• Non ci sono risultati.

amateur workshopsamateur workshops

147casi studio

Individuazione

delle fasi del

processo pro-

gettuale su cui

agisce la pratica

di DDS.

Attribuzione

valoriale d'uso

secondo indagini

condotte su

pubblico generico

e campioni di

utenza specifici.

pubblico generico cluster di interesse

I dati del secondo diagramma derivano da brevi interviste strutturate condotte successivamente su due campioni di indagine diversi: 1. il primo composto da pubblico generico, non riconducibile a gruppi di utenza o comunità di in- teresse prossimi a quello di intervento;2. il secondo costituito da utenti e non, accomunati da passione e interesse spe- cifico verso ciò che ha costituito il focus di progetto.

briefing idea conce pt mock-up pr ototipo prodottofinale 5% 10%

peripheral design • jurji filieri• jurji filieri 148

• •

Bureau for the Study of Vivid Blue Every- Colour Inhabitations of the Planet, the Transformation of Reality, and a Multitude of Happy Endings. Frutto della ricerca svolta nel corso degli anni, anche attraverso la serie degli Amateur Workshop, Jerszy Seymour raccoglie qui l’eredità formale già sintetizzata in The Workshop Chair ed evoca per Magis una panoramica illimitata dei futuri possibili.

conclusioni.

conclusioni.

Spoon collection. Martino Gamper.

Prospettive di una ricerca aperta.

La ricerca muove da una riflessione attenta sui processi di diffusione pervasiva delle tecno- logie dell’informazione e sulle trasformazioni, autonome e indotte, che questi cambiamenti producono nella società. Viviamo in un mondo oggi profondamente trasformato, in cui le nuove tecnologie dell’informazione e la libertà di spostamento delle persone hanno deter- minato cambiamenti nell’assetto dei gruppi sociali e abilitato nuovi rapporti e relazioni tra i soggetti appartenenti alla stessa comunità e tra coloro che invece aderiscono a cluster locali diversi, delineando un panorama diffuso di tipo reticolare.

Il network diviene la struttura di condivisione e trasmissione dell’informazione, la rete attraverso la quale ognuno si relaziona con il resto del sistema e contribuisce in parte alla costruzione di quel patrimonio di intelligenza collettiva, che è manifestazione di un ‘com- portamento emergente’.

Attraverso un’immagine istantanea dello stato dell’arte, si è cercato quindi di capire cosa sia cambiato dentro alla disciplina del design e in particolare nel progetto e nei modi con cui questo cerca di essere rilevante per il mercato.

Ciò che ne è emerso è un quadro sociale molto articolato, rispetto al quale le pratiche e le metodologie più tradizionali non offrono più garanzia di pertinenza, laddove anche gli stru- menti più evoluti del marketing e della sociologia dei consumi (come apparati di segmen- tazione del pubblico e teorie del comportamento) si rivelano oggi inefficaci o non del tutto idonei ad interpretarne fenomeni e trasformazioni.

L’accresciuta capacità di relazione abilitata dalle nuove tecnologie dell’informazione infatti, oltre a costruire un patrimonio intellettivo amplificato grazie all’accessibilità universale del sapere, delinea una seconda caratteristica della realtà contemporanea, che corrisponde all’incon- sueta velocità con cui essa muta ed evolve in un processo ormai sistemico di metamorfosi e dinamismo delle comunità.

Attraverso la continua e frequente rimodulazione dei legami tra gli attori e tra le singole por- zioni della rete globale, ogni contesto cambia e si trasforma come in un naturale processo

peripheral design • jurji filieri• jurji filieri 152

biologico di crescita.

La società appare così sempre più frammentata e mutevole, strutturata in forma retico- lare, diffusa, orizzontale. Con la caduta delle storiche matrici valoriali di ordine ideale e con l’incedere in rapida successione di vere e proprie rivoluzioni tecnologiche (come quella digitale e quella informativa), sono cambiate le forme di auto-determina- zione estetica dei consumatori e così il modo con cui le persone si aggregano in gruppi, attorno a focus di valore nuovi, spesso difficili da catturare.

