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LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATT

4. L 'INTEGRAZIONE VERTICALE E LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATT

4.3. LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATT

La necessità di classificare un contratto sotto una categoria o l'altra nasce dalla possibilità, così facendo, di conoscere quali sono le condizioni - giuridiche ed economiche - a cui l'accordo è stato sottoposto dai contraenti.

Fondamentale il contributo di autori statunitensi quali Miglieli e Jones (1963), e Harris e Massey (1968), che hanno definito una serie di categorie di contratti, essenzialmente sulla base del livello di integrazione raggiunto tra il produttore agricolo e le figure industriali e commerciali, in termini di trasferimenti di prerogative decisionali ed organizzative dal primo ai secondi.

Questi autori hanno proposto la seguente classificazione:

- "market specification contracts": questa tipologia di contratti prevede sostanzialmente di disciplinare le modalità di raccolta del prodotto e la successiva commercializzazione. Si tratta del grado di integrazione più modesto, poiché resta all'agricoltore la scelta di come gestire la fase agrotecnico-produttiva (quando compiere le operazioni colturali, la scelta dei fattori della produzione e della fonte di acquisto, l'epoca di raccolta e organizzazione della stessa, etc.). L'assunzione dei rischi, soprattutto dovuti all'alea climatica, sono tutti a suo carico. L'integrante, da parte sua, si garantisce l'acquisizione del prodotto nelle condizioni più vantaggiose;

- "production management contracts": tale tipo di contratto assicura gli stessi vantaggi di quello già descritto, inoltre attribuisce all'integrante la facoltà di controllare più efficacemente le tecniche produttive, perché può intervenire fornendo fattori della produzione e può verificare il numero e la frequenza dei trattamenti tramite la clausola

Per ciò che concerne l'impresa agro-alimentare, l'attuazione di un rapporto di integrazione verticale corrisponde ai seguenti vantaggi:

- il primo, riconosciuto da tutti gli autori, è quello di poter approvvigionare l'impresa in modo costante, tale da permettere una adeguata pianificazione dei cicli di lavorazione:

- possibilità di prefissare un prezzo di riferimento, sganciato, almeno in parte, dalle oscillazioni imposte dall'alea climatica (e non solo da questa);

- ampi margini di soddisfazione delle richieste qualitative della materia prima; - riduzione di alcuni costi (es. intermediazione).

Gli svantaggi in cui incorre l'impresa integrante, sono identificabili essenzialmente nel non rispetto di tutte le clausole del contratto da parte dell'agricoltore, per esempio nel caso in cui il prezzo di mercato sia decisamente superiore, e quindi più allettante, di quello pattuito con l'accordo.

Si fa notare che, come impresa integrante, di solito gli autori si riferiscono ad un'industria agroalimentare, ma aumentano i casi in cui, a ricercare una più stretta integrazione (o collegamento) con il settore produttivo, sono catene distributive o strutture preposte principalmente alla commercializzazione .

4.3. LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTRATTI

La necessità di classificare un contratto sotto una categoria o l'altra nasce dalla possibilità, così facendo, di conoscere quali sono le condizioni - giuridiche ed economiche - a cui l'accordo è stato sottoposto dai contraenti.

Fondamentale il contributo di autori statunitensi quali Mighell e Jones (1963), e Harris e Massey (1968), che hanno definito una serie di categorie di contratti, essenzialmente sulla base del livello di integrazione raggiunto tra il produttore agricolo e le figure industriali e commerciali, in termini di trasferimenti di prerogative decisionali ed organizzative dal primo ai secondi.

Questi autori hanno proposto la seguente classificazione:

- "market specifìcatìon contracts": questa tipologia di contratti prevede sostanzialmente di disciplinare le modalità di raccolta del prodotto e la successiva commercializzazione. Si tratta del grado di integrazione più modesto, poiché resta all'agricoltore la scelta di come gestire la fase agrotecnico-produttiva (quando compiere le operazioni colturali, la scelta dei fattori della produzione e della fonte di acquisto, l'epoca di raccolta e organizzazione della stessa, etc.). L'assunzione dei rischi, soprattutto dovuti all'alea climatica, sono tutti a suo carico. L'integrante, da parte sua, si garantisce l'acquisizione del prodotto nelle condizioni più vantaggiose;

- "production management contracts": tale tipo di contratto assicura gli stessi vantaggi di quello già descritto, inoltre attribuisce all'integrante la facoltà di controllare più efficacemente le tecniche produttive, perché può intervenire fornendo fattori della produzione e può verifìcare il numero e la frequenza dei trattamenti tramite la clausola

che consente di inviare propri tecnici della produzione. L'agricoltore perde progressivamente potere contrattuale. Il livello d'integrazione raggiunto è intermedio.

