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Figure professionali a scuola

Capitolo 4. Presentazione dei risultati della ricerca sperimentale In questa sezione verranno presentati i risultati della ricerca sperimentale condotta sulle produzion

4. Osservazioni conclusive

L’obiettivo di questo lavoro di ricerca pilota era quello di analizzare le abilità narrative di un gruppo di ragazzi sordi frequentanti la scuola superiore, attraverso il racconto della Frog Story, nelle due lingue che dovrebbero essere quelle da loro maggiormente utilizzate, l’italiano scritto e la LIS. Queste lingue hanno una diversa natura, vengono articolate su due canali distinti, acustico-

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vocale l’italiano (la variante scritta utilizza invece il canale grafico-visivo) e visivo-gestuale la LIS e hanno caratteristiche fonologiche, morfologiche, sintattiche e semantiche differenti.

Per poter operare un confronto, era necessario osservare e descrivere le produzioni in italiano scritto e in LIS attraverso una stessa analisi dei dati, per cui è stato scelto di utilizzare quella proposta da Padovani e Mestucci (2015) che, ricordiamo, è stata ideata per analizzare la lingua italiana parlata e prevede la suddivisione delle osservazioni in tre macro aree: narrativa, linguistica e pragmatica. Tale analisi si è rivelata uno strumento adatto e utile a confrontare le abilità di organizzazione narrativa, investigate attraverso gli indici di struttura narrativa globale e le abilità pragmatiche, indagate principalmente attraverso la valutazione personale (Evaluation da Bamberg e Damrad-Frye, 1991), nonostante siano state individuate strategie differenti per l’italiano scritto e per la LIS. Non sembra essere uno strumento efficace nel confronto sulle competenze linguistiche, effettuato attraverso le osservazioni sulla struttura linguistica locale e, in particolare, sembra fallire nel paragonare i parametri base, cioè il numero di parole/segni, il numero totale delle clausole, la lunghezza media della clausola, il tempo narrativo e la fluenza narrativa. Tale analisi non sembra funzionare principalmente perché le due lingue, l’italiano scritto e la LIS, hanno caratteristiche morfologiche diverse per cui non sempre una parola viene tradotta con un solo segno e viceversa. L’italiano ha degli elementi che non vengono realizzati in LIS, come articoli e preposizioni e la LIS ha delle strutture tipiche che non sono di facile trasposizione e analisi, come le componenti non manuali (CNM), i classificatori e l’impersonamento.

A livello più generale, tale metodologia di analisi non sembra risultare efficace se si pensa ad esempio al conteggio del numero degli elementi prodotti (parole per l’italiano scritto e segni per la LIS), che viene analizzato, perché, teoricamente, un racconto con un numero superiore di parole/segni dovrebbe essere un racconto più completo e dettagliato rispetto ad uno povero di parole/segni. Tale conteggio non esclude però le ripetizioni di oggetti lessicali o grammaticali che, in entrambe le lingue analizzate, aumentano il numero di elementi, ma rendono spesso il racconto meno fluido e meno maturo. Inoltre non prende in considerazione l’idea che il soggetto possa decidere consapevolmente di riassumere la storia o parte di essa, non per mancanza di competenze ma come scelta stilistica.

Come già ribadito, il presente lavoro aveva come obiettivo il confronto tra le abilità narrative e linguistiche in italiano scritto e in LIS, ed è sull’analisi di tale confronto che è stata incentrata tale tesi, cercando ti porre sempre sullo stesso piano le lingue studiate. Infatti è stata volutamente esclusa una parte della proposta di Padovani e Mestucci (2015), riguardante il conteggio degli errori semantico-lessicali, fonologici e grammaticali e i meccanismi di coesione valutati

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attraverso l’indagine su pronomi, aggettivi possessivi, clitici e articoli, perché risulta mancante un corrispettivo in LIS. Di interesse futuro potrebbe essere la costruzione di una griglia di

valutazione, i cui indici tipici della lingua italiana, vengono adattati alle specifiche caratteristiche della LIS e aggiunti ai risultati già ottenuti.

Nonostante non sia stata effettuata una descrizione approfondita sugli errori presenti nei testi è stato osservato che in italiano scritto, gli adolescenti sordi producono alcune forme non standard descritte in precedenza da Chesi (2006). Queste riguardano principalmente la flessione verbale, per cui vengono individuati errori nell’accordo tra soggetto e verbo (il bambino e il cane guarda; la rana esco; il bambino continuo a chiamare la rana) e forme infinitive nelle frasi principale (Mia cercare la camera; e tornare a casa con il cane e con la felicità; bambino si lanciare). Gli ausiliari essere e avere vengono spesso omessi (il bambino _ paura che il cane cade; il bambino _ arrabbiato) o scritti in maniera scorretta (Luca si e arrabbiato; il gufo a seguito; dove e albero), così come viene omesso la particella si riflessiva (il cervo _ ferma; il bambino e il cane _sono accorti) che viene però inserito quando non necessario (la rana si è scappato; rana si guarda si saluto). Per quanto riguarda i determinanti, gli articoli vengono omessi (il bambino e _cane guardano una rana; si arrabbia con _cane) oppure non presentano accordo di genere e numero con il nome che accompagnano (il notte; il ape; gli api; le rami), mentre la produzione di clitici pur essendo scarsa risulta corretta. Forme non standard sono riscontrate anche nell’uso delle preposizioni (insieme la cane; saluta alle rane; cavalcando su cervo). Il dato che risulta interessante, è che accanto a queste forme non standard vengono individuate forme in cui tutti gli elementi elencati sono utilizzati in maniera corretta a volte anche dallo stesso soggetto,

