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rapporto preliminare studio di incidenza

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Academic year: 2022

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(1)

ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI COPYRIGHT WARNING: I DISEGNI, LE SPECIFICHE E IL RESTO DEL MATERIALE (CHE IN QUESTA NOTAZIONE E' STATO COMPLESSIVAMENTE CHIAMATO "IL MATERIALE") SONO OGGETTO DEL COPYRIGHT E CONSEGUENTEMENTE PROTETTI DA LEGGI ITALIANE ED INTERNAZIONALI. QUALUNQUE RIPRODUZIONE, ADATTAMENTO O ALTRO USO DEL MATERIALE SENZA IL CONSENSO SCRITTO DELL'ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI, COSTITUIRA' UNA VIOLAZIONE DI QUESTE LEGGI E COLUI CHE NON LE RISPETTERA' SARA' PASSIBILE DI SANZIONI CIVILI ED AZIONI LEGALI. LE DIMENSIONI SCRITTE HANNO LA PRECEDENZA SULLE DIMENSIONI IN SCALA. QUALUNQUE CAMBIAMENTO FATTO DAL CONTRACTOR DOVREBBE ESSERE DOCUMENTATO ED INOLTRATO A QUESTO UFFICIO PER ESSERE APPROVATO. I CONTRACTORS DOVREBBERO VERIFICARE TUTTE LE PRINCIPALI DIMENSIONI IN LOCO E NOTIFICARE IMMEDIATAMENTE QUALSIASI DISCREPANZA. GLI SHOP DRAWINGS DEVONO ESSERE MANDATI A QUEST'UFFICIO PER ESSERE APPROVATI PRIMA DELL'EFFETTIVA MESSA IN OPERA.

IL CONTRACTOR DEVE ASSICURARSI CHE IL DISEGNO SIA STATO EMESSO PRIMA DI COMINCIARE IL LAVORO.

RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA A SUD DI

VIALE ALDO MORO

TREVIGLIO -BG-

PROGETTO ARCHITETTONICO: arch. Alessandro Zufferli

via Cavour 7b, Madone, BG, Italy

P.IVA 03052770165 e C.F. ZFFLSN74P30A940B mail: alezufferli@gmail.com

pec: alessandro.zufferli@archiworldpec.it web: www.alezufferli.it

CLIENTE: ABR Costruzioni s.r.l.

via F.lli Galliari 20, Treviglio, BG, Italy C.F. e P.IVA 03501390169

mail: abrcostruzionisrl@open.legalmail.it

PIANO ATTUATIVO IN VARIANTE VAS. Rapporto preliminare

18001_PL_RE_802a_00.doc

14.09.2018 00

-

802a

CLIENTE: Rovida Cesare

via Boldrini 10, Vigevano, PV, Italy C.F. RVDCSR34M11G388H

PROGETTO TECNICO: geom. Giovanni Luigi Allievi

via A.Gramsci 4, Arcene, BG, Italy

P.IVA 04174480162 e C.F.LLVGNN62L01A794Q mail: std.allievi@gmail.com

pec: giovanniluigi.allievi@geopec.it RELAZIONE

(2)

Città di Treviglio

Regione Lombardia _ Provincia di Bergamo

ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’:

proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente

valutazione ambientale strategica + valutazione di incidenza

_ valutazione ambientale strategica _ valutazione di incidenza

art.13 D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 ‘Norme in materia ambientale’

rapporto preliminare studio di incidenza

soggetto proponente ABR Costruzioni sr l autorità procedente

……….

autorità competente per la VAS

………..

consulente esterno Moris Lorenzi

2018 _ 14 settembre

(3)

indice

a. premesse ... 5

1. contenuti del rapporto preliminare ... 5

2. finalità della valutazione strategica ... 6

3. riferimenti normativi e procedurali ... 6

3.1. avvio del procedimento 6 3.2. quadro normativo 6 3.3. soggetti co-interessati e modalità di partecipazione 7 3.4. valutazione di incidenza 7 4. ambito di potenziale influenza del piano ... 8

b. la proposta di piano attuativo ... 9

5. premesse ... 9

6. le previsioni del PGT vigente ... 9

6.1. norme generali per gli ambiti di progettazione unitaria 11 6.2. norme specifiche per l’ambito n. 8 – viale aldo moro 11 7. altri elementi di riferimento ... 12

7.1. le determinazioni del Piano dei Servizi 12 7.2. le determinazioni del Documento di Piano 13 8. la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente ... 14

9. raffronto ... 21

c. analisi di contesto ... 23

10. premesse ... 23

11. sintesi dell’analisi di contesto ... 24

11.1. la scala territoriale 24 11.2. la scala locale 24 11.3. le componenti ambientali 25 11.4. il quadro programmatico 25 12. obiettivi di sostenibilità ... 26

d. verifiche e valutazioni dei potenziali effetti ambientali del piano ... 29

13. percorso e metodo ... 29

14. l’integrazione ambientale preliminare ... 30

(4)

15. l’integrazione ambientale della proposta di piano attuativo ... 32

16. misure di integrazione ambientale, mitigazione e compensazione ... 33

e. valutazioni preliminari ... 34

17. premesse ... 34

18. verifica di coerenza esterna degli orientamenti di piano ... 35

19. analisi di sostenibilità degli obiettivi del piano attuativo ... 36

19.1. premesse 36 19.2. analisi 37 19.3. matrice di analisi di sostenibilità degli obiettivi programmatici del piano particolareggiato 38 19.4. considerazioni valutative 39 20. valutazione dei complessivi effetti della proposta di piano sulle componenti ambientali ... 39

21. le alternative alle scelte del piano attuativo ... 40

22. indicazioni preliminari di integrazione ambientale ... 41

22.1. aria 41

22.1.1. alla scala urbanistica ... 41

22.1.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 42

22.2. risorse idriche 42

22.2.1. alla scala urbanistica ... 42

22.2.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 42

22.3. suolo 42

22.3.1. alla scala urbanistica ... 42

22.3.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 43

22.4. paesaggio 43

22.4.1. alla scala urbanistica ... 43

22.4.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 43

22.5. natura e biodiversità 44

22.5.1. alla scala urbanistica ...44

22.5.2. alla scala di progettazione esecutiva ...44

22.6. clima acustico 44

22.6.1. alla scala urbanistica ...44

22.6.2. alla scala di progettazione esecutiva ...44

22.7. energia 44

22.7.1. alla scala urbanistica ...44

22.7.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 45

22.8. mobilità 45

22.8.1. alla scala urbanistica ... 45

22.8.2. alla scala di progettazione esecutiva ... 45

22.9. altre componenti ambientali 45

(5)

f. monitoraggio ... 46

g. studio di incidenza ... 47

23. documenti dello studio di incidenza ... 47

24. integrazione procedurale ... 47

25. riferimenti normativi ... 49

25.1. la Direttiva Uccelli 49 25.2. la Direttiva “Habitat” 49 25.3. la disciplina nazionale e regionale di RN2000 e RER 50 26. impostazione e contenuti dello studio ... 50

27. valutazione della significatività dell’incidenza ... 52

28. caratteristiche della ZSC IT2060013 Fontanile Brancaleone ... 52

28.1. caratteristiche ambientali 53 28.2. paesaggio vegetale 53 28.3. habitat di interesse comunitario 53 28.4. specie presenti 54 28.5. stato di protezione del sito 57 28.6. ambiente umano 57 29. livello I: verifica (screening)... 57

30. la RER ... 60

30.1. premessa 60 30.2. la RER a Treviglio 61 30.3. area prioritaria per la biodiversità fascia centrale dei fontanili 62 30.4. verifica dei possibili impatti sulla RER e gli interventi di mitigazione proposti 63 31. conclusioni... 63

documenti di riferimento sostanziale del presente rapporto:

Comune di Treviglio, Piano di Governo del Territorio (DCC 12 del 07.02.2012)

Comune di Treviglio, PGT _ Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale, di- cembre 2010

allegato al presente rapporto:

Analisi di contesto

(6)

a. premesse

1. contenuti del rapporto preliminare

Il Rapporto Preliminare1 della proposta di piano attuativo ambito di progettazione unitaria n.

