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Il popolo Saharawi: dal Sahara occidentale all oasi di Tind f in Algeria

3.1. La condizione del popolo Saharawi oggi: inquadramento storico geografico

3.1.2. Cenni storic

La Spagna era apparsa sulla costa atlantica del Sahara alla fine del 1400, prima che la conquista dell America spostasse l interesse delle potenze europee verso questo continente.

Prima dell arrivo degli spagnoli le tribù erano numerose, 40 secondo la tradizione, riunite in una confederazione.

Nonostante la conferenza di Berlino avesse riconosciuto la sovranità spagnola sul Rio de Oro nel 1885, gli spagnoli cominciarono ad occuparsi del Sahara Occidentale solo agli inizi del nostro secolo, sollecitati dall avanzata francese in Algeria, Mauritania e Marocco.

Solo con le convenzioni di Parigi, nel 1900 e nel 1904, e di Madrid, nel 1912, si arrivò alla definitiva delimitazione dei confini del possedimento spagnolo.

In assenza di autorità spagnole, erano i francesi che si incaricavano di far rispettare i confini. Nel 1934 l amministrazione spagnola attribuì alla popolazione uno stato civile e un documento di identità con l introduzione di un visto obbligatorio per la transumanza in territori francesi.

CAPITOLO 3 IL POPOLO SAHARAWI: LA SITUAZIONE ATTUALE

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Si consolidò quindi una coscienza nella popolazione autoctona ed un sentimento dell appartenenza territoriale al Sahara spagnolo , delimitato dai confini al di là dei quali occorre il visto .

Contemporaneamente iniziò la formazione di una resistenza Saharawi contro lo sfruttamento e i soprusi coloniali. Dopo la seconda guerra mondiale, la resistenza Saharawi guardò con speranza in direzione del Marocco che stava rivendicando l indipendenza.

Tra il 1956 e il 1958, molti Saharawi si arruolarono nell Armée de la Liberation che operava nel sud marocchino. La Francia decise di lanciare un operazione di pulizia nel deserto per contrastare le rivendicazioni marocchine e, coinvolgendo anche i comandi spagnoli del Sahara Occidentale, riuscì per il momento a soffocare le rivendicazioni marocchine e a porre sotto controllo la resistenza Saharawi.

Nel 1960 1 Assemblea Generale dell ONU riconobbe il diritto dei popoli all autodeterminazione e a partire dal 1963, anche il Sahara Spagnolo venne incluso nella lista dei territori cui tale principio doveva essere applicato.

Sotto gli auspici delle Nazioni Unite, la risoluzione del 1972 includeva per la prima volta anche il diritto all indipendenza.

Nell agosto 1974, il governo di Madrid informò il Segretario generale dell ONU dell intenzione di tenere un referendum, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, entro i primi sei mesi dell anno successivo, e nell autunno del 1974 si procedette al primo censimento della popolazione.

Violenta fu la reazione del re del Marocco Hassan II, che all annuncio del referendum vide vanificati i suoi disegni di estensione della sua sovranità anche sul Sahara. Il re, per bloccare le iniziative di indipendenza del popolo Saharawi, annunciò una marcia popolare di occupazione pacifica di 350000 persone. I marciatori reclutati in tutto il paese, ebbero la consegna di una copia del Corano e bandierine verdi, il colore dell Islam: da qui l appellativo di marcia verde dato all operazione. In realtà si trattò di una vera invasione del territorio Saharawi con forze di polizia e militari.

CAPITOLO 3 IL POPOLO SAHARAWI: LA SITUAZIONE ATTUALE

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Nel 1975 però la Spagna firmò segretamente un accordo (l Accordo di Madrid) con Marocco e Mauritania per la spartizione del paese conteso, in cui le forze Saharawi iniziavano un azione di resistenza armata, non del tutto documentabile, contro il Marocco e la Mauritania. La resistenza dette allora vita nel 1976 alla Repubblica Democratica Araba dei Saharawi, RASD.

Dal 1976, data della fine dell occupazione coloniale spagnola, la popolazione Saharawi tenta di concretizzare il suo diritto all autodeterminazione sul territorio del Sahara Occidentale. A contrastare la creazione di uno stato autonomo ci sono le pretese di sovranità di Rabat che, fin da subito, aveva inviato l esercito per mantenere il controllo su quelle che vengono definite le province marocchine del sud.

Nel 1979 la Mauritania firmò un accordo separato di pace, riconoscendo la RASD, lasciando gli oneri del conflitto in corso al solo Marocco che invase il restante territorio del Sahara Occidentale, costringendo all esodo numerosi combattenti e famiglie saharawi che trovarono rifugio in Algeria, proprio nell oasi di Tind f.

Le azioni di guerriglia portate avanti dal Fronte Polisario 14 e le

dichiarazioni dell ONU in favore dell autonomia dei Saharawi non sono riuscite a smuovere una situazione che sembra cristallizzata da trenta anni a questa parte.

Nel 1988 viene istituita la MINURSO, Missione delle Nazioni Unite per l Organizzazione di un Referendum nel Sahara Occidentale, che dal 1991 si trova sul terreno con l intento di fermare i combattimenti tra le parti e procedere ad una soluzione politica del conflitto, ma dopo il cessate il fuoco una serie interminabile di negoziazioni non sembrano riuscire a riavvicinare le volontà delle due parti.

Tutte le proposte formulate dalle Nazioni Unite sono sempre cadute nel vuoto e quasi esclusivamente a causa dell esplicito rifiuto del Marocco. Del resto la comunità internazionale ha da sempre puntato su una risoluzione politica della contesa: fin dal 1992 l obiettivo principale era quello di indire un referendum nel territorio sahariano per definire

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Fronte Polisario: Fronte di Liberazione di Saguiat - Al - Hamra e Rio de Oro costituito nel 1973 da un piccolo nucleo di nazionalisti Saharawi.

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se la volontà prevalente fosse l indipendenza o l annessione al Marocco. Tuttavia, temendo una probabile sconfitta, Rabat è sempre riuscita a posporre il voto.

Figura 20 - Campo profughi di Tind f

Questa situazione di stasi attuale non deve però far dimenticare che, nel territorio sahariano, sono stanziati ancora 120000 soldati marocchini che, per proteggersi dalle incursioni dei rivali, hanno costruito un muro dello spessore di quattro metri lungo 2500 chilometri.

Sull altro fronte oltre 200000 Saharawi, sono rifugiati, a causa di decenni di combattimento, in campi profughi allestiti soprattutto sul suolo algerino.

In un territorio difficile come quello sahariano la sopravvivenza attuale di queste persone dipende quasi esclusivamente dagli aiuti internazionali, dell Organizzazione delle Nazioni Unite o di associazioni non governative internazionali.