suggerendo che probabilmente tali elementi sono presenti nelle loro grammatiche e che rileggendo il testo prodotto si sarebbero potuti accorgere degli errori commessi. Solamente un partecipante, S10 ha infatti riletto il proprio testo. Rimandiamo ad una ricerca futura lo studio approfondito di tipo quantitativo e qualitativo delle forme non standard presenti in italiano scritto e in LIS e l’eventuale loro interpretazione sulla base delle teorie linguistiche presenti in

letteratura. L’analisi proposta in questo lavoro risulta infatti solo uno degli approcci possibili allo studio del materiale narrativo semi-spontaneo, racconto grazie alla somministrazione del test di narrativa Frog, where are you? (Mayer, 1969).

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Conclusioni

In questo paragrafo verranno presentate le principali conclusioni emerse dal lavoro di ricerca, rimandando al capitolo 4 per la descrizione dettagliata dei risultati ottenuti.

Ad oggi, in Italia, non sembra esserci uno strumento di analisi standardizzato per la valutazione delle abilità narrative della popolazione sorda, né per la lingua italiana né tantomeno per la lingua dei segni italiana, LIS. Il presente studio cerca di colmare questa mancanza testando un gruppo di 23 adolescenti (10 femmine) frequentanti l’Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi “A. Magarotto” di Padova, di età compresa tra i 15 anni e 4 mesi e i 29 anni e 6 mesi, età media 19 anni e 10 mesi. La maggior parte dei soggetti testati è affetto da sordità profonda (la perdita uditiva è uguale o superiore a 90 dB), porta una protesi acustica o un impianto cocleare e utilizza la LIS quotidianamente, a scuola e/o in famiglia. Non tutti i ragazzi sordi sono italiani, i soggetti stranieri sono 9. È stato loro sottoposto il test di storytelling Frog, where are you? (Mayer, 1969), chiamato convenzionalmente Frog Story, e la richiesta era il racconto di tale storia composta da 24 immagini, sia in italiano scritto che in LIS.

L’obiettivo della ricerca pilota presentata in questo lavoro era proporre, attraverso una stessa analisi codificata da Padovani e Mestucci (2015), il confronto delle abilità narrative e linguistiche dei soggetti testati nelle due lingue richieste. In generale risulta che i soggetti hanno migliori abilità narrative in LIS, piuttosto che in italiano scritto.

La complessa metodologia di analisi distinta in tre macro aree – concettuale, linguistica e pragmatica - e suddivisa in diversi sotto indici si dimostra uno strumento parzialmente utile al confronto delle produzioni in italiano scritto e in LIS. Infatti due delle aree distinte da Padovani e Mestucci (2015), la struttura narrativa globale descritta dal punteggio semantico, l’organizzazione narrativa, la Narrative Maturity Scale, la struttura narrative, il punteggio globale composito e la struttura pragmatica, formata dal punteggio di valutazione personale, le informazioni aggiuntive e gli eventuali solleciti, permettono di confrontare due lingue come l’italiano scritto e la LIS. La terza area individuata da Padovani e Mestucci (2105) come la struttura linguistica locale, composta dal conteggio del numero di parole/segni, delle clausole, del tempo narrativo, della lunghezza media della clausola e della fluenza narrativa, che dipende direttamente dalle caratteristiche morfologiche e sintattiche della lingua, non risulta essere uno strumento adatto nel confronto dell’italiano scritto con la LIS. È necessario quindi sviluppare una metodologia d’analisi che pur partendo da quella proposta per l’italiano da Padovani e Mestucci (2015), tenga conto delle caratteristiche specifiche della LIS, come ad esempio l’uso grammaticale delle CNM, dei

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classificatori e dell’impersonamento.

Si propone infine, di utilizzare la complessa metodologia d’indagine elaborata da Padovani e Mestucci (2015), con un ulteriore adattamento verso la specificità della LIS, coinvolgendo un numero maggiore di soggetti sordi, con caratteristiche di età, provenienza e competenza LIS differenti, e uno o più gruppi di controllo udenti, per definire se tale strumento d’analisi, associato ad esempio al test Frog Story, possa essere un valido strumento di analisi per le abilità narrative e linguistiche della popolazione sorda. Per questo ed altri approfondimenti si rimanda a ricerche future.

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Appendice B