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caratteristiche ambientali 53

Nel documento rapporto preliminare studio di incidenza (pagine 54-61)

28. caratteristiche della ZSC IT2060013 Fontanile Brancaleone

28.1. caratteristiche ambientali 53

Il sito sorge a nord del Comune di Caravaggio, appena oltre la ferrovia che collega Milano con Brescia, tra gli abitati di Pagazzano e Vidalengo. Tutta l’area, il cui perimetro si articola a partire dalle numerose teste fino a comprendere l’unica asta del fontanile, è attraversata dal-la Roggia Basso, che riceve le acque dal fontanile stesso e daldal-la Roggia Sopra e prosegue poi il suo corso verso Caravaggio.

La Riserva appare, così, suddivisa in tre zone: a nord-est vi è la Fontana Brancaleone pro-priamente detta, a nord-ovest la Fontana Bassa e, a sud-ovest, la Fontana Nuova. Il sito sor-ge su terreni fluvioglaciali sabbiosi e ghiaiosi scarsamente cementati. Questo fontanile si ori-gina dalla seconda falda ed è, quindi, caratterizzato da un apporto di acque abbastanza profonde e da un regime idrico pressoché costante.

28.2. paesaggio vegetale

Localizzato su un suolo ricco di acqua, nonostante l’attuale assenza di fenomeni di risorgiva dovuto all’abbassamento della falda superficiale, la vegetazione del sito è formata da specie igrofile e meso-igrofile. Le specie vegetali presenti hanno una diversa distribuzione all’interno delle varie zone della risorgiva, soprattutto in funzione della corrente d’acqua:

nella testa del fontanile, dove le acque sono più tranquille, le essenze si diversificano, secon-do fasce concentriche, a partire dalle polle, mentre, lungo l’asta, secon-dove la turbolenza è mag-giore, esse si distribuiscono, secondo fasce parallele, a partire dalle rive e procedendo verso il centro. Tutt’attorno al fontanile, cresce una rigogliosa vegetazione, che assume le caratte-ristiche delle antiche foreste che popolavano la Pianura Padana prima delle bonifiche.

28.3. habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

91E0*– Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion inca-nae, Salicion albae): questo habitat è caratterizzato da uno strato arboreo composto princi-palmente da pioppi canadesi d’impianto (Populus canadensis L.), pioppi neri (Populus nigra L.), salici bianchi (Salix alba L.) e ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertner), cui si associano platani (Platanus hybrida Brot.), olmi (Ulmus minor Miller), aceri campestri (Acer campestre L.) e farnie (Quercus robur L.).

Nello strato arbustivo spicca la presenza di nocciolo (Corylus avellana L.), sanguinello (Cor-nus sanguinea L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), cappel di prete (Euonymus eu-ropaeus L.), sambuco (Sambucus nigra L.), salice ripaiolo (Salix eleagnos Scop.), oltre a diver-si rovi (Rubus caediver-sius L. e Rubus ulmifolius Schott).

Formano lo strato erbaceo colonie vistose di aglio orsino (Allium ursinum L.) accompagnate da vetriola comune (Parietaria officinalis L.), ellera terrestre (Glechoma hederacea L.), pervin-ca minore (Vinpervin-ca minor L.), felce aquilina (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn).

Nonostante la scomparsa del fenomeno delle risorgive, nelle zone di bassura e in qualche capofonte permangono stagionalmente pozze d’acqua nelle quali permangono relitti di ve-getazione igrofila a cariceto e fragmiteto. Piuttosto elevata è, invece, la presenza di specie esotiche infestanti, come la robinia (Robinia pseudacacia L.), l’ailanto (Ailanthus altissima

(Miller) Swingle), l’acero americano (Acer negundo L.), e specie esotiche inselvatichite come la vite vergine (Parthenocissus quinquefolia (L.) Planchon) e la vite comune (Vitis vinifera L.).

La tutela e la conservazione di questo habitat, sia per la componente vegetazionale che lo caratterizza sia per quella faunistica a esso associato, si configura come una delle azioni prioritarie (*) secondo quanto riportato nel documento “Interpretation Manual of European Union Habitats (EUR 25)”.

Distribuzione degli habitat presenti nella ZSC Fontanile Brancaleone

Nonostante gli habitat precedentemente individuati nella ZSC (Cod.3160 - 3260) non siano più presenti a causa della scomparsa del fenomeno di risorgiva, è comunque di notevole importanza biologica la presenza di una formazione boscosa riconducibile alla foresta allu-vionale di Alnus glutinosa ed altre specie igrofile e mesoigrofile in un contesto agricolo lar-gamente impoverito sotto il profilo della naturalità.

