Per secoli dalla sua pubblicazione avvenuta nel 1707, il Quan Tangshi è stato considerato il canone della poesia Tang nonché una fonte primaria at-tendibile da tutti gli studiosi che, negli anni, si sono occupati di questo fe-nomeno letterario. In realtà, ricerche condotte in Cina a partire dagli anni ’80 del secolo scorso hanno dimostrato come questa antologia, diversamente da quanto si dichiara nel titolo, non solo non sia affatto “completa” (quan ޘ) ma addirittura contenga varianti testuali, informazioni biografiche inesatte e componimenti dalla paternità letteraria incerta o, talvolta, errata. Tali impre-cisioni sono, in buona parte, l’eredità di omissioni, errori di trascrizione e manipolazioni editoriali contenute nei testi originali che furono utilizzati dai compilatori del Quan Tangshi come fonti primarie. Tuttavia, per comprende-re le motivazioni alla base dello scarso rigocomprende-re di questa raccolta, bisogna facomprende-re un passo indietro e analizzarne il suo processo di formazione.
Il Quan Tangshi fu pubblicato nel 1707 per volere dell’imperatore Kangxi ᓧ⟉ (1662-1722) dei Qing il quale, nel 1705, ne aveva affidato la compila-zione a Cao Yin ᴩᇵ (1658-1712) e a un gruppo di dieci funzionari dell’impero, i quali conclusero l’antologia in soli due anni. La redazione di un’opera di simile portata in un arco di tempo così ristretto fu resa possibile dalla presenza, negli archivi imperiali, di numerose antologie di poesia Tang redatte nei secoli precedenti, le quali furono utilizzate dai compilatori del
Quan Tangshi come fonti primarie.
Secondo quanto riportato nello Siku quanshu ഋᓛޘᴨ (“Tutti i libri dei
quattro repositori”), la fonte primaria utilizzata per la compilazione del Quan
Tangshi fu il Tangyin tongqian ୀ丣㎡㊔ (“Le rime Tang, interamente postillate”), un’antologia in 1033 rotoli pubblicata da Hu Zhenheng 㜑䴷Ә (1569-1644)1
nell’VIII anno del regno Chongzhen ጷ⾾ (1635). Oltre ai componimenti poe-tici, nel Tangyin tongqian sono inclusi anche trafiletti biografici relativi ai di-versi autori e, ove disponibili, aneddoti di varia natura circa la composizione delle singole opere. Per questo motivo, tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, l’opera di Hu Zhenheng era generalmente considerata una
1 Zhou Xunchu ઘऋࡍ, “Xu Quan Tangshi chengshu jingguo” ᮈޘୀ䂙ᡀᴨ㏃䙾 (“Sul pro-cesso di formazione del Quan Tangshi”), Wenshi ᮷ਢ (Storia letteraria), 8, 1980, pp. 185-196.
le migliori raccolte di poesia Tang allora in circolazione. Poiché, a causa del-la vastità e dell’urgenza del progetto, i compidel-latori del Quan Tangshi non avevano il tempo materiale per risalire alle fonti originali, consultare le anto-logie personali dei vari poeti Tang e redigere le biografie dei singoli autori ex
novo, essi si risolsero a ricopiare pedissequamente le già dettagliate informa-zioni contenute nell’opera di Hu Zhenheng. Per questo motivo, il Tangyin
tongqian fu presentato come la fonte primaria del Quan Tangshi nei documen-ti ufficiali reladocumen-tivi alla sua composizione.
