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cinese da tempo, che secondo Fryer e Xu Shou dovevano essere mantenuti, la soluzione adottata

cinese da tempo, che secondo Fryer e Xu Shou dovevano essere mantenuti, la soluzione adottata dai due consisteva nell'utilizzare un solo carattere per ciascun elemento, con le eccezioni di cinque sostanze gassose (ossigeno, idrogeno, azoto, cloro e fluoro), unendo i tre radicali jin 䠁 per i metalli, shi ⸣ per i non metalli solidi e shui ≤ per quegli elementi che tendono a presentarsi come liquidi allo stato naturale (Fryer non utilizzò qi ≓ come radicale, ma come secondo carattere nei termini bisillabici per i cinque elementi sopra menzionati), con un indicatore fonetico nella parte destra del carattere che fosse composto del minor numero possibile di tratti. Alcuni di questi caratteri furono scelti tra quelli ormai caduti pressoché in disuso contenuti nel Kangxi zidian ᓧ⟉ᆇި e venne loro attribuito il nuovo significato, mentre altri furono creati ex novo da Fryer e Xu Shou solamente quando non ne veniva individuato uno adeguato: il principio da loro applicato è stato utilizzato e continua a esserlo ancora oggi per gli elementi chimici scoperti successivamente.

3 Laddove non diversamente indicato, per le informazioni sulla vita del missionario mi sono basato su Bennet, John Fryer, cit., e sui Fryer Papers, carton 3, folder 32, “Genealogy of the Fryer family”. I Fryer Papers costituiscono un inesauribile archivio di informazioni su John Fryer, la sua vita privata e lavorativa, materiali didattici da lui stesi per l'insegnamento del cinese, articoli sulla situazione economica, politica e culturale della Cina di fine XIX secolo e molto altro ancora: sono costituiti da documenti manoscritti, lettere, appunti e materiale miscellaneo. Dei sei scatoloni complessivamente conservati presso la Bancroft Library, University of California, Berkeley, solamente i primi tre sono stati riordinati e resi disponibili al pubblico. Una parziale riproduzione dei Fryer Papers, integrata con materiale proveniente da altre fonti sempre legato a John Fryer, si può trovare in Dagenais (a cura di), The John Fryer Papers, cit.

glese presso il Tongwen guan ਼᮷佘.4 Presso la capitale Fryer ebbe la possibi-lità di imparare la varietà settentrionale del guanhua, gettando le basi per la sua futura attività di traduttore, e conoscere molti dei personaggi che ruota-vano attorno alla corte e che avrebbero avuto un ruolo importante nel clima politico dello Yangwu yundong ⌻उ䙻अ.

Fu dopo tre anni che Fryer lasciò a sua volta Pechino per recarsi a Shang-hai e fondare la Anglo-Chinese School (Ying Hua shuguan 㤡㨟ᴨ佘), nella quale operò soprattutto come insegnante di inglese, lavorando poi come re-dattore dello Shanghai xinbao к⎧ᯠ๡ (Shanghai Gazette). Proprio la padro-nanza linguistica del cinese mostrata nel lavoro di redazione e il fatto che lo stesso Fryer cominciasse a essere stanco dell'incarico di insegnante fecero sì che quando gli venne proposto di lavorare per il dipartimento di traduzione (Fanyi guan 㘫䆟佘) dell'Arsenale del Jiangnan (Jiangnan zhizao ju ⊏ই㼭䙐ተ) lo stesso Fryer accettò molto volentieri. La collaborazione con l'arsenale cominciò nel 1868 e proseguì ininterrottamente fino al 1896,5 anno nel quale si trasferì negli Stati Uniti per assumere l'incarico di Louis Agassiz Professor of Oriental Languages and Literature presso la University of Cali-fornia, a Berkeley.