28.4. specie presenti

Le specie presenti elencate nell’Allegato I della Direttiva Uccelli e nell’Allegato II della Diretti-va Habitat sono Alcedo atthis, Rana latastei, Cottus gobio, Rutilus rubilio, Padogobius paniz-zai e Lucanus cervus. Altre specie ornitiche non elencate nell’Allegato I della Direttiva Uccelli ma citate nel formulario di Natura 2000 sono Ardea cinerea e Buteo buteo. Altre specie im-portanti di flora e fauna sono infine Apium nudiflorum (L.), Nasturtium officinale, Podarcis muralis, Hyla intermedia (arborea) e Tyto alba.

La biocenosi del fontanile, oltre alla tipica fauna delle acque, presenta anche una fauna detta freatica, che popola le falde d'acqua sotterranea. Sono due le specie animali nuove indivi-duate, il Niphargus microcerberus e il Nipbargus duplus, piccoli crostacei anfipodi simili a dei

gamberi d'acqua dolce ma a differenza di questi, privi del possente carapace che ricopre tutto il torace. Fra i molluschi gli elementi più rappresentativi sono i gasteropodi polmonati mentre tra gli anellidi è presente la sanguisuga cavallina e il Tubiflex tubiflex. Numerosissimi sono gli insetti che popolano le acque del Fontanile, innanzitutto gli Efemerotteri.

Sulle acque calme del Fontanile sono presenti numerosi esemplari di gerride (ragno d’acqua). Altri insetti che sfruttano l’energia generata dalla tensione superficiale dell’acqua a proprio vantaggio sono i Girinidi. Un vorace insetto, appartenente agli Eterotteri, che vive invece sotto il pelo delle acque del Fontanile è la notonetta, ma non manca lo Scorpione d’acqua e la ranatra, curioso insetto a forma di stecco mimetica.

Una delle componenti faunistiche più significative è costituita dai Tricotteri, insetti dalle larve acquaiole che si costruiscono un fodero con granellini di sabbia, frammenti di vegetali, pic-cole conchiglie, portandosi sempre appresso questa sorta di casa come protezione. Alcune larve costruiscono una ragnatela subacquea, come una “rete da pesca” che serve per cattu-rare le piccole prede animali.

Tra i Ditteri la maggioranza spetta alla comunissima zanzara con le sue 3-4 riproduzioni an-nue riesce a dominare incontrastata dalla primavera ad autunno inoltrato i boschi del fonta-nile. Altro Dittero presente nel fontanile, ormai rarissimo a causa della sua grande sensibilità agli inquinamenti, è lo zanzarone degli orti.

Tra i Coleotteri acquaioli il più significativo è il voracissimo ditisco, le cui prede possono es-sere anche pesci o altri animali catturati mediante iniezione di un liquido paralizzante. Dove il terreno è più secco e sabbioso è facile incontrare le trappole scavate dalle larve del formi-caleone, pronte a ghermire le formiche che osino avventurarvisi.

L’ambiente umido, ricco di erbe e boschi, favorisce il riprodursi della lucciola le cui femmine non volano e lanciano i loro messaggi luminosi arrampicate su steli d’erba o su fiori mentre i maschi, molto più piccoli, intessono balletti di luce nell’aria.

I pesci presenti sono il luccio, la tinca, i più rari ghiozzo e scazzone, triotto e la scardola. Tra gli anfibi si segnala il Bufo bufo e la Rana esculenta, cacciata in passato a causa delle sue prelibate carni, oggi quasi completamente scomparsa a seguito del continuo inquinamento delle acque. Presente sui vecchi alberi o presso i cespugli, è il ramarro; ma non mancano rettili quali la lucertola dei muri e l’orbettino.

Un elemento che colpisce il visitatore è il canto melodioso degli usignoli; altri passeriformi nidificanti sono l’usignolo di fiume e il codirosso. Anche il Merlo nidifica tra gli alberi del fon-tanile, come il fringuello, l’averla piccola e la tortora. È possibile osservare il nido della galli-nella d’acqua o udire il richiamo del fagiano, o il fastidioso gracchiare delle cornacchie, ma inconfondibile su tutti risuona il canto del cuculo che da maggio a luglio si aggira alla ricerca di un nido in prestito. Specie nidificante è l’anatra selvatica anche se con poche coppie, mentre sporadicamente nidificano alcune coppie di nitticora e di garzetta, dando origine a una piccola garzaia.