In realtà, secondo le ricerche condotte da Zhou Xunchu ઘऋࡍ tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, oltre al Tangyin
tong-qian, i compilatori del Quan Tangshi utilizzarono anche un testo omonimo, ovvero il Quan Tangshi di Ji Zhenyi ᆓᥟᇌ (1630-1674 ca.)2. Attualmente nota come Quan Tangshi Ji Zhenyi xieben ޘୀ䂙ᆓᥟᇌማᵜ (“Poesie complete dei
Tang, versione manoscritta di Ji Zhenyi”) o, più semplicemente come Quan
Tangshi xieben ޘୀ䂙ማᵜ (“Poesie complete dei Tang, versione manoscritta”), quest’opera, composta da 717 rotoli, si basava principalmente sulla bozza incompleta di un’antologia di poesia Tang redatta da Qian Qianyi 䥒䅉⳺ (1582-1664) – oggi disponibile a stampa col titolo Quan Tangshi gaoben ޘୀ䂙はᵜ (“Bozza delle Poesie complete dei Tang”) – la quale, a sua volta, era stata compilata sulla base dei dati presenti nel Tangshi ji ୀ䂙㌰ (“Resoconti
della poesia Tang”) di Wu Guang ⩟ (1546-?), un’antologia poetica in 170 rotoli redatta nel periodo Ming. Tuttavia, poiché l’opera di Qian Qianyi era piuttosto lacunosa, Ji Zhenyi fece ricorso anche ad altre antologie e collezioni di poesia Tang pubblicate in epoche precedenti, in particolare al Tangshi jishi ୀ䂙㌰һ (“Cronache della poesia Tang”) di Ji Yougong 䀸ᴹ࣏ (XII sec.), per portare a termine la propria raccolta.
Consci del fatto che nessuna delle antologie pubblicate nei secoli prece-denti e presenti negli archivi imperiali poteva dirsi esaustiva quanto quella che si accingevano a redigere, i funzionari capeggiati da Cao Yin integrarono i dati estratti dal Tangyin tongqian con quelli presenti nel Quan Tangshi xieben, nel tentativo di ottenere una raccolta il più possibile completa delle poesie dell’intero periodo Tang. Purtroppo, però, le notizie riportate nelle fonti primarie utilizzate nella compilazione del Quan Tangshi, oltre ad essere in-complete, talvolta erano anche fallaci. Parte di esse, infatti, nel corso del loro lungo processo di trasmissione, erano state alterate da errori di trascrizione, stratificazioni testuali e, più frequentemente, da manipolazioni editoriali, più o meno consapevoli, compiute a partire dal X secolo dagli editori di
colte di poesie ed aneddoti Tang. Tali imprecisioni furono ereditate dai com-pilatori del Quan Tangshi e sono, pertanto, all’origine delle omissioni, delle varianti testuali e delle incongruenze relative ad alcune biografie e alla pa-ternità di diversi componimenti inseriti nella raccolta.
Se per circa tre secoli dalla sua pubblicazione l’accuratezza del Quan
Tangshi non era mai stata messa in discussione nei circoli accademici, a par-tire dagli anni ’80 del secolo scorso è emersa tra gli studiosi cinesi la consa-pevolezza dei limiti di questa antologia e l’esigenza di riordinare e integrare i dati in essa presenti. I primi risultati di tali ricerche sono stati pubblicati nel 1982 da Wang Zhongming ⦻䟽≁, Sun Wang ᆛᵋ e Tong Yangnian ㄕ伺ᒤ nei due volumi che compongono il Quan Tangshi waibian ޘୀ䂙ཆ㐘
(“Sezio-ne aggiunta al Quan Tangshi”), un’opera che raccoglie una prima parte di quei componimenti Tang che, per diversi e talora oscuri motivi, non compaiono nel Quan Tangshi. Sulla scia di simili entusiasmi, nel 1985 Chen Shangjun 䲣ቊੋ ha pubblicato l’articolo “Quan Tangshi wushou kaozheng” ޘୀ䂙䃔᭦㘳䅹 (“Ricerche testuali sui componimenti erroneamente inseriti nel
Quan Tangshi”) nel quale è contenuta un’analisi preliminare dei casi di errata o dubbia paternità letteraria inclusi nel Quan Tangshi. Nel 1992, lo stesso au-tore ha dato alle stampe anche il Quan Tangshi bubian ޘୀ䂙㼌㐘
(“Supple-mento al Quan Tangshi”) che, integrando ulteriormente i dati presenti nel
Quan Tangshi waibian, può essere considerata la raccolta più completa di poe-sia Tang attualmente disponibile.
