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CHIUSURA E ABBANDONO DEI POZZI

Nel documento Eni Relazione Finanziaria Annuale (pagine 170-173)

NOTE AL BILANCIO CONSOLIDATO 1 | Principi contabili, stime contabili

CHIUSURA E ABBANDONO DEI POZZI

I costi che si presume di sostenere al termine dell’attività di

produ-zione per l’abbandono dell’area, lo smantellamento, la rimoprodu-zione delle strutture e il ripristino del sito sono rilevati all’attivo patrimoniale se-condo i criteri indicati al punto “Attività materiali” e ammortizzati con il metodo UOP.

Stime contabili e giudizi significativi: attività mineraria

La valutazione delle riserve di petrolio e di gas naturale si basa su metodi di tipo ingegneristico che hanno un margine intrinseco di ale-atorietà. Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idro-carburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria, potranno con ragionevole certezza essere economicamente producibili nelle condizioni tecniche ed economiche esistenti al momento della stima.

Nonostante esistano autorevoli linee guida sui criteri ingegneristici e geologici che devono essere rispettati affinché le riserve possano essere classificate come certe, l’accuratezza della stima delle riserve dipende da un insieme di fattori, assunzioni e variabili, che includono:

(i) la qualità dei dati geologici, tecnici ed economici disponibili e la loro interpretazione e valutazione; (ii) le stime riguardanti l’andamen-to futuro dei tassi di produzione e le previsioni di costi operativi e dei tempi di sostenimento dei costi di sviluppo; (iii) modifiche della nor-mativa fiscale vigente, delle regolamentazioni amministrative e delle condizioni contrattuali; (iv) l’esito di perforazioni e di test di produ-zione e l’effettiva performance produttiva dei giacimenti successiva-mente alla data della stima che può determinare sostanziali revisioni al rialzo o al ribasso; (v) le variazioni dei prezzi di petrolio e gas natu-rale che potrebbero influire sulle quantità delle riserve certe, poiché la loro stima si basa sui prezzi e sui costi esistenti alla data della stima.

Una riduzione del prezzo del petrolio o la previsione di costi operati-vi e di soperati-viluppo più elevati possono compromettere la capacità della società di produrre economicamente le riserve certe, determinando revisioni negative di stima.

Molti dei fattori, assunzioni e variabili coinvolte nella stima delle riserve certe sono soggetti a modifiche nel tempo e, pertanto, influenzano le quantità di riserve certe che saranno effettivamente prodotte.

La valutazione della potenzialità economica di una scoperta mineraria è effettuata nell’arco dei 12 mesi successivi al completamento della perforazione di un pozzo esplorativo. Il processo di delineazione della scoperta, che comporta lo svolgimento di ulteriori attività di appraisal e di identificazione delle migliori modalità di sviluppo, richiede, nel-la maggior parte dei casi, un periodo di tempo maggiore in funzione della complessità del progetto e del volume di investimenti associati.

Durante tale periodo, i costi relativi ai pozzi esplorativi rimangono so-spesi all’attivo patrimoniale. Ad ogni modo, tali costi capitalizzati sono oggetto di verifica, almeno annuale, al fine di confermare l’intenzione di sviluppare, o in ogni caso di valorizzare, la scoperta.

Le riserve di un giacimento sono classificate come certe solo quando sono stati verificati tutti i criteri per l’attribuzione della qualifica di riser-ve certe. Inizialmente tutte le riserriser-ve classificate come certe sono ca-tegorizzate come riserve certe non sviluppate. Il successivo passaggio da riserve certe non sviluppate a sviluppate avviene in conseguenza dell’attività di sviluppo, normalmente in corrispondenza del first oil. Nei principali progetti di sviluppo trascorrono tipicamente da uno a quattro anni, tra la registrazione iniziale delle riserve e l’avvio della produzione.

Le stime delle riserve rilevano ai fini della determinazione degli ammor-tamenti e delle svalutazioni. In particolare, ai fini dell’ammortamento,

(14) Il periodo è inteso come il trimestre.

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determinato secondo il metodo UOP, assumendo la costanza delle altre variabili, un aumento delle riserve certe stimato per singolo giacimento riduce la quota di ammortamento a carico del periodo e viceversa. Ai fini del processo di impairment, le stime delle riserve sono utilizzate per la definizione dei flussi di cassa futuri delle attività petrolifere che rappre-sentano uno degli elementi fondamentali per determinare l’ammontare dell’eventuale svalutazione.

