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3. Le lingue dei segn

3.2 Alcune caratteristiche della lingua dei segni italiana (LIS)

3.2.2 Classificatori e impersonamento

Secondo la proposta formulata da Cuxac (2000) tutte le lingue segnate (LS) sono radicate in un processo di iconizzazione (o iconicizzazione) dell’esperienza percettivo-pratica dei segnanti. Le LS, secondo Cuxac, possiedono una dimensione semiotica in più rispetto alle lingue vocali (LV): nelle LS (ma non nelle LV) ci sono due modi per significare: dire e mostrare o dire senza mostrare e questi due modi di significare rispecchiano due diverse intenzioni comunicative e semiotiche che si alternano nel discorso segnato: un’intenzione illustrativa (dire e mostrare) e una non illustrativa (dire senza mostrare). Il modello proposto da Cuxac si distingue significativamente da altri modelli sostenendo il ruolo cruciale che lo sguardo del segnante assume: la direzione, l’intensità e la durata dello sguardo sono elementi chiave per distinguere tra segni standard, lessicali (SS) caratteristici di una comunicazione non illustrativa e strutture di grande iconicità (SGI) tipici di un’intenzione illustrativa. Nei primi lo sguardo è diretto verso l’interlocutore o verso punti marcati dello spazio collegato alla produzione di segni standard, nelle SGI lo sguardo è diretto sulle mani e rappresenta le entità simbolizzate (Cuxac, 2000). Nel quadro proposto da Cuxac si distinguono tre tipi principali di SGI, ciascuna caratterizzata da uno specifico uso (linguistico e metalinguistico) dello sguardo:

- Trasferimenti di Taglia e di Forma (TF), descrivono forme e/o dimensioni dei referenti rap- presentati e lo sguardo del segnante è tipicamente rivolto sulla mano o sulle mani impegnate a produrre la forma rappresentata e l’espressione facciale è congruente con la forma descritta. - Trasferimenti di Situazione (TS), viene mostrata una situazione come “vedendo la scena da lontano”, si rappresenta un agente e un processo (tramite la mano dominante), e un punto di riferimento locativo (tramite la mano non dominante). Lo sguardo è diretto sulle mani, l’espressione facciale è congruente con il processo rappresentato.

- Trasferimenti di Persona (TP), l’intero corpo del segnante riproduce una o più azioni fatte o subite da uno (o più) agenti/esperienti. Il narratore “diventa” la persona di cui parla, assu- mendo lo sguardo dell’entità rappresentata, e un’espressione facciale, postura del corpo, forma delle mani iconicamente congruenti con l’azione/stato dell’entità rappresentata.

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Le componenti manuali e non manuali rappresentate nei TF e TS sono denominati “Classificatori”, (CL), gli elementi manuali e non presenti nei TP sono descritti come “Impersonamento” (IMP) ed è così che verranno chiamati questi elementi da qui in avanti.

Pizzuto et al. (1997) attribuiscono ai classificatori funzioni morfologiche, locative e grammaticali. Hanno funzione pronominale quando sostituiscono un nome, funzione descrittiva quando forniscono un elemento di descrizione, funzione morfologica quando contribuiscono alla formazione del plurale di alcuni nome e funzione locativa, quando indicano la posizione di un elemento rispetto ad un altro. Seguendo i modelli di riferimento proposti da Corazza (1990) e Mazzoni (2008) è possibile individuare quattro classi di classificatori:

- Classificatori di entità intera, a cui appartengono CL semantici, in cui la configurazione indica una classe di elementi, CL di strumento, in cui la configurazione indica l’intero strumento e CL descrittivi, in cui la configurazione indica l’intero oggetto definendone principalmente la forma;

- Classificatori di afferramento, a cui appartengono le configurazioni che indicano come oggetti o strumenti sono afferrati e manipolati;

- Classificatori di estensione e superficie, cui appartengono CL di estensione, in cui la configu- razione indica estensione o volume di una certa entità, CL di superficie in cui la configura- zione indica una caratteristica della superficie di una certa entità, CL di perimetro in cui la configurazione traccia il perimetro di una certa entità e CL di profondità e ampiezza, in cui la configurazione indica la dimensione di un’entità;

- Classificatori di arto o parti del corpo, cui appartengono le configurazioni che si riferiscono a specifiche parti del corpo umano o animale.

A differenza dei CL, dove il segnante utilizza le configurazioni manuali per rappresentare una vasta gamma di referenti, l’uso del corpo come “Body Projection”, indica il procedimento linguistico ottenuto dall’uso dell’intero corpo del segnante con funzione classificatoria che rappresenta il corpo di un altro referente. L’ impersonamento è una tecnica di drammatizzazione della narrazione che può conoscere diversi gradi di intensità mimetica cui corrisponde sul piano espressivo, una diversa ricchezza di particolari più o meno ridondanti che determinano un effetto di reale (Mazzoni, 2008). Nell’impersonamento, cioè, parole, azioni e pensieri di un referente animato sono “messi in scena” dal narratore che utilizza alcuni indicatori non manuali, articolati simultaneamente agli elementi manuali al fine di “calarsi nei panni” di un referente diverso dal narratore stesso. L’impersonamento ha due funzioni grammaticali, riportare un discorso diretto e rappresentare porzioni di azioni o eventi dal punto di vista dell’agente o del paziente. Durante la narrazione segnata l’impersonamento è usato

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in modo complementare ai classificatori. Mentre nelle lingue vocali l’impersonamento si realizza cambiando il tono e il timbro di voce, nella LIS esistono diversi indicatori che caratterizzando la tecnica dell’impersonamento:

- la collocazione dei referenti all’interno dello spazio segnico e il conseguente cambiamento della posizione del corpo del segnante, che si sposta verso il luogo dello spazio dove è stato collocato il referente che viene impersonato;

- la direzione dello sguardo con interruzione del contatto visivo con l’interlocutore della - narrazione e spostamento del contatto visivo verso il referente impersonato;

- l’espressione facciale fortemente imitativa dell’espressione del referente impersonato. L’impersonamento è una strategia narrativa molto utilizzata dai segnanti. Impersonare ruoli diversi è un’abilità molto impegnativa e la sua acquisizione è complessa. Infatti, secondo lo studio di Mazzoni (2008), i bambini sordi segnanti solo intorno ai dodici anni riescono a presentare bene un evento da due punti di vista diversi oltre a quello del narratore.

Per concludere, un aspetto molto importante è che classificatori e impersonamento possono essere combinati fra loro, e/o con segni standard, generando in questo modo strutture in cui viene codificata simultaneamente, nella stessa unità di tempo, informazione su due (o anche più) referenti. Diventa fondamentale evidenziare è classificatori e impersonamento, e l’organizzazione dell’informazione linguistica da essi generata, appaiono davvero come caratteristiche distintive delle lingue dei segni e di conseguenza comprendere la loro importanza nel discorso segnato appare come un prerequisito indispensabile per valutare in modo appropriato somiglianze e differenze fra LS e LV e, al tempo stesso, l’adeguatezza di modelli descrittivi-esplicativi e di valutazione per le LS.