Fryer ha tradotto6 numerosi libri di carattere tecnico-scientifico dall'ingle-se al cinedall'ingle-se, sul cui numero esistono differenti ipotesi: in tali opere, partico-lare attenzione è stata dedicata alla chimica. La tecnica utilizzata presso l'Ar-senale del Jiangnan, l'istituzione per la quale Fryer lavorò per la maggior parte del suo soggiorno in Cina, è quella già sfruttata da secoli, nota con il

4 Il Tongwen guan era uno degli istituti nati nel nuovo clima politico del tempo. A seguito delle Guerre dell'oppio, la Cina era stata costretta a inserirsi nello schema delle relazioni internazionali tra Stati, ma la mancanza di scuole di lingue faceva sentire la sua influenza negativa nel corso del processo di rafforzamento e ammodernamento della nazione. Per un approfondimento, vedi Federico Masini, The Formation of Modern Chinese Lexicon and its

Evolution Toward a National Language: The Period from 1840 to 1898, Journal of Chinese Linguistics, Monograph series number 6, Berkeley, 1993, p. 44 e passim. Per un approfondimento sul periodo storico e sui principali missionari che lavorarono presso l'istituto a Pechino e altre località della Cina, vedi Xiong Yuezhi ➺ᴸѻ, Xixue Dongjian 㾯ᆖь⑀, cit., e Shen Guowei ⊸ഭေ, Jindai Zhong Ri cihui jiaoliu yanjiu: Hanzi xinci de chuangzhi, rongshou yu

gongxiang 䘁ԓѝᰕ䇽≷Ӕ⍱⹄ウ: ≹ᆇᯠ䇽Ⲵࡋࡦǃᇩਇоޡӛ (Ricerche sugli scambi lessicali

in epoca moderna tra Cina e Giappone: creazione, accettazione e condivisione di caratteri e nuove parole), Zhonghua shuju ѝॾҖተ, Pechino, 2010.

5 Fryer si recherà comunque ogni estate in Cina nel periodo compreso tra il 1897 e il 1903 per monitorare lo stato dei lavori che aveva intrapreso con l'arsenale.

6 Molta letteratura secondaria sull'argomento fino agli anni '90 dello scorso secolo, e parzialmente ancora oggi, ha attribuito la maggior parte del merito delle traduzioni, in particolare per quanto riguarda il metodo di creazione dei termini per gli elementi chimici, esclusivamente a Xu Shou, a volte non menzionando affatto Fryer.

nome di kouyi bishu ਓ䆟ㅶ䘠, in cui l'esperto occidentale, in grado di com-prendere ed esprimersi in cinese, dettava al suo collega cinese la traduzione approssimativa di un'opera e questi provvedeva a renderla nel miglior lin-guaggio possibile. Tra i principali collaboratori di Fryer possiamo ricordare Zhao Yuanyi 䏉ݳ⳺ (1840-1902), Xu Jianyin ᗀᔪᇵ (1845-1901) e, soprattut-to per quansoprattut-to concerne il campo della chimica, il padre di quest'ultimo, Xu Shou ᗀ༭ (1818-1884), originario di Wuxi e una delle principali figure che si sono maggiormente interessate di scienza occidentale nel periodo post Guer-re dell'oppio.7

Non potendo menzionare in poche pagine tutte le opere tradotte da Fryer in collaborazione con i colleghi cinesi e le iniziative intraprese dal missiona-rio durante gli oltre trenta anni trascorsi in Cina, vorrei concentrare l'atten-zione in particolare sul Vocabulary of names of substances occurring in various

works on chemistry; Chiefly in “Bloxam's Chemistry,” first edition, dal titolo cine-se Huaxue cailiao Zhong Xi mingmu biao ॆᆨᶀᯉѝ㾯਽ⴞ㺘.

