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La città africana nell’era digitale

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA (pagine 102-106)

PARTE III: CASABLANCA SMART CITY

6. La città africana nell’era digitale

La globalizzazione ha messo in competizione le città sotto diversi livelli, trasformandole in poli attrattivi con elevata influenza politica ed economica che va oltre i confini fisici e politici di una nazione. Driks afferma che:―Gli stati al giorno d‘oggi per essere competitivi a livello globale si affidano sempre di più ai loro centri urbani più importanti, che diventano dei veri Hub attrattivi economicamente e politicamente e che li porta a diventare luoghi d‘influenza ma anche di responsabilità‖ (Dirks et al. 2009, p.3).

Le città sono considerate al giorno d’oggi luoghi ideali di sviluppo e d’innovazione, ma rappresentano anche una delle cause delle emergenze che affliggono il pianeta. Basti pensare che attualmente i contesti urbani occupano solamente il 2% della superficie terrestre, ospitano il 50% della popolazione mondiale e sono la causa del 75% dei consumi d’energia globale e dell’80%

dell’emissione di anidride carbonica (Ratti, 2014). Oltre ai fenomeni precedentemente elencati vi è un’altra emergenza che secondo le Nazioni Unite si sta materializzando in questi ultimi anni e cioè l’inurbamento causato dalla migrazione della popolazione rurale verso i centri urbani. Nel 2009 la popolazione urbana ha superato quella rurale e che raggiungerà il tasso del 70%

entro il 2050 (Nazioni Unite, 2020). 33

La diaspora della popolazione rurale verso le città è un fenomeno che interessa tutto il mondo ma che è molto più accentuato e rilevante in alcuni luoghi del pianeta. In Africa, ad esempio, il fenomeno dell’inurbamento causato dalla migrazione della popolazione rurale verso i centri urbani è diventata una vera e propria emergenza e che con il tempo ha ostacolato lo sviluppo sostenibile dei suoi centri urbani causando impatti negativi sia a livello sociale che economico ed ambientale. L’africa conta circa 1,2 miliardi di abitanti di cui 472 milioni vivono

33Si veda: https://unric.org/

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nelle città e a causa del fenomeno dello spostamento della popolazione verso i centri urbani la popolazione urbana africana raddoppierà nel 2025 (Ekima, 2008).

Oltre al fenomeno dell’inurbamento, il continente africano è chiamato ad affrontare altre sfide importanti, come la siccità, l’inquinamento, l’analfabetismo, la sicurezza etc. Tutti questi fenomeni stanno mettendo sottopressione sia la struttura fisica che quella organizzativa delle città, non adeguatamente preparate ad assicurare servizi essenziali quali sicurezza, sanità e istruzione a una popolazione in costante crescita. Tutto ciò obbliga gli attuali governi locali a ricercare nuovi modelli di sviluppo urbano alternativi a quelli tradizionali e che si sono dimostrati nel tempo inefficaci nelle gestione sostenibile dei contesti urbani.

Per Johan Clos, ex direttore esecutivo di ONU-Habitat, i paesi in via di sviluppo africani per rispondere in maniera efficiente alle sfide che riguardano i loro contesti urbani, devono imparare dalle esperienze internazionali di pianificazione urbana cercando di colmare il vuoto prendendo come riferimento quelle che sono le linee guida internazionali adattandole a quelle che sono le peculiarità nazionali, regionali e locali (Clos, 2015).

Alcuni dei paesi africani come il Kenya, il Sud Africa e il Marocco hanno da tempo fatto riferimento ad alcune esperienze internazionali in tema di pianificazione e gestione urbana individuando nel modello urbano smart la soluzione dei problemi che affliggono i loro territori. Questi paesi hanno scommesso sull’utilizzo delle tecnologie digitali per promuovere uno sviluppo sostenibile dei loro contesti urbani e delle loro società. Hayar sostiene che ”Dans les pays émergents, Le concept de ville intelligente est encore plus pertinent que dans les pays développés. En effet, le taux de croissance démographique élevé combiné à des ressources limitées génèrent des défis sociétaux importants‖(Hayar et al., 2015, p.14).

Secondo Yacouba Aboubakar, corrispondente della rivista ―Villes d‘Afrique‖il progressivo sviluppo dei paesi africani sotto il profilo economico, sta spingendo i centri urbani a popolarsi oltre i limiti supportati creando di fatti conseguenze disastrose sotto diversi profili come ad esempio quello ambientale ed energetico e

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che l’unica soluzione per far fronte a queste emergenze sia realizzazione di nuovi centri urbani smart (Yacouba, 2016).