Per la preponderanza quantitativa e qualitativa delle opere di poeti di sesso maschile all’interno del canone poetico Tang, inizialmente le ricerche sulle omissioni e sui casi di falsa attribuzione poetica si sono concentrate quasi esclusivamente su detti autori. Solo a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso la produzione poetica femminile di epoca Tang è stata por-tata sotto i riflettori rivelandosi, da questo punto di vista, un territorio parti-colarmente fertile e, in buona parte, ancora inesplorato. E’ opinione comune, infatti, che i rotoli di poesia femminile contenuti nel Quan Tangshi siano tra i meno attendibili di tutta l’antologia. Il fenomeno si fa particolarmente im-portante se si restringe il campo d’indagine ai componimenti attribuiti a cor-tigiane presenti nell’antologia: il Quan Tangshi, infatti, raccoglie poesie di quarantadue cortigiane. Di queste, però, solo ventuno sono realmente vissu-te nel corso della dinastia Tang3. Le altre ventuno, al contrario, sono
3 Tale computo si basa sulle informazioni contenute nell’articolo pubblicato da Chen Shang-jun 䲣ቊੋ nel 2010 intitolato “Tang nüshiren zhenbian” ୀྣ䂙Ӫ⬴䗟 (“Scernere e dibattere le
naggi letterari creati all’interno di narrazioni miscellanee in prosa (dunque, mai realmente esistiti), o donne vissute in periodi storici successivi e in se-guito considerate, a torto, donne Tang. Inoltre, delle ventuno cortigiane realmente vissute nel corso della dinastia Tang, solo tredici sono le reali au-trici delle poesie attribuite loro nella raccolta. Le altre otto rappresentano, invece, dei casi di falsa attribuzione poetica: l’incrocio di dati storici e lette-rari ha, infatti, dimostrato come queste otto cortigiane, pur essendo perso-naggi reali vissuti nel corso della dinastia oggetto di indagine, in realtà non sono le vere autrici delle poesie riportate a loro nome nelle fonti. Al contra-rio, tali componimenti sono, nella maggior parte dei casi, opere di autori di sesso maschile o canzoni anonime che, attraverso una serie di manipolazioni editoriali compiute sulle fonti originali già a partire dal X secolo, sono state – erroneamente e talvolta arbitrariamente – attribuite nei secoli a suddette ar-tiste.
Alla luce di questi dati, dunque, si può affermare che oltre il 60% del ma-teriale relativo alle cortigiane Tang contenuto nel Quan Tangshi non è affida-bile, e ciò è indicativo di quanto le ricerche sull’attendibilità e l’accuratezza di questa antologia necessitino, nel complesso, di ulteriori approfondimenti.
Una proposta metodologica
Così delineati, seppur sommariamente, i problemi relativi al Quan
Tang-shi e alla sua accuratezza, si procederà ora alla presentazione di un possibile approccio metodologico utile a verificare o a ricostruire la paternità delle opere in esso contenute. Tale approccio trae ispirazione dalla metodologia inaugurata da Charles Hartman e da egli stesso definita “archaeology of the
text”, la quale si pone come obiettivo quello di: “discern the various stages in
the growth of a text […], move beyond the simple collection of parallel passages and
proceed to layer-out the accumulated chronological strata of editing and textual re-combination that have gone into the production of a specific passage”.4
Da questo punto di vista, il vero valore di ogni singola fonte non è de-terminato dalle informazioni che essa trasmette su un dede-terminato perso-naggio o un dato evento, ma piuttosto dal modo in cui tali informazioni vengono narrate e trasmesse ai posteri. Vista da questa angolazione, ogni fonte è importante per quello che la sua struttura narrativa e il modus
4 Charles Hartman, “A Textual History of Cai Jing’s Biography in the Songshi”, in: Ebrey P., Bickford M. (a cura di), Emperor Huizong and Late Northern Song China. The Politics of Culture and
di del proprio autore trasmettono sulla storia della sua stessa composizione, nonché sulla percezione che questi – inevitabilmente influenzato dai valori e dalla mentalità del proprio tempo – aveva del personaggio o dell’evento che andava descrivendo.
Applicata al Quan Tangshi, la presente proposta metodologica prevede la ricostruzione diacronica delle fonti che vanno dall’epoca Tang fino alla pub-blicazione del Quan Tangshi nelle quali sono presenti le opere di cui si vuole verificare la paternità o gli aneddoti relativi alla loro composizione. Attra-verso il confronto delle edizioni pubblicate in momenti storici diversi di det-te opere o aneddoti, infatti, è possibile risalire alla loro versione originale e, nel contempo, identificare le eventuali stratificazioni editoriali che, nei seco-li, le hanno modificate e, infine, verificare o – nei casi più fortunati – addirit-tura confutarne la paternità letteraria.5
Per meglio comprendere questo approccio metodologico, di seguito si propone, a titolo esemplificativo, l’analisi della paternità letteraria del com-ponimento attribuito alla cortigiana Sheng Xiaocong ⴋሿ nel rotolo n. 802 del Quan Tangshi.