La teoria di ANT di Bruno Latour offre un importante spunto di indagine verso questo nuovo ordine sociale, grazie ad un approccio di tipo bottom-up, aperto con cui, dopo aver riconosciuto l’eminente configurazione rizomatica della società contemporanea, tenta, a partire dai soggetti ‘viventi’ dentro a ciascun contesto, di cogliere e descrivere le dinami- che di formazione e successiva evoluzione di ciascun gruppo, formulando nuove strutture (non pre-ordinate) soggette a revisione iterativa.

All’interno di questo quadro l’utente e il prodotto sono inseriti in modelli di relazione locale e contestuale, ciascuno composto da cluster o tribù (clan di appartenenza o di inte- resse), che come visto sono dinamici e in continua trasformazione.

Nelle ipotesi della ricerca, causa di tale aleatorietà sono soprattutto i legami deboli, lanciati tra gli attori sempre più numerosi di ciascun contesto d’uso del prodotto. Pro- prio quei legami, indiretti per la maggior parte, tessuti tra gli utenti e i non-utenti, senza il coinvolgimento alcuno del prodotto e che disegnano il contesto relazionale al margine dello scenario di rilevanza del bene, lontano ormai dai luoghi propri della produzione. Se come si è già visto il prodotto (nel senso di risultato di un processo di produzione stret- tamente legato al mondo della manifattura tecnica) oggi è sempre più classificabile co- me ‘merce’, proprio per sottolineare il trasferimento della catena del valore verso i luoghi d’uso in cui l’oggetto vive e acquista consistenza semantica, significa che la parte maggio- re del patrimonio valoriale di un oggetto prescinde ormai dai vincoli della producibilità tecnica e appartiene in misura sempre più forte al mercato e ai tessuti di relazione che lo compongono. È come dire che il prodotto da solo non basta, che sono altri i fattori preci- pui di soddisfazione marginale dell’utente: aspetti che scaturiscono dentro alla trama dei contatti latenti e che ancora nelle monadi periferiche del sistema evolvono in forme semi-spontanee di self-innovation.

In questo quadro diventa strategico dotare il designer di strumenti di indagine capaci di misurare quel contesto relazionale che cresce attorno all’oggetto e arricchire il proces- so progettuale in maniera tale da registrare qualità differenziali, dinamiche e mutevoli dentro la società, che localmente possono tradursi in valore.

153 conclusioni

Obiettivo della ricerca è stato quindi l’individuazione di strumenti e metodi efficaci per cogliere, acquisire ed elaborare proficuamente il dato indiretto di relazione, attraverso il qua- le guadagnare accettazione e soddisfacimento crescenti nel pubblico, nonché performance e longevità per il prodotto e il produttore.

Rispetto a questo punto si sono rivelate interessanti più di altre alcune esperienze condotte a vario titolo da aziende, designer e organizzazioni negli ultimi anni, per sollecitare il coinvol- gimento diretto di consumatori e utenti nella fase del progetto. Non più meri verificatori di soluzioni parziali pre-definite in studio o generatori di probes, bensì nel ruolo attivo di proget- tisti di oggetti, co-creatori di contenuti, disintermediari del design.

Se da un lato questo approccio dimostra di garantire il trasferimento immediato di segnali latenti del pubblico, dentro alla catena del valore delle merci, dall’altro consente di trasferire semi di innovazione indipendente dai tessuti locali verso l’impresa e il sistema della produ- zione.

È il design che trasla verso i confini i propri centri di attività attraverso quelle che abbiamo definito strategie di design displacement (DDS), mentre la società partecipa al racconto più fedele di sé, consegnando al demiurgo della forma (il designer) le chiavi di lettura dei propri contesti. Questo processo corrisponde alla proliferazione dei centri del design e nella pratica attua un modello di operatività diffusa, già ampiamente sperimentato nel campo della pro- duzione materiale e ora passibile di essere trasferito alla fase ideativa e progettuale.