Da ultimo, informazioni abbastanza dettagliate e recenti sullo stato della fauna derivano dai dati del monitoraggio ambientale realizzato in occasione dei lavori per la Bre.Be.Mi. e risa-lente al 2009.

In estrema sintesi il popolamento ornitico dell’area è dominato da specie antropofile o

co-l’utilizzo dell’area da parte di Anatidi. Di interesse, inoltre, la presenza di potenziale nidifica-zione nella zona per migratori da parte della tortora selvatica. Tra le specie maggiormente legate all’ambiente acquatico risultano presenti la gallinella d’acqua, il germano reale, l’alzavola e l’airone cenerino.

Per quanto riguarda gli anfibi, non è stata evidenziata la riproduzione di alcuna specie nell’area esaminata. Sebbene il sito sia menzionato come area di presenza e riproduzione della rana di Lataste, l’unica specie individuata è stata la rana verde con un esiguo numero di individui, presenti unicamente nella porzione centrale del transetto. Si segnala tuttavia una massiccia presenza di Procambarus clarkii che è sicuramente un potenziale predatore di larve e uova di anfibio.

Durante l’indagine di campo è stata individuata la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la natrice dal collare (Natrix natrix). Si è riscontrata una buona presenza di lucertola muraiola individuata principalmente lungo i bordi dei campi in aree soleggiate. La seconda specie in-dividuata, la natrice dal collare, è una specie legata agli ambienti umidi in relazione alla sua dieta che prevede principalmente rane, tritoni e piccoli pesci. Non disdegna comunque pic-coli rettili e o picpic-coli mammiferi. I due soggetti individuati sono stati visti nei pressi delle sponde del fontanile.

Per quanto riguarda i mammiferi, nel campionamento dei chirotteri, tra le tre specie contat-tate si è trovato il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhli) e il pipistrello di Savi (Hypsugo sa-vii); queste sono specie tipiche di ambienti ecotonali e con tendenze antropofile, specie il pipistrello albolimbato, che è tra le specie più adattabili alla modificazione dell’habitat. In particolare, il pipistrello albolimbato è molto comune ovunque in Italia, tanto da poter esse-re considerata la specie di gran lunga più abbondante. Caccia di pesse-refeesse-renza Lepidotteri, Dit-teri e ColeotDit-teri ad altezze medio basse in ambienti di confine tra bosco ed aree aperte. Il pipistrello di Savi è più sensibile alle modificazioni del territorio pur essendo una specie mol-to adattabile.

È stato catturato un individuo di topo selvatico (Apodemus sylvaticus). Questa specie è pre-sente all’interno di un’ampia varietà di habitat come boschi, prati, coltivi o gli ambienti an-tropizzati (Vigorita V. e L. Cucè. (eds) 2008. La fauna selvatica in Lombardia. Rapporto 2008 su distribuzione, abbondanza e stato di conservazione di Uccelli e Mammiferi. Regione Lombardia, Università degli Studi Bergamo Bicocca, Università degli Studi dell’Insubria e Uni-versità degli Studi di Pavia). In Lombardia è uno dei Mammiferi più abbondanti e diffusi, so-prattutto nella fascia di pianura, grazie al fatto che può riprodursi fino a sette volte in un an-no e che an-non ha grosse esigenze nella scelta dell’habitat. È stato ian-noltre possibile individuare una tana di tasso localizzata nei confini settentrionali della ZSC Fontanile Brancaleone, all’interno di una superficie monitorata di circa 8 ha.

Infine, il popolamento ittico, in considerazione delle piccole dimensioni del corso d’acqua e della scarsa variabilità di microhabitat presenti si presenta piuttosto abbondante, ben strut-turato e principalmente composto da specie di piccola taglia.

Tra le specie più abbondanti predominano le popolazioni di alborella (Alburnus alburnus) ed il gobione (Gobio gobio). Entrambe le specie hanno una densità superiore a 20 indivi-dui/50m. La popolazione di alborella in particolare è particolarmente interessante in quanto la specie risulta in diminuzione in gran parte del suo areale. Gli individui catturati sono inol-tre stati rinvenuti in piena attività riproduttiva, individuabile principalmente dalla presenza di

femmine gonfie di uova. Si è riscontrata la presenza anche di una popolazione di Triotto (Rutilus erythrophthalmus), specie tipica di ambienti lentici o a debole corrente, con presen-za di vegetazione acquatica.