L'opera venne pubblicata in The Translator's Vade-mecum,8 stilato dallo stesso Fryer; è probabile che su questa pubblicazione sia stato poi riprodotto il volume Chinese and English Technical Vocabularies.9 Ho inoltre individuato un'ulteriore versione del Translator's vade-mecum:10 tutte le versioni consulta-te del glossario non sembrano presentare alcuna differenza sostanziale e so-no precedute da due prefazioni, la prima in cinese, una xiao xu ሿᒿ datata

7 Per un approfondimento sulla figura di Xu Shou, tra le principali fonti in cinese troviamo: Wang Guangren ⊚ᒯӱ (a cura di), Zhongguo jindai kexue xianqu Xu Shou fuzi yanjiu ѝഭ䘁ԓ、ᆖݸ傡ᗀሯ⡦ᆀ⹄ウ (Ricerche su Xu Shou e i suoi figli, pionieri della scienza moderna in Cina), Qinghua daxue chubanshe ␵ॾབྷᆖࠪ⡸⽮, Pechino, 1998; Wang Guangren ⊚ᒯӱ, Xu Zhenya ᗀᥟӊ, Haiguo xiezhu de Xu Shou fuzi ⎧ഭ᫧⨐Ⲵᗀሯ⡦ᆀ (Xu Shou e i suoi figli, selezionatori del meglio dell'Occidente), Kexue chubanshe 、ᆖࠪ⡸⽮, Pechino, 2000; Yang Gen ᶘṩ (a cura di), Xu Shou he Zhongguo jindai huaxue shi ᗀሯ઼ѝഭ䘁ԓॆᆖਢ (Xu Shou e la storia della chimica cinese moderna), Kexue jishu wenxian chubanshe 、ᆖᢰᵟ᮷⥞ࠪ⡸⽮, Pechino, 1986.

8 The Translator's Vade-mecum, A Collection of Vocabularies of Chinese Terms Used in the Translations of Scientific Books at the Kiangnan Imperial Government Arsenal, Shanghai, China, Presbyterian Mission Press, Shanghai, 1888.

9 Il volume, conservato presso la University of California, Berkeley, non fornisce alcuna indicazione riguardante l'anno di pubblicazione. Tuttavia includendo, tra gli altri, anche il

Vocabulary of terms relating to the steam engine, titolo cinese Qiji Zhong Xi mingmu biao ⊭₏ѝ㾯਽ⴞ㺘, la cui prefazione è datata 1889, la pubblicazione è certamente successiva a tale data. È questa la versione, assieme a quella indicata in nota 10, sulla quale ho materialmente lavorato.

10 Anche questa, conservata presso la University of California, Berkeley, non fornisce alcuna indicazione riguardante l'anno di pubblicazione. Tuttavia, includendo come la precedente il

undicesimo giorno del dodicesimo mese del decimo anno di regno di Guangxu, e una in inglese, “Vocabulary of names of chemical substances”, datata gennaio 1885.

L'opera a cui si fa riferimento nel titolo del glossario è Chemistry Inorganic

and Organic with Experiments and a Comparison of Equivalent and Molecolar Formulæ,11 stilata da Charles Loudon Bloxam (1831-1887): la sezione sulla chimica inorganica venne tradotta da Fryer e Xu Shou nel Huaxue jianyuan

bubian ॆᆨ䪁৏㼌㐘, pubblicato nel 1882,12 quella sulla chimica organica nel

Huaxue jianyuan xubian ॆᆨ䪁৏㒼㐘, pubblicato tra il 1875 e il 1880. Come indica appunto il “chiefly” nel titolo del glossario, tuttavia, sono compresi termini tratti da altri libri legati al settore chimico e termini del campo mine-ralogico, botanico e delle scienze naturali nel senso più ampio del termine.

Per capire al meglio l'importanza di questo glossario, è necessario spen-dere alcune parole sui principi che vi sottostanno.13 Il primo, che emerge co-stantemente nelle parole di Fryer, è la volontà di impegnarsi a raccogliere in un'unica pubblicazione tutti quei termini tradotti nel corso del lavoro per l'Arsenale del Jiangnan, sottolineando l'importanza “that a list of all unusual terms or proper names employed should be carefully kept. These various lists should be gradually collected and formed into a complete volume for general use as well as with a view to publication”.14 Fryer propose la crea-zione di un comitato per la promocrea-zione della standardizzacrea-zione del lessico tecnico-scientifico, suggerendo di “let the committee select the most suitable persons to draw up lists of technical terms in English and Chinese […]. Let the committee carefully examine and compare all the above lists, and com-bine them alphabetically to form the basis of a general scientific dictionary for provisional use”.15 E più avanti: “Let all the writers of technical books, already published, be communicated with and asked to alter their termino-logy in all future editions, to conform to the fixed standard”.16 La ricca

11 Charles Loudon Bloxam, Chemistry Inorganic and Organic: with Experiments and a

Comparison of Equivalent and Molecolar Formulæ, John Churchill and Sons, Londra, 1867.

