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La figura dell' “Amico”

In tutte le canzoni presenti nel corpus delle “trobairitz”, la donna tratta l'amante d'amico o, meglio dire, d'amic. Proprio perché la dama poetessa tiene alla sua posizione sociale, lei non può amare un uomo qualunque, ma ama un

cavalier (epiteto che ricorre più volte nelle liriche) o un senhor. La

reale o immaginaria173. In questo modo si conserva la distanza sociale della fin'amor, fra la donna “padrona” e la posizione inferiore dell'amico “suo

servitore”, al quale è, però, assicurato un premio174.

Gli appellativi come drut (amante), pregador (supplicante), entenditor (intelligente), e fenhedor (ipocrita) ricorrono in pochi casi. Il termine drut, che si ripete quattordici volte nelle liriche delle trobairitz, indica probabilmente la relazione intima che intercorre fra la dama e il suo amico che quindi ha già ottenuto da lei i suoi favori. René Nelli precisa la connessione che c'è fra il drut e l'assag, ovvero la prova della castità nel corso della quale gli amanti si coricano insieme, ma non si toccano175. Solo chi supera questa prova ha diritto

a farsi chiamare drut, perché la dama, in questo modo, si assicura di non essere un mero oggetto del desiderio sessuale, ma di essere amata da un cuore puro:

Vuòlh que'm digatz si deu far egalmen Dòmna per drut, quan lo quièr francamen, (Cum el per lieis) tot quant tanh ad amor Segon los dreitz que tenon l'amador. [...]

E'l drutz deu far prècs e comandamen

Cum per amiga e per dòmna eissamen

E'lh dòmna deu a son drut far onor Cum ad amic mas non cum a senhor.

Marie de Ventadour et Gui d'Ussel vv. 5-8; 21-24176 Voglio che mi diciate se una donna deve fare ugualmente per l'amante, quando lo ama sinceramente,

(come lui per lei) tutto quanto concerne all'amore secondo i diritti che detengono gli amanti. [...]

E l'amante deve rivolgere preghiere e comandamenti

173 Susanna Niiranen, op. cit., p. 118 174 Pierre Bec, op. cit. p. 36

175 René Nelli, L'Erotique des troubadours, Privat, Tolosa, 1963 pp. 179-181

176 Gui d'Uissel, be'm pesa de vos; Tenso fra Marie de Ventadour et Gui d'Ussel, H 53, il manoscritto è fornito anche di razò e miniatura

nello stesso modo sia che lei sia sua amica sia che lei sia la sua dama ma la donna deve fare onori al suo amante

come ad un amico non come ad un signore.

Dai versi pronunciati da Maria de Ventadorn, che corrispondono al parere comune dell'epoca, si nota quanto per le poetesse non aveva senso abbandonare la propria posizione sociale di superiorità in nome dell'uguaglianza o della parità, la cosiddetta paratge, tanto cara ai trobadours, perché questa avrebbe comportato una regressione delle attitudini proprie del rango conferito alle trobairitz177.

Una prerogativa dell'amic è senz'altro quella di essere un pregador. Questo termine è usato solo in un caso nel corpus delle trobairitz. È Castelloza che ne fa uso nel momento in cui, delusa, constata che il suo amico si mostra altezzoso nei suoi confronti perché non le ha inviato né corteggiatori (pregadors) né messaggeri, che assumono il ruolo di veri e propri negoziatori del legame amoroso178.

Il termine entenditor si trova in una canso scritta da Bieris de Roman per un'altra dama, alla quale Bieris raccomanda di volgere il suo amore verso un amante sincero e non verso un amate bugiardo (entendidor truan).

Con la sua accezione completamente negativa, l'aggettivo fenhedor, che compare nella tenso di Isabella ed Elias Cairel, denota colui che agisce in maniera anti-cortese, prendendo in giro la sua dama e facendola soffrire.

L'amico delle trobairitz deve essere un uomo pieno di virtù: deve essere giusto e prode, deve avere temperanza e senno; deve amare con cuore sincero e deve essere un amante fedele:

Proeza granz qu'el vòstre còrs s'aisina E lo rics prètz qu'avètz me n'ataïna

Comtessa de Dia vv. 22-23

177 Spampinato-Beretta, Margherita, Les trobairitz: la voix féminine au moyen âge. - Revue des langues romanes. 100.1, 1996, p. 70

La grande prodezza che abita il vostro cuore e l'alto merito che avete mi inquietano

Egli rispecchia l'ideologia cavalleresca che si fonda sugli antichi valori guerrieri del coraggio e della generosità, che migliorano e proteggono l'intera comunità. Lui non è necessariamente un soldato, ma rispecchia il suo modo di vivere, svolge i suoi stessi riti, approva l'ideologia militare; è legato, infatti, ad oggetti simbolici, come il cavallo e la spada, che danno prova del suo potere e della sua ricchezza.