Dall’analisi dei casi studio è emerso inoltre come l’uso di strategie DDS e il coinvolgimen- to attivo della base di utenza nei processi progettuali ‘paghi’ risultati più interessanti nel ca- so di beni soggetti a ri-approvvigionamento o quando il mercato rifletta una segmentazione marcata dell’utenza su base culturale. In quei casi i processi di valorizzazione locale sono spesso risultati diversi rispetto a quanto il dato aggregato facesse immaginare, rivelando come, dentro ai contesti di interesse specifico (come la comunità di consumatori Ikea coinvolti in workshop aperti partecipati), cali la percezione del valore d’uso del prodotto (pre-requisito) e aumentino attribuzioni di senso melliflue e circostanziali, sempre più riconducibili al costu- me, alla moda, agli usi localmente definiti.

Infine è da rilevare come pratiche DDS diano luogo a un vantaggio di indagine, che deriva dalla possibilità di monitoraggio continuativo dei mercati, attraverso attività di ‘sensoring’ iterativo, integrato ai processi del design, grazie all’implementazione crescente di tecnologie ICT in tutti i settori della produzione e del design stesso.

peripheral design • jurji filieri• jurji filieri 154

Bibliografia

AA. VV. 2008, Orientales. Eastern stories through western eyes, Gli Ori, Pistoia.

AA. VV. 2015, ITB WORLD TRAVEL TRENDS REPORT 2015 / 2016, Messe Berlin GmbH, Berlino. Alessi C. 2014, Dopo gli anni zero. Il nuovo design Italiano, Laterza, Bari.

Alexander C. 1967, Note sulla sintesi della forma, Il Saggiatore, Milano.

Ambasz E. (a cura di) 1972, Italy: the new domestic landscape, The Museum of Modern Art, New York. Antonelli P. 2011, State of design 03: Thinkering, in Domus 948, Editoriale Domus, Milano. Barthes R. 1984, L’impero dei segni, Einaudi, Torino.

Barthes R. 2002, Elementi di semiologia, Einaudi, Torino.

Bassi A. 2017, Design contemporaneo. Istruzioni per l’uso, Il Mulino, Bologna. Bateson G. 1976, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano.

Baudrillard J. 1995, Il sogno della merce, Lupetti, Milano. Baudrillard J. 2010, La società dei consumi, Il Mulino, Bologna. Baudrillard J. 2014, Il sistema degli oggetti, Bompiani, Bologna. Bodei R. 1995, Le forme del bello, Il Mulino, Bologna.

Bonfantini M. A., Zingale S. 2005, Sul contatto, in Zingale S. (a cura di) La semiotica e le arti utili in undici dialoghi (pp. 185-207), Moretti Honegger.

Bonino S., Lo Coco A. ,Tani F. 2010, Empatia. I processi di condivisione delle emozioni, Giunti, Firenze.

Borgato R., Cappelli F., Ferraresi M. 2009, Facebook Come. Le nuove relazioni virtuali, Franco Angeli, Milano.

Bourriaud N. 2010, Estetica relazionale, Postmedia, Milano. Branzi A. 2006, Weak and diffuse. Skira, Milano.

Branzi A., Linke A., Rabottini A. 2013, Gli stumenti non esistono, Joan & Levi, Monza. Brusatin M. 2007, Arte come design. Storia di due storie, Giulio Einaudi Editore, Torino. Byrne D. 2010, Diari della bicicletta, Bompiani, Bologna.

bibliografia.

bibliografia.

peripheral design • jurji filieri• jurji filieri 156

Calvino I. 1993, Le città invisibili, Mondadori, Milano.

Casciani S., Sandberg T. 2008, Design in Italia. Dietro le quinte dell’industria, Continents Editions, Milano.

Castells M. 2010, The Rise of the Network Society, Basil Blackwell, Oxford.

Cazzola L. 2012, Come liberarsi dal superfluo ed essere felici, Ed. Il Punto d’incontro. Celaschi F., Deserti A. 2007, Design e innovazione. Strumenti e pratiche per la ricerca applica- ta. Carocci, Roma.

Celaschi F. 2017, Non industrial design. Contributi al discorso progettuale, Luca Sossella edi- tore, Bologna.

Codeluppi V. 1997, I consumatori. Storia, tendenze, modelli, Franco Angeli, Milano. Codeluppi V. 2005, Manuale di sociologia dei consumi, Carocci editore, Roma.