Secondo la breve biografia contenuta nell’antologia Qing, Sheng Xiao-cong fu una famosa cortigiana vissuta intorno alla metà del IX secolo, autrice di una poesia offerta in dono al Censore Cui Yuanfan ፄݳㇴ6 durante un banchetto. In tale biografia si legge:
ⴋሿˈ䎺࿃DŽᵾ㌽⛪⎉ᶡᓹ֯ˈཌⲫ⁃ˈ㚎ⅼ㚢◰࠷ˈਜ㠣ˈѳሿҏDŽ ᱲፄֽᗑݳㇴ൘ᓌᒅˈ䎤䰅DŽᵾ低ѻˈભሿⅼ低ˈ൘ᓗ䌖䂙䌸ѻDŽሿᴹ 䂙а俆DŽ7
Sheng Xiaocong, cortigiana di Yue[zhou]. [Quando] Li Na era Commissario Investi-gativo8 dello Zhedong, una notte salì sul torrione e, udito il suono di un canto appas-sionato, ne convocò [la cantante]. Questa, altri non era che Xiaocong. A quel tempo, l’Assistente Censore9 Cui Yuanfan, che si trovava nella sede centrale10, fu convocato a
5 Ovviamente, tale approccio non è applicabile in maniera indiscriminata a tutti gli autori presenti nel Quan Tangshi perché, talvolta, le fonti sopravvissute all’incuria del tempo sono scarse e frammentarie. Ciò è particolarmente vero per gli autori minori o per quelli di sesso femminile i quali, nella maggior parte dei casi, non avevano antologie poetiche personali o non erano abbastanza famosi e stimati da vedere le proprie opere incluse nelle raccolte di poesia Tang pubblicate dai posteri.
6 Cui Yuanfan fu nominato censore intorno all’anno 853.
7 Quan Tangshi ޘୀ䂙 (“Poesie complete dei Tang”), Zhonghua Shuju, Beijing, [1707] 1960, p. 9032.
8 Charles O. Hucker, A Dictionary of Official Titles in Imperial China, Southern Material Cen-ter, Taipei, 1985, p. 312.
9 Ivi, p. 431.
corte. Li [Na] organizzò un banchetto di commiato in suo onore e ordinò a Xiaocong di cantarvi. Ciascuno dei presenti declamò una poesia a lui dedicata. Xiaocong ne propose una.
A questo intertesto in prosa, segue la poesia intitolata “Una santai11 turca” (Tuque santai ケй㠪) attribuita alla cortigiana che recita:
Sul monte Yanmen anatre selvatiche spiccano il volo, 䳱䮰ኡк䳱ࡍ伋
Nei recinti di Mayi12, cavalli dritti e ben nutriti. 俜䛁䯼ѝ俜↓㛕
All’imbrunire, il versante occidentale accoglie i corrieri delle milizie13, ᰕᰠኡ㾯䙒傋֯
Che con solerzia trasportano uniformi da sud verso nord. ⇧औইे䘱ᖱ㺓
Questa poesia dal ritmo spedito e vibrante, che descrive con efficacia la difficile situazione delle frontiere settentrionali, è lontana per stile e temati-che dalle opere delle altre cortigiane Tang contenute nel Quan Tangshi. Que-sta differenza stilistica si giustifica col fatto che detta poesia fu solo cantata dalla cortigiana Sheng Xiaocong la quale, come si vedrà nel corso del presen-te scritto, non ne è la reale autrice.
