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Contesto storico e culturale

L'attività trovadorica ruotò principalmente intorno alle corti di Castiglia, Leon, Galizia e alla corte del Portogallo. La fioritura poetica avvenne principalmente durante il regno di due re, che saranno anche protettori di trovatori e trovatori essi stessi: Alfonso X a Toledo (1252-1289) e Don Dennis a Lisbona (1269-1325).

La passione e la predisposizione alla musica, al canto e alla danza di queste coorti è attestato fin dai tempi più antichi. L'illustre geografo e storico greco Strabone (in Geōgraphiká [III: 3:7]) afferma che i Galleci durante le cerimonie e i riti pagani legati alla coltura e alla fertilità, erano soliti intonare canti, danzare insieme e suonare strumenti come il flauto e la tromba. Con l'arrivo della religione cattolica, questi riti, come avvenne in moltissime altre culture popolari, vennero incorporati a quelli cristiani e orientati verso il

134 Rip Cohen, The Cantigas d'amigo: An English Verse Translation. Jscholarship, Johns Hopkins University, Baltimora, 2010

proprio culto.

Tali coorti, storicamente unite, almeno fino alla metà del XIII secolo hanno assistito ad uno stato di crisi politica segnata da numerose guerre, conflitti e numerosi saccheggi, i cosiddetti fossados, integrati nel processo di

Reconquista.

Molti abitanti partirono in Oriente per le crociate e anche quando non erano in guerra, i nobili si dedicavano ad attività che li tenevano lontani dai loro castelli, perché si preparavano ad eventuali combattimenti o andavano a caccia. Molti di loro, inoltre, erano impegnati nel commercio marittimo che aveva preso piede già dall'inizio del XII secolo.

Si assiste quindi ad un progressivo aumento della popolazione femminile che abitava le coorti e che godeva dello stesso status giuridico degli uomini in quanto rappresentanti degli interessi economici e politici dei loro mariti. Per quanto riguarda le ragazze nubili, la scarsità di potenziali mariti e quindi l'impossibilità di contrarre matrimonio le metteva in una situazione particolare. Le donne nubili avevano una sola possibilità di salvaguardare la propria virtù: entrare in convento.

5.3 Aspetti metrici e formali

La cantiga de amigo ha come protagonista, e spesso anche narratrice, una giovane donna che si trova da sola, che aspetta il suo amante in riva al mare o in eremo e che, spesso, viene nominata con epiteti come: amiga, meninha, moça,

pastor, fremosa, dona d'algo.

Il tema predominante della maggior parte delle liriche è la sofferenza per amore e la solitudine che tale sofferenza comporta.

La canzone è sempre in funzione di un amigo, offre pochissimi elementi narrativi e sono rarissimi i casi di personaggi che ruotano intorno alla protagonista/narratrice; di contro, viene dato ampio spazio agli elementi naturali che svolgono una funzione particolare, il cui significato reale spesso si confonde con quello simbolico.

forte coesione formale e da un alto grado di elaborazione. Il verso che predomina è il decasillabo con cesura nella quarta sillaba, non sono rari i casi in cui vengono adoperati anche l'ottosillabo e l'eptasillabo. La rima che predomina è quella consonante, dato che quella assonante era considerata un procedimento popolare. I versi sono principalmente maschili e la maggior parte delle composizioni offre l'alternanza di rime maschili e femminili.

Il numero di coblas che costituiscono le cantigas varia da tre a quattro. La

cobla più usata negli schemi metrici è la cobla singulars che conserva la stessa

serie di rime nel poema.

Esistono due tipi diversi di testo attraverso i quali le cantigas de amigo si manifestano: le cantigas de meestria e quelle di refrán. La cantiga de meestria, che è in realtà poco usata nel canzoniere de amigo, è generalmente formata da coblas di sei o sette versi, con tre rime diverse e schemi fissi: abbcab, ababcc, abbcca per quella di sei versi e abbacca, abbaccb, ababcca, ababccb per quelle di sette versi. Invece, la cantiga de refrán, che è molto più usata, è costituita da strofe di tre o sei versi, dei quali l'ultimo o gli ultimi costituiscono il refrán.

Le cantigas costituite da tre strofe si usano con maggiore frequenza nelle cosiddette cantigas paralelísticas, che sono poesie composte da coppie di distici seguiti dal refrán, in cui si ripetono le stesse parole, con l'eccezione della parola-rima. Esse sono formate da un distico monorima e un verso di refrán.

Le coblas di sei versi offrono schemi ritmici semplici nei quali, ai versi iniziali, costituiti mediante rima crociata o alterna, segue un distico con rima indipendente, il refrán: abbaCC, ababCC.

Le canzoni gallego-portoghesi si concludono con la cosiddetta fenida, così come le canzoni dei trovatori provenzali si concludono con una tornada finale in cui compare il nome della dama dedicataria della lirica celato dal

senhal. La fenida ha, però, una funzione diversa della tornada provenzale, perché

ha meramente uno scopo estetico e strutturale: costituita di solito da due versi, facilita le regole ritmiche da adattare ai versi, insiste sui contenuti delle strofe precedenti e grazie ad essa la cantiga assume unità concettuale e formale.

Per accentuare la coesione formale e concettuale del testo, per facilitare il lavoro e la memorizzazione dell'interprete e per segnalare l'ordine esatto di ogni strofa, i trovatori gallego-portoghesi usarono alcuni stratagemmi, come le

coblas doblas, le capfinidas, le capdenals, le capcaudadas, la “rima derivata”, la

“parola-rima”, la “parola perduta”, il dobre, il mozdobre, il encabalgamiento e il parallelismo135.