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Il centro dell’economia cinese: Shangha

5.1. Introduzione

Shanghai è oggi il più grande centro industriale, commerciale e finanziario della

Cina: le classifiche socioeconomiche ed i dati statistici relativi alla sviluppo della città confermano la sua attuale posizione di preminenza in Cina e in generale nell’intera Asia Orientale.

Shanghai presentando una consolidata tradizione manifatturiera, un’ubicazione geografica estremamente favorevole e una particolare capacità intellettuale degli abitanti, ha saputo approfittare più delle altre città della politica della “porta aperta” avviata da Deng Xiaoping nel 1978. Ma solo a partire dal 1992 la sua trasformazione ha subito una repentina accelerazione grazie alle politiche statali preferenziali che le hanno fornito gli strumenti necessari a trasformarsi nel centro economico cinese. Un esempio è la creazione di Pudong, una delle cinque “zone economiche speciali” che hanno inaugurato la sperimentazione più avanzata di libero mercato nel paese.

In questi ultimi dieci anni, Shanghai è stato testimone di notevoli cambiamenti sociali che hanno portato a migliorare le condizioni di vita in modo sensibile. La disponibilità di beni di consumo, sia di produzione locale che di provenienza estera, è quasi alla pari con quella di una metropoli occidentale.

Infatti, negli ultimi anni, uno degli obiettivi principali delle politiche statali è stato quello di potenziare la Municipalità di Shanghai in modo tale che potesse diventare un punto di riferimento e guida per lo sviluppo economico di altre città della Cina.

5.2. Economia

Nel 2004 il PIL di Shanghai ha raggiunto i 745 miliardi di yuan con una crescita del 13,6% rispetto al 2003e il reddito pro capite ha raggiunto i 55.307 yuan come illustrato dalla tabella 13. Da tredici anni Shanghai mantiene un tasso di crescita del PIL a due cifre.

Tabella 13

Tabella 14

Tabella15

Tabella 16

Con una popolazione pari a solo all’1,3% del totale e una superficie pari allo 0,1 del territorio della Cina, Shanghai produce il 5,5% del Pil nazionale.

5.2.1 Il commercio estero

La frenetica attività commerciale della Municipalità di Shanghai è chiaramente testimoniata dal volume totale di import-export che nel 2004 e’ stato pari a 160 miliardi di USD in crescita del 42,4% rispetto al 2003. Nel 2003 tale volume era stato di 112,3 miliardi di USD, ed era cresciuto di oltre il 200% rispetto al 2000.

Tabella 17

Il porto di Shanghai gioca un ruolo fondamentale all’interno dei flussi commerciali del paese. Dopo l’introduzione delle prime riforme per l’apertura commerciale della Cina, il porto di Shanghai ha creato una serie di gemellaggi con porti stranieri, tra cui Osaka e Yokohama in Giappone; Seattle, New Orleans, New York e New Jersey negli Stati Uniti; Anversa in Belgio e Marsiglia in Francia. Attualmente, Shanghai opera su rotte marittime verso 400 porti ed in più di 160 Paesi.

Sono state attivate speciali rotte cargo con i maggiori porti mondiali in Giappone, e con San Francisco, Londra, Amburgo, Rotterdam ed altri tra i principali porti internazionali.

Nel 2004 le esportazioni sono cresciute del 51,6% e hanno raggiunto 73.5 miliardi di USD. I principali paesi di destinazione delle esportazioni sono gli USA, il Giappone e l’Unione Europea. Negli ultimi anni le esportazioni verso Malaysia, Filippine, i paesi europei e il Canada sono cresciute molto rapidamente.

Negli ultimi anni le esportazioni di Shanghai di prodotti hi-tech, in particolare di attrezzature per le telecomunicazioni e dell’elettronica, sono cresciute molto rapidamente. Nel 2004 la loro quota sul totale ha raggiunto il 39,3%, con un incremento rispetto al valore del 2003 del 33,7%.

Altri prodotti esportati sono attrezzature elettriche, utensili e parti, tessuti e abbigliamento.