12 La data di pubblicazione non è certa: secondo Wright, Translating Science, cit., p. 50, potrebbe trattarsi anche del 1879.

13 Per una trattazione sistematica sull'argomento, si veda John Fryer, “Scientific Terminology: Present Discrepancies and Means of Securing Uniformity”, Record of the General

Conference of the Protestant Missionaries of China, held at Shanghai, May 7-20, 1890, American Presbyterian Mission Press, Shanghai, 1890, pp. 531-551, ripubblicato anche in Dagenais (a cura di), The John Fryer Papers, cit., vol. 2, pp. 376-410.

14 Ivi, p. 536.

15 Ivi, pp. 547-548.

rienza maturata nel campo della traduzione rese evidente per Fryer la neces-sità di uniformare le traduzioni, a prescindere da chi prendesse parte a tale lavoro o quale fosse l'istituzione a promuoverlo. Fu proprio questa necessità che lo stesso Fryer ribadì numerose volte, e che possiamo affermare ha il suo risultato migliore nei differenti Zhong Xi mingmu biao.17 Fryer può essere con-siderato un pioniere di questo tipo di lavoro, avendolo promosso fortemente e portato a termine ben prima di quanto avrebbe poi fatto lo stesso Comitato o altri traduttori a titolo personale.

Le varie modalità di traduzione dei lemmi nel glossario di termini chimi-ci possono essere raggruppate in chimi-cinque grandi categorie: prestiti puri, pre-stiti accompagnati da un indicatore semantico, calchi puri, termini descrittivi e traduzioni multiple. Rinviando la trattazione delle varie categorie a un successivo lavoro, vorrei in particolar modo illustrare, tramite esempi tratti dalle prime due, la consapevolezza da parte di Fryer del fatto che il cinese, non escluso il lessico tecnico-scientifico, non fosse molto incline a incorpora-re stabilmente nel proprio lessico i pincorpora-restiti puri.

Raggruppando le varie voci in tre gruppi - il primo costituito dai prestiti puri, il secondo costituito dai prestiti con indicatori semantici e il terzo in cui rientrano tutti gli altri termini in cui non è inserito alcun tipo di riproduzio-ne foriproduzio-netica del termiriproduzio-ne originario – e procedendo a un'analisi statistica delle varie modalità traduttive,18 si può notare come in particolare i primi due rappresentino circa il 54,1% (236 su 436 voci),19 costituendo quindi circa la metà dei termini del glossario.

Fryer, grazie alla pluriennale esperienza nel campo della traduzione, ma anche a una non comune sensibilità linguistica, aveva già compreso come il cinese non accettasse stabilmente nel proprio lessico i prestiti puri, soprattut-to nel caso di termini costituiti da un cospicuo numero di caratteri, teoria

17 Gli altri tre sono il Jinshi Zhong Xi mingmu biao 䠁⸣ѝ㾯਽ⴞ㺘, il Xiyao dacheng yaopin

Zhong Xi mingmu biao 㾯㰕བྷᡀ㰕૱ѝ㾯਽ⴞ㺘 e il già menzionato Qiji Zhong Xi mingmu biao

⊭₏ѝ㾯਽ⴞ㺘.

18 Il glossario è composto da 37 pagine, per un totale di 3362 voci, non uniformemente distribuite tra le varie pagine: alle entrate inglesi, disposte in ordine alfabetico, segue la traduzione in cinese, che a volte, soprattutto nel caso di prestiti, può occupare più di una riga. Il campione selezionato corrisponde a circa il 13,5% delle pagine totali del glossario (5 su 37), pari al 13% delle voci (436 su 3362).

