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3. eventuale confezionamento e stoccaggio refrigerato.

5.3 Caratterizzazione chimica del germe di frumento

5.3.1 Determinazione del contenuto di umidità (G.U.R.I. del 21/06/1985 n.145) In un pesafiltro precedentemente condizionato in stufa a 130°C, è stato pesato esattamente circa 1g di campione macinato. Successivamente i pesafiltri sono stati inseriti in stufa termostata a 130°C per 90 minuti. Al termine dei 90 minuti il campione è stato estratto dalla stufa e collocato in un essiccatore. Infine, una volta raffreddato il campione, si è proceduti con la misurazione delle peso mediante bilancia analitica e al calcolo dell’umidità.

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5.3.2 Determinazione del contenuto di ceneri (Metodo ICC 104/1-1995)

Il contenuto in ceneri di un campione rappresenta la quantità di costituenti minerali che residuano dopo la carbonizzazione e la calcinazione di una matrice alimentare.

È ottenuta mediante carbonizzazione e successiva calcinazione del campione posto in muffola a 525°C per tutta la notte, fino all’ottenimento di un residuo bianco.

In questo caso sono stati pesati 0,5g di campione all’interno di crogiuoli in porcellana precedentemente condizionati in muffola a 525°C per un’ora. In seguito il campione è stato carbonizzato bagnandolo con alcol etilico assoluto e bruciandolo con una fiamma prima di essere posto per una notte in muffola a 525°C.

Successivamente il campione è stato messo a raffreddare in essiccatore e in caso di un residuo bianco si è proceduto alla registrazione del peso finale, mentre nel caso in cui il residuo presentasse ancora una colorazione scura si è effettuata un’ulteriore calcinazione in muffola per una notte pretrattando il campione con acqua ossigenata.

5.3.3 Determinazione del contenuto di proteine (Metodo G.U.R.I. del 10/08/1994 n. 114 supplemento n. 4)

La determinazione è stata eseguita con il metodo Kjeldhal che prevede tre fasi: la mineralizzazione, la distillazione ed infine la titolazione.

Si è posto circa esattamente 0,5 g di campione all’interno di tubi di mineralizzione in vetro. Il campione viene sottoposto a mineralizzazione con acido solforico concentrato, in presenza di solfato di rame (catalizzatore). Durante tale fase l’azoto organico, presente nel campione, viene trasformato in azoto inorganico come solfato di ammonio. Successivamente il campione è stato sottoposto a distillazione in corrente di vapore in presenza di idrossido di sodio al 40%, ottenendo la liberazione dell’ammoniaca dal solfato in rame. L’ammoniaca viene raccolta in acido borico, ottenendo borato d’ammonio.

Successivamente l’azoto ammoniacale viene titolato con acido solforico 0,1 N.

Il contenuto di azoto proteico si ottiene moltiplicando l’azoto totale per un fattore di conversione pari a 5,70 per semole e farine e 6,25 per un alimento in generale.

5.3.4 Determinazione del contenuto in grasso

Per la determinazione del contenuto in grassi del campione è stato utilizzato sia il metodo dell’idrolisi acida modificata (Caboni et. al., 2000) che il metodo Soxhlet.

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L’idrolisi acida modificata prevede rispetto al metodo ufficiale (Metodo G.U.R.I. del 10/08/1994 supplemento n. 4) la sostituzione dell’alcol etilico con acqua distillata, sia nella fase di idrolisi che nella fase di estrazione.