La Smart City in Africa per la maggior parte degli stakeholders africani è strettamente legata allo sviluppo di tecnologie e servizi digitali. Secondo gli amministratori locali e operatori del settore privato la sola via percorribile per lo sviluppo di una città smart è legata all’implementazione di nuove tecnologie e servizi digitali affiancate da un adeguato sistema infrastrutturale TIC. Mbassi, segretario dell’associazione panafricana CGLU-A , sostiene che le città africane per diventare intelligenti hanno bisogno di sviluppare un’infrastruttura TIC alimentate altre infrastrutture di base come ad esempio quella elettrica (Mbassi, 2016).

La visione tecno-centrica che hanno gli stakeholders africani riguardo il concetto Smart City è dovuto a due motivi principali, il primo riguarda la mancanza di un background sull’argomento, basti pensare che tutta l’Africa produce solamente l’1,2% della letteratura scientifica sui modelli urbani digitali (Bolici et al., 2016).

Il secondo motivo è legato all’influenza di alcune multinazionali dell’hightech che esercitano sui governi africani al fine di contendersi una fetta di questo mercato in forte espansione e crescita. La multinazionale Huawei è una delle più importanti realtà high tech del continente africano e che grazie agli ingenti investimenti cinesi le ha permesso di firmare accordi milionari per sviluppare la sua tecnologia 5G. Il Kenya è uno dei primi paesi a beneficiare di questa tecnologia siglando un accordo con la multinazionale cinese tramite il suo principale operatore di telecomunicazioni Safaricom.

Il Kenya è uno dei primi paesi africani ad aver introdotto un piano strategico nel 2008 che includeva il progetto di trasformazione della sua capitale Nairobi in Smart City. La scelta di adottare una strategia di sviluppo urbano intelligente deriva dal fatto che la capitale keniota negli ultimi quindici anni ha visto raddoppiare la sua popolazione raggiungendo la cifra record di 8,3 milioni e di cui 2,5 milioni vivono nella precarietà totale occupando quartieri informali costituiti da bidonville. Dal 2008 ad oggi la città è riuscita a coniugare tradizione e modernità e che l’ha portata ad essere eletta nel 2015 dal ―Intelligent Community Forum Smart 21‖(Issarn et al., 2017).

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Nonostante sia stata dimostrata l’efficacia del modello smart nella gestione delle criticità che affliggono i contesti urbani dei paesi emergenti, è doveroso sottolineare che vi sono ostacoli da superare per poter realizzare una Smart City.

In primo luogo bisogna prendere in considerazione le limitate risorse economiche, la mancanza di un’infrastruttura TIC moderna. Ed è per questo motivo che alcuni paesi africani hanno definito e sviluppato un proprio approccio che tenga conto di questi limiti.

Il Marocco fa parte di quella nicchia di paesi africani che hanno adottato il modello smart nei suoi maggiori centri urbani. Secondo Barka ―Au Maroc , l‘urbanisation a plus que doublé durant les cinquante dernières années pour atteindre 59.2% aujourd‘hui. Cette tendance nationale ira en s‘accroissant avant de frôler les 70% en 2050. Plus que jamais, cette situation sociodémographique conditionne les défis que le pays doit relever afin d‘assurer une qualité de vie optimale pour les citoyens marocains. Gouvernance, transport, investissement, communication, planification et environnement sont autant de chantiers auxquels les villes marocaines font face‖(Barka et al., 2013, p.2).

Il Marocco è uno dei paesi pionieri in Africa per quanto riguarda lo sviluppo di ecosistemi urbani smart al fine di risolvere quelle che sono le criticità urbane e socio-economiche. Il Regno del Marocco, come il Kenya, ha adottato da una decina d’anni una strategia smart che prevede la trasformazione dei suoi principali poli urbani in Smart City. Il progetto smart più importante e rappresentativo riguarda la città di Casablanca, capitale economica del Regno e hub finanziario internazionale. Grazie alle varie iniziative intraprese dal cluster E-madina, CasablancaSmart City è diventata la prima città africana a far parte della prestigiosa rete internazionale IEEE (Institue of Electrical and Electronic Engineers).

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Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA (pagine 102-106)