È un nobile de bon paratge, de bon linhatge e de bon aire179. L'albero

genealogico è un tratto importante che distingue l'uomo nobile dall'uomo comune: il nobile ha un passato familiare ragguardevole e un futuro magnifico che gli si prospetta di fronte, l'uomo comune vive esclusivamente nel presente180. La posizione sociale del cavaliere resta vaga, ma, in ogni caso si

tratta di qualcuno che è stato nominato tale, per aver compiuto particolari gesta eroiche.

La nobiltà di nascita deve, com'è ovvio, coincidere anche con una nobiltà d'animo. Questa questione è molto discussa sia nelle liriche dei

trobaudours sia nelle liriche delle trobairitz, ed entrambi i filoni letterari sembrano

essere convinti che il legame fra questi due tipi di nobiltà è indissolubile e che la nobiltà d'animo ha, rispetto a quella di nascita, una superiorità morale non indifferente.

In alcuni casi, persiste il carattere “vassallatico” fra gli amanti. Questo tipo di rapporto è segnalato da un vocabolario specifico di potere: coman (comando), onor (onore), plevir (promettere), poder (potere), senhoratge (signoria),

servir (servire), vassalatge (vassallaggio), o da quello legato ai riti feudali: s'aclinar

179 Il significato di paratge e linhatge varia nel corso dei secoli: se fino al XII secolo, come afferma Giraut de Bornelh, la loro accezione semantica era legata a quella di famiglia intesa in senso feudale, successivamente il senso di tali termini si amplia e si lega alla nobiltà e più in generale alla superiorità morale. Inoltre paratge sottintende anche un aspetto di uguaglianza, di familiarità di corti che le separa dal mondo esterno.

180 Beaune Colette, Education et cultures du début du XIIe au milieu du Xve siècle, Sedes 1999, p. 254

(inchinarsi), a genolhos (in ginocchio), homenatge (omaggio), vostr'om (signore), mas

jontas (a mani giunte), a pes (a piedi). Dunque il patto che si instaura fra gli

amanti è lo stesso che unisce il signore al suo vassallo, la cui relazione si basa sulla fedeltà e su di un forte senso di responsabilità: l'uomo si inchina alla sua dama a mani giunte e in ginocchio e giura di servirla fedelmente. Azalais de Porcairagues parla di fe plevida (fedeltà giurata) fra i “parteners” come se stesse parlando della fedeltà che impegna il vassallo al suo signore181. La promessa

giurata si palesa sotto forma di giuramento.

La fe, spesso accompagnata dall'epiteto bon, sottolinea l'importanza della sincerità dell'amore, una sincerità che si manifesta solo alla presenza di un amor

coral, un amore che viene dal cuore, dunque un amore sincero. È proprio la

buona fede e l'onestà a qualificare l'amic che deve dimostrare di avere fin coratge, cioè “sincerità di cuore”.

Una qualità importante dell'amic è quella di essere un amante franc182.

Levy traduce questo termine con: “libero; sincero; buono; dolce; affabile; puro; nobile; illimitato; squilibrato”183. Fra questi significati, quelli che più degli altri

sembrano essere maggiormente usati dalle trobairitz, sono “sincero, buono e affabile”. Qualità che si oppongono al sentimento dell'orgoglio, solo relativamente necessario agli aristocratici perché spesso esso si accompagna all'aggressività, che non è generalmente benvista:

Mi faitz orguòlh en dichz et en parvença E si ètz francs vas totas autras genz.

Comtessa de Dia, vv. 13-14

(Ma mi trattate con orgoglio nelle parole e nei modi, e invece siete amabile con tutte le altre persone.)

181 Azalais de Porcairagues, v. 39

182 Franc deriva da Francus che designa l'etnia di un membro del popolo germanico che si stabilisce nella Gallia romana. Il termine nel corso degli anni assume sfumature di significato diverse da quelle che aveva in origine, fino ad indicare alcune qualità della nobiltà francese.

183 Levy, Emil, Petit Dictionnaire Provençal-français, 3e éd. Heidelberg: Winter 1961, p. 197

Franc può anche essere considerato un sinonimo di “cortese”, dato che

significa anche “nobile di nascita”. Essere franco, vuol dire, quindi, essere giusto, leale e fedele.

