II. La casa in età ellenistica
3. Schemi generali e tipologie nella tradizione degli stud
Gli archeologi moderni che si sono occupati dello studio dell'architettura domestica del mondo greco, spesso basandosi sulle fonti antiche oltre che sulla documentazione diretta, hanno differenziato le strutture abitative in tre tipologie diverse. Queste tipologie sono diventate tradizionali con il passar del tempo, quasi universalmente accettate, e dunque negli studi moderni si tende a categorizzare le abitazioni all’interno di questa tipologia. Naturalmente lo spunto principale è costituito dalle pagine di Vitruvio, che resta la fonte principale antica sulle case greche. L’architetto di Augusto, nel VI libro del suo trattato sull’architettura, come abbiamo visto nel capitolo I, inserisce la descrizione della casa dei Greci, trattando abbastanza diffusamente delle sue forme, dei suoi ambienti, delle misure, delle divisioni interne e di altro ancora. Da questa descrizione deriva la terminologia che poi è stata codificata negli studi moderni: nella descrizione di certi ambienti egli usa termini come peristilio, pastàs o prostàs79, che volevano indicare parti importanti o anche il nucleo principale della casa, il suo centro, che fungeva anche da smistamento tra un vano all'altro.
Ma dove sta la differenza tra le varie tipologie fissate dalla critica moderna? La differenza sta nel fatto che questi ambienti di particolare significato strutturale e anche per quanto riguarda i percorsi, vengono utilizzati per dare il nome ai tipi di abitazione, sulla base della
76 Vd. nota 5. 77
Westgate 2007b, pp. 423-457. 78 Vd. il capitolo I sulle fonti. 79 Vitruvio, De arch., VI, 7, 1
loro forma di volta in volta differente. Tra i tre tipi di abitazione fissati dalla tradizione degli studi (a pastàs, a prostàs, a peristilio), in verità un po’ forzando il testo di Vitruvio, possiamo dire che quello a peristilio è il più celebre e anche quello più studiato, grazie alle numerosissime strutture conservate e alla sua forma, rapidamente recepita anche nel mondo italico - romano. Il tipo di abitazione con peristilio è caratterizzato dalla presenza di un cortile porticato su quattro lati (ma non mancano esempi di numero più ridotto), posto spesso al centro della casa, che aveva dimensioni cospicue rispetto alle superfici occupate dagli altri spazi della casa e anche rispetto alla sua estensione complessiva. Questo cortile generalmente aveva una forma regolare, quadrata o rettangolare, mentre le colonne delle ali dei portici potevano essere di ordini diversi, ma solitamente doriche. Questa tipologia, non molto documentata per l’età classica80
, in età ellenistica diventa la forma più comune, sopratutto per le famiglie di un certo rango sociale. A volte in un'unica casa si poteva trovare più di un cortile a peristilio, che, come accennavo anche prima riprendendo il passo vitruviano, potevano essere destinati a funzioni differenti, una prettamente maschile, l’altra piuttosto frequentata dalle donne e dalla servitù della famiglia. Un caso importante di quest'ultimo tipo di casa, con più di un peristilio, lo troviamo proprio in Epiro, con la Casa dei due peristili, scoperta inizialmente da A. Nanaj e poi interamente scavata dalla missione archeologica Italo- Albanese a Phoinike81.
Le altre due tipologie che ho indicato sono sostanzialmente meno documentate di quella a peristilio e oggi si tende ad essere molto cauti nel riconoscere prostàs o pastàs come elementi sicuri per definire tipologie di case. Come ho detto, è ancora Vitruvio, quando tratta della casa dei Greci, a utilizzare questi termini, in particolare là dove afferma che il vano presso l'entrata si presenta con due colonne laterali, che sorreggono un architrave, da molti autori definito
prostàs, da altri pastàs. Chantraine e Vatin82 lo considerano come una sorta di cortina in corrispondenza della camera nuziale, mentre nel dizionario di Liddell e Scott esso è riferito a una struttura posta tra due ante o tra colonne, come una sorta di vestibolo83. In sostanza si tratterebbe di una forma architettonica munita di colonne o pilastri con una cortina e, dietro, un vano che poteva svolgere il ruolo di sala, di corridoio o di camera di soggiorno.
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La cosiddetta "Villa della Buona Fortuna" a Olinto è una delle case a peristilio di età classica meglio studiate: Robinson 1934, pp. 501-510; Cahill 2002, pp. 29-32.
81 Çondi et. alii 2002, pp. 63-91; Giorgi, Podini 2003, pp. 21-28; De Maria, Gorica 2012, pp. 61-82.Si riprenderà lo studio di questa casa più avanti nel testo (Cap. III).
82 Vedere Chantraine 1968, p. 861; Vatin 1970, pp. 211-228. 83 Liddell, Scott 1996, p. 1526.
Fig. 2 Case a pastàs di Olinto (Hoepfner, Schwandner 1986)
Anche le case tardo-classiche di Olinto e Priene, per le quali gli studiosi hanno impiegato per la prima volta questi due termini, presentano un doppio o triplo colonnato nella zona del cortile. La coincidenza tra pastàs e prostàs Fabrizio Pesando la spiega con il fatto che la funzione delle due strutture era identica all'interno della casa, dal momento che tutte e due rappresentavano, come si può osservare ad esempio a Olinto, Priene o Colofone, una sorta di monumentale vestibolo84. Fra i centri di età classica ed ellenistica per i quali è ben conosciuta la tipologia della prostàs si pone in primo luogo Priene, dove sono state scoperte diverse abitazioni con il cortile e la presenza di una coppia di colonne o pilastri davanti alla sala principale85. Comunque resta una sostanziale forzatura impiegare i due termini di prostàs e di
pastàs per definire delle vere e proprie tipologie di architetture domestiche. Per le case a
cortile privo di ali colonnati sembra preferibile utilizzare la definizione di “abitazioni a cortile aperto”, senza dover fare eccessivo ricorso ai termini derivati dalle fonti antiche, spesso di significato non chiaro e sostanzialmente generico.
84 Pesando1989, p. 196.
Fig. 3 Quartiere di case a prostàs a Priene (Hoepfner, Schwandner 1986)