8 ‘viale aldo moro’ in variante al PGT vigente (d’ora in poi, anche ‘piano’) è articolato nelle seguenti macro sezioni tematiche, ognuna delle quali presenta una diversa funzione e finali- tà:

a_premesse

Si definiscono i riferimenti metodologici, procedurali e contenu- tistici dei procedimenti integrati di valutazione ambientale stra- tegica e di valutazione di incidenza

b_la proposta di piano attuativo Si descrivono i contenuti e gli orientamenti del piano in corso di formulazione

c_analisi di contesto

Si individuano gli elementi caratterizzanti il contesto ambientale e programmatico all’interno del quale sono definite le scelte del piano

d_verifiche e valutazioni dei potenziali effetti ambientali del piano

Si definiscono le modalità attraverso le quali nel Rapporto Am- bientale saranno valutati i potenziali effetti ambientali del pro- gramma

e_valutazioni preliminari Si sviluppa un primo passaggio valutativo dei contenuti pro- grammatici del piano

f_monitoraggio Si definiscono la finalità e la struttura del sistema di monitorag- gio che deve accompagnare la fase di attuazione del piano g_studio di incidenza Si sviluppano i contenuti di merito dello studio di incidenza del

piano sugli elementi notevoli del sistema ambientale

1 Il presente Rapporto Preliminare assume anche funzioni e contenuti di quanto, nella legislazione

(7)

2. finalità della valutazione strategica

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è definita, nel manuale UE2, come

il processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte -politiche, piani o iniziative nell'ambito di programmi ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale

La funzione principale della VAS è quella di valutare anticipatamente le potenziali conse- guenze ambientali delle decisioni di tipo strategico. Più che politiche, piani e programmi in sé stessi, riguarda i processi per la loro formazione ed in questo differisce in modo sostan- ziale dalla valutazione ambientale dei progetti.

In questa ottica si può considerare pertanto la VAS come uno strumento di aiuto alla deci- sione, ossia un DSS (Decision Support System).

La VAS può quindi essere vista anche come uno strumento per integrare in modo sistemati- co le considerazioni ambientali nello sviluppo di politiche, piani e programmi, ossia per raf- forzare le istituzioni e indirizzarle verso una politica di sviluppo sostenibile.

La VAS si caratterizza quindi come un processo iterativo finalizzato a conseguire una miglio- re qualità ambientale delle decisioni e delle soluzioni attraverso la valutazione comparata delle compatibilità ambientali delle diverse opzioni d’intervento oltre a consentire un miglio- ramento della definizione dei problemi strategici in condizioni di elevata incertezza.

3. riferimenti normativi e procedurali 3.1. avvio del procedimento

Con apposito provvedimento, il Comune di Treviglio avvierà il procedimento per l’approvazione del piano attuativo ‘ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ in variante al PGT vigente e avvierà altresì procedimento della valutazione ambientale strategi- ca e nomina delle autorità procedente e competente.

3.2. quadro normativo

Le principali norme di riferimento per la procedura di valutazione ambientale strategica so- no:

↘ la Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valu- tazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente

↘ il D.Lgs 152/2006 "Norme in materia ambientale", noto come Codice dell’Ambiente A livello regionale:

↘ l’art.4 della legge urbanistica regionale .12 dell’11 marzo 2005 (e smi)

2 Commissione Europea, DGXI Ambiente (1998), Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi di Fondi Strutturali dell’Unione Europea.

(8)

↘ la DCR n. 351 del 13 marzo 2007 e smi

↘ la DGR 10 novembre 2010, n. 761 concernente “Determinazione della procedura di Valutazione Ambientale di Piani e Programmi – VAS (art. 4, l.r. n.12/2005; d.c.r.

n.351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n.128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2007, n.8/6420 e 30 dicem- bre 2009, n.8/10971”, e la DGR n. IX/3836 del 25 luglio 2012 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4 L.R. 12/2005;

D.C.R. n. 352/2007) – Approvazione allegato 1a – Modello metodologico procedura- le e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi – VAS – Do- cumento di Piano _PGT

3.3. soggetti co-interessati e modalità di partecipazione

Con apposita determinazione del l’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente:

> ha stabilito che la Conferenza di Valutazione, con la finalità di acquisire elementi in- formativi e pareri dei soggetti/enti di cui al successivo punto, sarà articolata in alme- no due sedute (la prima seduta, di tipo introduttivo, volta ad illustrare il Rapporto preliminare e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito; la seconda seduta, finalizzata a valutare la proposta di Piano Particolareggiato e di Rapporto Ambientale, ad esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti)

> ha individuato i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati chiamati a partecipare alla conferenza di valutazione, altri enti/autorità con specifiche competenze, funzionalmente interessati all’iter decisionale, i settori del pubblico interessati all'iter decisionale

> ha definito le modalità finalizzate a garantire la massima partecipazione e il miglior grado di coinvolgimento utilizzando diversi mezzi di comunicazione anche al fine di garantire la trasparenza e la ripercorribilità del procedimento

3.4. valutazione di incidenza

La Valutazione di Incidenza (VIC) è il procedimento tecnico-amministrativo previsto dall’articolo 6 dalla Direttiva 43/92/CEE (Habitat).

Il suo campo di applicazione è quello dei piani/progetti che possano avere incidenze signifi- cative sui SIC (Siti di Importanza Comunitaria) previsti dalla Direttiva “Habitat”, nonché sulle ZSC (Zone Speciali di Conservazione) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) istituite ai sensi della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”. Tali aree costituiscono la Rete Natura 2000. Sono inoltre da considerarsi, nel contesto lombardo, le potenziali incidenze del piano sugli elementi no- tevoli della Rete Ecologica Regionale.

In relazione ai siti di Rete Natura 2000, non ne è presente alcuno nel territorio comunale tut- tavia è presente una ZSC nel vicino Comune di Caravaggio nonostante sia ad una distanza di ben 6,8 km dal sito di pianificazione in oggetto. Il sito in argomento è il fontanile Branca- leone (ZSC IT2060013). Pertanto, in relazione al quadro dispositivo vigente e alle indicazioni regionali3, è quindi necessario effettuare specifico procedimento di valutazione di incidenza del piano.

(9)

4. ambito di potenziale influenza del piano

L’ambito di influenza della proposta di piano attuativo è riferibile sia alle aree sulle quali la proposta intende intervenire, sia, con diverso grado di influenza, alla porzione territoriale di riferimento.

L’area oggetto di intervento è collocata in un contesto già fortemente urbanizzato e infra- strutturato, con prevalenza di funzioni produttive; la prossimità di infrastrutture di livello so- vralocale (Bre.Be.Mi. e linea ferroviaria Alta Velocità) e l’articolazione funzionale proposta ri- chiama la necessità di porre particolare attenzione all’incidenza delle funzioni insediabili sul sistema infrastrutturale, sulla componente atmosfera e sul clima acustico.

Il comparto di intervento, attraverso via Aldo Moro, si relaziona in modo diretto con la rete stradale di scala sovra locale (Bre.Be.Mi., S.S. 472, S.P. 136).

Per quanto concerne l’influenza della proposta di intervento sull’ambito d’area vasta, viene considerato come principio di riferimento che le trasformazioni territoriali rilevanti, quale quella in oggetto, debbano darsi carico, nel proprio spazio di azione, di concorrere al per- seguimento di principi e obiettivi di scala generale, come peraltro stabilito dalla direttiva eu- ropea. In questo senso si ritiene che la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente debba farsi carico, dal punto di vista urbanistico-territoriale, delle opere atte a ‘contestualiz- zare’ gli interventi attesi dal punto di vista dei caratteri delle componenti paesistico- ambientali e urbanistico-infrastrutturali.