La fonte più antica attualmente disponibile nella quale si ritrovano noti-zie utili a chiarire la paternità della canzone in oggetto è la “Prefazione alle
canzoni del banchetto di commiato”14 (Jiange xu 低ⅼᒿ) contenuta nel primo ro-tolo dello Yunxi youyi 䴢ⓚ৻䆠 (“Discussioni amichevoli del Ruscello delle
Nu-vole”) di Fan Shu 㤳᩵ (875-888). In questa “Prefazione” si legge che la canzo-ne “Una santai turca”, che canzo-nel Quan Tangshi è attribuita alla cortigiana, di fat-to, le era stata insegnata dallo zio Nan Buxian ইнჼ (IX sec.) all’epoca in cui ella era una cortigiana ufficiale al servizio del Giardino dei Peri15 (Liyuan Ộൂ). “Cantare” (chang ୡ), non comporre, è il verbo usato dall’autore dello
Yunxi youyi per definire l’azione compiuta dalla cortigiana e ciò suggerisce che Sheng Xiaocong non sia l’autrice della poesia riportata a suo nome nelle fonti a partire dal periodo Song, bensì solo un’ex cortigiana che, una notte, nei pressi del torrione di Yuezhou, la cantò in maniera appassionata, amma-liando il Commissario Li. Dalla ricostruzione diacronica delle fonti, infatti, è
11 L’espressione santai й㠪 si riferisce al nome di un’aria musicale che cantava gli orrori del-la guerra.
12 Il monte Yanmen 䳱䮰 (“Porta delle Oche Selvatiche”) e il distretto Mayi 俜䛁 (“Contea dei
Ca-valli” ) erano entrambi situati nella regione dell’odierno Shanxi ኡ㾯.
13 Yishi 傋֯: messaggero di una stazione di posta. Da yizhan 傋ㄉ, “stazione di posta”. Huck-er, A Dictionary of Official Titles in Imperial China, cit., p. 265.
14 Fan Shu 㤳᩵ (875-888), Yunxi youyi 䴢ⓚ৻䆠 (“Discussioni amichevoli del Ruscello delle
Nu-vole”), Shanghai Gudian Wenxue Chubanshe, Shanghai, 1957, pp. 17-18.
emerso come tale opera fosse una famosa canzone facente parte del reperto-rio musicale delle accademie imperiali per la formazione delle artiste di cor-te. Non a caso essa è elencata anche tra i “Titoli delle melodie” (Quming ᴢ) che costituivano il repertorio delle cortigiane ufficiali riportati nello Jiaofang
ji ᮉൺ䁈 (“Annotazioni dell’Accademia delle Musicanti”) di Cui LingqinፄԔⅭ (VIII sec.).16
Un ulteriore dato a riprova del fatto che Sheng Xiaocong non possa esse-re considerata l’autrice della poesia riportata a suo nome nel Quan Tangshi viene dalla seconda fonte più antica dopo lo Yunxi youyi utile per questa in-dagine, ovvero lo Yuefu shiji ′ᓌ䂙䳶 (“Antologia poetica dell’Ufficio della
Mu-sica”) di Guo Maoqian 䜝㤲ٙ (1041-1099). Qui, la canzone “Una santai turca” è inserita in forma anonima nel rotolo n. 75 dedicato alle “Melodie varie e
pa-role di canzoni” (Zaqu geci 䴌ᴢⅼ䗝)17, insieme ad altri componimenti sulla stessa aria. Ciò rafforza l’ipotesi che la poesia attribuita a Sheng Xiaocong nel Quan Tangshi fosse, in realtà, una canzone famosa nel tardo periodo Tang facente parte del repertorio di questa cortigiana, ma non di certo una sua personale composizione.
La mistificazione dell’aneddoto relativo a Sheng Xiaocong e la conse-guente attribuzione della paternità della canzone in oggetto a questa corti-giana inizia nel XII secolo con la pubblicazione del Tangshi jishi da parte di Ji Yougong. Tuttavia, la tradizione di ascrivere questa poesia alla cortigiana si attesta definitivamente solo nel periodo Ming. La prima opera in cui l’opera “Una santai turca” è palesemente attribuita a Sheng Xiaocong è, infatti, lo Shi
nüshi䂙ྣਢ (“Scrivane di poesia”) di Tian Yiheng⭠㰍㰵 (1524-?) e, in seguito alla sua pubblicazione, la versione dei fatti proposta in questo testo si diffuse rapidamente, tanto da essere inclusa anche in tutte le più famose antologie di poesia femminile di epoca Ming quali, ad esempio, il Mingyuan huishi ᖉ䂙 (“Raccolta di poesie di donne famose”) di Zheng Wen’ang 䝝᮷ᰲ (XVII sec.), il Mingyuan shigui 䂙↨ (“Selezione di poesie di donne famose”) di Zhong Xing 䦮ᜪ (1574-1624) e il Gujin nüshi ਔӺྣਢ (“Scrivane antiche e
moderne”) di Zhao Shijie 䏉∿ᶠ (XVII sec.). La poesia in oggetto è, invece, assente nei rotoli dedicati alla poesia femminile del Tangyin tongqian, mentre è inserita in forma anonima nel rotolo n. 714 del Quan Tangshi xieben dedica-to agli yuefu.