- "resource providing contracts": l'integrante condiziona tutta la fase di produzione,

perché non solo ne controlla l'andamento dal punto di vista agrotecnico, ma fornisce gli inputs necessari allo svolgimento dell'attività produttiva. L'agricoltore rinuncia alle sue prerogative imprenditoriali e assume il ruolo di un quasi-salariato.

Ai due estremi di queste categorie si pone da una parte l'agricoltore che agisce del tutto autonomamente e che esita la propria produzione sul libero mercato, e, dall'altra, "l'integrante" che possiede addirittura le fonti produttive, le aziende agricole.

Per gli autori italiani il lavoro degli studiosi statunitensi è stato molto importante e numerose ricerche sulle realtà agricolo-contrattuali sono state svolte basandosi su di esso.

Qualora gli scambi di prodotti agricoli avvengano sulla base di accordi preventivi, Galizzi (1984) ha individuato tre principali tipi di contratto:

- contratti di mercato; - contratti di fornitura;

- contratti con trasferimento di funzioni manageriali.

Saccomandi (1991) ribadisce il concetto della funzione del contratto quale strumento di coordinamento tra l'impresa agricola e l'impresa acquirente. In second'ordine egli stesso procede ad una interpretazione analitica della classificazione di Mighell e Jones utilizzando una "matrice delle decisioni aziendali"12. Le tipologie di contratti così individuate risultano allora essere le seguenti:

a - contratti basati sul prezzo di cessione del prodotto: prima della raccolta

l'acquirente si accorda con il produttore sulle quantità e sul prezzo di acquisto. Inoltre si stabiliscono i tempi ed i modi di consegna;

b - contratti basati sul prezzo e sulla produzione del prodotto: si prevede già

un'intromissione dell'integrante su alcuni aspetti produttivi. Resta valido quanto già detto per il tipo a;

e - contratti basati sul prezzo e sulla commercializzazione del prodotto: oltre ad un

certo controllo delle modalità produttive e all'impegno di acquisto, l'integrante si aggiudica la possibilità di influenzare il piano di raccolta e di marketing;

d - accordi di quasi-organizzazione: è il caso di aziende agricole e di imprese

acquirenti che decidono di realizzare un'attività produttiva dividendosi nel contempo i costi ed i rischi che da essa derivano;

'^Spiegare in cosa consiste una matrice delle decisioni d'impresa esula dal nostro studio. Ci limitiamo a ricordare che tale matrici serve per analizzare, in economia contrattuale, come si articolano le decisioni e le attività di un'impresa agricola. La matrice < costruita riportando sulle righe le attività dell'impresa e sulle colonne le decisioni (strategiche, tattiche, operative) dell'impresi stessa.

e - accordi di quasi-mercato: tali contratti permettono di organizzare condizioni in cui

l'agricoltore demanda la quasi totalità delle proprie funzioni imprenditoriali all'impresa acquirente.

Il tipo a è un contratto assimilabile all'accordo stipulato dalle cooperative perché ha una funzione essenzialmente commerciale, facilitando la vendita del prodotto in condizioni più favorevoli.

I tipi di contratti b e e aumentano in modo consistente il potere dell'acquirente, dato che esso può intervenire nella fase produttiva ed in quella di commercializzazione (confezionamento, marketing).

Nel settore degli alimenti surgelati si possono riscontrare gli accordi di quasi organizzazione, attraverso i quali la società di commercializzazione affida ad aziende agricole il compito di produrre, ad industrie di trasformazione affida il lavoro di surgelazione, mentre essa svolge l'attività distributiva.

Per concludere il quadro delle principali elaborazioni teoriche sulla classificazione dei contratti, si riportano le diverse tipologie contrattuali, proposte da Piccinini (1993):

- regolamenti di conferimento in cooperativa; - contratti di coltivazione;

- contratti di fornitura o capitolati di fornitura; - accordi interprofessionali nazionali;

- accordi interprofessionali regionali; - contratti di "soccida".

L'autore ha operato tali distinzioni basandosi sulle regole e sulle clausole che usualmente caratterizzano la stesura di un contratto.

5. LO STATO ATTUALE DELLA CONTRATTAZIONE NEL