SECONDA PARTE – LA SITUAZIONE IN EPIRO E ILLIRIA MERIDIONALE
II. Le case e le città
1. Le città ortogonali e i lotti delle abitazioni Suddivisione e distribuzione
La più nota forma di organizzare la città nel mondo greco è ovviamente quella già messa in
pratica nelle colonie di età arcaica, a partire dal VIII sec. a.C., e poi in qualche modo teorizzata, nel corso del V, dal teorico della politica e urbanista Ippodamo di Mileto. Si tratta di un organismo nella sostanza semplice, con due o tre assi principali che percorrevano tutta la città, chiamati plateiai, che si incrociano ad angolo retto con una serie – molto variabile nel numero, in rapporto all’estensione dell’area urbana - di strade più strette in confronto con quelle principali, chiamate stenopoi. Questa particolare soluzione urbanistica, peraltro non sconosciuta nel mondo pre-classico, si diffuse largamente in tutto il mediterraneo antico, per la sua praticità, ma anche perché utilizzava al meglio tutti gli spazi disponibili nell’area urbanizzata.
In sostanza si trattava di una regolarizzazione dello spazio da riferire a un quadro sociale tendenzialmente egualitario, che naturalmente aveva i suoi riflessi anche per quanto riguarda le abitazioni private, che non presentavano fra loro molte differenze172. In questi casi le abitazioni sono di piccole dimensioni, con quattro o cinque vani, anch’essi di dimensioni medio-piccole, mentre la planimetria complessiva è di forma quadrata o rettangolare regolare. La porta principale della casa si apriva su uno degli stenopoi, che a loro volta conducevano nelle strade principali, le plateiai. Il numero delle case all'interno di un’insula era variabile da un centro all'altro. Ogni insula era composta da due file di abitazioni che si affacciavano su due strade secondarie diverse, dando le spalle una all'altra; fra di loro si inseriva uno spazio necessario per lo scolo dell'acqua dei tetti. Queste abitazioni standard rispondevano a esigenze abitative dei ceti medi della città, potremmo dire di quasi l’intera popolazione urbana. Se queste erano le tipologie di case più diffuse nelle città d’impianto ortogonale, esistevano
172
Castagnoli 1971; Hoepfner, Schwandner 1986. Città come Olinto o Priene, per citare due esempi ben noti, hanno avuto case private fra loro molto simili, se non del tutto uguali. In Epiro il caso emblematico a questo riguardo è quello di Kassope, di età tardo-classica.
tuttavia anche altri tipi di dimore, in età classica, che vanno riferite ad altri nuclei di famiglie, di condizione più modesta. Si tratta di costruzioni caratterizzate da ambienti più piccoli, data la diversa condizione economica, dove potevano trovare alloggio più numerosi nuclei famigliari173. Sempre in età classica, escludendo i ceti medi urbani, che avevano il loro alloggio nelle insulae, esistevano anche dimore di diversa importanza, talora – come a Olinto - chiamate impropriamente “ville”, per le loro dimensioni planimetriche ma anche per la ricchezza interna. Si tratta di abitazioni che si collocavano isolate in un settore urbano differente, in una parte separata dalle altre, che invece erano sistemate all’intero dei lotti della griglia ortogonale 174.
L'impiego del sistema urbano ortogonale rimane ovviamente in uso anche nel corso dell’età ellenistica, come dimostrano molti centri abitati scavati, ad esempio, in Sicilia e in Asia minore. Tra i diversi esempi possibili ricordiamo Morgantina, Solunto, Tindari, Monte Iato in Sicilia, ma anche Pergamo in Asia Minore175. Si tratta, in questi casi, di comunità urbane che non sono caratterizzate in prevalenza o soltanto da una classe urbana “media”, ma da una società decisamente più complessa. E’ questa la ragione per cui vediamo comparire abitazioni più lussuose, dotate di componenti più piacevoli per chi le abita, o anche per gli ospiti della famiglia. Questi cambiamenti, che avvengono già nel corso del IV sec. a.C. e che diventano più visibili in età ellenistica, dimostrano un accresciuto benessere delle città grandi, e il deciso arricchimento che si realizzò dopo le conquiste di Alessandro. Sembra anche che si siano verificati profondi cambiamenti di ordine politico, nell’amministrazione delle città, che hanno consentito le costruzioni di queste grandi dimore anche all’interno delle insulae. Un elemento importante che deve essere tenuto presente per comprendere la comparsa di dimore più grandi e più lussuose è anche l'esigenza dei proprietari di dimostrare al mondo esterno il proprio rango e status sociale176.