Un'altra peculiarità propria dell'interlocutore privilegiato dalle poetesse provenzali è l'onore. L'onore è senza dubbio un concetto chiave della società feudale e dell'etica cavalleresca. Esso ha una doppia valenza di significato: da una parte indica la dignità sociale riconosciuta dagli altri che si palesa attraverso oggetti materiali, rango, proprietà e feudi e dall'altra indica la dignità interiore184. L'onore è il rispetto che un uomo deve avere nei confronti di una

donna, alla quale non può chiedere nulla di oltraggioso o disonorevole.

Un aggettivo che ricorre spesso è pro(s), ovvero “valoroso”, la virtù cavalleresca per eccellenza. L'eroe epico è per definizione valoroso, prode, perché non si arrende mai; nell'ambito della poesia cortese dei trovatori è l'amore ad essere fonte di prodezza. Il termine pro(s) è spesso accompagnato, sia nelle liriche delle trobairitz sia nelle liriche dei trobadours, da aggettivi come

gen, fran, larc e valen. Valen deriva dal sostantivo valor ed esprime l'idea del valore

personale allo stesso modo di pretz185. Valen si usa per descrivere un uomo o

una donna che è “pieno o piena di valore”, “eccellente” e si usa sia come aggettivo, sia come sostantivo. Per essere considerato un valen è necessario aver acquisito particolari meriti associati al coraggio e all'audacia (arditz) ispirati dall'amore.

Una virtù abbastanza ricercata nel sesso maschile è la cosiddetta

largueza, ovvero la generosità o l'elargizione. L'essere generoso e magnanimo

distingue il signore dal mercante o dall'impiegato e favorisce la creazione artistica che si manifesta sotto forma di strutture di pubblica utilità e sotto forma di composizioni liriche186. Proprio grazie alla largueza prolifica, durante il

184 Susanna Niiranen, op. cit., p. 137

185 Pretz e valor sono spesso usati insieme come accezioni vicine e pressoché identiche

186 Duby Georges, Art et Société au Moyen Age. Histoire artistique de l'Europe, Seuil, Paris, 1997 p. 36

XII secolo, una nuova forma di ricchezza, mobiliare e dinamica, basata sulla distribuzione dei beni e della prosperità. Nella società medievale gioca un ruolo molto importante la gentilezza, la benevolenza e la ricompensa per i servizi resi. Dunque, tutti i signori devono mostrare la propria ricchezza e distribuirla sotto forma di doni, quasi ostentandola. Questo dovere si manifesta anche attraverso l'obbligo dell'accoglienza, la cosiddetta acolhimen. Il signore ospita nella sua corte invitati e stranieri sconosciuti, anche i trobadours sono ospiti benvoluti nelle corti. Quanto più un signore o un cavaliere si dimostra gentile e prodigo, tanto più aumenta la sua fama.

Per quanto riguarda la descrizione fisica dell'amic delle trobairitz, essa corrisponde alla concezione estetica trobadoresca, in cui la bellezza fisica viene associata fortemente alla morale: ad una bellezza interiore corrisponde una bellezza esteriore (beltat-bontat). Infatti le parti del corpo che vengono descritte come gli occhi (olhs), il viso (vis o cara), il corpo (cors) e il colorito (color) sono di solito accompagnate da aggettivi che designano, più che l'aspetto fisico, l'aspetto morale o sociale: in particolare blanc (bianco o biondo) e graile (delicato) sono relativi all'immagine materiale dell'uomo, invece amoros (amoroso), avinen (avvenente), coinde (aggraziato), cortes (grazioso, cortese), franc (leale), fresc (vitale, pronto), gen (elegante) rimandano in maniera più o meno diretta all'aspetto caratteriale dell'uomo. Ad esempio, il saper tenere uno sguardo (dous esgart) o fare un bel sorriso (bel ris) rimandano alla capacità caratteriale di saper fare conversazione nella vita sociale; una comunicazione che include non solo una comunicazione verbale (gent parlar) e non verbale, basata sulla mimica facciale e sui gesti, ma anche e soprattutto una comunicazione poetica. Le allusioni descrittive relative agli occhi o alla bocca, anche se dettagliate, rispondono spesso a canoni di bellezza stereotipati o retorici187. Gli occhi in particolare, nella letteratura medievale, corrispondono

sempre allo “specchio del cuore”; per questo la Comtessa de Dia, esprimendo la sua volontà di offrire tutta sé stessa al suo amico (il suo cuore, il suo amore, il suo senno e la sua vita), gli confida la sua volontà di offrirgli anche i suoi

occhi, quindi la sua visione del mondo:

Eu l'autrei mon còr e m'amor, Mon sen, mos uòlhs e ma vida.

