvio in contemporanea di più misure su tutto il territorio nazionale, ogni regione emana le proprie disposizioni applicative, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e l’Organismo pagatore di riferimento.
La necessità di coordinare le azioni dei diversi attori, i tempi ristretti per l’adozione dei provvedimenti di competenza e l’urgenza di definire un modello applicativo delle misure, soprattutto in termini di realizzazione di piattaforme informatiche, hanno rappresentato un rilevante fattore di criticità per l’attuazione degli interventi previsti.
Per alcune misure del PNS, quali Investimenti e Vendemmia verde25, si è reso necessario procedere alla demarcazione coi Piani di Sviluppo Rurale (PSR), ovvero individuare quali interventi finanziare nell’ambito delle misure previste dai PSR, adottati dalle regioni, e quali, invece, finanziare nell’ambito del PNS. Questa situazione ha richiesto uno sforzo organizzativo per tutte le azioni necessarie all’adozione coordinata e contemporanea dei provvedimenti di attuazione, causando, in alcune realtà, ritardi attuativi.
In regione le misure maggiormente utilizzate dalle aziende sono state la Ristrutturazione dei vigneti e la Vendemmia Verde. Il sostegno alla ristrutturazione e alla riconversione dei vigneti riprende le disposizioni già previste dal precedente Regolamento comunitario n. 1493/99, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle aziende attraverso l’impianto di vigneti più razionali e l’utilizzo di varietà idonee alla produzione di vini a DO e IG. Nei dieci anni di applicazione della misura, in Basilicata sono stati ristrutturati 1.436 ettari; tutte le aziende di punta hanno utilizzato questi finanziamenti per adeguare i loro vigneti agli standard previsti dai disciplinari di produzione dei vini a DO, e a questo si deve anche l’incremento delle relative produzioni registrato degli ultimi anni. L’utilizzo di
44
varietà più richieste dal mercato ha consentito di incrociare i nuovi orientamenti dei consumi e conseguire anche migliori risultati economici. Tuttavia, l’interesse dei produttori vitivinicoli nei confronti di questa misura è andato scemando nel corso degli anni: dai 281 ettari ristrutturati nel 2005 siamo passati ai 17,50 del 2011.
I finanziamenti previsti dalla Ristrutturazione sono stati utilizzati in maniera prevalente nell’area del Vulture da aziende vitivinicole che hanno incrementato le superfici vitate destinate alla produzione di Aglianico e, in misura inferiore, da aziende della provincia di Matera o ricadenti nei territori di produzione del Grottino di Roccanova e del Terre dell’Alta Val d’Agri.
La tendenza nell’utilizzo di questi fondi è strettamente legata all’andamento dello sviluppo del settore a livello regionale: a un periodo di forte espansione, accompagnato dalla nascita di nuove aziende e dall’incremento delle dimensioni medie di quelle esistenti, osservato fino al 2007, è seguito un periodo di stasi che ha visto le aziende lucane limitare in maniera significativa gli investimenti. Le maggiori aziende utilizzatrici di questi fondi, una volta raggiunta una dimensione economica di equilibrio, non hanno ritenuto più necessario impegnare risorse in vigneti scegliendo la realizzazione di investimenti aziendali correlati alla produzione (cantine, attrezzature, marketing).
Di contro si è osservato un incremento nel ricorso a forme di sostegno messe in campo per affrontare situazioni di crisi di mercato. La distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, la cosiddetta Vendemmia verde, risponde alle esigenze di contenimento della produzione coniugando l’equilibrio di mercato con la tutela del valore paesaggistico26.
Significativo risulta il confronto dei dati relativi all’applicazione dell’annualità 2011: le superfici che hanno usufruito degli aiuti previsti dalla Vendemmia verde sono state circa 142 ettari.