28.5. stato di protezione del sito

La vegetazione si è instaurata su un terreno ricco di acqua e quindi, nonostante l’attuale as-senza di fenomeni di risorgiva, è costituita da un contingente di specie igrofile e mesoigrofi-le. Dal punto di vista della vulnerabilità si possono sinteticamente elencare elementi di im-patto negativo comuni in proporzioni diverse:

• agricoltura intensiva ed insediamenti limitrofi

• interventi di taglio non razionali ed eliminazione degli alberi secchi e morti in piedi

• caccia in aree confinanti e attraversamenti nel sito

• inquinamento delle acque dovuto per lo più a scarichi fognari e zootecnici

• presenza di rifiuti e ramaglie secche nei canali e nel bosco, dovuti al ritiro delle ac-que dopo le piene

• diffusione di specie arboree od arbustive esotiche avventizie infestanti quali Robinia pseudoacacia, Acer negundo, Sicyos angulata, Amorpha fruticosa, Phytolacca ameri-cana, ecc);

• taglio e danneggiamento mediante fresatura della vegetazione naturale marginale del sito (lato nord-ovest).

L’abbassamento della falda superficiale ha provocato la scomparsa del fenomeno di risor-genza delle acque e, nel contempo, il disseccamento, la sofferenza ed il mancato rinnovo delle specie arboree e arbustive più esigenti in fatto di acqua, che costituiscono la vegeta-zione naturale dominante lungo i corpi d'acqua.

Il progressivo inaridimento del suolo ha favorito l’insediamento e la proliferazione di specie infestanti esotiche quali la robinia, l’acero negundo, l’amorfa, la zucchetta selvatica, ecc., ol-tre ad un abnorme sviluppo di specie lianose che “soffocano” il bosco come la vitalba e l’edera.

28.6. ambiente umano

La Riserva è inserita in un contesto ambientale prevalentemente agricolo, dominato da este-se monocolture cerealicole e foraggere. Storicamente este-sembra che questa roggia sia stata scavata tra la prima e la seconda metà del ‘300, al fine di alimentare una fitta rete di canali che venne poi potenziata nei cinquanta anni successivi, concludendosi con la bonifica delle

“Mose Vescapine”, poste tra Mariano e Masano, avvenuta nel 1375. In passato le acque del fontanile venivano soprattutto utilizzate per mantenere i prati a “marcita”, tecnica colturale che consentiva di ottenere fino a nove sfalci annui.

29. livello I: verifica (screening)

Il livello I di verifica (o screening) rappresenta il processo che identifica la possibile in-cidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto,

all’effettuazione di una valutazione d’incidenza completa qualora l’incidenza risulti significativa.

La valutazione di screening, di seguito sviluppata, consta di quattro passaggi:

1. determinare se la proposta di piano attuativo è direttamente connessa o necessaria alla gestione del sito

2. descrivere la proposta di piano attuativo unitamente alla descrizione e alla caratteriz-zazione di altri progetti o piani che insieme possono incidere in maniera significativa sugli ambiti RN2000/RER

3. identificare la potenziale incidenza sugli ambiti RN2000/RER 4. valutare la significatività di eventuali effetti sugli ambiti RN2000/RER

In merito al p.to 1 il piano in oggetto non è direttamente connesso o necessario alla gestio-ne di ambiti relativi a RN2000 e RER.

In merito al p.to 2, il piano in oggetto ha come obiettivo la realizzazione dei seguenti inter-venti:

➢ Edificio 1: 9.720 m² a destinazione polifunzionale (ricettivo per 4.680 m² e direzionale per 5.040 m²)

➢ Edificio 2a: 1.750 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.500 m²; uffici in-feriore al 20%, pari a 250 m²)

➢ Edificio 2b: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici in-feriore al 20%, pari a 400 m²)

➢ Edificio 2c: 2.345 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.995 m²; uffici in-feriore al 20%, pari a 350 m²)

➢ Edificio 3: 2.600 m² a destinazione commerciale (superficie di vendita 2.000 m²; uffici 200 m²; deposito 400 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 6: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici infe-riore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 7: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici infe-riore al 20%, pari a 400 m²)

oltre alle opere di urbanizzazione.