Nella sezione 22 le considerazioni di cui sopra portano ad introdurre alcune sollecitazioni preventive per un adeguato profilo di integrazione ambientale dalla proposta di piano in ar- gomento.

In ragione dello spazio di azione del piano e delle sue possibili esternalità, non si ravvisa la possibilità che esso abbia effetti diretti e significativi su altri Stati membri dell’UE.

(10)

b. la proposta di piano attuativo

5. premesse

Oggetto del presente rapporto e della procedura di valutazione ambientale strategica è la variante al Documento di Piano del PGT vigente indotta dalla proposta di piano attuativo, una volta deliberato.

La proposta attutiva riguarda un ambito di trasformazione già deliberato nel PGT vigente, e come tale già considerato entro la complessiva valutazione ambientale strategica operata sullo strumento urbanistico generale.

La considerazione di questa specifica natura del piano in questione, e coerentemente al quadro dispositivo, induce a focalizzare le analisi e le valutazioni contenute nel presente rapporto in aderenza al carattere ‘differenziale’ delle previsioni della proposta di variante in oggetto: oggetto di valutazione, cioè, non è il complesso delle previsioni dell’ambito di tra- sformazione così come definite nel PGT vigente, bensì sono quelle componenti innovative che la proposta di piano attuativo intende introdurre rispetto alle previsioni di PGT già deli- berate.

Al contempo, alla luce della rilevanza degli interventi proposti in variante al PGT vigente e del loro potenziale impatto sul sistema paesistico-ambientale e infrastrutturale, e in ragione dell’opportunità di un approccio efficace circa il ruolo del procedimento di VAS, si ritiene opportuno sviluppare un percorso valutativo che consideri non solo il differenziale tra quan- to già deliberato nel PGT vigente e quanto si propone di modificare (‘valutazione compara- tiva’), ma anche la complessiva consistenza degli interventi attesi dall’attuazione della pro- posta in oggetto.

6. le previsioni del PGT vigente

Il comparto appartiene ai cosiddetti ambiti di progettazione unitaria ed è disciplinato dal Capo III delle norme tecniche di attuazione del Piano delle Regole.

(11)

Piano delle Regole del PGT di Treviglio – Tav. P1.I (Aggregato urbano di origine moderna)

(12)

6.1. norme generali per gli ambiti di progettazione unitaria

Gli ambiti di progettazione unitaria sono regolamentati dal Capo III delle norme di attuazio- ne del Piano delle Regole. Il PdR individua nel complesso 13 ambiti d’intervento unitario, ri- feriti ai margini dell’area urbanizzata al fine di consolidarne la forma, migliorando il rapporto con il territorio circostante. Tali ambiti d’intervento sono subordinati alla predisposizione di un piano attuativo (P.A.) di iniziativa pubblica o privata.

Il P.A. deve garantire:

a. per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone (abitazioni, insediamenti produttivi, commerciali, di servizio, ecc.) criteri e sistemi di progettazione e costruzione tali da eliminare o mitigare a livelli di sicurezza l’esposizione della popolazione al gas Radon. La verifica di efficacia delle misure adottate potrà essere effettuata mediante misurazione delle concentrazioni residue ad intervento ultimato e prima dell’occupazione dei fabbricati;

b. per i fabbricati a fini residenziali l’adozione di appositi dispositivi per la riduzione del consumo di acqua, quali: frangigetto, erogatori riduttori di portata, cassetta di scari- co a doppia cacciata. Negli edifici condominiali con più di tre unità abitative e nelle singole unità abitative con superficie calpestabile superiore a 100 metri quadrati bi- sogna realizzare la circolazione forzata dell’acqua calda potabile, anche con regola- zione ad orario. Infine, occorrono sistemi di captazione, filtro e accumulo delle piog- ge provenienti dai tetti nonché dalle vasche di invaso, possibilmente interrate e pro- tette;

c. per tutti i nuovi fabbricati la verifica e l’osservanza dei limiti di esposizione al rumore derivanti da infrastrutture ferroviarie, stradali o da esistenti impianti produttivi collo- cati nelle vicinanze, indicati o meno nel vigente piano di zonizzazione acustica;

d. per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone, la verifica e l’osservanza delle distanze previste dalla vigente legislazione da esistenti elettrodotti e/o prevedere adeguate soluzioni tecniche al fine di ridurre l’esposizione della popolazione entro i limiti previsti;

e. la verifica e l’osservanza delle distanze prescritte dagli esistenti allevamenti zootecni- ci indicate dal Regolamento Comunale d’Igiene e indicare, qualora risultasse neces- sario, prescrizioni, indirizzi e orientamenti al fine di ridurre o quanto meno mitigare i potenziali effetti negativi dovuti alla prossimità di detti allevamenti.

All’atto della formazione del P.A., ciascun ambito, può essere suddiviso in sub-ambiti, pur- ché questi siano costituiti da una superficie minima catastale pari a mq. 6.000.

6.2. norme specifiche per l’ambito n. 8 – viale aldo moro

L’art. 24.8 delle norme tecniche di attuazione del PdR disciplina nello specifico l’ambito n. 8, oggetto della presente progettualità.

Si tratta di un’area posta a sud del Viale Aldo Moro e del Piano Insediamenti Produttivi esi- stente.

Il P.A. dovrà osservare i seguenti parametri edificatori:

• SLP = 38.500 mq

(13)

• Rc = 50%

• Aree per Servizi minima con destinazione produttiva = 20% SLP di cui almeno il 50%

da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio, mentre la restante parte potrà essere monetizzata (per altre destinazioni – vedi art. 9 PdS).

La categoria di utilizzazione ammessa è quella produttiva – artigianale (Pi), servizi e attrez- zature pubbliche o di uso pubblico (S), utilizzazioni produttivo-direzionali (Pd). Sono inoltre ammesse utilizzazioni per attrezzature turistico/ricettive (Pr) o per esercizi commerciali al minuto, di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) fino alla media struttura di vendita di tipo 2.

7. altri elementi di riferimento

7.1. le determinazioni del Piano dei Servizi

Rispetto alle dotazioni di aree a servizi, il riferimento disciplinare è regolato dall’art. 9 del Piano dei Servizi (PdS) che afferma quanto segue.

1.- Gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale e/o i piani attuativi relativi agli Ambiti di Trasformazione di cui all’art. 5 NTA del DdP ed agli Ambiti di Riqualificazione di cui all’art. 5 delle presenti norme devono prevedere la dotazione minima di attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico o generale indicata nelle schede di dettaglio e/o dalle specifiche disposizioni di attuazione del Documento di Piano, del Piano dei Servizi e del Pia- no delle Regole.

2.- Gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale e/o altri piani attuativi rela- tivi ad ambiti diversi da quelli di cui al precedente comma 1 devono prevedere le seguenti dotazioni di aree a servizi salvo diversa indicazione delle specifiche norme:

• per le destinazioni industriali ed artigianali (Pi) 20 mq. ogni 100 mq. di SLP dei quali almeno il 70% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la restante parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetizzata;

• per le destinazioni commerciali (Pc) e direzionali (Pd) 100 mq. ogni 100 mq. di SLP dei quali almeno il 50% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la restante parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetiz- zata;

• per le destinazioni residenziali (R) e ricettive (Pr) 60 mq. ogni 100 mq. di SLP dei quali almeno il 50% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la restante parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetizzata.

Le possibilità di monetizzazioni delle aree di cui al presente comma è disciplinata dal suc- cessivo articolo 10.

L’art. 10 del PdS afferma quanto segue.

