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Il comparto vino nelle politiche di sviluppo rurale

CAPITOLO 2 Il comparto vitivinicolo in Basilicata

2.4. Le politiche per il comparto vitivinicolo

2.4.2 Il comparto vino nelle politiche di sviluppo rurale

Nel corso degli ultimi anni, come già evidenziato, è cresciuta l’attenzione della politica alla valorizzazione delle produzioni locali, sia tipiche che certificate, insieme alla consapevolezza della necessità di promuovere il territorio attraverso le sue specificità, anche culinarie e gastronomiche.

      

26 Va precisato che questo tipo di operazione contempla anche un aspetto qualitativo: la distruzione è finalizzata a

I programmi comunitari di sviluppo rurale hanno dedicato specifiche misure e risorse finanziarie per la valorizzazione dei prodotti di qualità: infatti, sia nel POR FEOGA 2000/2006 che nel PSR 2007/2013, e negli aiuti di stato27, sono presenti azioni volte alla partecipazione volontaria ai sistemi di certificazione, tesi a garantire la tracciabilità dei prodotti e la promozione dei prodotti tipici.

Il POR-FEOGA 2000/2006 contemplava apposite misure volte alla promozione e al rafforzamento delle filiere, nello specifico la misura IV.8 “Investimenti nelle aziende agricole – azione C Promozione e rafforzamento delle filiere” e la misura IV.12 “Miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli – azione B Promozione e rafforzamento delle filiere”. Complessivamente la filiera vitivinicola ha realizzato investimenti per circa 34 Meuro (il 20% circa delle risorse finanziarie rendicontate sulle rispettive azioni), la maggior parte dei quali concentrati nell’area del Vulture. Le risorse finanziarie erogate con il POR-FEOGA 2000/2006 per la misura IV. 11 “Commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità”, cioè 9.953 Meuro, poco superiore al 2% dell'intera dotazione finanziaria del Programma (386.500 Meuro), non hanno inciso significativamente sulla commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità e "rimangono da attivare le linee di intervento finalizzate all'introduzione di marchi di qualità nazionali e comunitari dei prodotti agricoli"28.

Nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale per il periodo di programmazione 2007/2013, la Progettazione Integrata di Filiera (PIF) è stata individuata come lo strumento per affrontare alcuni dei nodi strutturali ed economici che caratterizzano l’agricoltura regionale. I PIF hanno il compito di favorire l’aggregazione e la qualificazione dell’offerta per aumentare il valore aggiunto del settore e la competitività delle imprese, puntando sulla tipicità delle produzioni e le potenzialità dell’imprenditoria lucana e, al tempo stesso, di contribuire alla salvaguardia delle risorse naturali e del paesaggio agrario e rurale riconoscendo, così, al settore agricolo un ruolo strategico per concorrere a qualificare e rilanciare il territorio lucano. La Regione ha ritenuto opportuno valorizzare il ruolo dei soggetti coinvolti nella progettazione integrata di filiera e costruire con essi un percorso condiviso di progettazione. Gli incontri territoriali con gli operatori, nella prima fase di sensibilizzazione, e i successivi focus group hanno rappresentato la cassetta degli attrezzi del Dipartimento Agricoltura per promuovere le manifestazioni di interesse e stimolare il massimo coinvolgimento degli operatori       

27 L.R. n. 18/2008 – art. 16. 28

Ernst&Young, "Valutazione indipendente del POR Basilicata 2000/2006 - I risultati dell'aggiornamento della Valutazione intermedia del POR Basilicata", Giugno 2006.