16 Cui Lingqin ፄԔⅭ (VIII sec.), Jiaofang ji ᮉൺ䁈 (“Annotazioni dell’Accademia delle
Musi-canti”), Shanghai Gudian Wenxue Chubanshe, Shanghai, 1957.
17 Guo Maoqian 䜝㤲ٙ (1041-1099), Yuefu shiji ′ᓌ䂙䳶 (“Antologia poetica dell’Ufficio della
Data la natura contraddittoria delle fonti primarie, la poesia “Una santai
turca” compare due volte nel Quan Tangshi: una volta nel rotolo n. 802 a no-me di Sheng Xiaocong e un’altra volta nel rotolo n. 26 intitolato – sulla falsa-riga dello Yuefu shiji – “Melodie varie e parole di canzoni” (Zaqu geci 䴌ᴢⅼ䗝). Tuttavia, grazie alla ricostruzione diacronica delle fonti condotta applicando l’approccio metodologico proposto in questo scritto, è possibile affermare che, diversamente da quanto si sostiene nel Quan Tangshi, la paternità della poesia “Una santai turca” non può essere attribuita alla cortigiana Sheng Xiaocong perché trattasi, in realtà, di una canzone anonima facente parte del repertorio delle cortigiane imperiali.
Conclusioni
La proposta metodologica presentata in questa sede si basa sulla ricostru-zione diacronica di tutte le fonti relative a una data opera o a un dato aneddo-to. Tale ricostruzione è compiuta attraverso l’incrocio di dati estratti da fonti cartacee, da raccolte di testi digitali o da database multimediali (per l’analisi del caso di Sheng Xiaocong, ad esempio, è stato utilizzato il database “Zhongguo
jiben gujiku” ѝ഻สᵜਔ㉽ᓛ “Magazzino di base delle fonti classiche cinesi” pre-sente nei computer della biblioteca della Nanjing Daxue ইӜབྷᆨ).
La ricostruzione diacronica delle fonti permette di risalire alla versione più antica attualmente disponibile del testo che si vuole analizzare e, attra-verso il confronto diretto delle singole versioni, permette di confermare o confutare la paternità di un componimento o l’accuratezza di un aneddoto. Tuttavia, questo è solo uno dei possibili approcci metodologici utili a verifi-care o ricostruire la paternità di un’opera poetica o la veridicità di un evento narrato in una data fonte e, essendo ancora in una fase sperimentale, esso si presta a ulteriori sviluppi e più dettagliati approfondimenti.
Bibliografia
Fonti primarie:
Cui Lingqin ፄԔⅭ (VIII sec.), Jiaofang ji ᮉൺ䁈 (“Annotazioni dell’Accademia
delle Musicanti”), Shanghai Gudian Wenxue Chubanshe, Shanghai, 1957.
Fan Shu 㤳᩵ (875-888), Yunxi youyi 䴢ⓚ৻䆠 (“Discussioni amichevoli del
Ru-scello delle Nuvole”), Shanghai Gudian Wenxue Chubanshe, Shanghai, 1957.
Guo Maoqian 䜝㤲ٙ (1041-1099), Yuefu shiji ′ᓌ䂙䳶 (“Antologia poetica
dell’Ufficio della Musica”), Zhonghua Shuju, Beijing, 1979.
Hu Zhenheng 㜑䴷Ә (1569-1644), Tangyin tongjian ୀ丣㎡㊔ (“Le rime Tang
interamente postillate”), in: Gugong zhenben congkan ᭵ᇛ⧽ᵜ࠺
(“Col-lezione di libri rari della Città Proibita”), Hainan Chubanshe, Haikou, 2000.
Ji Yougong 䀸ᴹ࣏ (jinshi 1121), Tangshi jishi ୀ䂙㌰һ (“Cronache della poesia