1.- In caso di intervento mediante P.A. all’interno degli ambiti di valore storico e degli Ambiti urbani consolidati (CAPO II e CAPO IV del Piano delle Regole), è consentita, in alternativa totale o parziale alla cessione gratuita di aree per servizi di cui al precedente art. 9, in accor- do con l’Amministrazione Comunale, la corresponsione al Comune di una somma commisu-

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rata all’utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione, comunque non infe- riore al costo dell’acquisizione di altre aree simili per posizione e caratteristiche, oppure la cessione gratuita di pari superficie di aree esterne all’ambito dello specifico intervento scelte tra quelle indicate dalle tavole secondo la classificazione di cui alla lettera a del precedente art. 7, al di fuori dei perimetri di comparto 2. Negli Ambiti di Trasformazione la realizzazione dei servizi necessari è disciplinata dall’art. 5 delle Disposizioni di Attuazione del Documento di Piano. Negli Ambiti di progettazione unitaria del PdR e negli Ambiti di Riqualificazione del PdS, la dotazione di aree a servizi individuata dalle schede di dettaglio e/o dalla relativa normativa dev’essere assicurata nell’ambito del piano attuativo.

7.2. le determinazioni del Documento di Piano

Le disposizioni di attuazione del Documento di Piano (Ddp) all’art. 5 disciplinano gli ambiti di trasformazione. Di seguito si riporta integralmente l’assunto di tale disciplina.

Gli ambiti di trasformazione sono disciplinati dalle disposizioni che seguono e dalle tavole F2.3 e F2.4., le cui indicazioni planimetriche non sono prescrittive.

I piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata debbono essere costituiti dagli elabo- rati ricognitivi e di rilievo dello stato di fatto nonché dagli elaborati progettuali prescritti dalle vigenti disposizioni e, comunque, da tutti gli elaborati necessari a dare nozione integrale e facilmente accessibile di tutti gli elementi progettuali e di tutti gli effetti degli insediamenti previsti e della loro qualità morfologica ed ambientale.

I piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata debbono prevedere la cessione gra- tuita di tutte le aree a servizi individuate dalle presenti disposizioni e dalle citate tavole colle- gate (che costituiscono la puntuale definizione di una rete urbanizzativa di spazi pubblici e di aree a verde e per la mobilità non diversamente collocabili) eventualmente integrate sino a raggiungere la dotazione minima non inferiore ad 1 m2 ogni 3 m2 di St. Altre aree ed at- trezzature, aggiuntive rispetto alla suddetta dotazione, sono prescritte dalle norme di cui appresso e/o dalla rispettiva Scheda o comunque convenute dalle parti in funzione della dimensione e della dislocazione degli insediamenti, delle loro caratteristiche funzionali e dei relativi fabbisogni urbanizzativi, nonché del rapporto degli insediamenti con i caratteri am- bientali e paesaggistici e con le strategie di valorizzazione ecologica. Per la parte di aree a servizi che dovesse eccedere la metà della St sono però consentite, in luogo della cessione in sito ed in via alternativa tra loro:

a. la corresponsione al Comune di una somma commisurata all’utilità economica con- seguita per effetto della mancata cessione e/o realizzazione del servizio, comunque non inferiore al costo dell’acquisizione di altre aree simili per posizione e caratteristi- che;

b. la cessione gratuita di aree esterne all’ambito di trasformazione in misura definita applicando il parametro 1,5 alla quantità delle aree non cedute in sito, scegliendo dette aree tra quelle indicate dal Piano dei Servizi come da acquisire al patrimonio pubblico.

Le aree e le attrezzature pubbliche, di uso pubblico e generale, costituenti dotazione neces- saria per gli insediamenti previsti in ciascun ambito, possono essere dislocate diversamente rispetto a quanto previsto nelle Schede purché siano rispettate la consistenza e la fruibilità

(15)

delle relative aree e purché siano assicurate la continuità dei percorsi pubblici e dei corridoi ecologici nonché il rispetto delle prescrizioni speciali di ciascun ambito.

In sede di approvazione del piano attuativo o dell’atto di programmazione negoziata ven- gono definite la dislocazione di aree per servizi pubblici, le caratteristiche dimensionali di strade e marciapiedi e delle soluzioni necessarie per garantire i collegamenti con la rete via- ria extracomparto in modo da rendere più efficienti i collegamenti ed al contempo raziona- lizzare e contenere il consumo di suolo.

Gli interventi previsti dai piani attuativi o dagli atti di programmazione negoziata dovranno garantire per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone (abitazioni, insediamenti produttivi, commerciali, di servizio, ecc.) criteri e sistemi di proget- tazione e costruzione tali da eliminare o mitigare a livelli di sicurezza l’esposizione della po- polazione al gas Radon. La verifica di efficacia delle misure adottate potrà essere effettuata mediante misurazione delle concentrazioni residue ad intervento ultimato e prima dell’occupazione dei fabbricati.

Ai sensi delle vigenti regolamentazioni regionali, gli interventi previsti dai piani attuativi o dagli atti di programmazione negoziata riferiti fabbricati a fini residenziali, debbono preve- dere appositi dispositivi per la riduzione del consumo di acqua, quali: frangigetto, erogatori riduttori di portata, cassetta di scarico a doppia cacciata. Negli edifici condominiali con più di tre unità abitative e nelle singole unità abitative con superficie calpestabile superiore a 100 metri quadrati bisogna realizzare la circolazione forzata dell’acqua calda potabile, anche con regolazione ad orario. Infine, occorrono sistemi di captazione, filtro e accumulo delle piogge provenienti dai tetti nonché delle vasche di invaso, possibilmente interrate e protette.

I piani attuativi o gli atti di programmazione negoziata, per gli edifici ivi previsti, dovranno verificare e osservare le distanze prescritte dagli esistenti allevamenti zootecnici indicate dal Regolamento Comunale d’Igiene e indicare, qualora risultasse necessario, prescrizioni, indi- rizzi e orientamenti al fine di ridurre o quanto meno mitigare i potenziali effetti negativi do- vuti alla prossimità di detti allevamenti.

8. la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente

La proposta di piano attuativo in variante al PGT ‘Ambito 8 – Viale Aldo Moro’ si colloca nel- la parte sud/ovest del territorio comunale, nell’area posta a sud del Viale Aldo Moro e del Piano Insediamenti Produttivi esistente.

L’intervento urbanizzativo nel suo complesso, interessa una superficie complessiva di circa 96.700 m², internamente all’Ambito e 5.100 m² quali aree di via A. Moro interessate dalla formazione di due svincoli rotatori (tot. 101.800 m²). Di dette aree circa 53.050 m² sono de- stinate a superfici edificabili e loro pertinenze e 48.750 m² sono interessate da opere di ur- banizzazione.