Nel 2004 le importazioni sono aumentate del 35.3% e hanno raggiunto 86.5 miliardi di USD. I principali paesi fornitori sono il Giappone, Taiwan, la Corea del Sud, la Germania e gli Stati Uniti. Le importazioni dalla maggior parte dei paesi asiatici sono cresciute a ritmo molto sostenuto rispetto a quelle di altre aree geografiche.

Tabella 19

Nel 2004 il valore delle esportazioni delle imprese straniere e’ stato pari a 49,5 miliardi di USD, una quota del 67,3% delle esportazioni totali di Shanghai. Le imprese straniere, inoltre, nel 2004 hanno effettuato importazioni per un valore di 57,7 miliardi di USD, pari al 66,7% delle importazioni totali di Shanghai.7

5.3. Pudong la nuova area di sviluppo

Il distretto di Pudong è un’area che si estende a triangolo ad est del fiume Huangpu e ad ovest dell’estuario del fiume Yangtze. A fine 2003 contava una popolazione di circa 1,77 milioni su una superficie di 569,70 kmq. La posizione geografica offre eccezionali vantaggi commerciali, grazie ai possibili sbocchi su aree economicamente in sviluppo come il Pacific Rim ed il Sud-Est asiatico. Il PIL di Pudong ha superato per 13 anni consecutivi il tasso di crescita medio del PIL di Shanghai.

Per migliorare l’ambiente d’investimento, Pudong ha puntato sulla costruzione delle infrastrutture. A partire dal 1990, Pudong ha investito un totale di 141,2 miliardi di RMB in grandi progetti di sviluppo urbano. Sono stati completati svariati importanti progetti tra cui: l’aeroporto internazionale di Pudong, la linea metropolitana Metro Line 2, la centrale elettrica di Waigaoqiao, il progetto East China Sea Natural Gas e il treno a levitazione magnetica maglev.

A Pudong sono localizzate:

 La Zona Finanziaria e Commerciale di Lujiazhui, sede di 311 istituzioni finanziarie cinesi e straniere, della Shanghai Stock Exchange, della Shanghai Futures Exchange, della Shanghai Property Rights Exchange, del Shanghai Real Estate Trade Center e di una serie di imprese come Siemens, Alcatel, Tomson e Worldbest, che vi hanno trasferito i propri headquarter.

 La zona di libero scambio di Waigaoqiao, una delle piu grandi bonded area della Cina. Waigaoqiao ha allargato l’offerta di servizi per il commercio internazionale, l’export processing e il magazzinaggio. Nel 2004 il porto di Waigaoqiao ha movimentato 79,955 milioni di tonnellate di cargo e 9,431 milioni di TEU di container, in crescita del 43,4% e del 42,6%, rispettivamente rispetto ai valori del 2003.

sviluppo di alta e nuova tecnologia. Nel 2004, la zona ha attratto 410 imprese a capitale straniero per un valore di investimenti di 11,064 miliardi di USD, dei quali 3,611 miliardi di USD sono stati già utilizzati. Nella zona sono presenti imprese dei settori automotive, microelettronico e dei computer, delle telecomunicazioni e biomedico, impegnate nello sviluppo di nuove tecnologie.

 Il parco tecnologico di Zhangjiang, che alla fine del 2004 ospitava 110 istituzioni di ricerca e sviluppo. Il valore totale della produzione nei settori elettronico e informatico ha raggiunto 11,122 miliardi di RMB nel 2004, mettendo a segno una crescita del 190% rispetto al 2003. Il valore totale della produzione nel settore biomedico e’ stato 3,58 miliardi di RMB, in crescita del 18,3%. Il parco ospita anche incubatori d’impresa e ospita in uno spazio di 340 mq 413 imprese. Il Software Park di Pudong ha riportato risultati eccellenti. Nel 2004 le sue vendite sono state pari a 12 miliardi di RMB, in crescita del 17% rispetto al 2003. Piu’ di 327 imprese si sono trasferite nel parco nel 2004, tra queste: Citibank Asia-Pacific Software, Sony, BearingPoint e Kyocera.