Coletti P., Aichner T. 2014, Mass customization: an exploration of European characteristics, Springer, Heidelberg.

Dalisi R. 2006, Creare con le mani. Diritto alla creatività, Franco Angeli, Milano. Dean N. L. 2010, The Man Behind of Bottle, Xlibris Corporation, New York.

Deleuze G., Guattari F. 2003, Mille piani. Capitalismo e schizofrenia, Cooper & Castelvec- chi, Roma.

Delle Fave A. 2007, La condivisione del benessere, Franco Angeli, Milano. Deserti A. 2001, Il sistema progetto, Poli.design, Milano.

Dominici P. 2014, Dentro la società interconnessa. Prospettive etiche per un nuovo ecosistema della comunicazione, Franco Angeli, Milano.

Dorfles G. 1962, Simbolo, comunicazione, consumo, Einaudi, Torino.

Dorfles G. 1985, Valori estetico-psicologici della quotidianità, in Gerbino W., Conoscenza e struttura, Il Mulino, Bologna.

Dorfles G. 2001, Introduzione al disegno industriale, Einaudi, Torino. Eco U. 1975, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano.

Eco U. 2015, La società liquida. 29 maggio 2015, tratto da La bustina di Minerva de l’Espresso. Ehn P. 2008, Participation in design things, in Simonsen J., Robertson T., Hakken D. (a cu- ra di), Proceedings of the Tenth Anniversary Conference on Participatory Design 2008, October 1-4, 2008, ACM, New York.

Einstein A. 1921, Geometry and Existence, Springer, Berlino.

Fabris G. 2009, Societing. Il marketing nella società post-moderna, Egea, Milano. Fabris G. 2010, La società post-crescita. Consumi e stili di vita, Egea, Milano. Filieri J. 2015, Il prodotto da solo non basta, Altralinea, Firenze.

157 bibliografia

Poligrafo, Padova.

Flusser V. 2001, Filosofia del design, Bruno Mondadori, Milano. Francalanci E. 2006, Estetica degli oggetti, Il Mulino, Bologna.

Gargiani R. 2007, Archizoom Associati, dall’onda pop alla superficie neutra, Electa Milano. Gerken G 1994, Addio al marketing, ISEDI, Torino.

Gibson J. J. 1999, Un approccio ecologico alla percezione visiva, Il Mulino, Bologna.

Gnasso S., Iabichino P. 2014, Existential Marketing. I consumatori comprano, gli individui scelgo- no, Ulrico Hoepli editore, Milano.

Granovetter M. 1973, The strength of weak ties, in American Journal of Sociology n. 78.

Granovetter M. 1983, The strenght of weak ties: a network theory revisited, in Sociological Theory, Vol. 1 (pp. 201-233), American Sociological Association.

Guattari F. 2007, Caosmosi, Costa & Nolan, Milano.

Herd K., Bardill A., Karamanoglu M. 2009, The Co-Design Experience: Conceptul models and de- sign tools for Mass Customization, in Piller F. T., Tseng M. M., Handbook of research in Mass Cu- stomization and Personalization, World Scientific Publishing Company, New Jersey.

Iabichino P. 2010, Invertising. Ovvero se la pubblicità cambia il suo senso di marcia, Guerrini e As- sociati, Milano.

Iabichino P. 2017, Scripta volant. Un nuovo afabeto per scrivere (e leggere) la pubblicità oggi, Co- dice edizioni, Torino.

Heinz B. 2002, Ettore Sottsass. Il senso delle cose, Neue Zürcher Zeitung (NZZ Film). Kant I. 1993, Critica della ragion pura, Laterza, Roma-Bari.

Klee P. 1970, Teoria della forma e della figurazione, Feltrinelli, Milano. Kevin K. 1998, New Rules for the New Economy, Peguin Group, New York.

Landowsky E., Marrone G. 2002, La società degli oggetti. Problemi di interoggettività, Meltemi editore, Roma.

La Pietra U. 1972, The domicile cell: a microstructure within the Information and Communications Systems, in Ambasz E., Italy: the new domestic landscape, The Museum of Modern Art, New York. Latour B. 2005, Reassembling the social, Oxford University Press, New York.