Le aree oggetto di opere di urbanizzazione risultano così suddivise per destinazione:

a) aree per urbanizzazione primaria (27.680 m²):

• 15.700 m² destinati a sedi stradali parcheggi e nuovi svincoli rotatori

• 5.700 m² destinati a sedi ciclabili e pedonali

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• 6.280 m² destinati ad aiuole a verde pubblico

b) aree per urbanizzazione secondaria - aree a parco pubblico (21.070 m²):

• 700 m² destinate a percorsi ciclopedonali

• 19.120 m² destinate a aree a prato

• 1.250 m² destinate a nuova sede Riale Frate

Planimetria del Piano Attuativo

Il progetto delle opere urbanizzative a servizio del Piano Attuativo prevede essenzialmente l’esecuzione delle seguenti opere:

• internamente al nuovo comparto produttivo/commerciale, nuove sedi stradali per complessivi 15.000 m² circa. Detti nuovi tronchi stradali si attesteranno sulla viabilità esistente di via A. Moro (da riqualificare), e saranno caratterizzati da sezioni variabili a doppio senso di marcia con marciapiedi rialzati su ambo i lati. Tali nuove strade, denominate progettualmente "strade A, B e C", si sviluppano per una lunghezza complessiva di circa 900 metri lineari e si attestano sulla via A. Moro, attraverso tre svincoli rotatori, di cui uno esistente (rotatoria realizzata da Bre.Be.Mi.) e due di nuo- va formazione, rotatoria R1 all’intersezione con via F. Parri e rotatoria R3 in lato est dell’intervento

• n. 3 svincoli rotatori a raso, due sulla via A. Moro ed uno internamente all’Ambito, all'intersezione delle tre nuove strade:

• il primo (R1), sulla via Moro, centrale al nuovo Piano Attuativo e già previsto dal vigente PGT, raccorda la via A. Moro, in lato nord con la via F. Parri (in luogo dell'attuate incrocio a T), ed in lato sud il nuovo comparto edificatorio, attraverso il tronco stradale "strada B". Detta rotatoria avrà un diametro di 50.00 m, al netto dei percorsi ciclopedonali laterali

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• il secondo (R2), posto internamente all’ambito, raccorda le tre nuove strade

"A, B, C" del comparto edificatorio e una strada di servizio per l’area agricola posta a sud dell’intervento. Detta rotatoria avrà un diametro di 33,00 m, al netto dei percorsi ciclopedonali laterali

Planimetria della rotatoria (R1) su via Aldo Moro

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Planimetria della rotatoria (R2) interna al comparto

• il terzo (R3), posto sul limite est dell'intervento, raccorda la via A. Moro con il nuovo comparto edificatorio, attraverso il tronco stradale "strada C". Detta ro- tatoria avrà un diametro di 46.00 m, al netto dei percorsi ciclopedonali laterali

Planimetria della rotatoria (R3) su via Aldo Moro

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Le rotatorie su via A. Moro, R1 e R3, unitamente a quella recentemente realizzata nell'ambito delle opere Bre.Be.Mi. e posto sul limite ovest del nuovo comparto, consentiranno, sia di da- re un collegamento viabile e ciclopedonale, in sicurezza al nuovo ambito edificatorio, e nel contempo regolamentare e controllare i flussi veicolari, traffici ciclopedonali e i loro attraver- samenti, sia primari (via A. Moro), che secondari (strade laterali ed ingressi parcheggi), in un quadro che privilegi standard ambientali e sicurezza

• attrezzare a parcheggio pubblico, n. 2 aree per complessivi 1800 m² circa, equamen- te dislocate lungo le strade A e C., il tutto con formazione di complessivi n. 111 posti auto di cui n. 5 stalli destinati a portatori di handicap

• realizzare, lungo tutto il fronte sud della Via A. Moro interessata dall'intervento, e a lato della nuova strada A, una pista ciclopedonale, da collegare ai percorsi ciclope- donali esistenti e in futuro da collegare alla pista ciclabile recentemente realizzata lungo la via Lodi che collega il centro cittadino, nonché alla prevista pista ciclopedo- nale, attualmente in fase di progettazione da parte dell'Amministrazione Comunale, collegante i territori comunali di Treviglio e Casirate. Detta pista sarà separata dalla carreggiata stradale mediante un’aiuola contenente un filare di alberature. Tale struttura si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 920.00 m, con una lar- ghezza di 3.00 m

Sezione della pista ciclopedonale prevista a lato di via Aldo Moro

• spostare un tratto del Riale comunale denominato ‘Riale Regazzone’, corrente at- tualmente in lato sud del viale A. Moro a lato dell'attuale area agricola da urbanizza- re, mediante spostamento sul perimetro esterno dell'intervento a ridosso delle aree agricole. Viene assicurata la continuità della funzione irrigua a servizio dei fondi agri- coli attualmente serviti dallo stesso. Sul lato del parco pubblico, a protezione dell’alveo del fosso, viene prevista la posa di una staccionata in elementi di legno (piantoni e traversi) altezza fuori terra 80/100 cm, in pino nordico, impregnato a pressione in autoclave

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Sezione dell’area a parco e canalina

• realizzare le aiuole e le fasce laterali delimitanti sia i marciapiedi, sia le piste ciclope- donali, nonché le aree delle rotatorie, aventi una superficie complessiva di circa mq.

6.280, dislocate in più punti del comparto, mediante:

• riporto di terreno coltivo, formazione di tappeto erboso, predisposizione di impianto di innaffio automatico, messa a dimora di essenze arboree con costi- tuzione di filari di piante con essenze autoctone in varietà, sia lungo l’aiuola delimitante la pista ciclopedonale e la carreggiata veicolare, sia nei tornelli dei marciapiedi ove previsti, e messa a dimora di cespugli fioriferi

• fornitura e posa di elementi di arredo urbano, quali panchine e cestini

• realizzare n. 2 aree a verde da attrezzare a parco pubblico, dette aree denominate progettualmente “area V1 e area V2” hanno una superficie complessiva di circa 19.000 m² (7.465 m² area V1 e 12.535 m² area V2).

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Le aree di previsione a parco pubblico

• l’area V1 è posta sulla parte ovest del comparto, in fregio alla via A. Moro, è delimitata: sul lato nord dalla pista ciclopedonale di via A. Moro, sulla quale si innestano i percorsi pedonali del parco, sul lato ovest e sud viene delimitata dalle aree dei nuovi insediamenti, mentre in lato est si attesta sulla ciclabile a lato della rotatoria R1. Tale area, avente una superficie complessiva di circa 7.465 m², sarà sistemata a verde pubblico attrezzato mediante:

> riporto di terreno coltivo, con riutilizzo del materiale di scavo provenien- te dalle operazioni di sbancamento delle strade e parcheggi

> formazione di tappeto erboso dotato di impianto di innaffio automatico

> creazione di collegamenti di attraversamento pedonale con piazzetta centrale, debitamente pavimentati con pavimentazione in frantumato di pietra stabilizzata con legante

> messa a dimora di essenze arboree di tipo autoctono e cespugli fioriferi

> posa di elementi di arredo urbano, panchine, cestini portarifiuti e fonta- nella

> formazione di un muretto/panchina in pietra con funzioni di seduta e delimitazione area sosta, pavimentata con pavimentazione in frantuma- to di pietra stabilizzata con legante

• l’area V2 è posta sulla parte ovest del comparto ma sul lato sud a confine con l'area agricola. L'area risulta delimitata su tre lati, ovest, sud ed est dalla cana- lina del Riale Regazzoni, mentre sul lato nord, confina con la sede stradale della strada A e con la rotatoria R3, sulle quali si attestano i collegamenti dei percorsi ciclopedonali previsti nell'area. Tale area, avente una superficie com- plessiva di circa 12.210 m² oltre all’area occupata dal riale irriguo, sarà sistema- ta a verde pubblico attrezzato mediante:

> riporto di terreno coltivo, con riutilizzo del materiale di scavo provenien- te dalle operazioni di sbancamento delle strade e parcheggi

> formazione di tappeto erboso dotato di impianto

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> messa a dimora di essenze arboree di tipo autoctono e cespugli fioriferi

> protezione dell’alveo canale irriguo corrente lungo il perimetro sud del parco, mediante posa di staccionata in elementi di legno (piantoni e tra- versi) altezza fuori terra cm 80/100, in pino nordico

È naturalmente prevista, nelle suddette aree, la realizzazione di tutti gli impianti tecnologici in sottosuolo, oltre che della segnaletica orizzontale e verticale.