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presenti sul territorio al fine di raccogliere le adesioni da parte di soggetti privati, pubblici o pubblici-privati interessati a vario titolo allo sviluppo delle filiere produttive oggetto del bando. I focus group hanno rappresentato il momento di riflessione sulle problematiche e opportunità che caratterizzano il settore agroalimentare regionale, sulle esigenze e aspettative dei singoli partecipanti per il proprio comparto produttivo, avviando così un processo di riorganizzazione della filiera attraverso opportune sinergie e il superamento delle difficoltà settoriali specifiche. Il focus group del settore vitivinicolo ha permesso sia di focalizzare l’attenzione sulle problematiche del comparto, che sugli interventi da attivare all’interno delle filiere (lunghe e/o corte), e ha fornito lo spunto di riflessione per future ipotesi progettuali. Gli elementi principali del focus possono essere sintetizzati nei seguenti quattro temi:

Promuovere i prodotti e il territorio

Tutti gli operatori hanno insistito sull’importanza di puntare sull’eccellenza delle produzioni partendo dal territorio …. promuovendo iniziative per migliorare la notorietà delle denominazioni che rappresentano la tipicità lucana ….. attraverso:

 realizzazione di piani di marketing e di comunicazione dirette al consolidamento

dei mercati di riferimento o per l’introduzione in nuovi mercati, anche attraverso la realizzazione di eventi culturali promozionali, esposizioni e mostre di prodotti locali che evidenzino caratteristiche coerenti con il posizionamento strategico;

 realizzazione di itinerari eno-gastronomici e culturali e di fruizione turistica dello

spazio rurale legato alle produzioni vitivinicole, per sostenere la crescita turistica, la conservazione e la diffusione della tipicità, la conoscenza delle specificità dei prodotti e del territorio;

 campagne di sensibilizzazione dei consumatori e di educazione alimentare;

 sensibilizzazione all’utilizzazione delle produzioni locali per il settore della

ristorazione che rappresenta un circuito commerciale che fa opinione;

 la conoscenza regionale ed extra regionale dell’identità della Regione e degli

specifici prodotti come l’Aglianico del Vulture ma anche le DOC più recenti (Matera, Terre dell’Alta Val d’Agri, Grottino di Roccanova).

 

Innovazione …. non solo tecnologica

La tecnologia non è rappresentata solo dalle attrezzature più moderne da collocare in cantina o nel vigneto. Possedere la tecnologia significa ad esempio conoscere la biologia dei processi fermentativi e le ragioni della formazione di sostanze positive e negative nei vini. Vuol dire anche essere in grado di comunicare, di informarsi, di commerciare sempre di più per via telematica, disporre di più tempo per formarsi, per fare cultura, per rendere più accoglienti le strade e i locali di degustazione. In sintesi si potrebbe dire che è innovativa l’azienda che adotta nella sua produzione il maggiore livello di conoscenza. Tutto ciò va unito ad un rinnovato impegno per la formazione professionale a tutti i livelli e per la ricerca. Occorre, infatti, che le aziende siano condotte sempre di più da persone con una preparazione elevata e non soltanto specifica di settore.

Integrazione tra operatori

In regione c’è una presenza notevoli di produttori che devono realizzare legami stabili con i trasformatori, i fornitori e i canali distributivi in moda da promuovere una comunicazione regionale unica. Una valida soluzione è l’istituenda Enoteca Regionale che potrebbe sopperire alla mancanza di coordinamento tra i soggetti. Come già in altre realtà regionali l’enoteca potrebbe svolgere anche un'importante funzione culturale e di promozione turistica attraverso convegni, incontri d'arte e manifestazioni miranti alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio storico, artistico, culturale ed enogastronomico del territorio. Il concetto-chiave sta quindi nella capacità di sapersi organizzare e di aggregare tutti i produttori in un progetto di filiera che veda il suo punto di forza in una strategia più ampia di “qualità” con interventi specifici legali alla “rintracciabilità” del prodotto.

Puntare sulla commercializzazione e sulla qualità

I partecipanti sono stati concordi sulla realizzazione di progetti miranti a favorire lo sviluppo dei fattori della commercializzazione con interventi diretti alla riqualificazione dell’offerta commerciale e all’introduzione di sistemi di certificazione di processo; con studi per l’innovazione di prodotto e per il rinnovo di prodotti esistenti e ricerche di mercato propedeutiche ad azioni di marketing; con interventi diretti a potenziare le reti di commercializzazione in forma associata.

