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Coerenza centrale e funzioni esecutive

I TRATTI AUTISTICI NELL’ANORESSIA Negli ultimi decenni si è sviluppato un ampio filone di ricerca che

2.3 I tratti autistici nell’anoressia

2.3.2 Coerenza centrale e funzioni esecutive

Come precedentemente accennato, la ricerca di una similarità tra i profili cognitivi dell’anoressia nervosa e del disturbo autistico si è concentrata anche su alcune funzioni neuropsicologiche, come la coerenza centrale e le funzioni esecutive.

Per coerenza centrale si intende l’abilità di cogliere la struttura complessiva di uno stimolo e le sue relazioni con il contesto. Questa capacità si sviluppa lungo un continuum, in cui gli individui possono collocarsi diversamente. Una persona con coerenza centrale forte tenderà a percepire il senso generale di un'esperienza piuttosto che a coglierne i dettagli; una forte coerenza centrale

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corrisponde quindi ad una comprensione sintetica di quello che accade. Una coerenza centrale debole comporta invece la percezione chiara dei dettagli di quanto avviene, ma forti difficoltà nel dedurne il senso generale; le persone con una coerenza centrale debole hanno perciò una buonissima capacità di discriminare i dettagli in compiti in cui la maggior parte delle persone viene tratta in inganno dalla complessità percettiva degli stimoli presentati. Un deficit della coerenza centrale è stato riscontrato nell’ASD [Happé et al., 2006] ed è ritenuto la causa dei comportamenti ripetitivi e della ristrettezza degli interessi tipici del disturbo. Vista l’ipotesi di una corrispondenza tra i profili dei disturbi dello spettro autistico e dell’anoressia nervosa, la coerenza centrale è stata recentemente studiata anche in pazienti con AN.

Lopez e collaboratori [Lopez et al., 2008] hanno somministrato a donne con AN il Rey-Osterrieth Complex Figure Test (RCFT) e l’Embedded Figures Test (EFT) e hanno confrontato le loro prestazioni con quelle di un gruppo di donne sane. Le prime hanno ottenuto punteggi inferiori al gruppo di controllo al RCFT e superiori all’ EFT, dimostrando quindi una migliore capacità di processazione delle informazioni orientata alla focalizzazione sui dettagli, piuttosto che l’utilizzo di strategie globali. Questo, secondo gli autori, renderebbe il profilo cognitivo dei soggetti con AN simile a quello riscontrato nei soggettivi con ASD ad alto funzionamento o nei soggetti con Asperger.

Nel 2013 Fonville e colleghi [Fonville et al., 2013] hanno inoltre indagato le basi biologiche di questa differenza in uno studio condotto somministrando l’EFT durante una risonanza magnetica funzionale (fMRI). Gli autori hanno visto che si ha l’attivazione di aree diverse negli individui con AN rispetto ai soggetti sani: mentre infatti questi ultimi mostravano una maggiore attivazione del precuneo, i soggetti con AN avevano invece una maggiore attivazione nell’area del giro fusiforme. Secondo i ricercatori quindi ad una diversa strategia nell’osservazione degli stimoli

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corrisponde anche una diversa attivazione a livello cerebrale, che sembra tra l’altro combaciare con quella che si ha nell’ASD.

Il deficit nella coerenza centrale documentato è stato dunque associato all’eccessiva preoccupazione per le parti del proprio corpo, per il proprio peso e per la composizione del cibo ingerito, caratteristiche tipiche del comportamento che si ha nell’anoressia nervosa [Lopez et al., 2008].

Le funzioni esecutive sono un insieme di operazioni cognitive che permettono all’individuo di adattare il suo comportamento alle esigenze e alle modificazioni improvvise dell’ambiente e che quindi entrano in gioco in situazioni nuove per il soggetto in cui si ha la necessità di risolvere un problema. Le funzioni esecutive sono perciò responsabili della pianificazione e del controllo del comportamento. Nell’insieme delle funzioni esecutive rientrano quindi le capacità di inibire una risposta o di posticiparla, di pianificare una sequenza di azioni, di rappresentarsi un compito, di selezionare le informazioni rilevanti per eseguire tale compito e, fondamentale, la flessibilità con la quale l’azione viene guidata. Per flessibilità cognitiva, o set-shifting, si intende la capacità di modificare le proprie strategie comportamentali in modo flessibile e in relazione alle variazioni del contesto ambientale che possono avvenire.

Un deficit della flessibilità cognitiva è stato più volte dimostrato nell’ASD [Ozonoff et al., 1991, 1994, 2004; Solomon et al., 2008] ed è stato associato ai comportamenti ristretti e ripetitivi e alla perseverazione in tali comportamenti anche quando le regole del contesto cambiano.

La disabilità del set-shifting è stata documentata anche nell’AN [Roberts et al., 2007] ed è stata associata alla rigidità delle routine quotidiane e del comportamento.

In uno studio del 2011 Oldershaw e colleghi [Oldershaw et al., 2011] hanno paragonato la prestazione di soggetti con AN a quella dei soggetti con ASD documentata in letteratura al Wisconsin Card

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Sorting Test (WCST) e hanno riscontrato un profilo molto simile tra le due tipologie di pazienti, senza differenze significative. Sempre utilizzando il WCST, Tchanturia [Tchanturia et al., 2012] ha confrontato i risultati ottenuti da donne con anoressia nervosa con quelli conseguiti da donne guarite dal disturbo e da un gruppo di controllo sano: le prime avevano punteggi significativamente peggiori dei soggetti sani, ma anche delle donne guarite, le quali tuttavia mostravano comunque una performance inferiore a quella del gruppo di controllo.

Zastrow [Zastrow et al., 2009], tramite uno studio con fRMI ha collegato la carenza della flessibilità cognitiva nell’AN ad un ipoattivazione del circuito cingulo-striato-talamico anteriore, coinvolto nei comportamenti finalizzati.

Tuttavia Bühren e colleghi [Bühren et al., 2012], studiando un gruppo di adolescenti con AN non hanno riscontrato gli stessi risultati ottenuti dagli studi precedentemente citati, spiegandosi ciò con la breve durata di malattia e con l’incompleta maturazione delle aree prefrontali dovuta all’età dei soggetti.

Infine, il fatto che una debolezza della coerenza centrale e della flessibilità cognitiva siano stati riscontrati sia in soggetti in corso di malattia che guariti [Holliday et al., 2005; Lopez et al., 2008; Tchanturia et al., 2012], ma anche nelle sorelle sane di individui con anoressia nervosa [Tenconi et al., 2010] ha fatto ipotizzare che esse facciano parte dell’endofenotipo dell’AN e che possano costituire dei fattori di rischio e di mantenimento del disturbo.

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