Gli edifici previsti nel Piano Attuativo sono:

➢ Edificio 1: 9.720 m² a destinazione polifunzionale (ricettivo per 4.680 m² e direzionale per 5.040 m²)

➢ Edificio 2a: 1.750 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.500 m²; uffici in- feriore al 20%, pari a 250 m²)

➢ Edificio 2b: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici in- feriore al 20%, pari a 400 m²)

➢ Edificio 2c: 2.345 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.995 m²; uffici in- feriore al 20%, pari a 350 m²)

➢ Edificio 3: 2.600 m² a destinazione commerciale (superficie di vendita 2.000 m²; uffici 200 m²; deposito 400 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in- feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in- feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 6: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici infe- riore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 7: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici infe- riore al 20%, pari a 400 m²)

Dal punto di vista della tematica legata al ‘consumo di suolo’ per scopi di infrastrutturazione territoriale, è ormai ampia la consapevolezza circa la necessità di razionalizzare l’utilizzo “ur- bano” di suolo agricolo. Di rilievo, in questo senso, la L.R. 31/2014 Disposizioni per la riduzio- ne del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato, che però non incide sul profilo di legittimità della presente proposta di piano attuativo, in quanto relativa a un’area già resa urbanizzabile dallo strumento urbanistico comunale vigente e quindi considerata, anche dalla proposta di revisione del Piani Territoriale Regionale in attuazione della LR31/2014, come ‘suolo urbanizzato’.

9. raffronto

Dal raffronto dei dati dimensionali previsti nel vigente PGT con quanto elaborato nella pro- posta di Piano Attuativo in variante in oggetto risulta che, l’unica differenza consiste nella

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variazione delle altezze minime da 11,00 m a 15,00 m e, per l’edificio polifunzionale, un’altezza massima di 34,00 m.

È inoltre stata effettuata una nuova riperimetrazione dell’area (si confronti la tavola di pro- getto riportante il confronto fra previsione di PGT e proposta di variante). Per quanto attie- ne, infine, alla viabilità, è stata prevista una nuova rotatoria in aggiunta a quella già prevista dal PGT localizzata all’incrocio con via Parri. Entrambe le rotatorie sono leggermente disas- sate.

I dati quantitativi sugli standard sono stati rispettati come da previsione di PGT.

Rispetto alle indicazioni fornite dal PGT, la proposta di variante risulta avere un migliore pro- filo di integrazione ambientale per la maggior parte delle scelte progettuali, specialmente per le scelte progettuali architettoniche, per le connessioni della mobilità lenta, per la razio- nalizzazione dei flussi di traffico e per la qualità nonché dimensione delle aree da destinarsi a verde di pubblica fruizione.

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c. analisi di contesto

10. premesse

L’analisi di contesto è sviluppata in specifico allegato al presente rapporto e ha l'obiettivo di rappresentare il contesto all’interno dei quale si operano le scelte del piano, gli ambiti di analisi, le principali sensibilità e criticità ambientali: in sintesi, quegli elementi conoscitivi di base utili per verificare l’integrazione ambientale delle scelte del piano.

L’analisi di contesto sviluppa i contenuti di cui alle lettere b), c), d), e) dell’allegato VI al D.Lgs. n. 4/2008 e più in generale i contenuti del sistema dispositivo relativo a piano e VAS che definiscono ruolo e funzione del quadro conoscitivo e orientativo delle scelte di piano.

Al fine di meglio delineare lo spazio di azione del percorso di valutazione ambientale del piano, si segnala che i contenuti conoscitivi, valutativi e di indirizzo sviluppati, e da leggersi in maniera integrata a quelli sviluppati in seno alla documentazione della proposta di piano attuativo, al fine di evitare ridondanze argomentative e/o sovrapposizione con il quadro di- spositivo in essere, sono al netto:

• di quanto tematicamente o per competenza non assumibile o trattabile in modo pertinente dallo strumento urbanistico in oggetto (piano attuativo), per come disci- plinato dalle disposizioni regionali e nazionali e quindi funzionale a regolamentare l'attività edificatoria nell'area interessata con finalità di dettaglio e specificazione di quanto già previsto dallo strumento urbanistico generale

• di quanto definito dal quadro normativo e procedurale in essere, che come tale è ineludibile e costituisce riferimento per la formulazione della specifica progettualità (settoriale e di competenza degli altri livelli di governo del territorio) cui il piano ri- manda

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11. sintesi dell’analisi di contesto

Nel rimandare allo specifico allegato per una narrazione puntuale degli elementi di interes- se, a seguire se ne riporta una sintesi, orientata a mettere in evidenza, in modo didascalico, gli elementi di rilevanza per i contenuti di piano.

11.1. la scala territoriale

A livello di area vasta, la proposta di piano attuativo è collocata all’interno del sistema terri- toriale densamente infrastrutturato dell’area urbana di Treviglio, zona periferica sud-ovest.

L’area urbana di Treviglio appartiene al quadrante occidentale della pianura bergamasca, che ha registrato negli scorsi decenni un significativo incremento in termini di urbanizzazio- ne, specialmente lungo l’asse infrastrutturale della S.S. 42. A nord della città di Treviglio si riconoscono infatti alcuni addensamenti urbani rilevanti nel contesto orobico, come l’area di Zingonia, il quadrante di Dalmine e la periferia meridionale del capoluogo provinciale.

Le dinamiche insediative che hanno investito questo ambito della provincia bergamasca ne- gli ultimi decenni, dinamiche non sempre supportate da politiche territoriali sufficientemente

‘forti’, hanno portato a una condizione di significativo ‘affastellamento insediativo’, che spes- so ha riguardato la colonizzazione di spazi agricoli o naturali piuttosto che, come sarebbe stato preferibile, il rinnovamento e la qualificazione del patrimonio edilizio esistente nei tes- suti densi della città storica.

Anche le dinamiche infrastrutturali recenti (realizzazione della Bre.Be.Mi. e della ferrovia ad Alta Velocità, riqualificazione del nodo ferroviario di Treviglio, interventi di ammodernamen- to della viabilità storica, realizzazione di bretelle viarie, ecc…) hanno contribuito a frammen- tare questo territorio, decontestualizzando e indebolendo gli antichi valori paesaggistici e relazionali.

All’interno di questo contesto fortemente urbanizzato risulta di rilievo strategico, per la te- nuta stessa delle condizioni di ‘abitabilità’ di questa porzione territoriale, qualificare il sistema degli spazi aperti, limitare l’eccessivo consumo di suolo cui si è assistito negli ultimi anni e compattare, anche attraverso processi di densificazione, i brani di territorio già urbanizzati, procedendo prioritariamente ad interventi di riqualificazione delle strutture esistenti in modo da soddisfare le necessità di consolidamento delle attività esistenti.

11.2. la scala locale

L’area oggetto della proposta di piano attuativo è localizzata all’interno della periferia sud- occidentale di Treviglio, nella ‘mezzaluna’ venutasi a creare tra la ferrovia storica e il nuovo corridoio infrastrutturale Bre.Be.Mi. – Alta Velocità ferroviaria.

Si tratta di un territorio che ha registrato una progressiva crescita insediativa per addizione di fatti urbani tra loro poco coesi e di qualità generalmente bassa. La grande zona industria- le ormai da tempo esistente a monte di via Aldo Moro, così come il comparto produttivo sorto a sud della stazione ferroviaria di Treviglio Centrale (così come altri fatti urbani del tut- to equiparabili a quelli citati) ne sono l’evidente dimostrazione.

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In questa porzione del territorio comunale, l’articolazione delle funzioni insediate (essen- zialmente di tipo produttivo), la giacitura delle volumetrie (sostanzialmente distribuite su lot- to singolo) e la scarsa qualità dello spazio pubblico manifestano i caratteri propri della diffu- sione insediativa ‘industriale’ che nei decenni scorsi ha investito ampi brani dell’area metro- politana lombarda e che, nell’ottimizzare i processi di valorizzazione fondiaria privata e la relazione di prossimità casa / lavoro, ha assunto le forme tipiche dell’aggregazione mono- funzionale all’interno della cosiddetta “campagna urbanizzata”.

