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CAPITOLO 3: IL MODELLO BRASILIANO DI SVILUPPO ECONOMICO

3.1 Cenni storici

L’ingresso del Brasile nelle vicende storiche europee risale all’epoca delle grandi scoperte geografiche e, in particolare, al 1500 cioè l’anno in cui la spedizione guidata da Cabral approda sul territorio brasiliano. La colonizzazione stabile del Brasile, determinata dagli interessi legati alla coltivazione della canna da zucchero e dalla necessità dei portoghesi di porre un freno alle pretese di inglesi e francesi rispetto ai loro possedimenti latino-americani, inizia nel 1530. La storia coloniale del Brasile, caratterizzata da un modello di sviluppo economico primario-esportatore, si protrae per circa tre secoli.

Il primo passo verso l’indipendenza del Brasile è il trasferimento della corte portoghese nella colonia per sfuggire alle conseguenze delle guerre napoleoniche. Ciò nonostante, l’ufficialità dell’indipendenza arriva solo il 07 settembre 1822 con la proclamazione dell’Impero del Brasile. Il periodo imperiale può essere suddiviso in tre fasi. La prima, dalla proclamazione al 1850, è un periodo di rafforzamento del potere centrale soprattutto in relazione ai movimenti rivoluzionari che dilagano in tutto il paese. Il cinquantennio successivo è considerato l’apogeo dell’impero. Infatti, è un periodo di stabilità politica caratterizzato dall’espansione della coltivazione del caffè e dai primi processi di modernizzazione del paese che portano, per esempio, alla costruzione della prima linea ferroviaria.

La stabilità politica dell’impero viene meno il 15 novembre 1889 quando, in seguito ad un colpo di stato militare, il maresciallo Deodoro da Fonseca proclama la repubblica. Gli anni dal 1889 al 1930 sono conosciuti come il periodo della Republica Velha62. Questo periodo è politicamente dominato dalla

burguesia cafeeira63e, di conseguenza, le azioni di governo sono principalmente indirizzate alla

protezione degli interessi dell’élite al potere. Gli anni della Republica Velha sono, allo stesso tempo, caratterizzati da forti tensioni sociali ed economiche che nel 1930 favoriranno la vittoria del movimento rivoluzionario guidato da Getúlio Vargas.

L’era Vargas, dal 1930 al 1945, è caratterizzata dall’avvio a ritmo sostenuto dell’industrializzazione e dalla modernizzazione del paese. L’era del controllo autoritario di Getulio Vargas ha fine nel 1945 in seguito ad un colpo di stato che porterà alle prime elezioni democratiche. Gli anni dal 1945 al 1964, conosciuti come il periodo della seconda repubblica, sono caratterizzati dalla seconda presidenza di Vargas, che tornerà al potere nel 1951 come presidente eletto, e dal suo suicidio nel 1954 nonché dalla fondazione della nuova capitale Brasilia sotto la presidenza di Juscelino Kubitschek. L’ultimo governo della seconda repubblica, quello di Joao Goulart, è caratterizzato per posizioni vicine al socialismo e per

62 Vecchia Repubblica 63 Borghesia del caffè

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questo incontra l’opposizione della chiesa e dell’esercito. L’opposizione dell’esercito si manifesta con il colpo di stato militare che ha luogo il 31 marzo 1964.

La dittatura, instaurata dopo il colpo di stato e che vede susseguirsi cinque presidenti tutti di estrazione militare, è caratterizzata dalla lotta alle formazioni di sinistra attraverso la repressione delle libertà costituzionali e, dal punto di vista economico, dalla prosecuzione del modello di sostituzione delle importazioni e da un forte impulso al ruolo dello stato come promotore di una crescita economica accelerata. La crisi economica in cui versa il Brasile sin dalla fine degli anni ’70 contribuisce in larga misura alla fine della dittatura. Il 1985, in particolare, segna la fine del regime militare con l’elezione a presidente di Tancredo Neves, il primo presidente civile dai tempi del colpo di stato del 1964.

Il ritorno vero e proprio alla democrazia si ha con l’approvazione della nuova costituzione nel 1988. Oltre che dall’acuirsi della crisi economica, la fine degli anni ’80 è marcata dalla presidenza di Fernando Collor, eletto nel 1988 e dimessosi nel 1992, durante la quale s’implementerà uno dei piani di stabilizzazione economica più efficaci. Dopo le dimissioni di Collor, la presidenza è assunta dall’allora vice-presidente Itamar Franco del cui governo farà parte Fernando Henrique Cardoso, con l’incarico di ministro delle finanze. Il successo del programma di controllo dell’inflazione implementato tra il 1993 e il 1994, conosciuto come Plano Real, garantisce la vittoria elettorale di Cardoso alle presidenziali del 1994.

L’era Cardoso, che copre l’arco di due mandati dal 1994 al 2002, è caratterizzata per l’implementazione di riforme volte all’apertura dell’economia che permetteranno l’uscita dalla crisi economica e la ripresa della crescita registrata nei governi successivi. Le elezioni presidenziali del 2002 vengono vinte da Luiz Inácio Lula da Silva, il candidato del partito dei lavoratori. L’azione di governo di Lula è caratterizzata dall’adozione di una politica economica ibrida che fonde, cioè, le politiche macroeconomiche del governo precedente con politiche redistributive mirate alla riduzione della povertà e della disuguaglianza. L’attenzione nei confronti di una crescita economica più equa e sostenibile è perseguita dal successore di Lula, la presidente Dilma Rousseff, la prima donna alla guida del paese eletta nel 2010 e attualmente al suo secondo mandato.

Dal punto di vista economico la storia del Brasile è caratterizzata dal susseguirsi di quattro modelli di sviluppo economico. Il modello primario-esportatore caratterizza l’economia brasiliana dall’epoca coloniale fino al 1930. Dagli anni ’30 fino alla crisi economica degli anni ‘80 l’economia brasiliana si sviluppa seguendo il modello dell’industrializzazione come sostituto delle importazioni. Nell’ambito di questo modello si sviluppa ciò che molti autori brasiliani hanno definito come subdesenvolvimento industrializado64. Gli anni novanta, e in particolare i mandati presidenziali Cardoso, sono caratterizzati

da un modello di sviluppo basato sulla liberalizzazione economica mentre le presidenze Lula e Roussef

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sono caratterizzate dalla fusione delle politiche del governo precedente con altre improntate alla redistribuzione della ricchezza e all’equità sociale.