SECONDA PARTE – LA SITUAZIONE IN EPIRO E ILLIRIA MERIDIONALE
II. Le case e le città
4. Lo sfruttamento della roccia naturale nell’edilizia domestica (Tav III)
Le città ellenistiche epirote e illiriche, essendo in maggior parte impiantate sulle parti più alte ed emergenti delle colline, hanno per prima cosa dovuto adattarsi alla roccia naturale, che è di tipi diversi. Queste deformazioni morfologiche del terreno hanno reso la vita difficile a
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Ivi, pp. 177-182.
209 Si tratta di un centro di minor importanza, poco documentato, che si trova pochi chilometri a nord di Ammotopos/Orraon.
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Secondo Dakaris la superficie prima dell'età ellenistica era 3.5 ha. 211 Riginos 2010, p. 65.
coloro che dovevano provvedere alla sistemazione della città e alla costruzione degli edifici. Comunque questo problema si rivelerà un vantaggio, quando i costruttori del periodo tardo- classico ed ellenistico riuscirono a usare la roccia come fondazione degli edifici, appoggiando sopra di esse le mura di un’abitazione o di qualsiasi altro edificio; spesso l'impiego diretto della roccia naturale creava delle pareti, intere o per metà dell’elevato, e in questo secondo caso si raggiungeva poi la quota del tetto con blocchi di pietra o mattoni crudi sovrapposti alla roccia naturale. Essa non si utilizzava solo per fungere da fondazione o da parete: in molti casi, una volta regolarizzata e spianata, poteva costituire il pavimento di uno o più vani. In queste due regioni la pavimentazione in mosaico o in formelle lapidee la riscontriamo in casi assai rari, sopratutto per quanto riguarda i contesti privati: in essi i pregiati pavimenti musivi erano sostituiti da pavimenti di roccia regolarizzata, cocciopesto o di semplice terra battuta. Nella roccia naturale spesso si creavano anche canalette per lo scolo dell’acqua da un ambiente interno verso l'esterno dell’abitazione.
Esaminando i singoli centri possiamo offrire una serie di esempi che rispecchiano questo uso del suolo roccioso, che portava al risparmio dell’impiego di tessere o lastre di pietra per la pavimentazione; inoltre, sia esteticamente che igienicamente esso era più gradevole della pavimentazione in terra battuta. A Elea, ad esempio, un intero blocco di case è stato costruito su un rialzamento roccioso che si trova nella parte sud-est della città, vicino all'agorà. In questo gruppo di case si trova anche la Casa 1, dove entro diversi ambienti riscontriamo la lavorazione della roccia per realizzare il pavimento o, parzialmente, le pareti, che erano completate con blocchi di pietra o mattoni.
Altri centri dell'Epiro nei quali si osserva una situazione interessante per questo aspetto sono
Orikos213, Çuka Aitoit, Dimokastro (Elina)214. Orikos (o Oricum), ricordato in diverse opere di autori antichi, si trova ai confini tra Caonia e Illiria meridionale, presso il villaggio odierno di Orikum, pochi chilometri a sud di Valona, in Albania. La città venne impiantata su un terreno pianeggiante, non alla sommità di una collina, col mare e un lago che la circondavano. In questa parte dell'Albania il suolo spesso è roccioso, una caratteristica della costa epirota, come sappiamo. In un primo momento la roccia ha costituito certamente un problema per gli urbanisti di Orikos e per la sistemazione della città, problema risolto con l'impiego della
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Sono varie le fonti antiche per la città di Orikos: Hdt. 9.93; Strab. 7. 5; Plut. Caes. 37; Liv. 24. 40; 26. 25; 34 50. Dal 2007 una missione archeologica svizzera dell'Università di Ginevra e l'Istituto Albanese di Archeologia hanno svolto delle ricerche nel sito. Gli scavi sono rivolti soprattutto a problemi di carattere topografico e verso la ricerca, per ora non riscontrata, di consistenti fasi del periodo arcaico relative a una colonizzazione euboica. Vedi: Descoeudres, Bereti 2011, pp. 419-432; Consagra, Descoeudres 2012, pp. 131-138.
roccia naturale per contribuire a realizzare ambienti, scale, mura, canalette e altre infrastrutture. Una consistente lavorazione della roccia si può riscontrare nelle scale realizzate in diversi punti della città, là dove esiste una decisa differenza di quota. Lo sfruttamento della roccia naturale per realizzare pavimentazioni o fondazioni lo osserviamo ovviamente spesso nei diversi edifici215.
A Çuka e Aitoit, come abbiamo visto nella prima parte di questo lavoro, la sistemazione della roccia è consistente, con il risultato di trasformare un apparente svantaggio naturale in un vantaggio per i costruttori. Qui la regolarizzazione della roccia è principalmente presente nella Casa nella roccia (Casa 9), costruita su tre piani a causa della conformazione ripida del terreno presente in questa parte della città. La struttura edificata impiega infatti una parte del pendio della collina, adattandolo opportunamente, come pareti per il primo e per il secondo piano. Furono inoltre ricavati incassi quadrati nella roccia, per alloggiare al loro interno pali di legno utili alla costruzione dei solai dei piani superiori.
Un altro centro dell’Epiro meridionale, in Tesprozia, dove troviamo la regolarizzazione e la lavorazione della roccia a scopo edilizio è certamente Dimokastro (Elina)216. Posta a 6 chilometri a sud dal villaggio moderno di Perdika, questo centro ha svolto il ruolo di città- porto, essendo collocato su una collina che nella parte ovest scende direttamente verso il mare Ionio. La città si divide in tre aree diverse, dovute alla conformazione particolare della collina sulla quale sorge. Al centro si trova la parte maggiore della città, la cosiddetta acropoli A; invece a nord e a sud di essa si trovano due aree più piccole, chiamate acropoli B e C. Anche a Elina, come in altri siti sopra ricordati, la roccia, di consistenza particolarmente solida, in certi punti emerge in superficie, assumendo conformazioni irregolari, difficili da eliminare o spianare; pertanto essa veniva preferibilmente regolarizzata, ad esempio per creare scalinate. Dimokastro ed Elea sono due casi che presentano una serie di somiglianze per quanto riguarda la lavorazione della roccia per la costruzione di edifici e in particolare delle abitazioni, che in entrambi i casi sfruttavano la roccia naturale per realizzare le fondazioni e almeno una parte delle pareti degli edifici217.
Gli Epiroti principalmente, considerando la conformazione morfologica del territorio nel quale si svilupparono le loro città, hanno espresso grandi capacità e inventiva nel trasformare quello che può apparire un condizionamento in un’opportunità, creando in questo modo scale,
215 A Orikos si possono riconoscere, già in affioramento, alcuni edifici, che non sono mai stati compiutamente studiati a causa della mancanza di progetti organici di scavo e ricerca, avviati soltanto in tempi recenti. 216 Lazari et alii 2008; Lazari, Kanta-Kitsou 2010, p. 40.
canalette di scolo per l'acqua, fondamenta, tratti di murature, pozzi, piani rialzati che servivano come appoggi o per svolgere la funzione di triclini, addirittura come appoggi per travature che permettevano la costruzione di un secondo piano218.