Levy P. 2002, L’intelligenza collettiva: per un’antropologia del cyberspazio, Feltrinelli, Milano. Lombardi M. 2012, Il nuovo manuale di tecniche pubblicitarie, Il senso e il valore della pubblicità, Franco Angeli, Milano.

Lotti G. 2012, Progettare con l’altro, Edizioni ETS, Pisa.

Maffesoli M. 1988, Il tempo delle tribù. Il declino dell’individualismo nelle società di massa, Ar- mando, Roma.

peripheral design • jurji filieri• jurji filieri 158

Milano.

Manzini E. 2009, Designer, utenti e co-designer, in Rizzo F., Strategie di co-design. Teorie, me- todi e strumenti per progettare con gli utenti, Franco Angeli, Milano.

Manzini E. 2015, Design when everybody designs, MIT Press, Cambridge.

Martorana A. 1983, Storie e progetti di un designer italiano. Quattro lezioni di Ettore Sottsass Jr., Alinea, Firenze.

Marrone G. 2002, Elementi di semiologia di Roland Barthes, Einaudi, Torino. Marrone G. 2010, L’invenzione del testo. Una nuova critica della cultura, Laterza, Bari. Marx K. 2012, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, Pgreco, Milano. McLuhan M. 1964, Understanding media. The extensions of man, McGraw Hill, New York. McLuhan M., Fiore Q. 2011, Il medium è il messaggio, Corraini Edizioni, Mantova. Meroni A. 2007, Creative Communities: People inventing sustainable ways of living, Edizioni Poli.design, Milano.

Miceli R. 2013, L’importanza dei legami deboli, in La Stampa, 19 settembre 2013. Micelli S. 2016, Fare è innovare, Il Mulino, Bologna.

Munari B. 1981, Il laboratorio per bambini a Brera, Zanichelli, Bologna. Munari B. 2004, I laboratori tattili, Corraini Edizioni, Mantova. Negroponte N. 1996, Esere digitali, Sperling & Kupfer, Milano.

Pallot M., Trousse B., Senach B., Scalpin D. 2010, Living Lab research landscape: from User Centred Design and User Experience towards User Cocreation, contributo online disponibile su http://hal.inria.fr/inria-00612632.

Parmesani L. 2004, Alessandro Mendini. Scritti, Skira, Milano.

Pettena G. 1996, Radicals. Architettura e design 1960/75, Ventilabro, Firenze. Piaget J. 1983, Biologia e conoscenza, Einaudi, Torino.

Piller F., Walcher D. 2016, Leading Mass Customization and Personalization, Think Consult Publishing, Londra.

Rifkin J. 2001, L’era dell’accesso, Mondadori, Milano.

Rinaldi R. 1983, Alesandro Mendini. Progetto infelice, Ricerche Design Editrice, Milano. Rizzo F. 2009, Strategie di co-design. Teorie, metodi e strumenti per progettare con gli utenti, Franco Angeli, Milano.

Sanders E., Stappers P.J. 2008, Co-creation and the new landscape of design, in Co-design. In- ternational journal of co-creation in design and the arts, Taylor & Francis.

Schwab K. 2017, La quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, Milano.

Semmelhack P. 2013, Social Machines: How to Develop Connected Products That Change Customers’Lives. Hoboken, John Wiley & Sons Inc, New Jersey.

159 bibliografia

Semprini A. 2002, Oggetti senza frontiere, in Landowsky,E., Marrone G., La società degli oggetti. Problemi di interoggettività, Meltemi editore, Roma.

Silverstone R. 2000, Televisione e vita quotidiana, il Mulino, Bologna. Sottsass E. 2002, Scritti., Neri Pozza, Vicenza.

Tamburrini G. 2020, Etica delle macchine, Carocci, Roma.

Terenzi P. 2012, Percorsi di sociologia relazionale, Franco Angeli, Milano.

Tosi F., Lotti G., Follesa S., Rinaldi A. 2015, Artigianato Design Innovazione, DIDA Press, Firen- ze.