In relazione al tema del consumo di suolo, la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente implica la medesima occupazione di suolo ad oggi non urbanizzato.

In termini formali, l’intervento non induce alcun ‘consumo di suolo’ per come definito nel quadro dispositivo. In particolare, la LR 31/2014 definisce come ‘consumo di suolo’ (art.2 comma c) la trasformazione, per la prima volta, di una superficie agricola da parte di uno strumento di governo del territorio, non connessa con l’attività agrosilvo- pastorale […]; in questo senso, il suolo del comparto di interesse è stato ‘consumato’ nel momento dell’approvazione del PGT successivamente intervenuto.

11.3. le componenti ambientali

L’analisi conoscitiva (si veda l’allegato ‘analisi di contesto’) ha permesso di definire le sensibi- lità e le vulnerabilità delle componenti ambientali del contesto di intervento, rispetto alle quali commisurare la potenziale incidenza della proposta di piano attuativo.

In sintesi, i temi di maggiore attenzione4 delle scelte progettuali devono fare riferimento ai seguenti aspetti:

• le condizioni di qualità dell’aria, incise dalle emissioni dei consumi energetici e del traffico veicolare

• gli esiti paesaggistici degli interventi edificatori e la composizione degli spazi di relazione interni al comparto e con le arterie stradali di accessibilità

• il clima acustico generato dalle attività insediabili e dal traffico indotto

• gli effetti del traffico generato dalle funzioni insediabili sulla rete stradale di rela- zione

• le connessioni, attraverso la mobilità lenta con il centro della città di Treviglio

11.4. il quadro programmatico

Il sistema di piani e programmi che indirizzano e governano le trasformazioni territoriali del contesto entro cui è collocato l’ambito oggetto del piano restituiscono una pluralità di pro- positi e di indirizzi, con aspetti di coerenza generale non sempre nitidi; situazione che mani- festa la ‘ricchezza’ delle istanze sociali e la loro traduzione in programmazione istituzionale di varia scala e natura.

A principi di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle componenti paesistico-ambientali si accostano scenari di infrastrutturazione (stradale e insediativa) che, nel rispondere ad istanze economico-sociali, incidono profondamente le geografie territoriali; la dialettica tra questa

4 Al netto, evidentemente, di quanto disciplinato dalla normativa settoriale, che costituisce riferimento

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multiforme programmazione genera nuovi paesaggi e nuove relazioni, consolidando il ‘ca- leidoscopio’ di fatti territoriali che da decenni connota questo contesto fortemente metropo- litano e che è causa e al tempo stesso effetto delle istanze sociali ed economiche che su questo territorio agiscono.

Entro la sezione 18 si compie una verifica di coerenza tra gli obiettivi programmatici del pia- no in argomento e il quadro di riferimento dei piani e dei programmi vigenti.

12. obiettivi di sostenibilità

In relazione alle risultanze in progress dell’analisi di contesto, alle interlocuzioni preliminari avute e ai contenuti delle più recenti politiche comunitarie, nazionali e regionali, si propone a seguire il set degli obiettivi di riferimento che costituiscono l’orizzonte generale di sosteni- bilità per i contenuti del piano.

fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità ARIA E FATTORI CLI-

MATICI

Libro bianco sull’adattamento al cambiamen- to climatico, CE, 2009

Conclusioni del Consiglio europeo – 4 feb- braio 2011, Una tabella di marcia verso un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, COM(2011) 112 def.

L’innovazione per una crescita sostenibile:

una Bioeconomia per l’Europa, COM(2012)60 Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lom- bardia, 2010

AF.1_Raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e l’ambiente AF.2_Stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra a un livello tale da escludere pe- ricolose interferenze delle attività antropiche sul sistema climatico

ACQUA Tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse, COM(2011) 571 def.

Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po e Rapporto ambientale, Autorità di bacino del fiume Po, 2010

Programma di tutela e uso delle acque, Re- gione Lombardia, 2006

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.2, TM 1.3, TM 1.4, TM 1.5

A.1_Proteggere all’inquinamento, prevenire il deterioramento, migliorare e ripristinare le condizioni delle acque superficiali e sotterra- nee al fine di ottenere un buono stato chimi- co, ecologico e qualitativo

SUOLO LR 31/2014 Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato

Strategia Tematica per la Protezione del Suo- lo, COM(2006)231 def.

Tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse, COM(2011) 571 def.

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.8, TM 2.13

D.G.R. 3075/2012 Politiche per l’uso e la valo- rizzazione del suolo – Consuntivo 2011 e Agenda 2012

S.1_Promuovere un uso sostenibile del suolo, con particolare attenzione alla prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione e al mantenimento della permeabilità

S.2_Contenere il consumo di suolo

BIODIVERSITA’ La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell’UE sulla biodi- versità fino al 2020, COM(2011) 244 def.

B.1_Porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e ripristinarli nei limiti del possibile

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fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.9, TM

1.10 PAESAGGIO E BENI

CULTURALI

Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo, CE 1999

Convenzione Europea del Paesaggio, Consi- glio d’Europa, 2000

D.lgs. n. 42/2004 ‐ Codice dei Beni culturali e del paesaggio

PTR/PPR, Regione Lombardia, 2010

P.1_Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche, culturali e paesaggistiche del territorio

P.2_Promuovere la gestione sostenibile e creativa dei paesaggi considerati eccezionali così come dei paesaggi della vita quotidiana del territorio

POPOLAZIONE E SA- LUTE UMANA

VI Programma d’Azione Ambientale PS.1_Tutelare la salute pubblica e promuove- re la qualità della vita

RUMORE E VIBRAZIO- NI

Direttiva 2002/49/CE relativa alla determina- zione e alla gestione del rumore ambientale e suo recepimento nazionale con D.lgs.

194/2005

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.12

RV.1_Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento acustico

RADIAZIONI IONIZ- ZANTI E NON IONIZ- ZANTI

Legge 36/2001 e s.m.i. Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici

PTR, Regione Lombardia, 2010 –TM 1.13, 1.14

RAD.1_Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento elettromagnetico e luminoso RAD.2_Prevenire e ridurre l’inquinamento indoor e le esposizioni al Radon

RIFIUTI Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE Tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse, COM(2011) 571 def.

D.lgs. 152/2006 e s.m.i – Norme in materia ambientale

Legge regionale 26/2003 e s.m.i. ‐ Disciplina dei servizi locali di interesse economico ge- nerale. Norme in materia di gestione dei ri- fiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 2.8

RF.1_Prevenire la produzione dei rifiuti e ge- stirli minimizzando l’impatto sull’ambiente RF.2_Promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili, orientati a un uso effi- ciente delle risorse

ENERGIA Direttiva 28/2009/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili Direttiva 29/2009/CE

Direttiva 31/2010/CE

Piano di efficienza energetica 2011 COM(2011)109 def.

Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 28 Piano d’azione per l’energia, Regione Lom- bardia, 2008

Piano d'azione per l'efficienza energetica PAEE in attuazione del DL 115/2008 PTR, Regione Lombardia, 2010 ‐ TM 3.3 Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lom- bardia, 2010

E.1_Ridurre i consumi energetici e aumentare l’efficienza energetica di infrastrutture, edifici, strumenti, processi, mezzi di trasporto e si- stemi di produzione di energia

E.2_Promuovere sistemi di produzione e di- stribuzione energetica ad alta efficienza (si- stemi a pompe di calore, produzione centra- lizzata di energia ad alta efficienza genera- zione distribuita e micro cogenerazione etc.) E.3_Incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse, mini-eolico, fotovoltaico, solare termico, geotermia, mini- idroelettrico, biogas)

MOBILITA’ E TRA- SPORTI

Libro Bianco La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte, CE, 2001 PTR, Regione Lombardia, 2010 – elaborazio-

MT.1_Ridurre la congestione da traffico priva- to potenziando il trasporto pubblico e favo- rendo modalità sostenibili

(29)

fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità ne da ST 1.4.4, ST 1.6, ST 1.6.3, ST 1.8.2, TM

2.2.4, TM 2.2.5, elaborazione da TM 2.4.2, TM 2.4.3, TM 2.6.3, TM 2.2.7,

TM 3.15.2)

MT.2_Garantire una mobilità competitiva, sicura, protetta e rispettosa dell’ambiente

Tali obiettivi di sostenibilità costituiscono, in questa fase di orientamento, il riferimento per l’analisi di sostenibilità delle intenzioni programmatiche della proposta di piano attuativo (si veda la sezione 19).