In un apposito tubo munito di tappo a vite, sono stati pesati 6 g di campione macinato e ad esso è stato aggiunto 6 mL di acqua distillata e 30 mL di acido cloridrico al 25%, i tubi sono stati poi posti a bagnomaria alla temperatura di 70-80°C per 30 minuti fino a completa idrolisi della matrice organica. Trascorso il tempo di idrolisi i tubi sono stati lasciati a raffreddare in un bagno di ghiaccio e successivamente sono stati aggiunti 10 mL di acqua distillata e 25 mL di etere etilico. La soluzione ottenuta è stata agitata per un minuto e in seguito si è andati ad aggiungere 25 mL di etere di petrolio agitando nuovamente per un minuto. Quindi con una pipetta pasteur una volta effettuata la separazione delle due fasi si è andati a recuperare la frazione eterea (fase superiore) e si è trasferita in un pallone precedentemente condizionato e pesato; è stata poi ripetuta l’estrazione con 25 mL della miscela etere etilico-etere di petrolio 1:1 (v:v) andando a recuperare nuovamente la frazione eterea. Infine sono stati aggiunti altri 25 mL di miscela etere etilico-etere di petrolio 1:1 (v:v) alla soluzione che è stata poi agitata per un minuto e filtrata mediante imbuto Buchner provvisto di carta da filtro Whatman n. 5 e la fase liquida è stata posta all’interno di un imbuto separatore da 250 mL. La fase eterea ottenuta è stata poi trasferita nel pallone dal quale è stato poi allontanato il solvente attraverso un evaporatore rotante in bagnomaria a 40 °C sottovuoto. Il pallone quindi è stato posto in stufa da vuoto a 105°C per 60 minuti al fine di allontanare l’umidità in essa presente, poi raffreddato in essiccatore e quindi pesato con bilancia analitica.

5.3.4.1 Determinazione del contenuto in grasso mediante metodo Soxhlet

Per la determinazione del contenuto in grasso mediante metodo Soxhlet è stato utilizzato il metodo NGD B4 1976. L’analisi è stata effettuata su 10 g di campione finemente macinato, miscelati con solfato di sodio anidro in modo da ottenere un miscuglio omogeneo che viene posto in un ditale di cellulosa.

Il ditale è stato introdotto nel corpo estrattore del Soxhlet alla cui base è stato sistemato il pallone di vetro da 250 mL, pesato in precedenza. Dall’alto del corpo estrattore, è stato aggiunto etere di petrolio in quantità tale da provocare il sifonamento. Si è andati quindi a regolare il riscaldamento del bagnomaria in modo da provocare un sifonamento ogni 15 minuti per 8 ore.

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Terminata la fase di estrazione, il solvente è stato allontanato mediante ausilio dell’evaporatore rotante e il pallone è stato posto in stufa per 1 ora a 105 °C, raffreddato in essiccatore e pesato.

5.3.4.2 Estrazione della frazione lipidica mediante metodo Folch

Un’altra estrazione dei lipidi è stata effettuata con il metodo messo a punto da Folch (Folch et al., 1957) con alcune modifiche. Tale determinazione è utile sia per determinare il contenuto di lipidi totali presenti all’interno del campione e sia come analisi preliminare per la determinazione degli acidi grassi mediante corsa gascromatografica.

Al campione di germe macinato (15 g) sono stati addizionati 200 mL di una miscela solvente costituita da cloroformio:metanolo 1:1 (v/v), il tutto è stato omogeneizzato per 2 minuti. Ciascuna bottiglia chiusa, è stata posta in stufa a 60 °C per 20 minuti. Successivamente sono stati aggiunti 100 mL di cloroformio; il campione è stato nuovamente omogeneizzato per 1 minuto e filtrato con imbuto Buchner su carta da filtro, sfruttando il vuoto della pompa ad acqua.

Il filtrato è stato raccolto in una beuta codata e trasferito in un’altra bottiglia dove sono stati aggiunti 50 mL di KCl 1M e in seguito conservato in frigo per una notte. Il mattino successivo il contenuto della bottiglia è stato trasferito con delicatezza in un imbuto separatore, per fare separare le due fasi. La frazione organica è stata trasferita in un pallone in precedenza tarato e il solvente è stato allontanato mediante un evaporatore rotante sotto vuoto. Il grasso ottenuto è stato ripreso con 10 mL di una miscela esano:isopropanolo 4:1 (v/v), e conservato in freezer fino al momento dell’analisi.

5.4

Preparazione degli esteri metilici e analisi gas cromatografica degli