ATTIVITÀ MATERIALI

Le attività materiali, ivi inclusi gli investimenti immobiliari, sono ri-levate secondo il criterio del costo e iscritte al prezzo di acquisto o al costo di produzione comprensivo dei costi accessori di diretta imputazione necessari a rendere le attività pronte all’uso. Quando è necessario un rilevante periodo di tempo affinché il bene sia pronto all’uso, il prezzo di acquisto o il costo di produzione include gli oneri finanziari sostenuti che teoricamente si sarebbero risparmiati, nel periodo necessario a rendere il bene pronto all’uso, qualora l’investi-mento non fosse stato fatto.

In presenza di obbligazioni attuali per lo smantellamento, la rimozio-ne delle attività e il ripristino dei siti, il valore di iscriziorimozio-ne include i costi stimati (attualizzati) da sostenere al momento dell’abbando-no delle strutture, rilevati in contropartita a udell’abbando-no specifico fondo (v.

punto “Fondi per lo smantellamento e il ripristino dei siti”). Non è ammesso effettuare rivalutazioni delle attività materiali, neanche in applicazione di leggi specifiche.

I costi per migliorie, ammodernamento e trasformazione delle attivi-tà materiali sono rilevati all’attivo patrimoniale quando è probabile che incrementino i benefici economici futuri attesi dal bene. Sono rilevati all’attivo patrimoniale anche gli elementi acquistati per ra-gioni di sicurezza o ambientali che, seppur non incrementando di-rettamente i benefici economici futuri delle attività esistenti, sono necessari per lo svolgimento dell’attività aziendale.

L’ammortamento delle attività materiali ha inizio quando il bene è pronto all’uso, ossia quando è nel luogo e nelle condizioni necessari perché sia in grado di operare secondo le modalità programmate. Le attività mate-riali sono ammortizzate sistematicamente lungo la loro vita utile, intesa come la stima del periodo in cui l’attività sarà utilizzata dall’impresa.

Quando l’attività materiale è costituita da più componenti significative aventi vite utili differenti, l’ammortamento è effettuato per ciascuna componente. Il valore da ammortizzare è rappresentato dal valore di iscrizione ridotto del presumibile valore netto di cessione al termine della sua vita utile, se significativo e ragionevolmente determinabile. Non sono oggetto di ammortamento i terreni, anche se acquistati congiuntamente

a un fabbricato, nonché le attività materiali destinate alla vendita (v. pun-to “Attività destinate alla vendita e discontinued operation”). Eventuali modifiche al piano di ammortamento, derivanti da revisione della vita utile dell’asset, del valore residuo ovvero delle modalità di ottenimento dei benefici economici dell’attività, sono rilevate prospetticamente.

I beni gratuitamente devolvibili sono ammortizzati nel periodo di durata della concessione o della vita utile del bene se minore.

I costi di sostituzione di componenti identificabili di beni complessi sono rilevati all’attivo patrimoniale e ammortizzati lungo la loro vita utile; il valore di iscrizione residuo della componente oggetto di sostituzione è rilevato a conto economico. Le migliorie non rimovibili operate su beni condotti in leasing sono ammortizzate lungo la minore tra la vita utile delle migliorie stesse e la durata del leasing. Le spese di manutenzione e riparazione ordinarie, diverse dalle sostituzioni di componenti identifi-cabili, che reintegrano e non incrementano le prestazioni dei beni, sono rilevate a conto economico nell’esercizio in cui sono sostenute.

Le attività materiali sono eliminate contabilmente al momento della loro dismissione o quando nessun beneficio economico futuro è atteso dal loro utilizzo o dismissione; il relativo utile o perdita è rilevato a conto economico.

LEASING15,16

Un contratto contiene o rappresenta un leasing se conferisce al contra-ente il diritto di controllare l’utilizzo di un asset identificato per un perio-do di tempo stabilito in cambio di un corrispettivo17; tale diritto sussiste se il contratto attribuisce al locatario il diritto di dirigere l’asset e ottene-re sostanzialmente tutti i benefici economici derivanti dal suo utilizzo.