Nelle regioni dell'Illiria meridionale e dell'Epiro sono stati scavati diversi centri abitati tardo-classici ed ellenistici che impiegarono lo schema urbanistico ortogonale. Tra questi si possono citare innanzi tutto Apollonia, Kassope, Byllis, Orraon, Gitani. La prima di queste città, una colonia corcirese di età arcaica, è poco conosciuta dal punto di vista dell'architettura domestica, sopratutto per l’età ellenistica (è sufficientemente nota per il momento solo un'abitazione di questo periodo); sulla base delle prospezioni geofisiche svolte dal gruppo
173 Tempesta 2002, p. 1127. 174 Cahill 2002.
175
A Pergamo si osserva una certa ortogonalità nella parte sud-est della collina, al di sopra dell'agorà inferiore. 176
archeologico franco-albanese si può ricostruire uno schema generale ortogonale e comprendere anche la fisionomia degli isolati e del reticolo stradale177. L'altra città è Kassope, che si trova a nord dell'odierna Preveza, e che costituiva la capitale dei Cassopei, nucleo etnico meridionale della Tesprozia. In realtà i Cassopei si separarono dai Tesproti alla fine del V sec. a.C.; tra il 380 e il 360 a.C. fondarono la capitale della regione, chiamata appunto Kassope178. La città ebbe una completa sistemazione ortogonale, scavata e studiata in collaborazione dall’archeologo greco S. Dakaris e dai suoi colleghi tedeschi W. Hoepfner e E. Schwandner. La città è attraversata da due strade principali in direzione est-ovest, che a loro volta sono interrotte da strade secondarie ortogonali, creando in questo modo una serie di lotti rettangolari, orientati nord-sud, occupati da un numero di case che pare costante, otto per ogni lato, in totale sedici per ogni singolo lotto (Fig. 38). Gli isolati meglio noti per gli scavi sono quelli posti a nord dell’agorà, ma per analogia queste caratteristiche si considerano valide anche per la restante parte dell’area urbana, in gran parte non scavata. Si tratta di case molto semplici, con un schema che sembra ripetuto in tutte le case di età tardo-classica. Questa uniformità è destinata a cambiare in età ellenistica, il che naturalmente non può stupire, viste tutte le novità che questo periodo ha comportato per l'architettura privata. In età ellenistica a Kassope i lotti urbani rimangono sempre gli stessi, però con rilevanti modifiche interne, perché alcune delle case scavate si amplificano vistosamente per quanto riguarda la superficie occupata179. Ma questi cambiamenti non hanno solo a che fare con l'estensione, ma anche con l’architettura dell’edificio e le sue finiture, perché vengono spesso aggiunti peristili e mosaici pavimentali.
Fig. 38 Insulae tardo classico a Kassope
177
Lamboley 2012, p. 34.
178 Hammond 1967, pp. 511, 517; Schwandner 1984, p. 448; Hoepfner, Schwandner 1986, p. 77. 179 Hoepfner, Schwandner 1986, pp. 115-120.