La qualità ormai è divenuta un elemento da cui non si può prescindere e la filosofia del “produrre meglio” è stata abbracciata da un gran numero di produttori, ma le azioni delle singole aziende per divenire sempre più efficaci devono convergere in un’azione collettiva di negoziazione della qualità finalizzata al rafforzamento dei profili di tipicità e di eccellenza dei diversi vini presenti sul territorio.

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Il compito assegnato ai PIF di promuovere una più equa redistribuzione del valore aggiunto agricolo tra i diversi segmenti delle filiere agroalimentari ha portato all’individuazione e creazione di una nuova forma di governance sul territorio che, conferendo un ruolo determinate al Soggetto proponente chiamato alla raccolta e alla valutazione dei progetti di investimento dei singoli beneficiari/partner, ha colto una richiesta avanzata da molteplici operatori ed un tentativo di semplificazione dell’attività amministrativa regionale.

Per la realizzazione dei PIF, la Regione ha individuato alcune Misure dell’Asse I “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale” (111 “Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione” – 114 “Ricorso ai servizi di consulenza agricola e forestale”, 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”, 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”– 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti , processi e tecnologie nel settore agricolo e alimentare ed in quello forestale”, 132 “Partecipazione degli agricoltori a sistemi di qualità alimentare”, 133 “Attività di informazione e promozione) e dell’Asse III “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” (311 “Diversificazioni in attività non agricole”, 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese”, “ 313 “Incentivazione di attività turistiche e 331 “Formazione ed informazione”) del PSR Basilicata 2007-2013, prevedendo un impegno finanziario, a valere sul FEASR, di € 90 Meuro, quasi il 50% della dotazione pubblica delle suddette misure del PSR Basilicata.

A chiusura delle procedure previste dal bando regionale, nel comparto vitivinicolo sono stati accreditati due PIF di cui uno Regionale e uno Territoriale29, su un totale rispettivamente di cinque e undici, in linea con le previsioni del Bando stesso. Le risorse finanziarie richieste dai PIF attraverso le manifestazioni d’interesse sono state, per tutti i comparti produttivi, oggetto di una fase di negoziazione; nel comparto vino stati assegnati rispettivamente € 6.564.969 al PIF regionale (di cui € 5.422.526 sull'Asse I e € 1.142.443 sull'Asse III) e € 4.687.500 a quello territoriale.

Ad aprile 2012, è stato approvato30 solamente il PIF regionale “Vini della Lucania”, presentato da un partenariato pubblico-privato composto da quarantatre beneficiari e supportato da diciotto partner, di cui quattordici di natura privata. La       

29 Il PIF regionale è caratterizzato da aziende operanti in tutto il territorio regionale per rispondere ai bisogni

degli operatori differenziati per realtà produttive, strutturali e capacità imprenditoriali mentre quello territoriale si identifica con le imprese operanti su specifiche aree regionali.

richiesta di finanziamento, distinta fra progetti indispensabili e propedeutici31, è di € 8.911.965; le maggiori richieste si concentrano nell’Asse I e in particolare nella Misura 121 - Ammodernamento delle aziende agricole - che incide sull’intero progetto per il 62%.

Grafico 2.10 - Composizione del contributo richiesto dal PIF vino per Misura del PSR 2007/2013

Fonte: Regione Basilicata - DGR 1428/2011

L'obiettivo del PIF "Vini di Lucania" è quello di "valorizzare la produzione vitivinicola regionale attraverso una miglior qualità del prodotto, un incremento di stabilimenti enologici e del numerico delle bottiglie prodotte, una proficua collaborazione con le realtà turistiche del territorio per incentivare la promozione dei prodotti a una utenza di fuori regione, legata non solo al modello di esportazione dei prodotti ma alle politiche di incoming turistico"32.

      

31 Il bando PIF definisce i progetti indispensabili e propedeutici in relazione agli obiettivi del PIF stesso. 32 PIF vini di Lucania.

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2.4.3 Azioni di valorizzazione e promozione