Entro il Rapporto Ambientale, gli obiettivi di sostenibilità saranno il riferimento per l’analisi di sostenibilità delle specifiche azioni che verranno definite dal piano.

(30)

d. verifiche e valutazioni dei

potenziali effetti ambientali del piano

Questa sezione del rapporto preliminare è funzionale ad esplicitare il metodo e i criteri at- traverso i quali si intende compiere la valutazione ambientale delle scelte della proposta di piano attuativo entro il Rapporto Ambientale, che sarà elaborato contestualmente alla pro- posta di piano e alle sue scelte puntuali.

Il metodo, gli strumenti e i passaggi valutativi di seguito descritti potranno essere integrati e modificati in ragione dei contenuti che assumerà la proposta di piano e dei contributi che saranno portati dai soggetti cointeressati alle scelte del piano stesso, al fine di permetterne una pertinente integrazione ambientale.

13. percorso e metodo

A partire dalle intenzioni programmatiche del piano particolareggiato (si veda sezione b), si opera, già in questa fase di scoping, e quindi all’interno del presente rapporto (si veda se- zione e), una valutazione di tali intenzioni, in modo da potere procedere a una integrazione ambientale preliminare del piano in corso di sviluppo.

Gli elementi emergenti da tale integrazione preliminare alimentano, così come la prima fase di interlocuzione (scoping) con i soggetti cointeressati, i contenuti della proposta di piano che sviluppa interamente i temi e le scelte; sulla base di tale proposta di piano viene svilup- pato il Rapporto Ambientale, entro il quale vengono valutati i contenuti del piano e definiti gli eventuali elementi di ulteriore integrazione ambientale.

La proposta di piano attuativo e il Rapporto Ambientale vengono messi a disposizione per l’ulteriore interlocuzione con i soggetti cointeressati.

In ragione degli elementi di integrazione ambientale sviluppati in seno al Rapporto Ambien-

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torità procedente e competente, il parere motivato e la dichiarazione di sintesi, documenti complessivamente preordinati alle eventuali integrazioni dei contenuti del piano e all’avvio del suo percorso propriamente deliberativo.

OORRIIEENNTTAAMMEENNTTII PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCII IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMBMBIIEENNTTAALLEE PPRREELLIIMMIINNAARREE P

PRROOPPOOSSTTAA DDII PPIIAANNOO AATTTTUUAATITIVVOO

I

INNTTEEGGRRAAZIZIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALELE

P

PAARERERREE MMOOTTIIVVAATTOO EE DDIICCHHIIAARARAZZIIOONNEE DDII SSIINNTTEESSII

La valutazione strategica del piano viene poi sviluppata anche nella fase in itinere, ovvero durante la fase attuativa delle scelte compiute dal piano.

La valutazione in itinere è effettuata anche in funzione delle attività di monitoraggio, la cui struttura è anticipata alla sezione f del presente rapporto e la cui definizione sarà effettuata entro il Rapporto Ambientale e in relazione ai contenuti specifici del piano.

Gli esiti dell’attività di monitoraggio permettono di individuare gli effetti dell’attuazione del piano e quindi di valutare il grado di integrazione ambientale di tali effetti, il loro eventuale scostamento rispetto a quanto atteso e la relazione con il contesto di riferimento socio- economico, territoriale e paesistico-ambientale. Tali risultanze forniscono elementi di ausilio e argomentativi alle revisioni che si ritenesse opportuno apportare al piano.

PAPARERERREE MMOOTTIIVVAATTOO EE DDIICCHHIIAARARAZZIIOONNEE DDII SSIINNTTEESSII

PPIIAANNOO AATTTTUAUATTIIVVOO // VVAARRIIAANNTTEE AAL L PPGGTT

MOMONNIITTOORRAAGGGGIIOO DDEELLLL’’AATTTTUUAAZZIIOONNEE DDEELL PPIIAANNOO

E

EVVEENNTTUAUALILI RREEVVIISSIIOONNII PPEERRIIOODDIICCHHEE

14. l’integrazione ambientale preliminare

La proposta definitiva di piano attuativo deriverà da un percorso analitico-conoscitivo e de- cisionale che rappresenta una sintesi tra

• lo spazio di azione e di legittimità che è dato a questo specifico strumento di pianifi- cazione urbanistica, in ragione del quadro dispositivo vigente

• le istanze e i contributi dei soggetti istituzionali e delle parti sociali cointeressate ai contenuti del piano

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• gli esiti del percorso di integrazione in progress delle componenti ambientali (valuta- zione ambientale strategica)

Questo terzo aspetto è quello sostanziale nel percorso di VAS e il tema della “integrazione in progress”, e quindi del progressivo feedback tra contenuti di piano e loro valutazione ambientale, è fondamentale nella costruzione delle scelte di piano; a questo scopo già in questa fase di scoping si è ritenuto di procedere nello sviluppo di un passaggio di integra- zione ambientale preliminare.

L’oggetto di tale integrazione è costituito dalla proposta di piano attuativo presentato dai proponenti all’Amministrazione Comunale (si veda sez. 8).

Come rappresentato nello schema a seguire, l’integrazione ambientale preliminare, che qui viene in parte sviluppata e verrà implementata in progress nel percorso di formulazione del- le scelte di piano, si struttura su due complementari passaggi valutativi.

Un primo passaggio è quello che riguarda l’analisi di sostenibilità degli obiettivi specifici di piano; tale passaggio muove dalla definizione degli obiettivi di sostenibilità (derivanti anche dall’analisi delle componenti ambientali) e riguarda la valutazione di come le intenzioni dei proponenti riscontrino gli obiettivi di sostenibilità definiti per le componenti ambientali.

Un secondo, complementare passaggio, è quello che afferisce alla verifica di coerenza esterna; questo passaggio è funzionale a valutare come gli obiettivi dei proponenti il piano attuativo si relazionino agli obiettivi desunti dal quadro programmatico e quanto siano con essi sinergici e coerenti.

ININTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMBMBIIEENNTTAALLEE PPRREELLIIMMIINNAARREE

ANANAALILI DDEELLLLEE CCOOMMPPOONNEENNTTII AAMBMBIIEENNTTALALII QUQUAADRDROO PPRROOGGRRAAMMMMAATTICICOO

OBOBIIEETTTTIVIVII DDII SSOOSSTTENENIIBBIILLIITTÀ À OOBBIIEETTTITIVVII DDII CCOOEERREENNZZAA IINNTTEERRNNAA

A

ANNAALLIISSII DDI I SSOOSSTTEENNIIBBIILLIITTÀÀ IINNDDIIRRIIZZZZII PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCII VEVERRIIFFICICAA DDI I CCOOEERREENNZZAA EESSTTEERRNNAA

I

INNDDIICCAAZZIIOONNII PPRREELLIIMMIINNAARIRI DDII IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTALALEE

Gli esiti di tali passaggi valutativi permettono di formulare alcune indicazioni preliminari di integrazione ambientale delle scelte in fieri del piano attuativo e quindi di alimentare, strate- gicamente, la costruzione di tali scelte.

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