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Le chansons de toile

La chanson de toile, conosciuta anche con il nome di chanson d'histoir, è un genere di poesia lirica narrativa scritta in lingua d'oil ed elaborata da un gruppo di scrittori attivi nel nord della Francia fra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo, chiamati trovieri. Sono stati tramandati circa una ventina di testi, solo cinque di essi hanno una chiara paternità, che risponde al nome di

Audefroi le Bâtard, i restanti sono invece anonimi. Di Audefroi abbiamo scarsissime notizie biografiche, si sa solo che nacque sul finire del XII secolo e morì nella metà del secolo successivo119.

Il termine toile (tela) è un chiaro riferimento alle antiche origini di questo genere letterario ed è relativo alle tessitrici che, mentre erano intente a cucire e a filare, intonavano canzoni. È presumibile che queste canzoni venissero accompagnate da arrangiamenti musicali, prova ne è anche il fatto che quattro delle liriche tramandateci recano anche l'annotazione musicale.

Le canzoni, intonate da giovani donne, raccontano dolci storie d'amore120, in cui le protagoniste soffrono perché lontane dal loro amante o

perché infelicemente sposate con un uomo più anziano e villano, ma innamorate di prestanti cavalieri. Fatta eccezione per un unico caso, le suddette storie terminano con un lieto fine che vede la riconciliazione e il riavvicinamento dei due amanti121.

Tutte le chansons de toile sono state tramandate raccolte in canzonieri oppure inserite in più ampie composizioni narrative del XIII secolo, definite, proprio per questa loro peculiarità, composizioni lirico-narrative, in cui l'aspetto narrativo prevale su quello lirico122.

Le chansons de toile sembrano canzoni fuori moda, redatte in armonia con i personaggi femminili che le intonano. Le liriche sembrano piuttosto un'evocazione delle circostanze e dei contesti nelle quali tali canzoni sono state interpretate e composte. Lo spazio narrativo che fa da cornice alle canzoni sembra venir fuori dai testi lirici stessi; proprio per questo motivo lo studioso Michel Zink paragona il sistema di stesura delle chansons de toile alle razos

119 J.D. Metzler Audefroi le Bastart, Lexikon des Mittelalters, I Aachen bis Bettelordenskirchen, 1999, pp. 1190-91.

120 L'appellativo di chanson de histoir nasce proprio perché le liriche narrano vere e proprie storie.

121L'unico testo lirico che non si conclude con un lieto fine è Bele Doette as fenestres se siet, in cui la giovane dama decide di fondare ed entrare in un'abbazia dopo l'arrivo della notizia della sciagurata morte del suo amante.

122Le chansons de toile o chansons d'histoire, edizione critica con introduzione, note e glossario a cura di Guido Saba, Società Tipografica Modenese, Modena 1955.

provenzali123. Ciò rivela non solo il grande interesse che tali liriche suscitavano

nel pubblico francese del XIII secolo, ma anche le modalità di interpretazione delle stesse.

Le opere narrative che citano le chansons de toile sono tre: il Roman de la

Violette di Gerbert de Montreuil, il Lai d'Aristote di Henri d'Andeli e il Roman de la Rose ou de Guillaume de Dole di Jean Renart, che merita un posto privilegiato

rispetto agli altri due, perché è l'unico che tramanda più di una lirica ed è anche il più antico124.

In tali romanzi il contenuto dei testi lirici si accorda esattamente con la scena nella quale sono inseriti, e il contesto narrativo diventa lo sviluppo delle

chansons de toile.

I nomi del genere vengono documentati dalle liriche stesse: il primo caso ci viene offerto dal già citato romanzo cortese Guillaume de Dole di Jean Renart che così fa parlare la madre del protagonista pregata di cantare:

1147 Biaus filz, ce fu ça en arriers Que les dames et les roïnes Soloient fere lor cortines

Et chanter les chançons d'histoire125

Jean Renart non utilizza mai l'espressione chanson de toile in riferimento alle liriche, preferisce utilizzare l'espressione chanson de histoir perché vuole mettere in evidenza il loro carattere arcaico.

Il primo autore a parlare in maniera diretta di chanson de toile è Gerbert de Montreuil, che racconta, nel Roman de la Violette, di una fanciulla che:

2296 Un jor sist es chambres son pere; Une estole et un amit pere De soie et d'or molt soutilment; Si i fait ententevement

123 Michel Zink, Les chansons de toile, Collection Essais sur le Moyen-Age Dirigée par Jean Dufournet, Professeur à la Sorbonne Vice-Président de la Sorbonne Nouvelle, Librairie Honoré Champion, Paris, 1977 p. 3.

124 Michel Zink, op. cit., p. 4

2300 Mainte croisete et mainte estoile; Et dist ceste chançon a toile, Que par chant forment s'alose126.

Bisogna ricordare che, in molti casi, nei romanzi vengono citati solo dei frammenti o delle singole strofe delle canzoni e che, molto probabilmente, le liriche stesse, tirate fuori dal contesto narrativo in cui erano inserite, hanno avuto poco successo. La vita e la fortuna di esse è infatti strettamente connessa con l'apparato prosastico che ruota intorno ad esse. Un successo che dura circa trent'anni, dal 1228, probabilmente l'anno di stesura de Roman de la Rose

ou de Guillaume de Dole al 1250, data approssimativa della morte di Audefroi le

Bâtard127.

Le liriche in questione offrono tutte più o meno la stessa immagine: una giovane donna intenta a ricamare o a leggere, che riflette sulla sua condizione amorosa e si augura che quanto prima arrivi il proprio amante a portarla in salvo da un matrimonio infelice o dalla propria stessa famiglia che non approva le nozze della figlia.