19 Rispettivamente, 27,7% (121 su 436 voci) per il primo gruppo e 26,4% (115 su 436) per il secondo. Per quanto riguarda il quinto gruppo, in cui per ogni entrata è fornita più di una traduzione, ho considerato tali voci come appartenenti al gruppo al quale appartiene la prima delle traduzioni elencate: rappresenta il 9,4% (41 voci su 436) del campione statistico considerato.

questa ribadita in più circostanze.20 Oltre a tale caratteristica intrinseca della lingua cinese, anche la mancanza di un sistema fisso di resa fonetica faceva sì che spesso per uno stesso termine i prestiti fossero estremamente diversi da un traduttore o, a maggior ragione, da un'istituzione all'altra.21

Tuttavia, per cause imputabili alla gran mole di lavoro della quale Fryer doveva farsi carico, nonché dell'impossibilità pratica di padroneggiare alla perfezione tutti i contenuti teorici e linguistici dei testi che si trovava a tra-durre, molto spesso, come ribadito dallo stesso Fryer,22 a volte l'utilizzo di prestiti era necessario. Ecco alcuni esempi tratti dal Huaxue cailiao Zhong Xi

mingmu biao, appartenenti a diversi settori:

Pagina 6: Gluten (glutine): Gelutun23 କ䐟ኟ

Pagina 12: Coquimbite (coquimbite): Gegoumobeide Ṭ㤏ᵛؽᗇ Pagina 25: Osseine (osseina): Waxiyini ૷㾯ԕቬ

Pagina 32: Solanine (solanina): Sulanini 㰷䗓ቬቬ

Come si potrà notare da questi esempi e da altri all'interno del glossario di termini chimici, appare evidente la volontà di Fryer di associare il più possibile a uno stesso fonema - o gruppo di fonemi - originario un medesi-mo carattere cinese utilizzato esclusivamente per il suo valore fonetico: l'im-portanza di creare una serie di caratteri che venisse utilizzata solamente a tale scopo era spesso sottovalutata da altri traduttori e ne appare evidente l'importanza per evitare di confonderli all'interno di un testo in cui com-paiano altri caratteri utilizzati invece anche per il loro valore semantico.

Fryer esplorò in tal senso anche la produttività del radicale kou ਓ per in-dicare tutta quella serie di caratteri che, proprio grazie a tale aggiunta, se-gnalano immediatamente al lettore la valenza del carattere stesso solamente per il suo ruolo fonetico, e non per quello semantico: uno degli esempi più citati a riguardo nel cinese moderno è quello di kafei ૆஑. Proprio questo

20 In particolar modo, si potrà consultare Fryer, “Scientific Terminology”, cit.

21 Presso la sezione libri rari della East Asian Library della University of California, Berkeley, è conservato un quadernino, Syllabary for the transfer of foreign names into Chinese. Fryer vi illustra i principi da lui applicati per l'utilizzo dei prestiti e vi riporta in dettaglio i caratteri utilizzati a tale scopo.

22 Fryer, “Scientific Terminology”, cit., pp. 539-540.

esempio, tuttavia, ci fa intravedere come l'utilizzo di tale espediente da parte di Fryer non sia portato fino in fondo: a pagina 7 del glossario di termini chimici, la voce caffeic acid (acido caffeico) sarà resa come jiafeiyike suan ࣐䶎ԕݻ䞨,24 mentre nel glossario relativo ai termini medici25 la stessa di-venterà kafeiyike suan ૆஑ԕݻ䞨.26