Un caso particolare per quanto riguarda le città ortogonali è costituito da Antigonea (Fig.39). Fu fondata verosimilmente da Pirro, il re degli Epiroti, tra gli anni 297-295 a.C.180, in onore della sua prima moglie defunta, Antigone appunto. La città, situata nella Caonia interna, fu forse la seconda in ordine di importanza di questa regione, dopo Phoinike, che svolse il ruolo di capoluogo in Epiro, nel periodo del koinòn, tra la fine del III e l’inizio del II sec. a.C. Come nel caso di Kassope, anche il sistema ortogonale di Antigonea si organizza con due assi maggiori nord-sud, che svolgono il ruolo di plateiai, e una serie di stenopoi che tagliano con regolarità i primi due assi, creando i lotti per le case e gli altri edifici. La particolarità di questo centro sta nel fatto che le abitazioni all'interno dei lotti non rispettano schemi canonici, o dimensioni uguali tra le varie abitazioni. In questo centro ogni casa, sempre all'interno della medesima insula, ha forme diverse e grandezze variabili, cosicché esse offrono anche informazioni importanti sulla situazione economica dei cittadini che le abitarono. Il periodo cronologico di vita della città pare abbastanza ristretto, dalla fondazione alla sua distruzione, avvenuta attorno alla metà del II sec. a.C., con scarse tracce di frequentazione successiva181.
Fig. 39 Insulae di Antigonea
Di questo centro, per il periodo ellenistico, sono state studiate ed esaminate otto dimore, di tipologie diverse, da quelle più semplici, con un vano cortile e dimensioni limitate, a case con peristilio, che potevano arrivare fino a un‘estensione di 800 mq, dotate di un cortile porticato con colonne di pietra e vani ampi e ricchi di rivestimenti e pavimentati. Dalle ricerche svolte
180 Budina 1993, p. 113; Cabanes 2012, p. 48 181 Budina 1974, pp. 327-346.
finora nei vari settori di Antigonea, non è stato mai possibile stabilire un numero fisso di case all'interno dei diversi lotti identificati, e questo per due ragioni ben precise: da un lato perché non è mai stato scavato un isolato intero, dai primi scavi fino a oggi, dall’altro perché la diversità dello schema delle case non consente neppure di ipotizzare un numero preciso di unità abitative all'interno di un lotto. Comunque si potrebbe proporre in via d’ipotesi un numero di case non superiore a otto, con quattro case per ogni lato del lotto rettangolare, separate da uno stretto spazio intermedio per fare scolare l'acqua dai tetti e poi verso le strade della città. Secondo Budina182 gli isolati occupati dalle case avevano queste dimensioni: 104 m in direzione est-ovest, 52 m in direzione nord-sud. Ma una ricerca recente di Elia Rinaldi183 ha recentemente verificato che queste dimensioni non sono costanti in tutta la città, ma variabili da un lotto all'altro, o che almeno nella parte settentrionale della città le insulae sono più piccole di quelle che si trovano nella sua parte meridionale.
Anche Byllis (Fig. 40), in Illiria meridionale, secondo N. Ceka184 aveva un sistema ortogonale per la parte riservata all’edilizia privata della città. Comunque rimane in gran parte sconosciuta l'urbanistica di età ellenistica di questo sito, a causa della lunga vita che esso ha avuto come centro abitativo. L'interesse degli archeologi e degli studiosi che si sono occupati di Byllis si è concentrato piuttosto sui periodi post-classici, cioè quelli alto-medievale e bizantino, ben documentati dalle diverse basiliche che sono state costruite tra il V e il VI sec. d.C.185. Ma i ritrovamenti di età ellenistica non mancano e sono di particolare interesse anche dal punto di vista dell'architettura domestica. Durante gli scavi eseguiti da N. Ceka, tra gli anni 1978-1981 e 1984-1990, sono state individuate, scavate e studiate due case ellenistiche; in entrambi i casi abbiamo a che fare con case del tipo a peristilio. Sono abitazioni di estensione abbastanza importante, con cortile dotato di colonne lapidee, un elemento questo che dimostra una certa importanza della città e la ricchezza dei proprietari che vi abitavano.
182
Budina 1993, p. 115.
183 La ricerca condotta da E. Rinaldi si è focalizzata sulle città ortogonali dell’Epiro (tesi di specializzazione in archeologia, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, relatore S. De Maria, anno accademico 2012- 2013).
