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Il problema dei piani superior

II. La casa in età ellenistica

4. Il problema dei piani superior

Un problema cruciale per la moderna ricerca archeologica riguarda l'elevato delle case, dal momento che molto raramente se ne conservano tracce consistenti. Inoltre soltanto le metodologie di scavo più recenti prestano attenzione alle situazioni stratigrafiche e ai resti di crollo di eventuali piani superiori. Sono pochissimi i centri urbani che offrono la possibilità di studiare case con elevati del secondo piano conservati in condizioni buone. Tra questi si devono citare in particolare Delos e Solunto. Mentre un caso molto importante nella regione dell'Epiro per quanto riguarda la conservazione del secondo piano è costituito da Orraon, in Tesprozia, con la Casa A, dove si riscontra un ottimo stato di conservazione degli ambienti interni e sopratutto dei muri esterni del secondo piano, con i fori delle travature dei solai ancora ben visibili.

Oltre alla rarità delle strutture superiori ben conservate, un altro problema che riguarda lo studio delle strutture abitative, sopratutto dei secondo piani, è costituito dalla identificazione delle funzioni per vani di cui quasi mai si conservano materiali d’uso, che aiutino in questo senso. Una delle fonti antiche che in modo indiretto offre dati importanti sugli usi dei vani posti al secondo piano è costituita dall’orazione Lisia Per l'uccisione di Eratostene86. Lisia in questa orazione tratta di un caso di omicidio e riferisce che Eufileto, proprietario di una casa

ad Atene, testimonia davanti ai giudici del tribunale la vicenda di cui è stato protagonista, conclusasi con l’uccisione del giovane Eratostene, sorpreso in adulterio con la moglie. Dal racconto riferito da Lisia apprendiamo che la moglie di Eufileto era solita vivere al secondo piano della casa, ma che, dopo avere partorito un loro figlio, le era stato messo a disposizione il piano inferiore. La testimonianza di Eufileto attesta che il secondo piano delle case poteva essere un spazio dedicato prevalentemente alla vita e al lavoro femminile, in termini vitruviani la gynaeconitis dell’abitazione, ma anche che, talora, le funzioni fra i piani potevano essere invertite, in determinate circostanze. Le ricostruzioni in base dei ritrovamenti, nei vari lavori dei ultimi 20 anni di studio dell'architettura domestica greca, tendono a riconoscere nel secondo piano della casa, una zona principalmente femminile.

La non conservazione dei piani superiori delle case trova la sua prima spiegazione se solo si pensa al materiale usato per sostenerli. Esso era costituito da travi di legno, di peso nettamente inferiore alla pietra, dunque assai funzionali. In molti casi il fuoco, in altri casi il naturale degrado dovuto al tempo, hanno causato crolli distruttivi, con la conseguente perdita delle strutture superiori; esse tuttavia, nei casi più fortunati e anche meglio documentati, possono essere ben testimoniate dai resti dei crolli ai livelli inferiori87.

5. Gli ambienti e loro destinazione funzionale

Gli studi più recenti sulla distribuzione delle funzioni nei diversi ambienti della casa di età greca hanno messo in luce le difficoltà interpretative circa questo punto, pur tanto importante. Il fatto è che una casa, essendo una proprietà privata, poteva essere organizzata al suo interno in modi diversi, senza utilizzare forme canoniche prestabilite o definite da una norma condivisa, come si potrebbe più facilmente osservare negli edifici pubblici. Aggiungiamo a questo anche le scarne – quasi sempre - informazioni che ci derivano dagli autori antichi: l'abitazione privata è presa in esame, in modo specifico, solo nel caso di Vitruvio, anche per quanto riguarda ambienti e funzioni, come abbiamo già osservato. Importante per l'interpretazione degli ambienti interni della casa è anche l’opera di Senofonte Economico, dove, trattando degli aspetti economici nella gestione della famiglia, viene accostato anche il problema dell’utilizzazione degli spazi domestici. Nel caso poi di altri autori antichi, che toccano il tema delle dimore private, si tratta di orazioni o dialoghi filosofici, con riferimenti indiretti ai luoghi dove si svolgono le azioni ricordate del testo. Dunque, come ho già ribadito

87 Il caso della Casa dei due Peristili a Phoinike, e il miglior esempio, con lo rinvenimento delle colonne diverse da quelle del peristilio maggiore nello stesso peristilio.

più volte, eccetto il caso di Vitruvio non molto ricche sono le informazioni sul tema che ci vengono dagli scrittori antichi.