6. Problemi connessi allo sviluppo economico

La crescita economica cinese in questi ultimi anni può essere classificata tra i primi del mondo anche se è stata rallentata da alcuni ostacoli.

I maggiori problemi che la Cina ha incontrato e che ha dovuto o dovrà affrontare sono essenzialmente la crescita disuguale, le infrastrutture e l’inquinamento.

Questo ha permesso all’autorità di controllare tale crescita e di valutarne gli effetti e i benefici ed eventualmente di adottare dei correttivi.

Nello stesso tempo questo ha creato forti differenze tra le Zes e il resto della Cina. Per fare un esempio, il tasso di crescita della produzione industriale nelle Zes tra il 1984-1991 è stato pari a 282% rispetto alla media nazionale. Ancora, il rapporto Pnl/popolazione pari a 9810 yuan contro una media nazionale di 1570 yuan. Infine le 14 città costiere nonostante rappresentino solo il 3% della popolazione producono il 10% della ricchezza nazionale

In pochi anni egualitario portato da Mao con il comunismo è stato sostituito dal sempre più crescente divario tra la città e campagna. Questo a sua volta porta al fenomeno dello spostamento della popolazione dalle campagne alle città.

 Infrastrutture

Le strutture e la rete dei trasporti in Cina ha registrato negli ultimi anni un notevole sviluppo.

Fino a venti anni fa la maggior parte dei prodotti erano realizzati in loco per i mercati del luogo secondo schemi e regole dell’economia pianificata e questo ha impedito di fatto lo sviluppo di canali di trasporto e distribuzione adeguati tra le diverse zone.

Fino a venti anni fa il 25-30% dei prodotti agricoli si guastavano prima di arrivare a destinazione. Per spedizioni da Shanghai a Beijing (1462km) ci volevano almeno 21 giorni, mentre le spedizioni all’interno erano ancora più lente.

Per quanto riguarda la costruzione della rete ferroviaria per molto tempo aveva una prioritaria molto bassa, infatti nei primi dieci anni di riforme(1981-90), l’investimento su questo mezzo di trasporto rappresentava solo l’1,4% del Pil, circa la metà rispetto agli altri paesi in via di sviluppo.

La qualità del sistema stradale cinese era insoddisfacente. Fino al 1993 solo il 20% degli 1,08 milioni di chilometri di strade del paese era pavimentato e un

quarto delle strade era difficilmente percorribile in caso di pioggia e maltempo. La situazione attuale è molto cambiata. I recenti piani di sviluppo hanno destinato una grande parte delle risorse al miglioramento del sistema trasporti. Oggi quindi gli investitori possono contare su una migliore qualità e capillarità della rete di trasporto.

Un problema che rimane irrisolto è quello della presenza di infrastrutture differenti tra la zona costiera e la zona interna del paese. In ogni caso in questi ultimi anni si è cercato di avviare progetti con lo scopo di collegare in modo più efficace la zona costiera con quella interna, e quella settentrionale con quella meridionale.

 Inquinamento

La crescita della produzione industriale ha portato ad emettere nell’atmosfera gas dannosi alla salute.

Nel caso della Cina il rapporto emissioni/energia prodotta è molto superiore rispetto agli standard europei e questo è causato dall’utilizzo quasi esclusivo di carbone che copre circa il 75% del fabbisogno energetico cinese.

Il governo tuttavia sta avviando varie iniziative per limitare l’inquinamento che in alcune zone è diventato insostenibile. Sono infatti previsti piani di sfruttamento di nuove risorse energetiche, in particolare il metano.

Resta però il fatto che queste intenzioni rimangono fondamentalmente tali e il problema ambientale non è ancora considerato come problema prioritario.

Questo dimostra che dietro alla crescita sfrenata, la Cina nasconde varie grosse problematiche che essa dovrà affrontare e risolvere, se vuole continuare a tenere questo passo.

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