184 Ceka 1988, 47-58; Ceka 1992, pp. 73-96.
Fig. 40 Insulae della zona orientale di Byllis
Un sistema perfetto di ortogonalità lo troviamo a Gitani186, che si trova nella parte settentrionale della Tesprozia. La città, ancora in corso di scavo, rappresenta una caso unico in Epiro di età ellenistica, costruita in una valle e non nella assai più ricorrente collina regolarizzata da terrazze o con un pianoro superiore piatto, collocato tra i 300 e i 600 m di altezza sul livello del mare. Le ricerche archeologiche svolte fino a oggi si sono per lo più concentrate nelle aree pubbliche della città, come l’agorà, il prytaneion, la strada del porto, il teatro. Per questa ragione poco si può dire del rapporto fra schema urbanistico e dislocazione dei quartieri di case private. Comunque anche se la parte abitativa, dove si estendono le costruzioni private, in questi anni di scavo è stata poco a per niente presa in considerazione, alcune forme di come potevano essere costruite le case è possibile ipotizzarle, sulla base della pianta generale della città pubblicata dagli scavatori o delle fotografie aeree187. Non si notano segni evidenti della presenza di dimore particolarmente estese, simili a quelle a peristilio note ad esempio a Byllis o ad Antigonea. Le dimensioni delle case a Gitani sembra che rispettino forme più modeste e tendenzialmente egualitarie. Tuttavia si devono attendere ricerche più estese, sul campo, per avere dati sicuri su questo aspetto molto importante nella storia della città.
Un altro sito importante, con impianto ortogonale in Epiro, è Orraon, nei pressi dell'odierno villaggio di Ammotopos188. Questo centro, particolarmente importante dal punto di vista dello studio dell’architettura domestica, è stato scavato e studiato da un‘équipe greco-tedesca, diretta dagli stessi studiosi che hanno lavorato anche a Kassope, cioè Dakaris, Hoepfner e
186
Gkania 2006, pp. 173-196; Lazari, Kanta-Kitsou 2010, pp. 35-58 187 Kanta-Kitsou 2008.
Schwandner. Orraon è particolare in Epiro per il suo sistema di ortogonalità, perché i lotti sono formati da 4-5 case in sequenza, senza la più ricorrente situazione della doppia serie di case, divise da un canale per lo scolo dell'acqua piovana dai tetti verso le strade vicine. In totale a Orraon sono state studiate tre case, tra le quali la Casa A rappresenta certamente una delle abitazioni ellenistiche meglio conservate dell’intero bacino mediterraneo.
L'applicazione del sistema urbanistico caratterizzato da ortogonalità si può riconoscere per certi aspetti anche nella città di Elea189, che nella sua parte settentrionale si affaccia su tutta la valle di Paramythia. Nei pressi del suo settore meridionale si trova il piccolo paese moderno di Kanalaki. Nella città troviamo un quartiere a terrazze ottenuto regolarizzando la roccia naturale, che occupa la parte orientale della città; un quartiere intorno all'agorà190, di case particolarmente semplici; e infine la terza zona di abitazioni, nella parte sud-ovest, ancora da scavare, che sembra rispettare regole di ortogonalità.
Il sistema delle città ortogonali doveva comportare, almeno in origine, abitazioni con schemi semplici, programmato per ricevere all'interno delle mura di una città un numero di famiglie ben definito. In questi centri urbani i lotti occupavano spazi ripetuti per dimensioni e spesso anche forme architettoniche uniformi. Nel caso in cui si dovessero realizzare unità abitative che esulavano da queste regole e fossero necessari spazi privati più estesi, essi venivano collocati solitamente al di fuori dell’area ortogonale originaria191. In effetti, queste regole sono più ricorrenti in età classica, perché, come vediamo, in età ellenistica anche nel caso di città ortogonali le abitazioni avevano schemi ed estensioni differenti192 .