Comtessa de Dia, vv. 15-16

(io gli consegno il mio cuore, il mio amore, il mio senno, i miei occhi e la mia vita. )

L'amico delle fanciulle protagoniste delle chansons de toile rispetta i canoni previsti per gli eroi protagonisti delle chansons de geste. È quasi sempre un nobile, un conte (cuens) o un cavaliere (chevalier), impegnato in guerre e in tornei. A volte, è proprio grazie allo svolgimento di un torneo o di un duello che conquista la sua dama e la vince come premio per esserne uscito vincitore:

Tout le tornoi veinqui, la pucele a conquise. Et li rois li dona, si l'a a feme prise. En sa terre l'enporte, a hauta honor l'a mise.

Audefroi le Batard, vv 167-169

(È stato il vincitore di tutto il torneo, la bella ha conquistato. E il re a lui gliel'ha donata, lui l'ha presa per moglie.

Nel suo paese la conduce, la tiene in grandi onori.)

Gli interlocutori delle canzoni sono disposti a tutto, anche ad andare in contro alla morte, pur di conquistare il cuore delle proprie dame e portarle all'altare; il protagonista de “Bele Ysabiauz, pucele bien aprise” si fa crociato e intraprende un lungo e difficoltoso cammino d'oltremare solo per amor di lei. Fatta eccezione per un unico caso, tutti i tornei e le giostre si concludono con la vittoria meritata del giovane e valoroso amico, la cui forza fisica proviene proprio dal desiderio d'amore188.

188 L'unico caso in cui un torneo si conclude con la sconfitta e con la morte del cavaliere è presente nella canzone “Belle Doette as fenestres se siet”, in cui gli amanti sono in realtà già sposati e lui partecipa alla gara solo per amor d'avventura e non

Egli è un guerriero la cui bellezza e le cui virtù sono dettagliatamente descritte. Si tratta di uomini la cui condotta è prohece (magnifica) e force (forte) ed essi sono belli (bels), coraggiosi (preus), saggi (sages) e buoni (frans debonaire). Come avviene per gli “amics” delle trobairitz, anche per gli amici delle canzoni di tela, vale la regola cortese che le qualità fisiche sono strettamente collegate alle qualità morali, le une non possono prescindere dalle altre.

Sicuramente le chansons de toile dedicano meno versi alle descrizioni dell'amante rispetto alle liriche delle trobairitz. Questo perché le parole hanno meno importanza dei gesti nell'intreccio amoroso. Sono i gesti e le azioni pratiche che dipingono e descrivono l'amore. Le parole pronunciate si limitano il più delle volte ad esporre episodi aneddotici e poche volte espongono il senso dei valori e dei sentimenti. La descrizione della sfera affettiva viene così confusa con la descrizione dei gesti e degli atti dell'amore in un modo tale che la sensazione che si ha, leggendo le chansons de toile, è che esse non conoscano affatto l'amore che incarnano189. La bella Oriolanz per dire che il suo amore è

insoddisfatto, lo fa attraverso attraverso il racconto di un sogno in cui compie quei gesti d'amore che avrebbero saziato il suo desiderio190. Lo stesso avviene

nella teorizzazione della fin'amor: nonostante alcune fanciulle in un primo momento si proclamino amanti nei termini della fin'amor, in seguito li mancano le parole per descrivere il proprio amore e l'unico modo che conoscono per convincere il proprio amante del loro amore è quello di concedersi e offrirsi a lui. È quello che ad esempio succede alla bella Yolanz che si abbandona nelle braccia del proprio amante e, in ogni caso, a quasi tutte le protagoniste delle canzoni che alla fine si riuniscono con il proprio amante e font tous leurs plaisirs (fanno tutti i loro piaceri).

Nelle cantigas de amigo, invece, mancano del tutto dettagli ed elementi descrittivi relativi all'amigo. Fatta eccezione per gli epiteti amigo e amado, nulla è dato sapere riguardo alla sua posizione sociale, ai valori in cui crede e al suo

per amor di lei, che farà costruire in onore del marito un'abbazia 189 Michel Zink, op. cit., p. 52

aspetto fisico. È un'entità soltanto evocata nei versi, la cui lontananza in luoghi e paesi anch'essi non ben identificati, motiva il canto e la danza delle fanciulle, ma non è nulla di più, nonostante sia il destinatario principale delle cantiche. Infatti, al contrario di quello che accade nelle canzoni di tela, anche la descrizione sensuale e fisica dell'amore non è mai descritta o semplicemente evocata.