Tuttavia, proprio perché Fryer percepiva nel complesso come altamente inadeguata tale scelta traduttiva, sia alla luce delle caratteristiche lessicali che il cinese stava assumendo nella sua evoluzione, sia perché non convo-gliava informazioni semantiche utili al lettore, cercherà il più possibile di aggiungere indicatori semantici a tali prestiti, laddove costretto a ricorrervi. In molti casi questo tipo di scelta si esplica nell'utilizzo di affissi, nella gran maggioranza dei casi suffissi, che indicano l'appartenenza di un elemento a una determinata categoria. Fryer, da quanto ho avuto modo di appurare, non ha stilato una lista di tutti questi affissi: tra i tipi più comuni di tali for-mazioni all'interno del Huaxue cailiao Zhong Xi mingmu biao, possiamo tutta-via rintracciare prestiti con numeri - espressi in caratteri - indicanti strutture chimiche, prestiti con suffissi indicanti strutture chimiche, prestiti con pre-fissi indicanti strutture chimiche, prestiti con sufpre-fissi che indicano pluralità o classi, prestiti con suffissi che indicano minerali e pietre, prestiti con suffissi che indicano sostanze alcoliche, prestiti con suffissi che indicano oli, balsami e resine, prestiti con suffissi che indicano cortecce, bucce e gusci, prestiti con suffissi che indicano tipi di legnoe, infine,prestiti con più di un suffisso.

Per rendere più chiara la formazione di tali strutture, riporto un esempio tratto da pagina 14 del glossario. La voce euclase (euclasio) viene tradotta

24 Termine che si trova a cavallo tra il secondo gruppo, quello dei prestiti accompagnati da indicatori semantici, e il terzo, quello dei calchi, essendo formato da un prestito, jiafeiyike ࣐䶎ԕݻ, per caffeic, e da un suffisso, suan 䞨, che ha appunto il significato di “acido”, ricalcando inoltre la struttura del termine originario, caffeic acid.

25 Titolo completo: Vocabulary of names of materia medica, occurring chiefly in “Royles' Manual of

materia medica and therapeutics”. Titolo cinese: Xiyao dacheng yaopin Zhong Xi mingmu biao 㾯㰕བྷᡀ㰕૱ѝ㾯਽ⴞ㺘. Pubblicato sempre all'interno del Translator's Vade-mecum, la prefazione a tale glossario è datata maggio 1887, posteriore di due anni quindi a quella del glossario di termini chimici.

26 Nel glossario di termini medici, Fryer non mancherà di portare tale principio ai suoi limiti. Se, infatti, a pagina 10 del glossario di termini chimici la voce chloroform sarà resa, nella prima delle tre traduzioni totali fornite, con il prestito geluolufuermi Ṭ㖵䐟⾿㙣ᇶ, in quello di termini medici la stessa voce sarà resa con il prestito geluofang, dove la sillaba centrale sarà riprodotta con il carattere luo ೹, mentre la sillaba iniziale e finale, ge e fang, saranno rese dai caratteri ge କ e fang ᯩ ma con l'inserimento del radicale kou ਓ, creando così due caratteri non presenti nei moderni dizionari di cinese.

come youkelaisi shi ⭡ਟ䌤ᯟ⸣.27 Come facilmente intuibile, il termine origi-nario inglese, euclase, è tradotto tramite una riproduzione piuttosto fedele della sua pronuncia, youkelaisi ⭡ਟ䌤ᯟ. Tuttavia, se Fryer si fosse fermato qui, come per gli esempi sopracitati appartenenti al gruppo dei prestiti puri, il lettore, a meno di una approfondita conoscenza dell'inglese, oltre a una certa dimestichezza nel campo mineralogico, difficilmente avrebbe potuto intuire quale fosse il referente di tale traduzione. Per questo motivo, Fryer ha ritenuto opportuno aggiungere il suffisso shi ⸣, a indicare che si tratta di un minerale.

Come si evince dagli esempi elencati e dalle percentuali che rappresenta-no all'interrappresenta-no del totale delle entrate, Fryer ha cercato il più possibile di evi-tare prestiti puri, pari solamente a circa un quarto dell'insieme delle voci. Nel lessico del cinese moderno i prestiti puri rappresentano una percentuale piuttosto bassa del totale dei termini, e tra questi quelli che superano i tre caratteri sono una rarità. Più facile che, appunto, il prestito venga accompa-gnato da uno o più caratteri che indichino determinate caratteristiche se-mantiche del referente o più in generale la categoria di appartenenza.28 Per rendere più chiaro il concetto, possiamo fare l'esempio di hulaquan બ஖സ