Trabucco F. 2015, Design, Bollati e Boringhieri, Torino. Ulian P. 2013, L’essenza e l’eccesso, Corraini edizioni, Mantova. Verganti R. 2013, Design driven innovation, Rizzoli Etas, Milano. Virilio P. 1992, L’estetica della sparizione, Liguori, Napoli. Vitta M. 2001, Il progetto della bellezza, Einaudi, Torino.

Zingale S. 2009, Gioco, dialogo, design: Una ricerca semiotica, Ati editore, Milano.

Zingale S. 2012, Il senso relazionale degli oggetti, in Biamonti A., Giulio Iacchetti, Franco Angeli, Milano.

Zurlo F. 2012, Le strategie del design. Disegnare il valore oltre il prodotto, Libraccio editore, Milano. Zurlo F., (dos) Guimarães Alvim Nunes V. 2016, Designing Pilot Projects as Boundary Objects: A Brazilian Case Study in the Promotion of Sustainable Design. Springer.

Watson R., Freeman, O. 2012, Futurevision, Scribe Publications, Melbourne.

Weik K. E. 1997, Senso e significato nell’organizzazione, Raffaello Cortina editore, Milano. Winograd T. 1997, The Design of Interaction, in Denning P.J., Metcalfe R.M., Beyond Calcula- tion: The Next Fifty Years of Computers, Copernicus, New York .

Finito di stampare da

Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli s.p.a. | Napoli per conto di didapress

Dipartimento di Architettura

Università degli Studi di Firenze Ottobre 2020

Il testo si colloca dentro al filone di ricerca sui processi di innovazione design-driven e in particolare intende approfondire quegli aspetti strategici, che dentro ai nuovi as- setti sociali, fortemente influenzati dalle tecnologie della comunicazione, possono tradursi in metodi e strumenti di progetto e produzione.

A partire da un inquadramento sociologico nel testo vengono ripercorsi e analizzati esempi e casi studio in cui la revisione (talvolta sovversione) dei modelli sinergici alla base del progetto, hanno determinato nuovi e inediti esiti oggettuali, capaci di cogliere e interpretare interessi e guadagnare rilevanza presso il pubblico variamen- te segmentato.

La ricerca sottolinea i cambiamenti e le trasformazioni che influenzano la catena di produzione del valore, che il design deve metabolizzare e interpretare per una più efficace azione progettuale. Quanti e quali sono gli elementi che influenzano il processo di design oggi? E poi esiste ancora qualche forma di design completamen- te scollegata da fattori esterni diversi dall’utenza o dal pubblico per cui è pensato? Ciò che emerge è una mappa reticolare diffusa in cui è immerso anche il prodotto, soggetta a continuo e sempre più rapido mutamento per effetto della velocità con cui le informazioni sono veicolate tra i nodi e per la facilità con cui si configurano in modo continuamente nuovo legami “deboli” tra punti anche lontani della rete. Il mercato è un network globale composto da tante monadi locali tra loro intercon- nesse, in cui proprio le porzioni più periferiche del sistema esprimono un potenzia- le rigenerativo straordinariamente efficace oggi.

Questo processo corrisponde alla proliferazione dei centri del design e nella pratica attua un modello di operatività diffusa, già ampiamente sperimentato nel campo della produzione.

Jurji Filieri è architetto, designer e ricercatore nell’area del Design (ICAR 13). Nel 2007 si

laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze e nel 2018 vi consegue il Dot- torato di Ricerca in Architettura (curriculum Design - XXX ciclo). Dal 2007 collabora con l’Università di Firenze, dove svolge attività di ricerca nel campo del Relational Design, delle strategie di innovazione design-driven e della sperimentazione contaminale tra arte e design. Negli anni ha collaborato a programmi di ricerca finanziati da UE, Regione Toscana ed enti privati, come responsabile del design di prodotto ed è attualmente coordinatore scientifico del La.Mo (Laboratorio congiunto per il Design della Montatura). È inoltre docente a contratto di Laboratorio di progettazione 2 – Prodotto, presso il Dipartimento di Architettura dell’Uni- versità di Firenze. Dal 2014 insegna Innovation in Materials prima alla Tongji University e poi presso CEAIE (China Education Association for International Exchange). Dal 2018 è visiting professor de l’Université Euro-Méditerranéenne de Fès.

ISBN 978-88-3338-121-3