Ulteriori specificazioni progettuali sono contenute nella sezione b del presente documento e negli elaborati progettuali del piano attuativo, ai quali si rimanda per gli eventuali approfon-dimenti.

La ZSC “Fontanile Brancaleone” (IT2060013), unico sito RN2000 ricadente nelle ‘vicinanze’

dell’area oggetto di pianificazione, è posto a poco più di 8 km in linea d’aria dal confine orientale dell’area di piano in parola.

Tra il sito RN2000 citato e ambito di piano sono presenti l’abitato di Treviglio, il nucleo di Vi-dalengo e una serie di assi viari particolarmente trafficati, tra cui la S.S. 11 che da Treviglio conduce a Caravaggio, la S.P. 132 che da Brignano Gera d’Adda conduce a Vidalengo e

Ca-ravaggio, la linea ferroviaria storica Milano-Venezia e, naturalmente, poco a sud del sito, il corridoio infrastrutturale Bre.Be.Mi. – Alta Velocità ferroviaria.

Ubicazione del piano attuativo rispetto alla ZSC Fontanile Brancaleone

Pertanto, dalla disamina del piano di gestione del Sito RN2000, considerata la distanza inter-corrente tra l’ambito oggetto di pianificazione attuatuva e il sito stesso, unitamente al fatto che tra detto sito e l’area oggetto di pianificazione attuativa sono presenti contesti a elevata pressione insediativa e infrastrutturale, si ritiene che le azioni poste in essere da detta pianifi-cazione attuativa non possano indurre effetti significativi sulla conservazione di habitat e specie per le quali la ZSC è stata istituita.

La proposta di piano attuativo in Treviglio, rispetto al sito Fontanile Brancaleone (ubicato a Caravaggio) può verosimilmente agire come di seguito:

• contributo alla perdita di habitat: nullo. La proposta di piano non determinerà la perdita di Habitat dal momento che agisce su un territorio diverso e distante e non prevede interventi alteranti

• contributo alla frammentazione di habitat: nullo. La proposta di piano non determi-nerà la frammentazione di Habitat dal momento che agisce su un territorio diverso e distante e non prevede interventi alteranti

• disturbo diretto a habitat e specie: nullo. Non vi sono fonti dirette di disturbo

• disturbo indiretto a habitat e specie: irrilevante. Alcune forme di inquinamento po-trebbero interessare indirettamente anche la ZSC. In particolare, questo riguarda l’inquinamento atmosferico dovuto alle attività produttive

• contributo al manifestarsi di cambiamenti permanenti macroscopici: nullo. Non si determina alcun cambiamento macroscopico in quanto la proposta di piano che agisce su un territorio diverso e distante e non prevede interventi alteranti

• contributo all’alterazione della fauna: nullo. La proposta di piano non agisce diretta-mente sul sito e quindi non si prevedono forme di alterazione della fauna presente

• contributo all’alterazione della flora: nullo. La proposta di piano non agisce diretta-mente sul sito e quindi non si prevedono forme di alterazione della flora presente

Rispetto al p.to 3, per quanto in precedenza espresso, si ravvisa che le azioni previste dalla proposta di piano attuativo possiedano incidenza non significativa sul sito RN2000 “Fontani-le Branca“Fontani-leone” (IT2060013).

In riferimento al p.to 4, infine, non si ravvisano effetti possibili significativi sugli ambiti RN2000. Rispetto alla possibile perdita di aree (habitat e specie), non è nello spazio di azio-ne della proposta di piano attuativo la possibilità di individuare interventi insediativi e/o in-frastrutturali direttamente connessi al Sito, per cui il problema non si pone. Rispetto a possi-bili impatti sulla consistenza delle specie tutelate così come sulla qualità ecosistemica con-nessa alla ZSC in argomento valgono le medesime considerazioni.

Come si evince da questa valutazione di screening, non si registrano potenziali incidenze negative di significatività apprezzabile sul sito RN2000 di cui trattasi. Questo in virtù della non interferenza diretta della proposta di piano con il sito RN2000 a causa della distanza tra l’area della ZSC e il territorio oggetto di piano attuativo nonché per l’assenza di azioni effet-tivamente impattanti.

Dalla fase 1 di verifica (screening) non è quindi necessario passare alla fase successiva della valutazione.

Nel documento rapporto preliminare studio di incidenza (pagine 54-61)