Alla commencement date, ossia alla data in cui il bene è reso disponibile per l’uso, il locatario rileva, nello stato patrimoniale, un’attività rappresen-tativa del diritto di utilizzo del bene (di seguito anche “attività per diritto di utilizzo” o “right-of-use asset”), e una passività rappresentativa dell’ob-bligazione ad effettuare i pagamenti previsti lungo la durata del contratto (di seguito anche “passività per leasing” o “lease liability”)18. La durata del leasing è determinata considerando il periodo non annullabile del contrat-to, nonché, ove vi sia la ragionevole certezza, anche i periodi considerati dalle opzioni di estensione ovvero connessi al mancato esercizio delle opzioni di risoluzione anticipata del contratto.

La passività per leasing è rilevata inizialmente ad un ammontare pari al valore attuale dei seguenti pagamenti dovuti per il leasing19, non ancora effettuati alla commencement date: (i) pagamenti fissi (o sostanzial-mente fissi), al netto di eventuali incentivi da ricevere; (ii) pagamenti variabili che dipendono da indici o tassi20; (iii) stima del pagamento che il locatario dovrà effettuare a titolo di garanzia del valore residuo

(15) Le accounting policy in materia di leasing sono state definite sulla base delle disposizioni dell’IFRS 16 “Leasing” in vigore dal 1° gennaio 2019. Come consentito dal principio contabile, le nuove disposizioni sono state applicate senza effettuare il restatement degli esercizi precedenti posti a confronto. Le precedenti accounting policy in materia di leasing prevedevano essenzialmente: (i) che i beni assunti in leasing finanziario, ossia relativi ad accordi che, pur non assumendo la forma esplicita di un leasing finanziario prevedevano il trasferimento sostanziale dei rischi e benefici della proprietà, fossero iscritti, alla data di decorrenza del contratto, all’attivo patrimoniale al fair value dell’asset, al netto dei contributi di spettanza del locatario, o se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti per il leasing, in contropartita al debito finanziario verso il locatore; e (ii) con riferimento ai leasing operativi, l’imputazione a conto economico dei relativi canoni lungo la durata del contratto.

(16) Per espressa disposizione dell’IFRS 16 sono esclusi dall’ambito di applicazione i leasing per l’esplorazione ed estrazione di risorse minerarie quali quelli afferenti all’utilizzo dei diritti minerari, all’affitto dei terreni e delle eventuali servitù di passaggio connesse con le attività Oil & Gas.

(17) La verifica dell’esistenza delle condizioni indicate è operata all’inception date rappresentata dalla data più recente tra la data di stipula del contratto e quella in cui le parti si impegnano a rispettare i principali termini contrattuali.

(18) Eni si avvale della possibilità, prevista dal principio contabile, di rilevare a conto economico i canoni relativi ai contratti di leasing di breve durata (per determinate classi di asset sottostanti) e a quelli di modico valore.

(19) Come consentito dalle previsioni del principio contabile, le non-lease component non sono generalmente oggetto di separata rilevazione, fatta eccezione per la componente servizio inclusa nel canone unico previsto dai principali contratti afferenti le attività upstream (drilling rig).

(20) Differentemente, le altre tipologie di pagamenti variabili (ad es. canoni basati sull’utilizzo del bene locato) non sono incluse nel valore di iscrizione della lease liability, ma sono rilevate a conto economico come costi operativi lungo la durata del contratto di leasing.

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(21) I costi diretti iniziali sono costi incrementali sostenuti dal locatario per l'ottenimento del leasing che non sarebbero stati sostenuti se il contratto di leasing non fosse stato sottoscritto.

(22) L’ammortamento è effettuato sistematicamente a partire dalla commencement date e fino alla data più recente tra: (i) il termine della vita utile del right-of-use asset; e (ii) la fine della durata del leasing.

Tuttavia, nel caso in cui il leasing trasferisca la proprietà dell’asset locato al locatario alla fine della durata del leasing, o se il valore dell’attività per diritto di utilizzo considera anche il fatto che il locatario eserciterà l’opzione di acquisto, il right-of-use asset è ammortizzato sistematicamente lungo la vita utile dell’asset sottostante.

del bene locato; (iv) pagamento del prezzo di esercizio dell’opzione di acquisto, se il locatario è ragionevolmente certo di esercitarla; e (v) pa-gamento di penalità contrattuali per la risoluzione del leasing, se il loca-tario è ragionevolmente certo di esercitare tale opzione. Il valore attuale dei suddetti pagamenti è calcolato adottando un tasso di sconto pari al tasso di interesse implicito del leasing ovvero, qualora questo non fosse agevolmente determinabile, utilizzando il tasso di finanziamento incrementale del locatario. Quest’ultimo è definito tenendo conto della durata dei contratti di leasing, della periodicità dei pagamenti previsti contrattualmente, della valuta nella quale essi sono denominati e delle caratteristiche dell’ambiente economico del locatario (sintetizzate dal country risk premium attribuito ai singoli Paesi in cui opera Eni).

