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CILIEGIO MAROSTEGANA Prunus avium L

Nel documento 1 Informazioni legali (pagine 101-104)

Caratteri di riconoscimento

Pezzatura medio elevata e colore dei frutti giallo sfaccettato di rosso.

Luogo, livello e condizione di diffusione Il ciliegio dolce in provincia di Trento ha radici profonde; è sempre stato presente e la storia ci dice che arriva dall’Asia Minore. La coltivazione del ciliegio era molto sviluppata lungo l’asse destra e sinistra del fiume Adige, in particolar modo sulle zone collinari visto che il ciliegio è molto sensibile ai ristagni d’acqua, sviluppandosi poi verso le colline di Civezzano e nell’alta Valsugana in particolar modo nel conoide di Susà. Raccolta dei frutti di Ciliegia

Marostegana (G. Tomasi)

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Varietà caratterizzata da una elevata produttività, generalmente viene innestata su franco. Predilige i terreni profondi e freschi; l’epoca di fioritura è medio tardiva e quindi meno soggetta ai danni da freddo. Anche la maturazione è medio tardiva.

Uso nella tradizione

La Marostegana è una cultivar interessante per la consistenza e il colore giallo rosato; da sempre è utilizzata per consumo fresco e per la produzione di frutta sciroppata. Luogo di conservazione

Pochi esemplari sparsi nell’alta Valsugana. Natura e livello di conoscenza

Le cultivar più interessanti che negli anni ‘50 si conoscevano, stando sempre alle notizie dei commercianti e dei contadini locali, erano scelte in base al periodo di maturazione, di qualità e di valore commerciale. Bisogna ricordare che queste cultivar in maggioranza sono ottenute da libera impollinazione scelte dai produttori e

con il nome locale. Ciliegio nella fase della raccolta (G. Tomasi) Referente

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MARRONE DI BESAGNO

Castanea sativa Miller

Caratteri di riconoscimento

I frutti sono scuri con solcature evidenti, di pezzatura e peso elevati, ma numerosità scarsa (73 pezzi/kg). Luogo, livello e condizione di diffusione È diffuso in Vallagarina, più precisamente nei comuni di Ala (zona Ronchi, Brentonico), Castione e Mori (zona Besagno). In questa zona il castagno occupa grandi superfici accorpate per rendere più facile e remunerativa la coltivazione.

Marrone di Besagno con particolare della sezione (G. Tomasi)

Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Germogliamento e maturazione precoce, fioritura che avviene nei primi 15 giorni di giugno. La pianta manifesta vigore medio e forma globosa della chioma. Androsterile, fecondazione assicurata da polline di “Visentina”.

Uso nella tradizione

Consumo fresco e sostentamento economico per le famiglie contadine. Complemento nella razione alimentare degli animali (es.: maiale).

Luogo di conservazione

In particolare nelle zone di Besagno e Castione.

Natura e livello di conoscenza La caratteristica forma e colore del Marrone di Besagno

In Trentino le prime attestazioni della

presenza del castagno sono datate 1674. Nel 1800 il castagno risulta essere una delle colture più importanti e quella con più profitto. Nell’ultimo secolo, invece, si assiste a una contrazione delle superfici coltivate a castagno, fino a un minimo storico di 230 ettari. Negli ultimi vent’anni si è assistito a una ripresa di interesse verso questa coltura. Nel 1987 è nato un progetto quinquennale provinciale (prorogato poi fino al 1995) di risanamento, il quale prevedeva l’erogazione di interventi finanziari per valorizzare ed incrementare le colture minori come il castagno. Nel 1994 nasce il Consorzio per la tutela del castagno del Trentino che nel 2001 diventa Cooperativa Castanicoltori del Trentino Alto Adige s.c.a.r.l

Referente

Paolo Miorelli [IASMA] paolo.miorelli@iasma.it

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MARONER DI CAROBBI

Castanea sativa Miller

Caratteri di riconoscimento

Il Maroner di Carobbi si distingue per il frutto di grandi dimensioni, dal sapore molto dolce e dalla lunga conservabilità.

Luogo, livello e condizione di diffusione

Il Marrone di Carobbi, la cui determinazione genetica non è nota, è un esemplare di dimensioni colossali che cresce in località Carobbi, sul versante ovest del Monte Stivo, presso un vecchio casolare in comune di Arco. Rilievi, osservazioni agronomiche, commerciali, organolettiche

Si tratta di un esemplare di quasi sei metri di circonferenza del tronco e un’età stimata di circa seicento anni. La sua forma è molto particolare in quanto è cresciuto a ridosso di una casa ma è molto inclinato su un lato ed è Fase di consolidamento del

Maroner di Carobbi (A. Ricci)

stato necessario un intervento di consolidamento con pali di sostegno per impedirne la rottura. I suoi frutti sono molto più dolcirispetto a quelli degli altri castagni che crescono in zona e si mantengono molto più a lungo (circa due mesi rispetto ai quindici giorni degli altri). Epoca di maturazione: prima quindicina di ottobre..

Uso nella tradizione

Questo albero è chiamato in dialetto locale el Maroner di Carobbi e definito anche il Guardiano silenzioso; per secoli ha contribuito coi suoi frutti a sfamare le famiglie che si sono succedute presso la casa. La lunga conservabilità dei suoi frutti ne ha permesso sia il consumo come caldarroste e bollite, ma anche trasformati in farina.

Luogo di conservazione

Località Carobbi, nel comune di Arco (TN).

Natura e livello di conoscenza

Questo marrone presentava forti segni di cedimento; per consolidarlo sarebbe stato necessario un intervento costoso ma il proprietario non intendeva agire. Il vicino, signor Francesco Marcabruni, si è fatto mecenate acquistando la pianta pur di salvarla.In breve tempo ha realizzato il costoso intervento di consolidamento. Dopo aver fatto costruire da una ditta specializzata tre piccole piattaforme in cemento interrate, Francesco ha fatto fissare i tre grossi pali a sostegno del grande albero, con la supervisione del comune di Arco (geom. A. Ricci) tramite i custodi forestali. Così è stato ridato al grande albero lo scettro di Guardiano silenzioso di Carobbi.

Il Guardiano silenzioso di Carobbi ormai recuperato (S. Guidi)

Referente

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