L'interpretazione dei vani interni impostata sulla base della terminologia nota dalle fonti antiche è stata sempre parziale, a causa della difficoltà e delle carenze che inevitabilmente si presentano; dunque nelle opere moderne ci si è limitati a indicare i vani principali, ossia quelli maschili, i bagni, i corridoi, le botteghe e a volte qualche spazio femminile. Come ho già chiarito nel capitolo iniziale, il primo studioso moderno a cadere in un equivoco di fondo a proposito di questo problema è stato Andreas Rumpf, col suo tentativo di interpretare la Maison des Masques di Delos sulla base di una stretta corrispondenza con il testo di Vitruvio88. Come oggi, anche nell’antichità il ruolo di ogni singolo ambiente all'interno di una casa era solo parzialmente differenziato dagli altri, pur con la prevalenza, talora, di funzioni più specifiche. Esistevano spazi destinati alle attività produttive interne, cioè dei beni della famiglia, dove era concentrato il lavoro in maggior parte svolto dalle donne di casa; nel caso di dimore ricche, il lavoro lo svolgevano i servi, guidati e istruiti dalla signora della casa89. Queste attività si svolgevano nell'area della gynaeconitis, dove si trovavano vari vani, con dimensioni medie e medio-piccole, per il lavoro e per la conservazione di beni e prodotti. Vicino alla zona della cucina erano collocati gli ambienti caldi, che usufruivano del calore prodotto appunto nelle cucine, secondo Vitruvio90; lì si dovevano trovare anche i bagni, in effetti di solito posti non lontano dalle cucine, nei casi verificabili tramite la documentazione archeologica. Strettamente associato alla zona femminile, come parte centrale di essa, è l’oecus magnus, come lo definisce ancora Vitruvio, dove si trovava anche il focolare domestico (oikos). Qui si trovavano anche i vani oleari, che servivano per lo stoccaggio del vino, dell’olio e della farina. Spesso esistevano anche spazi caratterizzati dallo svolgimento di varie attività al loro interno. Gli studi recenti della Trümper a proposito delle case di Delos hanno messo in luce l'impiego di varie tabernae anche come luoghi-dormitorio91.

L'ingresso nella casa in molti casi sboccava su un corridoio, lungo e stretto in mezzo a due porte, quella esterna e quella interna, che Vitruvio – e la maggior parte delle ricostruzioni moderne della casa greca – chiamano thyroron, che corrisponde grosso modo a vestibulum e

fauces della casa romano-italica. Questo ambiente di solito conduce direttamente al cortile

principale, che poteva avere oppure non avere dei lati porticati. In età ellenistica il settore dell’andronitis (ovvero lo spazio di rappresentanza maschile) in generale era composto dalla

88 Capitolo I, pag. 1. 89

Xen. Oec. IX, 1-6 90 Vitr. de arch. VI, 6, 2 91 Trümper 2005, pp.119-139.

sala principale che era l’andron, molto spesso, però, costituito in realtà da un insieme di tre vani grandi. Si tratta certamente delle stanze più ricche dell’abitazione, spesso dotate di decorazioni parietali e pavimentali complesse. Secondo il più volte citato passo di Vitruvio attorno a questa zona si trovavano varie stanze, come pinacoteche, biblioteche, altri ambienti di soggiorno e cubicoli.

Ben riconoscibili e noti, in diversi centri ellenistici, sono i bagni, trovati in diverse case anche in Epiro e in Illiria meridionale. Questi ambienti avevano una pavimentazione di mattonelle, con vari accessori, come ad esempio la vasca da bagno, e tubature necessarie per lo scolo dell'acqua fuori dall'abitazione; nella maggioranza dei casi esse confluivano nelle condutture delle varie insulae dell’impianto urbano.

Concludendo occorre affermare che l'interpretazione dei diversi ambienti di uno spazio domestico non si dovrebbe basare soltanto sulle dimensioni o sul posizionamento dei vani della casa (due elementi comunque molto importanti per la definizione delle azioni che si svolgevano e delle funzioni dei vani), ma che é necessaria, forse più di altri elementi, la conoscenza e l’attenta valutazione del materiale recuperato negli strati archeologici.