Dopo la rilevazione iniziale, la passività per leasing è valutata in manie-ra analoga al costo ammortizzato ed è rideterminata, genemanie-ralmente in contropartita al valore di iscrizione del correlato right-of-use asset, in presenza di una variazione dei pagamenti dovuti per il leasing a seguito principalmente di: (i) rinegoziazioni contrattuali che non danno origi-ne ad un nuovo leasing separato; (ii) variazioni di indici o tassi (a cui sono correlati i pagamenti variabili); o (iii) modifiche nella valutazione in merito all’esercizio delle opzioni contrattualmente previste (opzioni di acquisto del bene locato, opzioni di estensione o di risoluzione anti-cipata del contratto).

Il diritto di utilizzo di un bene in leasing è inizialmente rilevato al costo, de-terminato come sommatoria delle seguenti componenti: (i) l’importo ini-ziale della lease liability; (ii) i costi diretti iniziali sostenuti dal locatario21; (iii) eventuali pagamenti effettuati alla o prima della commencement date, al netto di eventuali incentivi ricevuti da parte del locatore; e (iv) la stima dei costi che il locatario prevede di sostenere per lo smantella-mento, la rimozione dell’asset sottostante e la bonifica del sito ovvero per riportare l’asset nelle condizioni stabilite dal contratto. Successivamente alla rilevazione iniziale, il right-of-use asset è rettificato per tener conto delle quote di ammortamento cumulate22, delle eventuali perdite di valore cumulate (v. punto “Impairment delle attività non finanziarie“) e degli ef-fetti legati ad eventuali rideterminazioni della passività per leasing.

Nell’ambito dell’attività mineraria, l’operatore di una joint operation non incorporata che sottoscrive un contratto di leasing come unico firma-tario rileva: (i) il 100% della lease liability se sulla base delle previsioni contrattuali e di ogni altro elemento rilevante ai fini della valutazione, è considerato “primary responsible” dell’adempimento delle obbligazioni nei confronti del fornitore; e (ii) il 100% del right-of-use asset, fatti salvi gli eventuali casi in cui sia ravvisabile contrattualmente la presenza di un sublease posto in essere con gli altri partner dell’iniziativa mineraria (cd. follower).

La quota di right-of-use asset iscritta dall’operatore e riferibile agli altri partner dell’iniziativa mineraria è oggetto di recupero attraverso i mec-canismi contrattuali della joint operation, che prevedono l’addebito dei costi dell’iniziativa di spettanza dei follower (billing) e relativo pagamen-to (cash call). I riaddebiti ai follower dei costi sono rilevati dall’operapagamen-tore come “Altri ricavi e proventi” nel conto economico e inclusi, nel rendiconto finanziario, all’interno del flusso di cassa netto da attività operativa.

Differentemente, quando il contratto di leasing è sottoscritto da tutti i partecipanti all’iniziativa mineraria, è rilevata la quota di spettanza del right-of-use asset e della lease liability sulla base del working interest detenuto.

Nessuna rilevazione di attività e passività per leasing è effettuata nei casi in cui Eni non sia considerata “primary responsible” dell’adempi-mento delle obbligazioni del contratto di leasing.

Quando i contratti di leasing sono posti in essere da società non con-trollate che svolgono il ruolo di operatore per conto delle società parte-cipanti all’iniziativa mineraria (cd. operating company), coerentemente con la previsione dei riaddebiti ai partecipanti dei costi connessi con lo svolgimento delle attività, è previsto il riconoscimento nei bilanci dei partecipanti all’iniziativa mineraria della propria quota di right-of-use asset e di lease liability sulla base del working interest definito avuto riguardo alle previsioni, ove attendibilmente determinabili, dell’utilizzo dei mezzi assunti in leasing.

Stime contabili e giudizi significativi: operazioni di leasing

Per quanto riguarda i contratti di leasing, la Direzione Aziendale ha effet-tuato stime contabili ed esercitato giudizi significativi con riferimento a:

(i) la determinazione della durata dei leasing avuto riguardo alle stime da operare in merito all’eventuale esercizio delle opzioni di estensione e/o di risoluzione previste nel contratto; (ii) la determinazione del tasso di finanziamento incrementale del locatario; (iii) l’individuazione e, ove appropriato, la separazione delle non-lease component, in assenza di un prezzo stand-alone osservabile per tali componenti, tenendo anche conto di approfondimenti svolti con esperti esterni; (iv) la rilevazione dei contratti di leasing afferenti a mezzi utilizzati nelle attività Oil & Gas (principalmente drilling rig e FPSO) posti in essere in qualità di operato-re dell’iniziativa mineraria intrapoperato-resa nell’ambito di una joint operation non incorporata avuto riguardo alle valutazioni sulla natura di “primary responsible” dell’operatore e alla verifica dei rapporti con gli altri parteci-panti all’iniziativa mineraria; (v) l’identificazione dei pagamenti variabili e delle loro caratteristiche ai fini della stima per l’inclusione, o meno, nella determinazione della lease liability.

ATTIVITÀ IMMATERIALI

Le attività immateriali riguardano le attività prive di consistenza fisica identificabili, controllate dall’impresa e in grado di produrre benefici economici futuri, nonché il goodwill. L’identificabilità è definita con rife-rimento alla possibilità di distinguere l’attività immateriale acquisita dal goodwill; questo requisito è soddisfatto, di norma, quando: (i) l’attività immateriale è riconducibile a un diritto legale o contrattuale; oppure (ii) l’attività è separabile, ossia può essere ceduta, trasferita, data in affit-to o scambiata auaffit-tonomamente oppure come parte integrante di altre attività. Il controllo su un’attività immateriale da parte dell’impresa con-siste nella potestà di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dall’attività e nella possibilità di limitarne l’accesso ad altri.

Le attività immateriali sono iscritte al costo determinato secondo i cri-teri indicati per le attività macri-teriali. Non è ammesso effettuare rivaluta-zioni, neanche in applicazione di leggi specifiche.

Le attività immateriali aventi vita utile definita sono ammortizzate si-stematicamente lungo la loro vita utile; per il valore da ammortizzare valgono i criteri indicati al punto “Attività materiali”.

Il goodwill e le attività immateriali aventi vita utile indefinita non sono oggetto di ammortamento. Per la recuperabilità del valore di iscrizione

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(23) Le accounting policy adottate fino all’esercizio 2017 (ante applicazione dell’IFRS 15) prevedevano la rilevazione all’attivo patrimoniale dei costi direttamente attribuibili all’acquisizione della clientela al verificarsi di tutte le seguenti condizioni: (i) i costi capitalizzati erano determinati in maniera attendibile; (ii) esisteva un contratto vincolante per il cliente per un determinato periodo; e (iii) era probabile che l’ammontare dei costi capitalizzati venisse recuperato attraverso i ricavi generati dalla transazione di vendita, ovvero attraverso l’incasso di penalità in caso di risoluzione anticipata del contratto.

(24) Per i criteri di rilevazione dei certificati forestali v. il punto “Costi”.

del goodwill e delle altre attività immateriali valgono i criteri indicati al punto “Impairment delle attività non finanziarie”.

I costi connessi con l’acquisizione di nuova clientela sono rilevati all’at-tivo patrimoniale purché ne sia dimostrata la recuperabilità. L’attività immateriale afferente a tali costi contrattuali è ammortizzata su una base sistematica coerente con il trasferimento al cliente dei beni o ser-vizi a cui fa riferimento ed è oggetto di verifica della recuperabilità del valore di iscrizione23.

I costi relativi all’attività di sviluppo tecnologico sono rilevati all’attivo patrimoniale quando: (i) il costo attribuibile all’attività di sviluppo è attendibilmente determinabile; (ii) vi è l’intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l’attività disponibile all’uso o alla vendita; (iii) è dimostrabile che l’attività sia in grado di pro-durre benefici economici futuri.

Le attività immateriali sono eliminate contabilmente al momento della loro dismissione o quando nessun beneficio economico futuro è atteso dal loro utilizzo o dismissione; il relativo utile o perdita è rilevato a conto economico.

IMPAIRMENT DELLE ATTIVITÀ NON FINANZIARIE

Nel documento Eni Relazione Finanziaria Annuale (pagine 170-173)